SIAE Broken Love - Harper Hig...

By BlackDhalia79

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Wattys2018. Pubblicato il 18 marzo 2018. Perché nel nostro mondo, le differenze sociali contano. Eccome... Av... More

Trailer
Sfumature
Adrenalina
Rabbia
Divergenze
Malessere
Tentare l'approccio
Tutto per niente
Di nuovo me stessa
Effetto boomerang
Cadere in tentazione
Brusco risveglio
La verità
Proposte
Missione fuggitive
Memento Mori
Amici?
Rappresaglia
Onde
Prova di forza
Lutto
Dividi et impera (Separa e conquista)Pt.1
Dividi et Impera (Separa e conquista) Pt.2
Mosse e contromosse
Bellissimo incubo
Resilienza
Distrazione
Broken Love
Cartaceo su Amazon

Baciata dalla fortuna

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By BlackDhalia79

Divento così rigida da sembrare un blocco di cemento. Naomi mi guarda con un velo di orrore negli occhi, ben sapendo che cosa sta per succedere.
"Ve ne dovete andare, subito. Dalla porta sul retro." Le parole mi escono a scatti.
"Amore, che c'è?" Sussurra Dimi al mio orecchio. Mi volto e lo fisso sgomenta.
"I miei genitori sono qui."
Si alza di scatto e afferra Patrick per un braccio. Lui non capisce e guarda Naomi in cerca di una spiegazione.
"Dobbiamo togliere le tende amico. I due stronzi sono qui, in casa." Lo ragguaglia, Rick capisce al volo.
"Okay, a dopo." Muovono un passo, ma Karen che entra manda in fumo la loro fuga.
"Tesoro, ci sono i tuoi genitori. Venite di là, così ve li presento." Si rivolge a me e ai ragazzi.
Io sono la prima che si muove. Mi alzo e vado in soggiorno a passo stanco.
"Ciao, che ci fate qui?" Domando loro, non appena me li trovo davanti.
"Siamo venuti a sostenere i nostri amici. Come stai tesoro?" La voce e il tono sono così finti, usati appositamente per fare scena, che mi chiedo come sia possibile che nessuno se ne sia mai accorto.
"Stanca. Ma di certo non posso lamentarmi." Uso quel tono duro e sprezzante, tipico della vecchia me, contro di loro.
"Grazie per essere venuti", si intromette la mamma di Naomi, "Abbiamo anche altri due ospiti, Patrick e Dimitri. Amici delle nostre figlie."
Osservo di sottecchi i miei, notando le loro espressioni schifate.
"Bene, Karen, dato che hai così tanto sostegno, puoi benissimo fare a meno del nostro.
Abbiamo molte cose di cui occuparci, siamo passati solo per un saluto e per rinnovare il nostro cordoglio. Luna, andiamo."
La mamma non sente ragioni. Non vuole che resti, altrimenti potrei prendere chissà quale malattia. Mi scappa da ridere, pensando alla sua reazione se la sapesse tutta.
"C'è qualcosa di divertente?" Chiede mio padre.
"In effetti sì. Voi andate pure, io resto. Tranquilli, non prenderò alcuna malattia." Sono così furibonda che non mi importa neppure di sfidarli davanti a testimoni. Credo che la soglia dell'odio nei loro confronti, sia abbondantemente oltrepassata.
"Come, scusa?" La mamma è basita.
"Hai sentito, resto qui con la mia amica. Io non ho altro da fare, a differenza vostra."
Anche se sono di spalle, percepisco l'ondata di stima che parte dagli altri quattro.
"Beh, tesoro, da fare ne hai. James e i suoi saranno a pranzo da noi, quindi sbrigati." Il tono è pacato, ma io leggo sotto di esso.
"Te l'ho già detto e ripetuto, ho chiuso con James.
Non è più un mio problema, così come non sono costretta a passarci del tempo. Buon divertimento." Volto loro le spalle e raggiungo la mia amica.
"Bene, ce ne andiamo. Ciao Karen, saluta tanto tuo marito." Entrambi escono da quella porta impettiti.
So bene che ci saranno dei conti da regolare, non appena farò ritorno alla mia abitazione.
"Luna, tesoro, va tutto bene?" La signora Roger mi affianca.
"Certo, tutto benissimo. Solo dei contrasti con loro, che si ostinano a volermi far frequentare un ragazzo che non sopporto." Non è tutto, ma perché metterla in agitazione più del dovuto?
"Oh, capisco. Ma credo che lo facciano per il tuo bene, anche se non approvo il metodo. Ognuno dovrebbe essere libero di stare con chi vuole."
Dio, se adoro questa donna.
"Mamma, non è il caso, lascia stare. Non puoi capire." Si intromette sua figlia.
"Sai, tesoro, non sono così sciocca come credi. Ho capito che tra Luna e Dimitri c'è dell'affetto."
La guardo a bocca aperta.
"Che hai da fare quella faccia? Sono una donna, per di più abbastanza grandicella. Capisco al volo quando due anime sono affini." Mi sorride.
"Karen, la prego..." ma mi ferma alzando la mano.
"Non dirò nulla. Non sono fatti miei e so come ragionano Janine e Curtis. Il vostro segreto è al sicuro con me."
Le plano addosso, con così tanta foga da farla barcollare.
"Stai tranquilla" mi dice, non appena ci sciogliamo dall'abbraccio, "potete essere voi stessi in mia presenza. Nessuno tradirà il vostro segreto." Guarda anche Dimi, che le sorride grato, per poi allungare la mano.
"Bene, andiamo ad arrostire la carne." Ci distrae.
"Troppo tardi, tesoro, ho già preso le redini. Forza, ragazzi, ho bisogno di due aiutanti." Il signor Roger entra in scena e rapisce i nostri ragazzi.
Li seguiamo, andando a preparare la tavola e a friggere le patatine, riscaldando anche il pane.
Una volta espletati i compiti, ci sediamo a tavola e mangiamo, chiacchierando serenamente per il resto del tempo.
E da sotto il tavolo, per tutta la durata del pranzo, le nostre mani sono intrecciate l'una all'altra.

