CAPITOLO 12

250 13 18
                                    

Elena prese le chiavi dalla borsa, le infilò nella toppa ed entrò. Le sembrò quasi strano non trovare Sebastian Vettel nel pianerottolo ad osservarla con occhi indagatori. Sorrise scrollando la testa a questo pensiero.
Entrò nel suo appartamento, lanciò le sue cose sul divano e rimase seduta sul tappeto, cullata dal buio. Erano le cinque del pomeriggio però tutte le tapparelle dell'appartamento erano abbassate e sembrava quasi notte fonda all'interno del salotto. Stava quasi per prendere sonno, per abbandonarsi alla catarsi del momento quando si ricordò del bell'inglese che aspettava una sua risposta.
Appena lo schermo del telefono si illuminò e comparve la scritta "Carlo H" si mise a ridere come se non ci fosse un domani. Stava sfogando tutto lo stress accumulato in precedenza per colpa sua. Cercò di ricomposizione asciugandosi le lacrime con la mano e sedendosi sul divano.

"Elena, mi manchi.
Ho preso una stanza vicino Maranello
Domani parto e mi piacerebbe passare con te questa notte"

La ragazza perse non solo un battito, ma ben dieci. Non sapeva davvero cosa rispondergli, voleva vederlo, ma non potevano rischiare così tanto.

"Lewis, lo sai che i giornali parlano di te"

La ragazza gli rispose cercando di farlo riflettere.

"Non è una novità. Sono abituato ormai 😉"

Elena lesse il messaggio e scosse la testa. Sapeva davvero essere un bambino a volte quando si metteva la maschera da pilota superstar.

"Ti hanno visto al centro commerciale. Ieri. Sono uscite le tue foto sul giornale" 

"Allora è meglio se vieni tu da me, così evito di farmi vedere"

La ragazza si infastidí a causa di queste risposte perché lui non capiva o non voleva capire che la situazione era seria.

"Lewis...."

"Elena, lo so... ma cosa vuoi che ti dica? Ho davvero bisogno di vederti."

Il cuore di Elena si scaldó.

"Ma se ci vedono? Sono ovunque i giornalisti dato che sanno che tu sei qui"

Anche Elena voleva vederlo però era davvero preoccupata per il suo posto.

"Impermeabile scuro, capellino, occhiali da sole e passi inosservata. Fidati. Non posso non vederti fino al prossimo Gp"

Elena lesse il messaggio, spense il telefono e cominciò a girare per la stanza stando attenta a non inciampare nel buio.
Non doveva farlo, ma voleva, eccome se voleva. Riprese il telefono e disse all'inglese che sarebbe arrivata da lui alle otto circa.
Lewis le rispose ringraziandola e le inviò la posizione dell'albergo. Aveva grandi idee in mente.
Erano le 17:30 ed Elena aveva bisogno di dormire un pochino prima di cominciare a prepararsi per uscire, tutte le emozioni e il lavoro del giorno la avevano distrutta.
Mise la sveglia sul telefono per mezz'ora dopo e si distese sul divano cercando di prendere sonno.

Sebastian Vettel uscì in terrazzo dall'appartamento sottostante ancora con i capelli umidi. Era arrivato a casa, aveva mangiato velocemente e si era buttato subito a letto per dormire. Si era svegliato circa mezz'ora fa con il rumore della Ferrari di Elena che entrava nel garage. Non sapendo cosa fare andò sotto la doccia per rinfrescarsi un pochino. Sotto il getto dell'acqua si mise a pensare alla sua vittoria in Australia: era stata una gran bella vittoria, una grande strategia dal muretto e la macchina prometteva davvero bene.
Vestendosi non smise di pensare al mondiale. Voleva davvero vincerlo, dopo due stagioni con la rossa non era ancora riuscito ad ottenere grandi risultati, la Marcedes aveva dominato per tutto il campionato e questa cosa lo tormentava dentro. Aveva sempre amato la Rossa e quando seppe che la scuderia era interessata a lui quasi non gli sembrò vero. Avrebbe corso per il cavallino e ora poteva eguagliare Michael, il suo idolo fin da quando era bambino. Voleva vincere almeno un mondiale con loro, voleva portare la macchina davanti a tutti, nel posto che meritava.
Tutti questi pensieri gli diedero l'impressione di soffocare così uscì in terrazzo a prendere un po' d'aria. La macchina c'era e lui doveva dare il massimo, doveva riuscirci. Non ci sarebbero più state scusanti.
Prese un respiro profondo e alzò lo sguardo verso l'appartamento sovrastante senza rendersene quasi conto. Sebastian sorrise notando le tapparelle chiuse del salotto. Molto probabilmente anche Elena amava dormire come lui e oggi gli era sembrava particolarmente strana e in agitazione, aveva bisogno di riposare. Ancora non riusciva ,però, il tedesco a spiegarsi come mai Maurizio la facesse assistere senza problemi a tutto quello che riguardava la SF70H e le strategie di scuderia. Oggi si aspettava di dover esporre le proprie idee ad Adami e a Maurizio, invece no. Il direttore fece assistere Elena e non un ingegnere. Era sempre più strana la cosa e Sebastian era sempre più convinto che gli stessero nascondendo qualcosa.
Era immerso nei suoi pensieri quando sentì il telefono appoggiato sul tavolo suonare. Rientrò nel salotto e rispose al telefono.

La mia vita || Ferrari Where stories live. Discover now