She's not afraid || Zayn Malik

By misslightblu

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- Ehi - mi giro di scatto, spaventata. - Non dire nulla di me, potrei venire a trovarti la notte - mi fa un... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Epilogo

Capitolo 21

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By misslightblu

NB: La storia non è mia, ma di due ragazze che mi hanno autorizzata a pubblicarla qui su Wattpad.


-Iniziamo a tornare in camera?– chiedo al biondo, con cui ero andata a fare una passeggiata per lasciare Harry e Charly in camera da soli.

-E' passata più di mezz'ora, direi che sarebbe anche ora– risponde, guardando l'orario nel cellulare.

Ci incamminiamo tra i corridoi del college, fermandoci davanti a dei distributori per prendere dell'acqua per me e delle patatine per Niall.

-Chissà come starà andando la serata ai piccioncini– dice poi, alludendo a Louis ed Ele.

Louis aveva chiesto gentilmente a me e Charly di sloggiare dalla camera, che serviva per il suo piano; così ci eravamo adeguate. Eravamo finite entrambe in camera dei ragazzi, e dato che c'era un letto libero, avevamo deciso di fermarci lì per la notte. Ora, Harry e Charly stavano parlando, cercando di risolvere i problemi che il mio arrivo aveva causato; almeno era quella l'intenzione di Charly.

Appena avevo visto lo sguardo della bionda, avevo afferrato Niall per un braccio e me l'ero portato fuori, con la scusa che era una serata stupenda e dovevo prendere aria. Avevo notato il sorriso riconoscente della bionda e quello divertito del riccio mentre uscivamo, e anche Niall, che finalmente aveva capito le mie intenzioni.

Avevo parlato con Zayn al telefono prima di avviarmi in camera dei ragazzi: mi aveva chiamato per avvertirmi che avrebbe passato la serata con la squadra a festeggiare.

Ammetto che mi era passata per la testa l'idea di andare a dormire con lui, ma l'idea era sparita come era arrivata, e mi ero data della stupida mentalmente per quello che avevo pensato. Poi la sua chiamata aveva eliminato completamente l'idea, dato che non sarebbe tornato tanto presto, come ogni festa.

L'avevo avvertito che sarei andata a dormire in camera dei miei amici, e avevo sentito il suo tono leggermente più duro, capendo che ci sarebbe stato anche Harry. Ma gli avevo spiegato di non preoccuparsi, con me c'era Charly e che si doveva fidare, almeno una volta, di me. Così si era calmato, ritornando al suo normale tono di voce.

Inoltre, ero anche agitata per quello che mi aveva detto: 'Aspettami davanti al mio armadietto alla fine delle ore, devo farti vedere una cosa'; stavo fremendo dalla voglia di sapere di cosa si trattasse.

-Che ora è?– chiedo a Niall, intento a messaggiare. Nel frattempo eravamo arrivati alla camera e ci eravamo appoggiati al muro.

-Mhh, le 11 passate. Che dici di entrare?– fa un cenno verso la porta davanti a noi.

Cerco di appoggiare l'orecchio al legno freddo della porta, senza sentire nulla provenire dall'interno della stanza, riesco solo a sentire il rumore del getto dell'acqua.

Annuisco, confusa, e Niall infila la chiave nella serratura, aprendo la porta poco dopo.

Ritrovo Charly seduta sul letto di Louis, con le mani intrecciate. Deduco che Harry sia nella doccia, vista la sua assenza nella stanza e il rumore dell'acqua provenire dall'interno del bagno.

-Avete chiarito?– chiedo, sedendomi sul letto accanto alla bionda. Fa spallucce, sussurrando un 'più o meno'.

La porta del bagno si apre e Harry in pigiama entra nella stanza, tranquillo. Niall mi aveva raccontato che il riccio dormiva la maggior parte delle volte in boxer o direttamente nudo; ma data la nostra intromissione per quella sera, stava facendo un'eccezione.

Niall interrompe quel silenzio che era appena calato, dichiarando un acceso buonanotte, al quale però nessuno risponde.

-Che è successo?- chiede confuso.

Mi volto verso Charly, vedendola tentennare, indecisa, e capisco al volo a cosa era dovuto il suo atteggiamento: non sapeva se dormire nel letto di Louis con me, o insieme ad Harry.

Harry, stupido qual è, sussurra un flebile buonanotte, dopo aver posato il cellulare sul comodino accanto al letto, infilandosi sotto le coperte, girandosi verso il muro.