***

Non sono più rientrata a casa. Ho deciso di restare, dato che quest'oggi si celebra il funerale di nonna Grace. Naomi e la sua famiglia hanno bisogno di sostegno ed io voglio aiutare.
L'arrivo al cimitero è come da prassi, molte auto nere, tanta gente presente. Il prete è già lì, ci accoglie con calore e invita tutti a prendere posto. Ci sono anche i miei, con i quali mi scambio solo un breve cenno.
L'omelia funebre è molto delicata e sentita, come l'elogio.
Tutti, chi più chi meno, volevano bene a Grace e l'apprezzavano per come era. Una donna forte, energica e sempre pronta ad aiutare il prossimo. Logico che le parole ne derivino più che positive.
Mi scappano anche delle lacrime, quando Naomi, dal pulpito, rende il suo omaggio all'adorata nonna, ricordando dei buffi avvenimenti dei quali ero partecipe assieme alle ragazze.
La cerimonia termina, la famiglia ha deciso per un rito breve.
Rientriamo tutti nelle auto e ci dirigiamo a casa dei Roger, come tradizione, per partecipare alla festa in onore dell'amata donna.
Certo, è una tradizione ben strana, ma loro hanno voluto così e io non mi tiro certo indietro.
Mi sono sentita con Dimitri stamattina, sul presto. Sia lui che Patrick hanno deciso di non presenziare, sentendosi fuori luogo non conoscendo Grace.
Ma abbiamo concordato di vederci l'indomani e far distrarre la nostra Naomi.
"Stai bene? Ho notato una certa freddezza tra te e i tuoi." Domanda la mia amica, in pena.
"Sto bene, tranquilla. So che ci sarà da affrontare un lungo e tormentato discorso, non appena rientrerò a casa.
Non hanno digerito la sfida pubblica, ne sono certa. Ma non ho intenzione di piegarmi ancora. L'ho già fatto fin troppo." Concludo il discorso, dato che è di lei che mi devo occupare.
Il resto della giornata trascorre con tranquillità. Ho avuto anche modo di interagire con Janine e Curtis, senza recriminazioni o sussurri di sfida. Si sono comportati con decoro, come richiede l'occasione.
Ma non mi sono fatta fregare da questo comportamento, so bene che tra poco saranno un altro paio di maniche.
"Noi andiamo. Voi siete stanchi e provati, dovete riposare. Ti chiamo più tardi, ti voglio bene. Ringrazia ancora i tuoi per l'ospitalità e tutto il resto." Mi accomiato, dirigendomi a passo svelto alla macchina.
Anche loro due mi raggiungono, entriamo in silenzio e restiamo così, persi tra i propri pensieri.
Varcata la soglia di casa mi preparo allo scontro.
Ma quello che mi riservano mi lascia basita.
"Sei stanca, questi giorni sono stati difficili. Vai pure a riposarti, parleremo domattina. Buonanotte."
Resto nel mezzo della sala, troppo scioccata per fare o dire qualcosa. È come se avessi visto la tempesta dirigersi verso di me, ma di punto in bianco avesse cambiato strada evitandomi.
Colgo al volo quell'inaspettata opportunità, rifugiandomi nella mia camera. Prendo il telefono e mando dei messaggi a Dimi.
Gli racconto tutto, lui risponde dicendosi sbalordito e confuso.
Continuiamo ancora un po' a parlare, poi, mio malgrado, lo devo salutare. Domani lavora e si alza presto. A malincuore lo saluto, mi preparo per dormire e mi infilo a letto. Chiudo gli occhi e mi addormento, veramente provata da tutto quanto. Una nottata pregna di incubi e risvegli di soprassalto, che sono l'indice di ciò che mi aspetterà domani.

