Divisa a metà

By whitea94

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Prefissarsi degli obiettivi, per qualcuno di noi, è indispensabile per affrontare le giornate e mantenere i n... More

Presentazioni
🌻
1. Un piatto di lasagne
2. Posso farcela
3. Delusione
5. Divertirsi
6. Il destino
7. Tre domande
8. Caramello fuso
9. Roba da matti
10. Le mosse sono sempre quelle
11. Sorprese
12. Un fulmine a ciel sereno
13. Dolore
14. Richiesta
15. Gattini
16. Regalo
17. Ridere insieme
18. Conoscersi
19. Verità
20. Hakuna Matata
21. Cattivo o Supereroe?
22. Giusto o sbagliato?
23. Sessione di studio
24. Rivincita
25. Vivere
26. Salto nel vuoto
27. Fragilità
28. Incontri inaspettati
29. Un principe azzurro
30. Confidenze
31. Mattia
32. Musica
33. Buon compleanno
34. Un turbine d'emozioni
35. Fortuna
36. Segreti
37. Bevi che ti passa
38. Paura
39. Ospedale
40. Claudia
41. Sempre
42. Seconda scelta
43. Come prima
44. Dimmi la verità
45. Non prenderti gioco di me
46. Qualcosa di più
47. Colazione
48. A fior di labbra
49. Verde speranza
50. Confessione
51. Resistere
52. Il passato non si dimentica
53. Libertà
54. Partenza
Ringraziamenti 🌻
Extra - Elia
Extra - Enea
Avviso!

4. Fratelli

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By whitea94

Sfioro l'agenda che ho tra le mani mentre penso a un piano efficace per ripassare tutta la materia dall'inizio, specie le letture aggiuntive, e riprovare l'esame tra un mese esatto. Stavolta non sorvolerò su nessun argomento, non me lo posso permettere.

Sbuffo e porto una mano sulla fronte nel tentativo di alleviare il pulsare intenso delle tempie. Sono trascorsi due giorni dalla giornata nera, l'ho ribattezzata così, e il mio cervello non ha smesso di arrovellarsi, immaginandosi tutti i possibili scenari futuri che, chissà perché, hanno una brutta fine.

Mi giro e guardo l'Etna fuori dalla finestra della mia stanza; in questo periodo è davvero bellissima grazie alla neve in cima che le conferisce un tocco in più. Preferirei di gran lunga camminare tra i sentieri del vulcano piuttosto che stare qui a studiare. Bramavo così tanto la libertà che avrei percepito dopo l'ultima materia che vedermela strappata via mi ha gettato nello sconforto. Odio ammetterlo, ma sono stanca di stare tutto il giorno sui libri. Vorrei uscire fuori e divertirmi in modo spensierato. Dicono tutti che gli anni che sto vivendo siano quelli più belli...

Sento lo scatto della porta che si apre e mi giro verso di essa.

«Buongiorno, sorellina.»

«Buongiorno. Non chiamarmi così, ho due anni più di te.»

Fisso mio fratello mentre entra nella stanza, scostandosi il ciuffo castano e umido dalla fronte: deve essere uscito ora dalla doccia.

«Qual buon vento ti porta qui?» gli chiedo con tono sarcastico.

«Non fare così, in questo periodo sono stato solo più impegnato del solito.»

«Già, tanto che ti sei dimenticato di me» enuncio sincera, pentendomene subito dopo.

Vedo comparire un sorriso sornione sul suo viso. «La mia sorellina è gelosa perché non le presto attenzione.»

«Non è vero» borbotto mentre stendo le gambe sul letto.

«Comunque, visto che oggi sono libero e tu particolarmente musona, ho deciso che possiamo fare qualcosa insieme.»

Lo scruto perplessa mentre si avvicina al mio armadio ed estrae il primo paio di jeans che trova e una felpa.

«Cosa stai facendo?»

«È da due giorni che non esci di casa per studiare. Inoltre, devi lavarti. Puzzi.»

Afferro un cuscino e glielo lancio in testa. «Io non puzzo! E come vedi in questo momento sono impegnata a programmare le mie ore di studio» dico, indicandogli con l'indice destro lo schema sulla pagina aperta.

