11. Sorprese

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Giro il cucchiaino nella tazza della tisana calda mentre le palpebre mi si chiudono per via della stanchezza. Stamattina mi sono svegliata presto per studiare, nonostante sia rimasta ad aiutare Noa a ripulire la casa dopo la festa insieme a Mel. Avrei tanto voluto chiedergli chi fosse il ragazzo di ieri sera, ma dai suoi occhi sfuggenti ho capito che non era il momento giusto. Sposto lo sguardo dal libro fino alla portafinestra della cucina, dove le goccioline della pioggia scivolano sul vetro.

«Prima o poi ti scoppierà il cervello.»

Sospiro e mi volto verso Mattia che si dirige verso il frigorifero. «Dovresti farlo anche tu. A proposito, non mi sono dimenticata il tuo esame imminente. Dovremmo iniziare il ripasso.»

«Non oggi, sorellina. Io e alcuni ragazzi della squadra andiamo a Catania per un giretto tra i negozi» afferma prima di addentare una mela verde. «Cosa posso comprare a mamma per Natale?»

«Una crema viso o un profumo.»

Aggrotta le sopracciglia. «Non mi sembrano idee molto originali. Tu cosa le regali?»

«Un libro» gongolo soddisfatta dopo aver finito la bevanda fumante.

Scuote la testa. «Voi e la vostra passione per la lettura.»

«Dovresti provare, magari i tuoi neuroni si riattivano.»

«Ah-ah, divertente. Mi bastano già quelli dell'università.»

La porta della cucina si spalanca e sulla soglia compare nostra madre, intenta a trasportare due pesanti buste ricolme di spesa. Mio fratello la aiuta ad appoggiarle sull'isola.

«Grazie, tesoro. Non dovevi uscire questo pomeriggio?»

«Sì, sto andando. Farò tardi, non mi aspettare alzata.» Le schiocca un bacio sulla tempia e poi mi rivolge una linguaccia che ricambio prima di uscire dalla stanza.

«Ti serve aiuto?» le chiedo mentre fuoriesce dalla busta tre sacchi di farina.

«No, stellina, studia. Io finisco qui e preparo i biscotti con le gocce di cioccolato che ti piacciono tanto. Hai bisogno di zuccheri.»

Le sorrido e mi immergo nuovamente nel libro di testo. Passano diversi minuti prima che sente nell'aria l'odore dolciastro dei biscotti che mi provocano l'acquolina in bocca. Mi alzo dalla sedia e mi avvicino al forno per osservarli cuocere.

«Più tardi credo che andrò a correre» borbotto mentre continuo a guardare i dolci.

«Non dire sciocchezze, c'è brutto tempo. Anzi, non esci con i tuoi amici o con un bellimbusto di mia conoscenza?» mi chiede maliziosa.

«No, devo studiare.» Le indico il tavolo sommerso da libri e appunti.

«Va bene. Per stasera ho ordinato la pizza visto che siamo da sole.» Mi sorride e io ricambio la sua espressione complice. Spesso trascorriamo il sabato sera a guardare film strappalacrime, specie se mio padre è fuori per lavoro come oggi.

Il suono del campanello riecheggia nella casa e scruto mia madre con la fronte aggrottata. «Aspetti qualcuno?»

«No, vai a vedere chi è. Io sforno i biscotti.»

Cammino verso la porta di ingresso e guardo dallo spioncino, ma di fronte a me non vedo nessuno. Socchiudo la porta e il battito del mio cuore accelera quando metto a fuoco il ragazzo vicino al pilastro della veranda. I suoi occhi nocciola osservano la mia reazione mentre un sogghigno emerge dalle sue labbra.
«Elia... che cosa ci fai qui?»

«Avevo voglia di vederti e sono venuto» afferma sollevando le spalle, come fosse normale.

«Sei impazzito? Poteva esserci mio fratello a casa.»

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