***

Siedo a tavola per colazione, con un umore decisamente poco incline alla pacatezza e alla calma.
"Bene, togliamoci il pensiero, cosa mi devo aspettare?" Prendo l'iniziativa e attacco prima che lo facciano loro.
"

Aspettare?" La mamma mi guarda in modo strano.
"Sì. Cosa c'è in serbo per me dopo il mio modo di fare di ieri?" Fare i finti tonti non è da loro.
"Non c'è nulla.
Abbiamo capito che cosa è successo, il dolore per la morte di Grace ti ha, in qualche modo, privata della lucidità." E questa da dove viene?
"Bene, se non c'è altro, vado da Naomi." Svuoto la tazza di caffè e mi alzo.
"Aspetta, non abbiamo finito."
Subentra papà, meno accomodante rispetto alla mamma.
"Bene, dimmi." Incrocio le braccia e attendo.
"Abbiamo risolto con l'affare. Diciamo che abbiamo trovato una scappatoia, che non include il farti frequentare James. Ovviamente non ti darò altri dettagli, sono cose che riguardano la mia azienda, ma puoi ritenerti libera. Un'unica cosa, chi erano quei due scarti del ghetto?" Sapevo dove voleva andare a parare, blandirmi per tirarmi fuori delle informazioni.
"Non ne ho idea. Karen ha pensato che fossimo amici, ma così non è. Quei due frequentano Naomi, non me." Sono brusca ma risoluta, è l'unica lingua che comprende. In più devo proteggere Dimi, negare è l'unica soluzione.
"Capisco. Tieniti alla larga, so che tipi sono, quella è gente pericolosa. Non solo per il buon nome della nostra famiglia e per le implicazioni sociali, ma perché potresti ritrovarti nei guai e di conseguenza farci finire anche noi. Il progetto che ho per l'azienda è molto importante, non voglio che qualcosa le possa nuocere, hai capito?" Un solo cenno è tutto quello che gli basta.
Mi ritiro nella mia stanza, mi cambio ed esco, raggiungendo la mia amica, per dare inizio alla nostra giornata di svago.
Naomi è già fuori dal cancello che mi aspetta. Dovremmo passare la mattina e parte del pomeriggio da sole, per essere poi raggiunte dai ragazzi.
Quello che non sa è che abbiamo in programma di portarla ad un concerto, che guarda caso è del suo gruppo preferito.
"Ciao, che si fa?" Chiede subito, salendo in auto.
"Pensavo di andare alla Spa, poi un po' di shopping therapy e alla fine... beh, lo scoprirai." Resto sul vago o gli altri due mi scuoiano se rivelo il piano.
"Va bene." Dice, tristemente.
"Che c'è?" Fermo la macchina e la guardo.
"Non mi va di fare le solite cose. Non ti offendere, come piano non è male, ma mi serve qualcosa che mi distragga.
Spa e shopping non sortirebbero l'effetto." Rivela.
"Va bene, possiamo fare tutto quello che vuoi. Se hai qualcosa in mente, dillo." Mi metto a disposizione.
"Vorrei... non lo so neppure io." Piega le spalle sconsolata.
Spengo il motore e rifletto.
"Ok, ho capito. Non è il programma a non andare bene, ma l'assenza di qualcuno, giusto?" Ci arrivo subito, ha bisogno del suo Paddy.
"Esatto. So che è a lavoro, ma vorrei lo stesso che fosse qui." Si torce le dita, intrecciate così fortemente da farsi sbiancare le nocche.
"Naomi, non accadrà nulla a Patrick." Il suo malessere è dovuto alla paura, l'ho compreso. Aver perso la nonna l'ha messa in uno stato d'animo sofferente. Adesso teme che chiunque possa fare una brutta fine, soprattutto il suo amore.