Lui inarca il suo sopracciglio, enfatizzando il suo sguardo un po' duro per via del colore scuro dei suoi occhi. «Carla, conoscendoti sai già tutti i libri a memoria. È stato solo un incidente di percorso. Adesso vai a farti una doccia e dopo ti vesti. Hai ventiquattro anni e hai meno vita sociale di nostra nonna.»

Le sue parole mi provocano un sorriso. La mamma di mia madre esce davvero più di me: i venerdì va al circolo a giocare a carte con le sue amiche e i sabati sera si incontrano per vedere un film insieme.

Sospiro e mi alzo dal letto con il corpo dolorante per via delle lunghe ore che ho trascorso seduta. Allungo il collo e streccio le braccia per sciogliere i muscoli irrigiditi.

«Mi manca vederti ballare» mormora mio fratello, guardandomi con uno sguardo cupo e triste.

Alcune immagini della mia vita passata premono per uscire dalle porte invisibili della mia mente in cui l'ho richiuse, ma ormai sono diventata abbastanza brava a contenerle.

Ho voltato pagina. Ho cambiato vita.

Prendo tutto l'occorrente e gli schiocco un bacio sulla guancia prima di dirigermi verso il bagno.

Dimenticare il passato è impossibile, tuttavia posso fingere che non sia mai successo davvero a me.

Una volta presentabile, mi reco in soggiorno e vedo mia madre intenta ad abbellire il nostro albero di Natale davanti alla finestra. È tradizione nella nostra famiglia adornare la casa per le feste natalizie l'otto dicembre.

Quando mi sente arrivare si gira e mi sorride. Nonostante tutto, so che lei è orgogliosa di me, anche se non dovesse andare come sperato. Mio padre sarebbe stato tutt'altra storia.

«Stellina mia, sei uscita dalla tua tana?» mi chiede mentre guarda con sguardo criptico lo scatolone accanto ai suoi piedi. Mi chiama sempre così quando è di buon umore.

«Sì, mamma, tuo figlio non mi ha lasciato scelta.»

«Perché sono il fratello migliore che esista.»

Mi volto verso di lui in tempo per vederlo scendere le scale e sistemarsi il bordo del suo maglione verde. Alle volte sono davvero gelosa che solo lui abbia ereditato i tratti mediterranei della famiglia di nostra madre, mentre io quelli della famiglia di mio padre che, da quelle poche informazioni che sono riuscita a capire, ha origini germaniche.

Sento squillare il mio cellulare dalla tasca dei jeans e rispondo, leggendo il nome di Melissa sullo schermo.

«Buongiorno, raggio di sole, sei pronta per questa sera?»

Devo allontanare il telefono dall'orecchio per non rischiare di perdere l'udito.

«Buongiorno. Cosa dobbiamo fare stasera?» domando incerta.

Rimango in attesa, ma non ricevo risposta.

«Mel, sei ancora lì?»

«Sì, sono qui. Senti... lo so che non sei dell'umore giusto, però mi avevi promesso che saremo andate a ballare questa sera. Dovevamo festeggiare...»

«Esatto, Mel, dovevamo festeggiare la fine degli esami, peccato che io non lo abbia superato» rispondo stizzita.

«Carla, dovresti venire comunque. Ti farà bene distrarti un po' e, senti questa, sono riuscita a convincere Noa a venire con noi.»

«Noa?»

«Sì! A patto che tu ci sia, ovviamente.»

«Mel, io non...»

Non riesco a concludere la frase che mio fratello mi strappa il telefono dalle mani.

«Ma che fai?» chiedo allibita.

Lui mi lancia un lungo sguardo schivo prima di rispondere alla mia amica. «Ciao, Melissa, sono Mattia. Cosa avevi in mente per stasera?»

Rimane in silenzio, ascoltando concentrato la mia collega.

«Tranquilla, Carla non mancherà. Verrò anche io e la trascinerò con me anche con la forza.»

Chiude la chiamata e mi porge il cellulare.

