She's not afraid || Zayn Malik

By misslightblu

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- Ehi - mi giro di scatto, spaventata. - Non dire nulla di me, potrei venire a trovarti la notte - mi fa un... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Epilogo

Capitolo 19

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By misslightblu

NB: La storia non è mia, ma di due ragazze che l'hanno pubblicate tempo fa su Efp e mi hanno autorizzato a riportarla qui su Wattpad.


-Sei di uscita?- alzo lo sguardo nello specchio incrociando gli occhi castani di Ele.

-Si nota tanto?- scherzo, uscendo il mascara dal mio portatrucchi.

La ragazza si appoggia allo stipite della porta, incrociando le braccia al petto -Ma domani non avevi quella famosa partita?- insiste ancora.

Finisco di allungare le mie ciglia, sbattendo le palpebre un paio di volte e controllando allo specchio che non ci fosse nulla fuori posto. Richiudo l'astuccio e mi avvio alla stanza.

-Sta tranquilla, rientrerò presto, mamma- la beffeggio, sorpassandola.

Recupero velocemente la borsa e il cappotto che avevo appoggiato poco prima sul mio letto; recupero il cellulare sul comodino e leggo l'orario: almeno sono in tempo.

-E con chi esci?- sento a pochi centimetri da me la voce della curiosona El.

-Uno- rispondo vaga uscendo i capelli da sotto il cappotto. Sorrido alla ragazza che ora mi guarda con un sopracciglio alzato. -Stai tranquilla El, è solo un'uscita. Rientrerò presto e domani mattina non farò storie per alzarmi presto- cerco di convincerla.

Afferro la borsa, gettandoci dentro il cellulare, apro la porta e con una mano la ragazza mi blocca di nuovo. -Almeno dimmi dove stai andando- insiste con fare premuroso.

Alzo le spalle -Non lo so. Mi ha invitato ad uscire e mi ha detto solo che saremmo andati fuori dal collegio- spiego. Ed è vero. Zayn mi avevo detto solamente di indossare qualcosa di pesante, perchè fuori la scuola tutto sembrava un altro mondo.

-Va bene, mi fido di te. Ma tieni sempre il cellulare acceso, non si sa mai- insiste facendomi ridacchiare.

Richiudo la porta e cammino felice per i corridoi.


Spalanco le porte della scuola, facendomi investire dal freddo di quella sera. Il cielo è scuro, segno che a momenti sarebbe arrivato un diluvio. Ma per fortuna al momento c'è solo un po' di vento che continua a scompigliare i miei capelli.

Ci eravamo dati appuntamento al cancello principale. Quindi, con i brividi di freddo che percorrono la mia schiena, stretta nel mio cappotto intenta a saltare sul posto per riscaldarmi un po', aspetto in ansia l'arrivo di Malik, il ritardatario.

-Wendy?- mi sento richiamare. Mi volto verso la struttura, osservando attentamente Zayn correre nella mia direzione mentre indossa un giubbotto.

-Scusa- dice una volta arrivato al cancello. -Stavo cercando Liam e invece mi ha detto che è già lì ad aspettarci- mi spiega.

Sobbalzo leggermente, non capacitandomi di quello che avevo appena sentito.

-Non saremo soli?- i miei pensieri prendono parola.

Il moro scuote la testa, passando poi un braccio sulle mie spalle e guidandomi verso l'uscita.

-Ma non saremo nemmeno in tre- continua, alzando poi una mano per richiamare l'attenzione di un taxi parcheggiato qualche metro più avanti da noi.

La macchina gialla viene messa in moto e poco dopo si accosta davanti a noi. Zayn apre lo sportello e con gentilezza mi fa accomodare per prima.

Richiude lo sportello indicando la via all'autista, che ingrana la marcia e parte immediatamente.

-Allora... in programma per questa sera c'è: presentazione di Liam e qualche mio amico; mangiare un panino e alla fine stare insieme da qualche parte- mi sorride.

Attendo qualche minuto prima di rispondere, intenta a fissare la felicità stampata sul volto del moro. E' incredibile, ancora non posso crederci come possa cambiare umore da un minuto all'altro.