Osservai Charly sospirare, mentre i suoi occhi si fecero lucidi. Così decidi di farla dormire al mio fianco.

Vado in bagno, indossando velocemente il pigiama, per poi infilarmi sotto le coperte con Charly. La abbraccio forte, sussurrando un –Andrà tutto bene–.

Annuisce, poi la stanza cade in un silenzio profondo, interrotto solo dal russare di Niall.


* * *


-E' stato così dolce– sbuffo alle parole di El. E' la ventesima volta che lo ripete, e io non ce la facvio più. Ho capito: Louis è stato bravo, carino e bla bla bla...Ma basta! Sembra un disco rotto, stamattina, Eleanor!

Vedo Charly avvicinarsi al nostro banco e i miei occhi si illuminano. Eravamo nell'ora di chimica, ma il professore era assente, quindi, bastava che non urlassimo e potevamo fare ciò che volevamo. C'era chi scarabocchiava sul quaderno, chi ripeteva per l'ora successiva, chi parlottava con gli amici e chi mandava messaggi senza farsi vedere dal supplente.

-Ehi ragazze!– ci saluta, sedendosi accanto a noi.

Ricambio il saluto, mentre El porta immediatamente l'attenzione su Charly. Devo pensare un modo per come avrei potuto ringraziare la bionda. Le avrei fatto una statua, si.

-Com'è andata ieri la serata con Louis?– chiede Charly, facendo un occhiolino alla mora. No. No. No! Non di nuovo. Charly, scordati la statua.

-Benissimo– trilla lei, contenta. –Mi ha portata a mangiare fuori, in un ristorante stupendo, poi siamo usciti e abbiamo preso un gelato– alzo gli occhi al cielo: almeno non sta facendo il riassunto dettagliato della loro uscita, come l'aveva fatto prima, incluso menù e gusti del gelato. –Siamo entrati al college prima del coprifuoco di mezzanotte, e... siamo andati in camera nostra. Era piena di rose rosse, sparse dappertutto, e tante candele accese. Il resto.. ve lo lascio immaginare- ci rivolge un sorriso che la dice lunga.

-Grazie di non esserci state, comunque; Louis mi ha detto che vi aveva avvertito. A proposito, dove siete state?- chiede, il sorriso malizioso torna a fare capolino sul viso.

Charly si morde il labbro inferiore più volte, indecisa.

-In camera dei ragazzi. Ho parlato con Harry, abbiamo chiarito, più o meno, ma ho comunque dormito nel letto di Louis con Wendy– abbassa lo sguardo sulle sue scarpe. Vederla così mi fa sentire sempre di più in colpa, mi dispiace essere stata la causa di tutto questo.

El posa una mano su quella dell'amica, e le fa un sorriso di incoraggiamento.

-Andrà tutto bene. Vi amate, si risolverà tutto– Charly sembra riacquistare un po' di fiducia, ma si vede volesse cambiare argomento, ed El lo capisce subito, posando lo sguardo su me.

-E tu?- anche Charly si gira curiosa. –Perché non sei andata dal moro?– mi chiede, sorridente.

Mi sento avvampare: odiavo stare al centro dell'attenzione, e questo lo sapevano bene.

-Era con la squadra a festeggiare la vittoria- spiego alle due che rimangono a fissarmi.

-Ottima scelta comunque- mi fa un occhiolino, El. –E' proprio un bel ragazzo-.

Sento le guance colorarsi di rosso, aumentando la temperatura corporea. Do uno buffetto amichevole sul braccio della mora che si allontana, massaggiandosi la parte pizzicata, ridendo.

-Tieni gli occhi al suo posto- dico, scoppiando a ridere con loro.

Mi piacevano questi momenti, con loro potevo essere me stessa.

Il professore alza gli occhi dal suo giornale, si sistema gli occhiali e ci guarda, fulminandoci con lo sguardo. Sembra la signora della biblioteca, quando c'era lei, ed io ero lì con Zayn, sembrava facesse di tutto per farmi andare via. Ad ogni minimo rumore interveniva con i suoi 'shhhh', non capendo che era più fastidiosa lei, che noi con i nostri sussurri.

Il suono della campanella mi fece sobbalzare, mentre tutti raccattavano le loro cose pronti ad andare in mensa. Esco dall'aula con le due, per poi fermarmi dal muro opposto alla classe.

-Wendy? Non vieni?– chiede Charly, notandomi strana.

Scuoto la testa. –Aspetto Zayn– spiego con un sorriso.

-Oh, d'accordo. Ci vediamo in camera– Mi dice El, per poi salutarmi con la mano, trascinandosi via Charly verso la mensa.