«Che ti salta in mente? Non voglio uscire.»

«Non fare la difficile. I tuoi amici vogliono che tu ci sia e io penso che divertirti ti farà bene. Ti stai trasformando in una zitella acida.»

«Non è affatto vero! Mamma, di qualcosa per favore.»

Lei si volta verso di me con uno scatolo di festoni tra le braccia. «Beh, cara, vedi...»

«Ok, ho afferrato il concetto. Andrò a quella stupida serata.»

Mattia mi sorride soddisfatto prima di afferrare il cappotto poggiato sul divano e uscire dalla porta di ingresso. Lo seguo e mentre percorro in vialetto sento mia madre gridare: «Tornate per l'ora di pranzo! Mi dovete aiutare a completare gli addobbi!»

Alzo gli occhi al cielo e salgo sull'auto di mio fratello per poi allacciare la cintura di sicurezza, mentre Mattia esegue la retromarcia per uscire dal cancello che si apre lentamente. Sgomma sull'asfalto e ci allontaniamo dalla nostra abitazione, mantenendo un'andatura costante. Allunga la mano e accende la radio, senza alzare però il volume come fa di solito.

Non devo aspettare molto prima di sentire la sua voce. «Come l'ha presa papà quando gli hai detto dell'esame?» Mantiene lo sguardo dritto davanti a sé, ma noto lo stesso l'irrigidimento della sua mascella.

Non ho alcuna intenzione di dirgli la verità e raccontargli la minaccia sottintesa di nostro padre. Le parole che mi ha rivolto potrebbero essere scambiate con quelle di un genitore severo alle orecchie degli estranei, ma solo io e mio fratello conosciamo la verità.

«Era solo deluso» dico, cercando di utilizzare un tono neutro.

Lui mi lancia un'occhiata fugace. «Sei sicura?»

«Sì.»

«Sul serio?»

«Sì, Matti, tranquillo, non devi prenderti cura di me» affermo, rivolgendo lo sguardo verso il finestrino.

«Io mi prenderò sempre cura di te. Lo sai, vero?»

Mi mordo il labbro inferiore per non farmi sopraffare dalle emozioni che spingono per emergere. Se c'è una cosa di cui sono sicura è che mio fratello non mi abbandonerebbe mai, non dopo tutto quello che ha fatto per me.

«Lo so.»

«Bene» mormora appagato.

«Allora... sei pronto per la nuova sessione?» gli chiedo per cambiare discorso.

«Sorellina, io sono nato pronto. E comunque nessuno si aspetta grandi cose da me, sei tu il genio della famiglia.»

«No, bello mio, così è troppo semplice. Io mi aspetto grandi cose da te e anche la mamma, quindi cerca di impegnarti perché non mi farò andar bene un ventitré o un venticinque. Tu puoi fare molto meglio» dico per spronarlo.

In realtà a me basta che non prenda lo studio alla leggera, non mi importa del voto. Il suo sogno è diventare un nuotatore professionista, ma più passa il tempo e più le sue possibilità diminuiscono.

«Non so se ti potrò accontentare. Il prossimo esame sarà Analisi di bilancio.»

Odia i numeri, infatti sono rimasta sorpresa quando ha deciso di frequentare la facoltà di Economia. Credevo si iscrivesse a Scienze motorie o tentasse di superare il test per Professioni sanitarie.

«Mi accontenterai» dico sogghignando.

«Perché ridi?» mi chiede con tono allarmato.

«Sarai preparatissimo al prossimo esame.»

«E come fai a esserne così sicura?»

«Perché sarò io a interrogarti prima del giorno fatidico» affermo, battendo le mani per il mio piano geniale.

Vedo il suo sguardo virare dallo sgomento all'impaurito e io scoppio a ridere.

«Non c'è bisogno. Sicuramente sarai impegnata con il tuo studio» ribatte, anche se vedo sollevarsi gli angoli delle sue labbra.

«Stai tranquillo, troverò il tempo.»

«Rompipalle» dice, facendo finta di avere un colpo di tosse.