-Sempre se per te va bene- continua quando vede che non proferisco parola.

Scuoto la testa leggermente. -Certo che mi va bene, ma... come mai vuoi presentarmi Liam?- chiedo confusa.

Il ragazzo aggrotta la fronte, poi alza le spalle con nonchalance. -Mi andava di farti conoscere le persone più importanti della mia vita-.

Mi vedo costretta a trattenere il fiato qualche secondo, giusto il tempo per far calmare i battiti accelerati del mio cuore. Che strano.


Il viaggio in auto passa silenziosamente, e dopo circa una mezz'oretta, arriviamo a destinazione.

Zayn si sporge sui sedili anteriori, pagando il dovuto all'autista. Salutiamo gentili e usciamo dalla vettura.

La mano di Zayn afferra la mia, mentre imbarazzata cammino verso quella che sembra una casa conosciuta per Zayn.

Il moro batte qualche colpo prima di ricevere un 'arrivo' dall'altra parte del legno verde del portone. Quando questo viene aperto, una cara donna ci accoglie con un sorriso che va da un orecchio all'altro.

-Zayn- squittisce felice, attirandolo a sé e stritolandolo in un abbraccio. In quell'istante la mano di Zayn si scioglie dalla mia per battere qualche pacca sulla schiena della signora, che si accorge della mia presenza solo qualche secondo dopo.

-E questa bella signorina?- mi rivolge un sorriso caldo, mentre le mie guance sembrano prendere fuoco.

-Wendy- mi presenta Zayn.

-Piacere- dico allungando una mano e sembrare il più gentile possibile. La donna mi tira per il braccio e mi stringe al suo petto, come se mi conoscesse da una vita.

-Oh, piacere mio, Wendy- ripete il mio nome, lasciandomi subito dopo. -Io sono Karen, la madre di Liam-.

Per un momento mi sento un po'... delusa. Credevo fosse la madre di Zayn, anche se non ci assomiglia per niente; forse, lo volevo.

-Ma entrate, non state lì a prendere freddo- si fa da parte, permettendoci di entrare nell'enorme villa.

La porta viene richiusa alle nostre spalle, mentre i miei occhi cominciano a perlustrare l'ambiente intorno a me: seguiamo la mamma di Liam lungo un corridoio stretto che finisce poi in un'immensa sala che fa da soggiorno e cucina insieme.

Il grande camino in fondo alla stanza è acceso, di fronte c'è un grande divano e una poltrona occupata.

-Geoff, tesoro, abbiamo visite- esclama Karen felice.

Il giornale che copriva l'uomo viene abbassato, mostrandomi la figura di quello che doveva essere il padre di Liam.

-Salve, lei è Wendy- mi presenta educato Zayn.

Saluto il signore con un sorriso e ritorno al fianco del moro che passa una mano al bacino, notando il mio lieve imbarazzo della situazione.

-Dove andate stasera?- si fa curiosa la madre di Liam, facendoci accomodare sul divano immenso.

-Non lo so, dovevo parlare con Liam di questo- risponde Zayn posando una mano sulla mia coscia, quasi ad infondermi sicurezza. Apprezzo davvero tanto questo gesto, si nota che non vuole mettermi in difficoltà.

-Perchè non vi fermate qui, a cena- si intromette Geoff. -Insomma, Karen ha messo la pizza poco fa la pizza in forno e visto che le mie bambine hanno deciso di uscire all'ultimo minuto, e pure molta per sole due persone- scherza sorridendo.

Zayn mi guarda negli occhi, quasi a chiedere risposta. Mi limito ad alzare le spalle.

-Allora ne parlo con Liam- si alza il moro, porgendomi una mano. -Le faccio vedere nel frattempo la mia camera- si volta poi verso i due che rispondo con un cenno del capo.

Seguo Zayn verso l'entrata da dove eravamo entrati, sfila il mio cappotto, posandolo insieme al suo su un appendiabiti; poi ci avviamo alle scale che portano al primo piano, facendomi incuriosire.

-Si vede che ti vogliono bene- dico salendo gli ultimi gradini. Zayn si gira nella mia direzione e sorride.