Guardo di nuovo l'orario nel cellulare, pestando un piede per terra quando noto che sono già le tre e di Zayn non c'è nessuna traccia.

Mi passo una mano tra i capelli, appoggiando la schiena all'armadietto del moro, chiudendo gli occhi.

-Non verrà- spalanco gli occhi, girando di poco la testa verso sinistra, sentendomi tirata in causa.

Max, con una borsa tracolla, viene nella mia direzione, mentre sorride. Apre un armadietto non molto lontano da quello dove mi trovo, e getta dentro dei libri.

I corridoi sono vuoti: di sicuro dopo nessuno aveva voglia di arrivare per ultimo alla mensa e non trovare assolutamente nulla. E nemmeno io, in fondo.

-Scusa?- dico, girandomi prima a guardarmi in giro, constatando che non ci fosse appunto nessuno e che quindi stava parlando proprio con me.

-Stai aspettando Zayn, vero?- richiude il suo armadietto, venendo nella mia direzione.

In automatico faccio un passo indietro, sentendomi bloccata tra il suo muscoloso corpo e la fila di armadietti alle mie spalle.

Annuisco leggermente, stringendo il libro di chimica che ho tra le mani, al petto.

Lui sorride ancora, appoggiando poi una mano all'armadietto dietro me, all'altezza della mia testa -Non verrà, aveva da fare- risponde.

Lo guardo attentamente, studiando le varie sfumature dei suoi occhi castani, leggermente verdi ai bordi. Sembra di essere sicuro delle sue parole, ma non posso fidarmi di uno sconosciuto; per di più, avevo notato che non correva buon sangue tra lui e Zayn. Mi sta solamente provocando, lo so.

-Mi avrebbe avvisata- rispondo, sicura.

Gli ultimi giorni non facevamo altro che sentirci; quindi, un messaggio per dirmi che non sarebbe venuto, o che sarebbe ritardato, l'avrebbe mandato di sicuro.

Forse gli è successo qualcosa.

-Naaah- risponde lui, sorridendo. -Ti dico che aveva di meglio da fare- ammicca, contento.

Aggrotto la fronte, confusa. Ma prima che possa aprire bocca per dire qualsiasi cosa, la sua voce mi interrompe.

-Ti va di prendere un caffè insieme?- dice. Sbatto gli occhi velocemente un paio di volte, confusa.

Perché? Perché proprio con me?

-Devo aspettare Zayn - insisto, cocciuta.

Il ragazzo si avvicina di più a me, facendomi stringere le spalle di più contro l'armadietto freddo e duro. -Vuoi vedere perché non verrà?- dice a pochi centimetri dal mio viso.

Mi ritrovo a deglutire il niente, mentre il mio cuore sembra aver preso un ritmo irregolare.

Io non voglio andare a vedere assolutamente nulla! Zayn adesso verrà, sarà stato fermato da qualche professore, o semplicemente la signora della biblioteca l'ha chiamato per dirgli qualcosa di importante.

-No, grazie. Attendo qui- sposto lo sguardo altrove, pregando mentalmente di trovarmi qualche persona aggirarsi nei corridoi e aiutarmi in quella situazione.

Lui scoppia a ridere, sorprendendomi, spostandosi finalmente di un paio di centimetri. Mi sento leggermente meglio.

-Vieni con me- afferra la mia mano bruscamente. -Ti faccio vedere una cosa-.

Mi sento tirata per i corridoi, e giusto per non rischiare qualsiasi cosa, lo seguo in silenzio, cercando invano un aiuto da parte di Zayn che non arriverà mai.


Scendiamo le scale ripide del primo piano, fino ad arrivare davanti alla porta della biblioteca. Per un momento rimango confusa ad osservare il legno scuro che riveste la porta della grande stanza, poi sorrido lievemente capendo che Zayn è dentro la biblioteca e magari non è riuscito a venire perché è pieno di lavoro.

-E' lì dentro- mi sprona ad aprire la porta chiusa.

Con un leggero tocco, apro la porta, entrando nella stanza, in silenzio. Max mi sta al fianco con le mani infilate nelle tasche dei jeans.

Comincio a girare tra gli scaffali, cercando con gli occhi la figura alta di Zayn.

Poi sento la sua voce e il mio cuore fa una capriola: non soltanto parla tranquillamente, visto che a quell'ora la biblioteca dovrebbe essere anche chiusa agli studenti, ma perché lo sento ridere e quella risata riesce a trasportarti. Sorrido.

