La mia vita || Ferrari

By Madridistanelcuore

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Non voglio dilungarmi troppo, vi basti sapere che si parlerà di F1, Ferrari, piloti, ingegneri e ci saranno s... More

CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
Avviso
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
Sebastian Vettel
CAPITOLO 14
Capitolo 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
CAPITOLO 25
CAPITOLO 26

CAPITOLO 19

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By Madridistanelcuore

-Stai aspettando qualcosa in particolare?

-No, kimi. Devo solamente chiedere una cosa ad Alessandra.

I due piloti Ferrari avevano raggiunto la reception dell'azienda per andarsene a casa. Il finlandese vedendo Elena spazientemente appoggiata al bancone aveva deciso di provare a parlarle, mentre Sebastian rimase a debita distanza. I due non si erano più parlati da dopo l'ultimo Gp, Elena aveva trascorso il viaggio di ritorno con i meccanici Ferrari aiutandoli a caricare e scaricare tutto il necessario per la corsa.

-Sicura? Sembri alquanto preoccupata.

-Più che altro è perché avrei un impegno urgente e in garage non c'è più la mia macchina... devono averla spostata.

Sebastian stava fissando la scena da lontano. Avrebbe voluto fare pace con la ragazza, ma era davvero troppo nervoso per farlo. Non poteva sopportare che lo stessero prendendo in giro e fino a quando non si sarebbero scoperte le carte non poteva parlarle tranquillamente. Aveva perso la fiducia in lei e la sua compagnia non risultava più essere piacevole. Sebastian, infatti, appena finito il Gp prese con Kimi un aereo per la Svizzera così da non dover più vedere Elena ogni giorno. Doveva farsi passare l'arrabbiatura e avercela attorno tutti i giorni non lo avrebbe aiutato. Appena mise piede nella sua casa, però, gli sembrò l'idea peggiore che potesse venirgli in mente. Quella casa non gli apparteneva più, non la sentiva più casa sua erano solo quattro mura fredde che sapevano da chiuso. Non si era rilassato per nulla, anzi, il suo senso di disagio era aumentato.

-Molto probabilmente la hanno portata in fabbrica per controllare GPS e benzina.

Elena guardò dritto negli occhi il finlandese.

-GPS e benzina?

-Sì, essendo una macchina aziendale fanno così. Tranquilla, se vuoi ti accompagno a casa io.

Elena non poteva crederci. I suoi occhi cominciarono a guardarsi attorno terrorizzati cercando di trovare un modo per togliersi dai guai. Controllando il GPS avrebbero di sicuro scoperto che durante questa settimana di pausa era praticamente ogni giorno alla villetta di Lewis. Avrebbero scoperto la loro relazione.
Il mondo le stava crollando addosso! Che stupida che si sentiva. Pensava davvero di poter ingannare un'azienda come la Ferrari? Pensava davvero che avrebbe potuto continuare a vedersi con un pilota rivale senza avere conseguenze? Come aveva potuto essere così scema? Aveva la vita dei suoi sogni e invece no, doveva buttare tutto all'aria perché non si sentiva apprezzata.

-No, grazie...

Elena sussurrò quelle parole non capendone il vero significato.
Improvvisamente si girò e si diresse verso il suo ufficio lasciando Kimi nel bel mezzo dell'entrata.

-Dove sta andando?

Sebastian si avvicinò al compagno insospettito dalla scena che aveva visto, ma non capito.

-Dobbiamo parlare con Maurizio. Sta nascondendo qualcosa di grosso.

Disse Kimi con voce seria continuando a guardare di fronte a sé.

-Cosa è successo?

-Hanno portato la sua macchina in azienda per il solito controllo... appena le ho detto che controllano il GPS è andata in crisi.

Sebastian osservò sconvolto il suo compagno. Non poteva crederci. Aveva ragione lui, Elena stava trafugando informazioni.

-Dobbiamo parlare immediatamente con Maurizio. Non è una reazione normale questa.

-Già...

Il finlandese guardò sconsolato il suo compagno e si diressero verso l'ufficio di Maurizio Arrivabene per esprimergli i loro dubbi.