-Sì, abbastanza- mi conferma contento. Comincia poi ad indicare qualche porta chiusa.

-Questa è la camera di Ruth, la sorella maggiore di Liam e questa è di Nicola, l'altra sorella maggiore di Liam- indica due porte al nostro passaggio.

-Questa è la stanza dei genitori di Liam e questa è la stanza degli ospiti, cioè la mia- mi spiega aprendola e spostandosi di lato per farmi passare.

Accende la luce centrale mostrandomi anche l'immensità di quella stanza, richiudendo poi la porta con delicatezza. E' ordinata, c'è un letto al centro della stanza, un comodino al suo fianco, un armadio di fronte, accanto una piccola finestra ed infine una porta che penso richiuda il bagno. Le pareti sono colorate di un verde acqua chiaro.

-Non è niente di speciale, ma d'estate passo molto tempo a guardare fuori- mi tira verso la finestra chiusa. I miei occhi osservano la piscina decorata con tante lanterne accese attorno, qualche fiore particolare sparso qua e là e delle sdraio chiuse evidentemente per la stagione.

-Carino- commento solamente.

Le mani di Zayn mi afferrano per i fianchi, facendomi così girare e sistemare davanti a lui. Si appoggia al marmo della finestra, attirandomi a sè.

-Sei carina anche tu- dice a pochi centimetri del mio viso.

Gioco nervosamente con un filo della sua felpa, leccando poi le labbra diventate all'improvviso asciutte.

Le mani di Zayn salgono lungo il mio corpo, posandosi poi sotto il mento, attirando verso il suo. In pochi secondi le nostre labbra si toccano e subito dopo mi ritrovo la lingua di Zayn nella bocca, alla ricerca della mia.

Mi sposto in avanti, posando le mie mani sui suoi fianchi per tenermi salda e salire leggermente sulle punte per approfondire il bacio, che ben presto diventa qualcosa di poco casto. I nostri bacini si scontrano un paio di volte prima di un gemito spezzato uscito dalla bocca di Zayn. Mi allontano momentaneamente con le labbra, riprendendo fiato e notando il cavallo dei pantaloni di Zayn leggermente rigonfio.

Schiudo la bocca per parlare, ma qualcuno apre la porta della stanza attirando la mia attenzione.

-Oh, ciao- entra Liam. -Avevo sentito parlare. Non sono pazzo, allora- ridacchia nervoso.

Faccio un passo indietro, facendomi da parte, Zayn si avvicina richiamando l'amico.

-Lei è Wendy- mi presenta. Il ragazzo alza una mano, agganciando la mia.

-Sì, credo che una volta ci stavamo quasi per presentare- sfoggia un sorriso strafottente, scatenando la curiosità in Zayn. Se intendeva la sera in cui ci stava provando e che poi Olly, fortunatamente, avevo interrotto, sì, mi conosceva allora.

-Comunque, io sono Liam- lascia andare la mia mano, posizionandosi di fronte a Zayn. -Dove andiamo stasera?- chiede sistemandosi la maglia bianca che fasciava il suo addome piatto.

Zayn posa una mano sulla mia spalla, quasi geloso per il tono che aveva usato Liam poco prima. -Tua madre ha detto che possiamo fermarci qui. Ha fatto la pizza- lo avvisa il moro.

-Uhm..bell'idea- pensa a voce alta. -Allora poi andremo alla sala giochi. Sono tutti lì- continua il castano, camminando verso la porta.

-Va bene, ma ricordati che domani ho la partita. Non posso fare tardi o il college ci chiude fuori- gli ricorda Zayn.

-Certo, certo- se ne esce l'altro, uscendo dalla stanza.

Zayn mi fissa negli occhi, preoccupato, poi una voce attira la nostra attenzione -E' pronto- urla la madre di Liam.

-Andiamo?- mi chiede. Titubante, annuisco.


* * *


La cucina della madre di Liam è buonissima, non ci sono paragoni, davvero! Forse era quel tocco di mamma che ci metteva a rendere tutto perfetto, o forse era perchè, da quanto avevo capito, aveva passato un'intera vita a fare solo questo, per passione.