"Beh, vive in un quartiere malfamato. Lì ci sono diversi generi di pericoli. Prima ci pensavo, ma non con questa assiduità. Perdere nonna mi ha aperto gli occhi."
Rifletto sul suo discorso, cercando di trovare qualcosa che possa placare l'insicurezza che la tormenta. Una folgorazione mi indirizza nel giusto cammino.
Rimetto in moto, faccio inversione e affretto l'andatura, dirigendomi verso la periferia, in un piccolo e tranquillo, nonché elegante, quartiere.
"Perché siamo qui?" Domanda spaesata.
"Guarda lì, sull'altro lato della strada." Indico.
"Un open house?" Non ci arriva.
"Sì, esatto. Tu e Rick state insieme da un bel po', siete innamorati e tutto il resto. La tua preoccupazione è più che giustificata, quindi, quella potrebbe essere la soluzione. Andare a vivere insieme, in un posto più tranquillo."
Balza giù dall'abitacolo, come fosse caricata a molle. La seguo affrettandomi, ed entriamo nella casetta.
Nonostante non sia come le ville alle quali siamo abituate è decisamente decorosa. È molto ampia e luminosa. Le stanze sono grandi e ben illuminate, il parquet a terra sembra di ottima qualità.
Non è ammobiliata, per cui può essere un vantaggio, dato che la mia amica ha davvero buon gusto e risorse finanziarie.
Ci sono delle belle finestre, in legno, da cui si gode un'ottima vista sull'oceano. Il piano superiore è ancora meglio: ha molte camere e un bel bagno per gli ospiti, che si differenzia da quello padronale che è situato nella stanza. Una camera più piccola che potrebbe essere trasformata in uno studio.
Ascoltiamo attentamente le spiegazioni dell'agente immobiliare e, alla fine, lo avviciniamo dicendoci interessate.
Anche il prezzo rientra nella norma. È equo per quanto riguarda il rapporto qualità/prezzo.
Ci allontaniamo un po' per parlare tra noi.
"Che ne pensi, gli potrà piacere? Vorrà venire via con me?"
È dubbiosa, ma è comprensibile.
"Tesoro, non si è fatto problemi a presentarsi a casa tua nel momento di bisogno, direi che è un indice di ciò che prova, non credi?" Dico quel che penso.
"Lo so, ma convivere è un'altra cosa. Insomma, è pur vero che stiamo insieme già da molto, ma non ne abbiamo mai parlato. Lui... potrebbe non essere d'accordo." Ed è vero anche questo.
"Senti, facciamo così: lo chiami e gli dici di raggiungerti. Guardate la casa e gli spieghi che cosa ne vorresti fare. Se ti dice di no, ti metti l'animo in pace, anche se sono certa che sarà tutto il contrario." Spero che Patrick non vanifichi questo mio discorso.
"Proverò, sono in pausa adesso."
Si allontana e prende il telefono.
Le concedo la privacy che merita, osservando la casa. Vorrei poter fare lo stesso, senza dover aspettare ancora qualche mese. Magari assieme a Dimi. Ma su questo fronte la vedo dura. Per quanto i nostri sentimenti possano essere forti, non è il tipo da convivenza. Ama la libertà e poter decidere per se stesso.
"Luna, avevi ragione. Ha detto che ci raggiunge durante la pausa pranzo."
Le trema la voce e le brillano gli occhi, tanta è l'emozione. Prego Dio che le conceda questa gioia.
"Vedi? Te lo avevo detto, donna di poca fede. Adesso andiamo, ho visto un piccolo bar lungo la strada. Facciamo colazione e due chiacchiere, mentre lo aspettiamo." Propongo.
"Mentre li aspettiamo. Viene anche Dimi." E questa volta tocca a me essere emozionata. So che non vuol dire nulla, ma sognare non costa niente no?

