1. Un piatto di lasagne

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«Allora, Carla, qual è la risposta corretta?»

«Crosta nera» affermo mentre poso la penna sul tavolo.

Melissa strabuzza gli occhi e socchiude le labbra carnose. «Mi vuoi spiegare come diavoleria fai?»

Poggia la fronte sulla risma di fogli davanti a lei ed effettua un grande respiro di frustrazione. «Domani verrò bocciata, me lo sento.»

Mi volto verso Noa per cercare il suo sostegno, ma lui scuote la testa e alza le mani in segno di resa. Posso capirlo... sono due settimane che la nostra amica non fa altro che disperarsi.

«Mel, andrà bene.»

Lei punta i suoi occhi marroni su di me e scosta una ciocca rossa per portarla dietro l'orecchio. «Stai mentendo, Carla Amato, tu non le sai dire le bugie.»

Cerco ancora una volta lo sguardo del mio collega che in risposta annuisce con il capo, facendo oscillare il suo lungo ciuffo che quasi copre i suoi occhi chiari; anche lui è d'accordo con lei. Assottiglio le palpebre e gli rifilo una ginocchiata sotto il tavolo.

«Ahi!» esclama per poi massaggiarsi la gamba.

Il ragazzo seduto accanto a lui gli lancia un'occhiata poco amichevole e io mi porto una mano sulla fronte, pronta al peggio, quando Noa si gira verso il poveretto e socchiude le labbra.

«Che hai da guardare? È assodato che questa è la zona studio più caotica della Cittadella. Ti conviene andare in biblioteca di Matematica se vuoi il silenzio assoluto.»

Lo sconosciuto solleva la sua montatura pesante lungo il naso prima di chiudere il libro con un rumore secco e alzarsi per andare via.

«Ingegneri, sono proprio strani» borbotta il mio amico.

«Anche noi lo diventeremo» gli faccio notare con un sogghigno sulle labbra.

«Appunto, guardaci. Però noi siamo i meno peggio.»

«Perché?»

«Perché siamo sia ingegneri edili che architetti. La vena artistica ci scorre dentro» dichiara, alzando una mano come se sorreggesse qualcosa. Riesco a capire che sta interpretando Amleto soltanto perché so che adora Shakespeare.

«Ragazzi, concentratevi su di me e sulla mia bocciatura» si lamenta Melissa mentre scarta una confezione di M&M's.

Sfoglio le fotocopie che ho di fronte riguardanti il capitolo dell'umidità discendente e cerco una domanda abbordabile da farle.

«Rispondi a questa: quando su una muratura vi è l'efflorescenza, vuol dire che in essa è ancora presente l'acqua?»

Vedo i suoi occhi assottigliarsi per la concentrazione e mi immagino gli ingranaggi del suo cervello mettersi in moto per elaborare la risposta corretta.

«Sì.»

«Bene, adesso è sicuro che ti bocciano» decreta Noa senza mezzi termini.

La mia amica torna a sbattere la fronte sul plico.

«Mel, sei solo stanca. Avrai dormito forse quattro ore e lo sai benissimo che se non dormi otto ore al giorno il tuo cervello non connette.»

Ruota il capo verso di me, stremata, ma noto una piccola scintilla di vitalità nelle sue iridi che mi rincuora un po'; vederla così scoraggiata mi turba. È quasi un mese che studiamo tutti e tre insieme per affrontare l'ultimo esame del nostro percorso universitario.

Ultima materia... ancora non riesco a crederci. La fine sembrava un punto irraggiungibile e adesso che manca davvero poco mi sembra tutto surreale.

Divisa a metàWhere stories live. Discover now