-Se volete, ce n'è ancora un altro pezzo nel forno- si alza Karen, frettolosa.

-No, mamma. Non ci ingozzare che dobbiamo andare alla sala giochi- risponde stanco Liam.

-Sta' zitto tu- scherza la madre. -Voi ne volete un'altra fetta?- si rivolge a me e Zayn. Per quanto volessi accettare, mi sento in obbligo a rifiutare, anche per tenermi leggera per quella notte che di sicuro non avrei dormito. Troppe cose insieme, a volte, non vanno bene.

-Okay, per questa volta non mi arrabbio, ma solo perchè è una semplice pizza- ridacchiamo dalla sua reazione.

-Dovreste venire qualche domenica a pranzo, lì sì che da il meglio di sè ai fornelli- si pavoneggia il marito, complimentandosi con la moglie che nel frattempo si era allontanata, sparecchiando.

-E diciamoci la verità, alcune cose non le fa se non ha ospiti- sussurra, facendoci ridere di cuore.

-Ti ho sentito- urla la donna in lontananza. L'uomo si rimette dritto, come se lui non ci colpasse nulla.

Striscio la sedia, alzandomi. Almeno volemo rendermi utile.

-Oh, no- mi riprende Geoff. -Tu sei l'ospite. Dovrebbe essere questo becco di figlio che ho a fare qualcosa- lascia uno scappellotto sul collo di Liam.

-Papà!- si lamenta quest'ultimo, massaggiandosi la parte dolorante. -Noi adesso dovremmo uscire, o col cavolo che torniamo al college- risponde, alzandosi.

Anche Zayn lo copia, scomparendo dalla stanza per un paio di minuti e ritornando indietro con i nostri cappotti in mano.

Lo indosso, ringraziandolo per il gesto e afferro la mia borsa posata sul divano della sala. Intanto la madre di Liam era rientrata nella stanza.

-Oh, già dovete andare?- anche lei ci domanda.

-Mamma, sì- risponde Liam indossando una giacca molto leggera per il freddo dell'inverno londinese.

-Va bene ragazzi, divertitevi e studiate a scuola- ci avvisa, accompagnandoci poi all'uscita.

Salutiamo tutti e cominciamo a camminare lungo il marciapiede illuminato dai lampioni. Mi stringo nelle spalle, chiedendomi come Liam non avesse freddo.


Camminiamo tra qualche battuta per una decina di minuti, poi finalmente Liam esclama un 'siamo arrivati' e ci mostra un edificio scuro, con un'insegna davanti che evidenzia la scritta in neon giallo 'Pac-man'.

Apre un portone entrando per prima, Zayn posa una mano sulla mia schiena a mi fa passare avanti. All'interno tutto è illuminato, pieno di gente e la musica dei Coldplay riempie l'ambiente.

-Ciao ragazzi- saluta Liam, richiamando l'attenzione di qualcuno oltre il bancone.

La mano di Zayn si intreccia alla mia, mentre quest'ultimo comincia a salutare con l'altra mano alcuni ragazzi intenti a giocare a bigliardo al fondo della stanza.

Ci sono tantissime macchinette elettroniche, tanta musica ad alto volume, un minibar all'entrata e poi una porta aperta dall'altro lato della stanza, da dove continuano ad entrare ed uscire ragazzi sorridenti.

Cammino poco dietro Zayn; c'è abbastanza confusione nel locale e la gente sembra anche divertirsi tanto con il poco che offre.

-Ehy Malik- alzo lo sguardo, incrociando un paio di occhi azzurro ghiaccio che sorride nella direzione di Zayn. -E' da un pò che non ti si vede da queste parti. Ma che fine hai fatto?- si danno il cinque. -Hai messo la testa a posto?- chiede, ridendo.

Zayn fa un passo indietro, passando poi una mano sulla mia vita così da attirarmi al suo fianco.

Un momento! Io quello l'ho già visto da qualche parte. Ma dove?