-Elena! Cosa succede? Calmati, ti prego.

Lewis aveva risposto al telefono e la ragazza era immediatamente scoppiata a piangere faticando a respirare.

-Sono fottuta, sono fottuta.

Elena si accasció a terra lungo la parete davanti alla sua scrivania. Non riusciva a smettere di piangere, aveva combinato un casino.

-Per favore, vieni da me prima che io parta così ti calmi.

-No, non posso.

Urlò la ragazza facendo seriamente preoccupare il suo interlocutore.

-Elena, cazzo! Dimmi cosa è  successo, mi stai facendo morire.

La ragazza cercò di prende fiato e calmarsi, ma non ci riusciva. Vedeva il suo mondo sgretolarsi e caderle addosso.

-Hanno preso la mia macchina... la hanno portata in azienda per controllare GPS e benzina...

Lewis cercò di rassicurarla dicendole che era una cosa normalissa, lo fanno per controllare che nessuno rubi la macchina aziendale e che venga utilizzata esclusivamente per fini lavorativi.
Il ragazzo non riusciva a capire tutta questa preoccupazione.

-T-tu lo sapevi? Tu sapevi questa cosa e non me lo hai mai detto?

-Non pensavo fosse fondamentale.

Elena rise in modo sarcastico al telefono.

-Certo, perché io ti vengo a trovare disperso in mezzo alle colline per non farci vedere e tu non ritieni fondamentale dirmi una cosa che ci farà scoprire.

Improvvisamente Lewis capí cosa intendeva la ragazza e si diede dello stupido da solo per non averlo compreso prima.

-Cazzo... io non pensavo che quella fosse la macchina aziendale, pensavo fosse tua...

-Non ho abbastanza soldi per permettermi una Ferrari, almeno non fino ad adesso... tanto mi licenzieranno e non ne avrò mai abbastanza.

In quel momento Elena ripensó alle parole che Sebastian le aveva rivolto la settimana scorsa. Non sapeva quanto potere potesse davvero avere all'interno della Formula uno, ma il fatto di non rivedere mai più una pista la terrorizzó. Ora tutti avrebbero pensato che lei vendeva dati e informazioni alla Mercedes e con questa reputazione chi la avrebbe mai voluta?

-Non fare la drammatica, può essere che passino inosservati i tuoi spostamenti

Non ci credeva nemmeno lui, però doveva fare qualcosa per tirarla su di morale. La situazione era tragica, ma non così troppo: sarebbe potuta andare a lavorare in Mercedes.
Lewis ne era convinto: era stato un segno del destino, la loro storia doveva continuare con lo sfondo argentato.

-E comunque tu non dire nulla. Stai rilassata finché non ti chiamano e ti parlano.

-Va bene... ciao Lew.

Elena mise giù spazientita, l'inglese non era stato di aiuto. Sembrava quasi non vedesse l'ora che la licenziassero.
Su una cosa però aveva ragione: doveva stare calma, non agitarsi prima del tempo. Aveva ancora una piccolissima probabilità che non crollasse tutto.


-Maurizio, ha ragione Sebast....

-Kimi, per favore non metterciti pure tu. Elena ha un solo compito e lo sta svolgendo al meglio. Non ha nulla da nascondere e noi non abbiamo nulla da temere.

I due piloti si guardarono in faccia stupiti. Era possibile che si fossero sbagliati? C'erano troppe cose che rimanevano inspiegate, ma Maurizio era troppo tranquillo. Non capivano.

-Ora se uscite mi fareste un favore, devo finire di sistemare le carte per la Russia.