Seguo ad orecchio la voce di Zayn, svoltando per un'ultima volta una libreria alta e vecchia, arrestando la mia camminata non appena la scena che mi si presenta d'avanti attira la mia attenzione.

Zayn è seduto su una delle tante sedie messe a disposizione per il lettori, tra le mani tiene un libro e al suo fianco c'è seduta Maya, che gli scompiglia i capelli. La ragazza si avvicina al suo orecchio, sussurrando qualcosa molto silenziosamente, e Zayn ride ancora.

Sento le mie gambe tremare, mentre gli occhi cominciano a pizzicare. Perché? Non lui, non con lei!

-Che ti avevo detto?- un sussurro arriva al mio orecchio, quasi fosse un rimprovero. -Aveva di meglio da fare che andare a pranzare con te- mi giro di scatto verso Max.

-Ho voglia di una cioccolata- dico, sicura.

Il ragazzo mi sorride, passando poi un braccio sulle mie spalle e guidandomi verso l'uscita. Prima che possa completamente sparire, mi giro un'ultima volta notando Maya accarezzare le labbra di Zayn con un dito. E pensare che il giorno prima, o anche quella mattina stessa, quelle labbra erano legate alle mie.

Sospiro, richiudendo la porta alle mie spalle.

-Mi dispiace sbatterti la verità così in faccia, ma dovevi saperlo. Zayn è sempre stato così- tengo il volto abbassato, intenta a fissarmi le scarpe e farmi guidare da Max.

Harry aveva avuto sempre ragione; Zayn non è quello che io ho conosciuto in questi giorni. Lui è misterioso per me.

Arrivati al bar, mi siedo ad uno dei tavoli liberi. Max prende posto proprio sulla sedia al mio fianco. Non posso mentire sul fatto che me ne sia pentita un attimo subito dopo averlo seguito qui.

-Cioccolata, allora?- mi chiede, curioso. Annuisco, mentre sfilo il cellulare dalla tasca. Nessuna chiamata, nessun messaggio. Zayn ha di meglio da fare.

Il ragazzo di fronte a me si affretta ad ordinare le cose, mentre io mi fermo ad osservarlo: è davvero muscoloso, ha i capelli leggermente ribelli e il viso è rilassato mentre fa l'ordinazione.

Ritorno alla realtà quando prende posto di nuovo al mio fianco. -Allora- dice. -Cosa fai questo pomeriggio?- chiede curioso.

Non so se rispondere, o più che altro non so cosa dirgli. Perché improvvisamente si sente di essere un mio amico?

Alzo le spalle. -Studio e allenamento- dico con nonchalance.

Lui sorride, mentre si fa da parte per agevolare il cameriere che ci consegna la nostra ordinazione.

-Lo so- dice. -Sei davvero brava, oltre che carina-.

Sento le mie guance diventare più calde, ma nascondo prontamente il viso sotto i capelli, prendendo tra le mani la mia cioccolata. Lui sembra accorgersi del mio imbarazzo e scuote la testa, sorridendo.

Porta la sua tazza di caffè alle labbra, sorseggiandone un po'.

L'unica cosa in grado di farmi calmare i bollenti spiriti, è sempre stata la cioccolata, oltre gli abbracci. Ma al momento non me la sentivo di andare a chiederne uno ai miei amici.

-Sono riuscito a convincerti a prendere un caffè con me. Sarò in grado di riuscire a convincerti ad uscire una sera, da amici?- chiede d'improvviso, interrompendo il silenzio che era calato, interrotto ogni tanto dal rumore delle tazze che sbattevano, dietro il bancone.

Alzo lo sguardo, pulendomi le labbra con un fazzolettino. Per poco non mi soffocavo per la frase.

Sto per aprire bocca per rispondere, quando il cellulare vibra sul tavolo. Sia il mio sguardo che quello di Max, si posa sull'aggeggio, osservando il nome di Zayn lampeggiare sullo sfondo.

Sono tentata dal rispondere, ma evito perché non sono in buona compagnia. Decido così di staccare la telefonata.

-Dai, stai tranquilla che chiarirete- mi ritrovo la mano del ragazzo sfiorare la mia guancia sinistra, mentre sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Quando alzo lo sguardo per fissarlo, il cellulare vibra di nuovo.

Scanso la mano del ragazzo, decidendo nuovamente di staccare la telefonata insistente di Zayn e spegnere completamente il cellulare.

-Cosa devi studiare pomeriggio?- Max ritorna a far dei cerchi col cucchiaino nel caffè, spostando lo sguardo sulla tazza.