-Oh- sibila ancora il ragazzo, osservandomi al fianco di Zayn con un sorriso sghembo stampato sulle labbra. -Capisco- afferma, piegando poi la schiena e facendo scivolare la stecca lucida del bigliardo sopra le dita. Lascia un colpo secco con forza; tre palline su quattro riescono ad entrare nelle buche.

Il castano, quello che adesso fissava di nuovo nella nostra direzione, scoppia a ridere, vittorioso. Abbraccia quello che è il suo compagno di squadra e poi si volta di nuovo verso di noi.

-Allora, ha un nome questa ragazza?- chiede, avvicinandosi e posando la stecca sul tavolo. Ormai la partita è conclusa, lo capisco grazie al ragazzo che si presta a recuperare tutte le palle dal cassettino.

-We..- cerco di parlare, ma la voce di Zayn mi sovrasta.

-Lasciala stare, Max. Lei sta con me- sento la mano di Zayn stringere sul mio fianco, costringendomi ad alzare il volto nella sua direzione con un'espressione dolorante.

-Zayn- lo richiamo, nella speranza di farlo calmare e soprattutto di farmi spiegare.

Il ragazzo di fronte a noi, Max, sorride ancora, allontanandosi -Peccato- sussurra quando ci passa accanto.

Sono anche più confusa di prima.

-Allora..- Liam riporta l'attenzione su di sé. -Che facciamo? Giochiamo?- chiede guardandoci entrambi. Finalmente Zayn allenta la presa, permettendomi di allontanarmi di poco.

-Io non ho mai giocato- spiego, alludendo al tavolo già pronto per una nuova partita.

Liam ride di poco, recuperando delle stecche dal muro, passandole poi ad ognuno di noi. -Tranquilla, non è difficile- dice.

Zayn mi passa dietro, aiutandomi a sfilare la giacca e indicandomi di ascoltare Liam che intanto scambia due parole con uno.

Gioco nervosamente con la stecca che ho tra le mani, puntando gli occhi sul tavolo dove il quarto giocatore si era appena piegato per iniziare la partita.

Zayn si avvicina di nuovo al mio fianco. -Devi colpire quelle tutte colorate- mi spiega, e annuisco, sapendo comunque di fare una brutta figura.

Dopo un sonoro colpo tra la palla bianca ed il resto, due di quelle del nostro avversario, finiscono nel buco. Liam e l'altro si danno il cinque.

-A voi- si sposta il castano dal tavolo. Zayn cammina verso la piattaforma e si concentra su alcune angolazioni. Quando la stecca sbatte contro la pallina bianca, una palla finisce nel buco e Zayn mi sorride. Meglio di niente.

Si da il cambio con Liam, che gli batte una pacca sulla schiena, sorridendo.

Hanno una strana amicizia i due, sembrano entrambi misteriosi e questo posto in cui mi hanno portato, non è da meno. Tutti sembrano conoscersi, tutti sanno quello che hanno passato gli altri. Tutti sanno tutto, tranne me.

-Bingo- urla Liam, attirando la mia attenzione, facendomi così constatare che era riuscito a far imbucare un'altra palla. E così adesso tocca a me.

Con lo sguardo cerco aiuto in Zayn, che capisce al volo e mi viene dietro. Quando appoggia la sua stecca al muro per qualche secondo, mi passa dietro aiutandomi con la giusta posizione.

-Curvati così- mi spinge con la schiena verso il tavolo; sento perfino le guance avampare per la strana posizione in cui eravamo. Il bacino di Zayn sfiora qualche volta contro il mio fondoschiena, facendomi vergognare ancor di più.

Le mani di Zayn si posano sulle mie, sistemando la stecca sulle mie dita della mano posata sul tavolo verde. Allungo un braccio indietro, comandato da quello di Zayn, e poi rilascio un colpo veloce facendo sbattere la pallina bianca in quella nera, che entra subito dopo nel buco.

Esulto felice, facendo dei salti sul posto e complimentandomi da sola; fin quando Zayn, tra le risa con i suoi amici, non mi blocca con una mano. -Quella era l'ultima palla a dover entrare- mi spiega.

E mi fermo di colpo, sbattendomi una mano in faccia. -Che imbranata- sussurro. Le risa aumentano, mentre ormai tranquilla, rialzo lo sguardo, decisa di lasciar andare avanti il gioco.