I due piloti uscirono dalla stanza sconsolati.
Maurizio si accasció sulla sedia dell'ufficio e riaprí la cartella che aveva chiuso non appena aveva sentito bussare. Quel documento conteneva i dati GPS della macchina di Elena. Gli erano arrivati dall'azienda perché gli spostamenti dell'auto non risultavano essere esclusivamente interni al perimetro lavorativo e la ragazza non aveva richiesto nessun permesso per spostarsi altrove. Inizialmente non pensava a nulla di grave, c'erano sicuramente delle spiegazioni valide al fatto che passasse così tanto tempo in una villetta nel bel mezzo delle colline. Dopo la chiacchierata con i due piloti però cominciò a preoccuparsi. Perché la ragazza aveva reagito così bruscamente alla notizia che i suoi movimenti venivano registrati? Non capiva, si fidava ciecamente di lei e non poteva pensare davvero che vendesse informazioni.
Maurizio decise di vederci chiaro, indagó sulla proprietà di quella villetta e inviò un suo dipendente a controllare di persona. Nel primo caso non ottenne nulla di compromettente, la casa era intestata ad una persona normalissima con residenza a Parma. Per le conferme dirette dovette invece aspettare.
Era ironico come uno strano gioco del destino fosse andato a svantaggio dla povera Elena. Sebastian e Kimi erano preoccupati dal ruolo della ragazza all'interno della fabbrica perché non sapevano quale fosse e se Maurizio avesse messo in chiaro le cose fin da subito non si sarebbero presentati al suo ufficio insinuandogli il dubbio.
Il dirigente fece chiamare nel suo ufficio Giacomo, il suo autista, incaricando di scoprire chi ci fosse all'interno di quella villetta.
Giacomo prese il nome della via e si diresse immediatamente sul posto con una Fiat punti bianca per sembrare una normale perso a di passaggio. Se Arrivabene voleva che fosse fatto tutto al più presto voleva dire che era una cosa davvero grossa.
Dopo 40 minuti di macchina Giacomo arrivò nelle vicinanze della casa, spense la macchina e scese dall'auto. Aveva deciso di usare la solita scusa della macchina in panne e il telefono scarico quindi alzò il cofano e staccò i cavi che collegavano la batteria al motore.
Fece la strada rimanente a piedi e una volta davanti al cancello suonò il campanello. Chiunque ci fosse lì dentro doveva essere in procinto per partire: una Mercedes grigia era parcheggiata fuori dal garage con il baule aperto e al suo interno un paio di valigie.
Giacomo aspettò due minuti, ma non intravide nessuno. Suonò allora con più insistenza il campanello, ma non ottenne ancora risposta. Non poteva e non doveva fallire, così continuò per cinque minuti fino a quando magicamente il cancello si aprì e davanti a lui comparve una figura possente con un cappello rosa pallido in testa e un paio di occhiali con lenti a specchio.

-Data la sua insistenza mi auguro che sia qualcosa di urgente.

Lewis guardò, da dietro i suoi occhiali da sole, in modo scocciato il visitatore.
Giacomo rimase sconvolto quando vide la faccia del pilota Mercedes comparirgli di fronte. Perché Maurizio lo aveva mandato da lui?

-Ma lei è Lewis Ham...

-Sì, sono io... scusi, ma devo andare o rischio di perdere il volo.

Rispose l'inglese scocciato e cominciando a chiudere il cancello.

-No no no! Aspetti, mi si è rotta la macchina e non ho la più pallida idea di dove io sia... stavo andando allo stabilimento Ferrari per visitare il museo, ma devo essermi perso...

-Le serve un telefono, scommetto... va bene, entri. Ma faccia presto che devo davvero scappare.

Lewis fece strada all'uomo fino in cucina dove era situato un telefono fisso appeso alla parete.

-Io vado a finire di mettere le ultime cose in macchina, quando torno lei deve aver finito.

-Grazie mille.

L'inglese uscì dalla stanza. Giacomo diede le spalle alla porta, estrasse il telefono dalla tasca e compose il numero di Arrivabene per scrivergli un messaggio, tanto corto quanto fondamentale: "Lewis Hamilton"


### Spazi autrice ###

Lo so che la foto di inizio capitolo non centra nulla perché Sebastian ha la tuta Red Bull, però mi piace perché è venuto particolarmente bene. Ora che i veli sono caduti cosa succedere alla nostra Elena?¿?¿
Vedremo....

Ho pubblicato oggi perché se qualifiche e Gp vanno male, dato che le Red Bull stanno rompendo le palle, non sarei stata dell'umore adatto 😊

Voi stellinate e commentate mi raccomando 💞

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