46. Qualcosa di più

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Rimango a fissare Elia per un tempo indefinito, senza che il mio cervello riesca a elaborare un pensiero logico.

Non riesco a credere che lo abbia detto davvero.

Lui si avvicina ancor di più per annullare i pochi centimetri che ci separano e, titubante, allunga le dita per afferrarmi la mano destra che giace inerme lungo il fianco.

China il busto verso di me e il suo profumo familiare entra nelle mie narici. «Io non sono lui. Noi siamo totalmente diversi caratterialmente» mi dice, facendo scorrere il pollice della sua mano libera sul mio viso in modo delicato, come se avesse paura di sgretolarmi a causa del suo tocco. «Ma... io so di poterti rendere felice, se tu mi dessi l'opportunità di dimostrartelo. Ti avevo promesso di non farti pressioni e di lasciare che il tempo potesse darci le risposte che cerchiamo, però oggi più che mai ho avuto la prova che non ci riesco. Non posso aspettare e rimanere a osservarti senza fare niente.»

Prende un bel respiro e mi afferra il mento, così da non lasciarmi vie di fuga. Posso solo guardare i suoi occhi intensi manifestarmi tutti i suoi sentimenti.

«Io voglio starti accanto. Non in veste di tuo amico, ma come tuo ragazzo. Concedici una possibilità perché so che la nostra complicità è qualcosa di raro che poche coppie al mondo hanno la fortuna di avere.»

Nel silenzio che segue, percepisco solo il mio cuore battere all'impazzata nel petto come se volesse fuggire via. Nella mia mente riesco solo a pensare che in ballo c'è molto di più di quello che lui sostiene. Non è solo scegliere di stare con lui o no. In base alla mia risposta potrei definitivamente perderlo. Se dovessi rifiutare, lui si allontanerebbe da me. Non ho neanche bisogno di chiedergli una conferma, lo leggo nei suoi occhi.

«Elia, io...» tento ancora una volta, ma le parole rimangono imbrigliate nel groviglio di pensieri che mi affollano la mente.

Fisso le sue iridi vive e pian piano che i minuti scorrono le vedo adombrarsi per colpa del mio silenzio. Stanno costruendo una barricata dentro la quale non mi permetteranno più di entrare. Stanno racchiudendo all'interno la luminosità a cui mi sono aggrappata in questi mesi anche se inconsapevolmente.

Ho perso tanto nella vita e non ho intenzione di allontanarmi da una delle poche persone che è riuscita a portare un po' di luce nella mia coltre di tenebre.

Faccio un passo avanti e lascio ricadere il mio corpo tremante sul suo petto per sentire il calore confortante che solo lui riesce a trasmettermi. Un calore a cui non posso rinunciare. Le sue braccia mi circondano e mi stringono come se contenessero il più importante dei tesori.

«Non abbandonarmi» sussurro con voce tremula mentre affondo nel suo abbraccio.

Mi accarezza i capelli e sento la tensione lasciare lentamente il suo corpo, facendomi percepire quanto gli sia costato aprirsi con me senza barriere protettive. «Sarò sempre al tuo fianco. Avrò cura di te e ti dimostrerò ogni giorno quanto tu sia importante per me» mormora nel mio orecchio con tono dolce. Si scosta e i suoi occhi mi guardano con una scintilla di speranza. «Sarò tutto ciò che hai bisogno.»

Guardo la sua espressione seria e dentro di me so che se gli dicessi di sì la mia vita migliorerebbe. Vederlo così entusiasta e sicuro mi riempie il cuore di gioia.

Non è forse questo l'amore?

Mettere al primo posto il bene della persona che ti sta accanto. Essere felice o triste quando anche lei lo è. Fare di tutto pur di vederla sorridere sempre.

Se questo non è amore... che cosa è?

Lentamente mi allontano e osservo le sue iridi color caramello per farmi coraggio. Schiudo le labbra, tuttavia sento una presenza dietro di me e un braccio familiare mi circonda le spalle e mi spinge contro il suo petto in segno di protezione.

Divisa a metàWhere stories live. Discover now