Sposto lo sguardo casualmente verso la fine della stanza, dove sta il ragazzo di prima con in mano un bel gruzzoletto di soldi. Alza il viso, soddisfatto, e per una manciata di secondi incastra i nostri occhi. Un leggero brivido di paura percorre la mia schiena.

-Si inizia da capo- mormora Liam, riportandomi alla realtà. Sposto lo sguardo sul tavolo, sentendomi pericolosamente a disagio, sapendo che quegl'occhi azzurri erano ancora fissi su me.

Poi sobbalzo.

-Stai bene?- mi chiede Zayn.

Mi costringo a sorridere. -Oh, sì, certo- lo tranquillizzo, appoggiando la testa sul suo braccio, dando le spalle così a Max. Quello era il suo nome; il nome di quello che continuava a fissarmi il giorno prima dal ciglio della porta davanti la stanza di Styles. Chi era veramente? E soprattutto, che voleva da me?


La partita conclude una ventina di minuti dopo, con la perdita della mia squadra, ma con tante soddisfazioni perchè finalmente ero riuscita ad imbucare due palle.

-Sarà per la prossima volta- ci sfotte Liam. Ridacchio, mentre il braccio di Zayn si posa sulle mie spalle.

-Contaci- risponde il moro, ridendo.

Il problema era il suo compagno di squadra, non lui. Ero io il casino della situazione.

Osservo Liam e l'altro, di cui avevo scoperto il nome solo alla fine, John, allontanarsi, mentre alzo lo sguardo nella direzione di Zayn ancora sorridente.

-Scusami, ho fatto schifo- dico sincera.

Il moro mi guarda, tranquillo. -Ma no, è solo che non hai mai giocato- mi spiega. -Già è un miracolo che non hai fatto saltare la palla bianca fuori dal tavolo. Non sai quante volte succede ai principianti- mi rincuora. E sorrido scuotendo la testa.

-Vieni con me- la sua mano scivola lungo la mia schiena, finendo poi per intrecciarsi con la mia, lungo il mio fianco. -Voglio stare un pò con te, da solo, prima di ritornare a scuola- mi spiega, camminando.

Lo seguo in silenzio, curiosa di sapere dove mi stava per portare. Oltrepassiamo la porta da dove entravano ed uscivano in continuazione ragazzi, facendo così aumentare la mia curiosità.

Il lungo corridoio illuminato da poca luce, ospita diverse porte, chiuse, da cui ogni tanto ci esce qualcuno sorridente.

-Cosa c'è dietro queste porte?- mi faccio forza di chiedere. Zayn si gira di poco nella mia direzione, osservandomi.

-Dipende- risponde, costringendomi a morir di curiosità ancor di più.

Con poca delicatezza apre una porta, quasi sul finire del corridoio, e accende una luce, facendomi entrare per prima. Mi guardo intorno e aggrotto la fronte.

-Sono tutti degli stanzini per inservienti?- chiedo, mentre la porta viene richiusa dietro le spalle di Zayn.

Il moro alza un sopracciglio. -Cosa? No- risponde divertito. -Quelle son altre stanze, e servono per altre cose- dice vago. -Ti ho portato qui, perchè so che nessuno ci disturberà- sorride, facendo così scattare la chiave nella serratura.

Mi ritrovo a deglutire sonoramente, mentre uno strano magone si fa spazio nel mio stomaco. Le mani di Zayn si posano sui miei fianchi, mentre con i passi mi guida ad appoggiare la schiena al muro vuoto tra i scaffali pieni di roba per la pulizia.

Quando sono completamente schiaccata tra il muro e il corpo di Zayn, quest'ultimo mi sposta il viso con il suo, affondando poi nel mio collo.

Le morbide labbra di Zayn cominciano a stampare dei baci lungo la mia pelle, facendola rabbrividire per qualche secondo. Poi sale sempre più su, soffermandosi alla base del mio orecchio, giocherellando con il lobo destro.

