CAPITOLO 22

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-Tranquilla, davvero. Arriva quando vuoi, non è una tragedia. Posso aspettare, Alessia.

Elena salutò l'amica al telefono e si accomodó sui gradini della stazione.
Aveva passato due giorni infernali, voleva immergersi in una vasca e non uscire mai più.
Dopo il colloquio in ufficio di Maurizio tornó al suo appartamento alquanto devastata. Doveva scegliere. Ma come? I sentimenti per Lewis erano forti, ma davvero così forti da farle perdere il posto e impedirle di vivere il suo sogno? Erano le due di notte e non riusciva a dormire, la sera seguente avrebbe dovuto dare una risposta alla scuderia.
Prese il telefono e scrisse al pilota inglese che avrebbero dovuto parlare la mattina seguente. Hamilton le disse che era in Inghilterra e ci avrebbe messo un po' ad arrivare, al pomeriggio avrebbero potuto vedersi. Elena spense il telefono infastidita: com'era possibile che non capisse che vedersi di nuovo era un rischio che non poteva correre?
Cercò di addormentarsi, ma non ci riusciva così decise di alzarsi e andare a bere del latte caldo in cucina. Mamma le lo faceva sempre quando non dormiva.
Prese la tazza e si mise ad osservare, fuori dalla finestra, il panorama buio. Stava riflettendo sul suo futuro e la sua mente non faceva altro che viaggiare in mille direzioni, non sapeva davvero cosa fare.
Abbassò lo sguardo e vide Sebastian Vettel seduto fuori sul terrazzo che osservava il cielo. La ragazza rimase sconvolta, perché il pilota non stava dormendo e soprattutto perché il pilota non era a casa sua in Svizzera, ma viveva perennemente in fabbrica? Che problemi poteva avere? Ok, non aveva vinto il Gp, ma era pur sempre arrivato secondo ed era primo nel mondiale... Non aveva il diritto di struggersi non dormendo la notte.

-Eccomii

Alessia ridestó Elena dai suoi pensieri. La ragazza si alzò e abbracció la sua amica.

-Scusami, davvero... Ti ho avvisata all'ultimo momento... Non sapevo dove altro andare...

-Stai tranquilla, davvero! Lo so è da un po' che non ci sentiamo, però c'ero quando mi hai chiamata tutta esaltata perché ti avevano presa in Ferrari e ci sono ora!! Comunque devi aggiornarmi perché ho letto un paio di cose sconvolgenti...

Elena sorrise alle parole dell'amica. Lei era così, aveva questo ottimismo che contagia chiunque le stia accanto e non potevi non crederle quando ti parlava con quel sorriso e quegli occhi felici.

-Ok, però prima mi racconti della tua vita... Io ho la testa che mi sta scoppiando a causa della mia.

-Dammi questa borsa e andiamo.

Alessia prese la borsa dell'amica e si diressero verso l'auto.
Elena non aveva valigie e nulla con sé, in fin dei conti non aveva nulla di suo in quell' appartamento e i vestiti che si era comprata facevano parte della sua vita in Ferrari, vita che era evidentemente finita. Per lei era un disastro, ma di sicuro gli altri non si sarebbero nemmeno accorti della sua assenza.
Quel mattino, uscendo dall'appartamento per l'ultima volta, aveva incontrato il pilota tedesco sul pianerottolo del suo appartamento. Avvenimento talmente abituale che la ragazza si sarebbe stupita non trovandolo. Era vestito in tenuta sportiva, Elena avrebbe scommesso che stava andando a correre. Non si erano più parlati e nemmeno incontrati dopo la loro discussione in Bahrein, Sebastian era sempre più convinto di avere ragione.
Quando il tedesco sentì una presenza sulle scale alzò lo sguardo e appena vide la ragazza lo riabbassó subito, non voleva contatti, prima avrebbero dovuto dargli spiegazioni. Elena notò il comportamento di Sebastian e rimase delusa, era pur sempre l'ultima volta che si sarebbero visti. Vettel non poteva saperlo e nemmeno intuirlo dato che la ragazza stava uscendo con la sua solita borsa grande, ma lei lo sapeva e le lacrime le salirono agli occhi. Abbandonare tutto questo le spezzava il cuore.
Scese le ultime scale velocemente guardando in direzione opposta a quella dell'appartamento del numero 5. Quando arrivó alla porta principale si fermò, si asciugò le due lacrime che le erano scese e si girò verso tutto ciò che si stava lasciando alle spalle.
Sebastian la stava osservando, stava aspettando che la ragazza uscisse per poter andare a correre e rilassare i nervi. Elena rimase stupita nel vedere gli occhi di lui su di lei. Si sentiva in dovere di dire qualcosa, non poteva avere come ultimo ricordo di lui le minacce del Gp. Riempì completamente i polmoni di aria e salutò il pilota.

La mia vita || Ferrari Where stories live. Discover now