Io continuo a ridere di gusto. «Sì, fratellone, stavolta portiamo il grande risultato a casa insieme e non avrai scuse.»

Dopo circa venti minuti, parcheggia sul lungomare di Ognina e io capisco subito qual è la nostra meta. Apro lo sportello e la brezza marina mi colpisce, portandosi con sé un odore agrodolce. Mi sporgo dal parapetto e ammiro il mare infrangersi sulle rocce, con una tonalità più scura e tetra rispetto ai colori vivi che ha in estate. Nonostante sia sabato mattina, c'è diversa gente che passeggia sul litorale, anche qualche bambino che scorrazza felice sulle biciclette.

«Lo sai vero che siamo già a dicembre?» chiedo a mio fratello mentre chiude l'auto.

«Certo, ma allora quale sarebbe il bello di vivere qui?»

Scuoto la testa e ci avviamo verso la soglia della gelateria. Scegliamo un tavolino per due vicino alla vetrata e pigiamo subito il dispositivo di chiamata: non abbiamo bisogno di guardare il menù. Vedo il cameriere affrettarsi a riassettare il bancone, inserendo negli appositi spazi dei vassoi strabordanti di cornetti alla Nutella.

Quasi quasi mando all'aria il piano di mio fratello e assaggio uno di quelli, mi ritrovo a pensare.

Una volta conclusa l'operazione, il ragazzo si pulisce le mani in uno strofinaccio azzurro e prende il tablet per l'ordinazione, poggiato sul mobile alle sue spalle. Si avvicina al tavolo con un sorriso cordiale.

«Buongiorno! Cosa vi porto?» chiede con voce calorosa mentre sblocca lo schermo del dispositivo.

«Prendiamo due granite: una pistacchio e mandorla e l'altra gelsi, e anche due brioche per favore» risponde mio fratello.

Il cameriere ci domanda se vogliamo qualcosa da bere e, dopo una breve discussione, optiamo per l'acqua leggermente frizzante. Questo è il nostro compromesso visto che io bevo solo quella naturale e lui quella super frizzante.

Quando veniamo serviti, Mattia inizia subito a mangiare.

«Stai attento o ti si congelerà il cervello già abbastanza atrofizzato» gli dico mentre assaggio il cappello della brioche.

Con la coda dell'occhio scorgo la signora del tavolo accanto che ci guarda perplessa, manifestando la sua disapprovazione. Anche per i nostri concittadini siamo strani, specialmente se si presta attenzione alle nuvole grigie che si stanno radunando in cielo. Purtroppo, a dicembre il tempo è così: prima c'è il sole e poi la pioggia nel giro di pochi minuti.

«Assaggia questa alla mandorla, è buonissima» afferma Mattia, porgendomi il suo cucchiaino.

Mi protendo verso di lui e gusto quella prelibatezza, sentendo scricchiolare le mandorle sotto i denti, ma è troppo congelata per i miei gusti.

«È freddissima» esclamo, stringendomi la testa tra le mani.

«Esagerata, come sempre d'altronde» sentenzia lui mentre continua imperterrito a mangiare.

«Non è vero!»

Lui sposta i suoi occhi nei miei e vedo il suo sguardo giocherellone diventare serio.

«Sto scherzando. Lo so che dai sempre tutta te stessa in ogni cosa e sono sicuro che troverai un obiettivo che ti farà battere il cuore di nuovo. Ne sono convinto.»

Abbasso la testa e immergo il cucchiaino nella mia granita dal colore violaceo.

«Lo spero anch'io» sussurro.











🌻Note

Ciao a tutti!

Pian piano stiamo conoscendo tutti i personaggi e ci stiamo inoltrando all'interno della storia. Io non ho un fratello, ho due fantastiche sorelle più grandi, e mi sono sempre chiesta come sarebbe stato averlo.

Voi avete dei fratelli o delle sorelle? Com'è il vostro rapporto?

Il prossimo capitolo è quasi ultimato, quindi lo pubblicherò molto presto. Tenetevi pronti perché a breve inizierà la tormenta. 🙈

Mi farebbe piacere se lasciaste un commento o una stellina!😊

A presto!❤

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