Chiudo gli occhi quando la lingua di Zayn riscende verso la spalla, coperta dalla maglia. Alza una mano spingendo via, prima i capelli da una parte, poi abbassando di poco la maglia, così da poter continuare il suo lavoro.

Il bacino di Zayn strofina contro il mio, facendomi gemere sottovoce involontariamente.

-Dio, quanto ti desidero- sussurra con voce roca. Spalanco gli occhi, percependo solo qualche secondo dopo il suo messaggio.

Appoggio una mano sul suo petto, allontanandolo di poco. Zayn mi guarda negli occhi perplesso.

-Qui?- chiedo con un tono di voce misto tra il sopreso e l'imbarazzo. Il moro si guarda intorno e poi mi fissa ancora una volta.

-Beh, questo posto non è il massimo, in effetti- fa le sue conclusioni. -Ma ti voglio- sussurra spezzando la piccola distanza tra le nostre labbra.

Alzo le braccia, incrociandole dietro il collo di Zayn, mentre il bacio diventa sempre meno casto. La lingua del moro si insinua nella mia bocca, intrecciandosi vorticosamente con la mia. Le sue mani passano dietro, cingendo così forte il mio sedere nella sua possente presa, che devo trattenermi dall'urlare.

Mi ritrovo a soffocare un altro gemito, presa alla sprovvista.

Di peso, riesce a prendermi in braccio; congiungo le gambe al suo bacino, piegando bene la testa per arrivare al suo collo, lasciando momentaneamente le sue labbra.

Zayn fa qualche passo nella piccola stanza, appoggiandomi voglioso su un tavolo impolverato senza ritegno.

Affondo i denti nella sua pelle, sentendolo lamentarsi per il dolore, ma subito rimpiazzo il morso con dei baci che lo fanno respirare affanosamente. Ricambio il favore con la sua stessa moneta, prendendo a succhiare avidamente il suo collo, sperando di lasciare ben visibile il mio segno. Non era solo lui quello a poter fare qualcosa.

Zayn aumenta la presa, stringendomi verso di lui e sbattendo ancora una volta i nostri bacini; stavolta sento bene il cavallo dei suoi pantaloni leggermente rigonfi.

E così continua, quasi fosse in procinto di venire. Le nostre intimità, ancora be nascoste dai pantaloni, continuano a strusciare l'una contro l'altra, le mie labbra sono ancora attaccate alla sua pelle intente a succhiare più forte che posso, le sue mani curiose continuano a stringere prepotentemente il mio fondoschiena, come ad aggrapparsi a qualcosa.

-Basta- ringhia a denti stretti, spostandomi via di poco e fulminandomi con lo sguardo. Sono impietrita per qualche secondo, incerta di conoscere quello che sarebbe successo da lì in poi.

La mano di Zayn sfiora la pelle del collo leggermente arrossata, facendo una smorfia di dolore quando ci passa sopra un dito, poi mi fissa negli occhi con una strana luce.

-Domani ho una partita, non posso- dice. Sposto un ciuffo finito sugli occhi, posandolo dietro il mio orecchio, sorridendo sotto i baffi soddisfatta e felice allo stesso tempo.

Le labbra di Zayn si posano ancora una volta sulle mie, stavolta con più delicatezza, mentre sciolgo le gambe dal suo bacino, lasciandole penzolare dal tavolo veccio chissà quanto.

Sospiro, chiudendo gli occhi e assaporando ancora una volta quel gusto di menta e tabacco che la bocca di Zayn mi offriva.

Impossibile stargli alla larga.


* * *


-Sto morendo, me lo sento- mormoro, indossando la felpa della divisa da cheerleader. Mi fisso al piccolo specchio che ospita lo spogliatoio femminile e constato che questo nuovo completo è anche più corto di quello che usiamo per gli allenamenti.

-Ma dai, stai tranquilla. Non ti mangia nessuno- mi consola Charly, allacciandosi la scarpa, seduta sulla panca.

-La fai facile tu- la rimprovero, sedendomi al suo fianco, raccogliendo le mie scarpe sul pavimento e appoggiandoci sopra un piede. -Tu da quanto fai questo? Tre, quattro anni? E se sbaglio? Dio mio- mormoro, pensando alla brutta figura che avrei fatto quel giorno. Non sono pronta, non psicologicamente!