Mi mordo il labbro inferiore; diciamo che non era vero che avevo da studiare, ma avrei detto di tutto pur di sentirmi invitare da lui in altri posti.

-Chimica- dico seria. Lui smette di fare quello che stava facendo, incrociando i miei occhi con i suoi.

-Il professore è malato, manca già da due giorni- dice, anche lui, serio.

Sento un nodo alla bocca dello stomaco; forse è paura, forse è qualcos'altro. Ma vorrei essere in un altro posto in questo momento, magari con i miei amici.

-Lo so- invento, sorridendo e spostando lo sguardo sul mio libro appoggiato sul tavolo. -Però non voglio rimanere indietro col programma- cerco di divincolarmi.

Faccio finta di guardare l'orario nell'orologio appeso sopra il bar e -Oh, no! Sono già in ritardo- dico frettolosa.

Mi alzo velocemente, sfilando qualche spicciolo dalla tasca per dare almeno la mia parte. Anche Max si alza di scatto, consegnandomi i soldi che gli avevo dato.

-Non se ne parla, pago io- mi sorride.

Lo guardo per un momento negli occhi, poi abbasso lo sguardo sulle nostre mani: le mie sono avvolte nelle sue, con lo scopo di ridarmi le monete. Il sorriso regna sul suo volto, mentre io mi sento terribilmente agitata.

-E' per questo che non ti ho trovata al mio armadietto?- mi giro di scatto, riconoscendo la voce di Zayn, ovviamente, arrabbiato.

Sostengo il suo sguardo duro, mordendomi l'interno della guancia.

-Ehy amico, stai calmo! E' venuta con me a prendere un semplice caffè- gli occhi scuri di Zayn spostano lo sguardo da me, finendo sulla figura alta di Max, al mio fianco.

Sembra voglia ucciderlo con solo lo sguardo, ma si limita a venire nella nostra direzione, minaccioso. -Tu stanne fuori, Max - ringhia Zayn, a denti stretti.

Con un passo, mi paro davanti a Max, aprendo le braccia davanti al ragazzo. -Faccio quello che mi pare- dico sicura, verso Zayn.

Il moro sembra arrabbiarsi sempre più, poi sorride, amaramente. -Non ci credo! Ti sei fatta abbindolare da due frasette?- chiede, divertito.

Sbatto gli occhi velocemente, cercando di prendere un po' di coraggio.

-Sì, mi sono fatta abbindolare da due frasette, come dici tu. Ma da te, non da Max - sputo, furiosa.

Zayn mi guarda con occhi sgranati. -C... cosa?- dice poi, più calmo.

Scrollo le spalle con indifferenza, avvicinandomi al ragazzo per poi sussurrare. -Spero che Maya sia stata una buona amica, in biblioteca-.

Sento gli occhi pizzicare, mentre preferisco andarmene da lì. Sento come se le mura si stessero stringendo attorno a me, facendomi mancare l'aria.

-Aspetta- la mano di Zayn avvita il mio polso, obbligandomi a girarmi verso lui. -Che cosa ti ha detto questo?- indica con la testa Max, alle sue spalle.

Scuoto il braccio per liberarmi dalla sua presa. -Ho visto tutto con i miei occhi, Zayn. Vi ho visto sorridere insieme, lei che ti toccava, tu che ci stavi...Io...Io non ce la faccio Zayn, pensavo fossi diverso. Ma aveva ragione Harry - dico, convinta.

I suoi occhi si muovono veloci sul mio corpo, mentre vedo i suoi muscoli irrigidirsi alle mie parole.

Alza un braccio, e chiudo gli occhi velocemente, spaventandomi per quello che sarebbe successo.

Sento un lamento e quando riapro gli occhi, noto Max piegato a metà, intento a massaggiarsi lo stomaco.

-Zayn! Non risolverai le cose con le mani- lo tiro per un braccio. -Lasciami stare, lascia stare me e i miei amici. Facciamo finta che non ci siamo mai parlati, mai visti. Addio- dico.

Zayn mi guarda, ancora col fiatone, mentre decido di andarmene per la mia strada; ma non prima di avergli chiesto una cosa.

-Dimmi la verità: ieri sera eri solo con i tuoi compagni di squadra?- chiedo, sottovoce.

Vedo Zayn al mio fianco smettere di respirare per un momento; strizzo gli occhi, cercando di fermare le lacrime.

-Ho capito tutto, ciao- dico, riprendendo a camminare per la mia strada, lasciando quei due ai loro problemi.

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