***

Arrivano con la sgangherata jeep su cui salii quella volta, quando ci fu la retata.
Nel frattempo io e Naomi abbiamo tenuto d'occhio l'andirivieni nella casa, giusto per capire se ci possa essere qualcun altro interessato. Ma abbiamo dedotto che fossero solo curiosi, o delle persone che non hanno da impiegare meglio il loro tempo.
"

Ciao, bambole. Allora è questa la casa?" Paddy si avvicina a Naomi, afferrandola per la vita.
"Ciao, bambolina. Che cosa stai tramando?" Il mio ragazzo mi bacia e strizza l'occhio.
"Te lo spiego dopo. Avete poco tempo, non perdiamoci in chiacchiere." Rientriamo di nuovo, presentando i ragazzi all'agente immobiliare e spiegandogli che hanno poco tempo, dato che devono rientrare a lavoro.
Facciamo l'ennesimo giro della casa, ridendo delle osservazioni di Patrick. Sembra quasi stupito, come un bambino nel più grande negozio di giocattoli esistente.
Una volta terminato il tour usciamo fuori, lasciando dentro la coppietta, per dare loro un po' di spazio.
"Allora, che combini?" Mi mette sotto torchio.
"Naomi era preoccupata per l'ambiente in cui vivete. Sai, aver perso la nonna l'ha molto provata. Così, dato che è da molto che stanno assieme e le cose vanno bene, le ho suggerito di vedere la casa, nel caso in cui decidessero di dare una svolta alla loro relazione." Riassumo in breve.
"Beh, non hai del tutto torto. Rick era da un po' che voleva cambiare aria. Sei capitata a fagiolo. Credo che la cosa andrà in porto, è cotto perso della tua amica." Tiro un sospiro di sollievo, gioendo per lei e l'avverarsi del suo desiderio.
"Ne sono felice. Naomi merita la felicità, più di chiunque altro."
Mi guarda con intensità e dice: "E noi? Anche noi la meritiamo, giusto?
Come sono andate le cose a casa?" Sapevo che avrebbe chiesto.
"Inspiegabilmente bene. Mio padre mi ha svincolata da qualsiasi obbligo, adducendo l'aver trovato un'alternativa al padre di James. Quale sia non lo so, ma tanto mi basta. Non hanno inscenato la solita lite, anzi. Sono stati abbastanza accomodanti, a dire il vero. Forse sono vittime di un sortilegio?" Scherzo.
"Sai cosa? Non me ne importa. L'importante è stare con te, anche se non possiamo farlo alla luce del sole. Magari, però, più avanti potremmo considerare una strada alternativa." Suggerisce.
"Strada alternativa, in che senso?" Mi sfugge il nesso.
"Emulare i nostri amici e trasferirci in un posto tutto nostro." Chiarisce.
Il cuore dopo queste parole prende il volo, iniziando a galoppare furiosamente.
"Dici davvero? Voglio dire, non ti facevo il tipo da convivenza. Mi sei sempre apparso come un fautore della propria libertà. Non credevo che ti interessasse una cosa del genere, anche se mi fa piacere."

"Vedi, non ho mai pensato di vivere con qualcun altro che non fosse il mio gatto. Ma è anche vero che non mi sono mai innamorato prima di te. Amarti, averti nella mia vita, ha cambiato di molto le mie prospettive. Sono stanco di fare questa vita misera, sempre ad un passo dal burrone, con il perenne pensiero di sbarcare il lunario e tutto il resto. Ho vissuto nell'incertezza per buona parte della mia esistenza, senza sapere chi fossi o cosa mi riservasse il futuro. Ho bisogno di amore e stabilità, cose che ho trovato in te e con te."
Mi sciolgo letteralmente a questo discorso.
"Ti prometto che non appena entrerò in possesso del mio fondo, farò i bagagli e verrò via con te, da qualunque parte tu desideri andare." Ed è davvero così che farò.
"Anche in Alaska?" Mi prende in giro, lo so.
"Certo, mi terrai calda tu." Ribatto con serietà.
"E sia. Non vedo l'ora di potermene andare e costruirmi la vita che merito, con una donna fantastica. Ti amo.
Oh, eccoli."
I nostri amici ci raggiungono, noto che Naomi ha un plico di fogli in mano.
"L'abbiamo fatto, abbiamo comprato la casa!"
Esclama, sprizzando gioia da tutti i pori.
La stringo forte, congratulandomi. Riservo lo stesso trattamento a Patrick, che per tutta risposta mi issa e inizia a girare come una trottola.
"Ragazze, ne parliamo più tardi. Dobbiamo correre a lavoro. Ci vediamo alle sei." Un bacio al volo e ci separiamo.

"Non so come dirti grazie." Naomi è alle lacrime.
"Semplice, dobbiamo andare a visitare ogni mobilificio, per scegliere il giusto arredo. Ovviamente mi offrirai il pranzo e guai a te se non saremo i primi a inaugurare la casa!"
Ometto il resto, è il suo momento e non voglio sminuirlo. Mi tira per la mano, saliamo in auto e andiamo in centro, in cerca dell'arredamento perfetto per la neo coppia.

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