-Non è importante da quanti anni lo si fa; sei brava, è questo che importa- dice, alzandosi poi in piedi.

La guardo dal basso, ancora intenta ad infilarmi una scarpa. -E se cado davanti a tutti?- dico, disperata.

La bionda scoppia a ridere, non trattenendosi più per le mie mille domande -Scema, sono seria- la richiamo, finendo di allacciare la scarpa.

Dentro lo spogliatoio si inalza un gridolino disperato; alzo la testa curiosa di capire cosa fosse successo, e un ragazzo moro attira la mia attenzione. Scatto dal posto.

-Zayn?- chiedo confusa.

Il ragazzo, che era ormai a pochi passi da me, mi prende per i polsi spingendomi oltre la panca, da dove ora ci guardava curiosi Charly.

Cerco di capire il suo comportamento, troppo silenzioso al momento.

-Nuova divisa?- interrompe il silenzio. -Troppo corta anche questa- mormora storcendo le labbra in tono di disapprovazione.

-Ho pensato la stessa identica cosa- mi lascio scappare. -Ma che ci fai qui? Sai che questo è lo spogliatoio femminile? Se lo viene a sapere il coach, ti butta fuori dalla squadra- gli faccio notare.

Ma non sembra per niente preoccupato delle conseguenze, anzi, sorvola il mio rimprovero.

-Sei nervosa?- mi chiede e aggrotto la fronte, confusa.

-No- dico seria. Non ero arrabbiata, ero semplicemente preoccupata se fosse entrato il professore.

-No, intendevo: sei preoccupata che oggi andrà male?- mi chiede comprensivo. Oh, beh, se era per questo...

-Un pò- ammetto. Abbasso lo sguardo sulle mie scarpe bianche.

-Lo sapevo- sghignazza, facendomi così incuriosire e rialzare lo sguardo.

La mano di Zayn lascia andare il mio polso destro, finalmente, sfilando così il bracciale che tiene nell'altro braccio. Lascia andare anche l'altra mia mano, tenendola ben salda tra le sue mentre con attenzione mi lega al polso il suo bracciale. Non capisco.

-Ti porterà fortuna- dice sorridente. Giro il mio braccio per guardare la stellina stampata sopra il bracciale, ancora confusa dal gesto.

-L'ha sempre fatto con me- continua, in spiegazione. Rialzo lo sguardo.

-Non posso- dico; se deve portare fortuna, allora che la porti a lui e alla squadra, così da iniziare per bene il campionato.

Cerco di slegare il laccio, ma la mano di Zayn mi blocc.a -No, devi tenerlo tu. Io ne ho trovato un altro di porta fortuna- ammicca, facendomi sorridere in conseguenza.

Qualcuno si schiarisce la voce al nostro fianco, facendoci sobbalzare di poco entrambi -Scusate se interrompo qualcosa- squittisce con voce acuta Maya. -Ma sarebbe ora di entrare in campo- guarda prima me e poi Zayn. -Tu torna agli spalti; non abbiamo bisogno di un nullafacente ad intenerirci prima dell'esibizione- sputa veleno addosso a Zayn.

Il moro la lascia mormorare un altro pò, poi si gira nella mia direzione sfiorando a malapena le mie labbra. Il cuore batte sempre più veloce.

-Buona fortuna- sussurra sulle mie labbra. -Ci vediamo in campo- mi saluta, uscendo poi di corsa dallo spogliatoio.

Sento gli occhi di tutte le ragazze puntati addosso, soprattutto quelli di Maya confusi. Almeno aveva capito che Zayn faceva parte della squadra per cui tifava; stupida gallina, cosa faceva durante gli allenamenti? Contava i capelli che ha in testa? Ho i miei dubbi.

-Ma state insieme?- la voce di Charly mi riporta alla realtà.

-Io..ehm..credo di sì- rispondo, mentre le pupille di Charly si dilatano. E' un segno positivo? Ho detto qualcosa che non va?
Sto per collassare, me lo sento, e non è più a causa della partita.

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