I'll show you the world [EreM...

giobook03 tarafından

22.3K 2.5K 5K

Armin Arlert è cieco dalla nascita. Prima trovava compagnia nelle poche ombre e nella luce che rischiarava le... Daha Fazla

Prologo
1 ~ You are not so bad
2 ~ Maybe, I've found a friend
3 ~ That Horseface...
4 ~ Jealousy and heartbeat
5 ~ If I could see you...
6 ~ Why am I so happy?
7 ~ I'm sorry
8 ~ I think I'm in love
9 ~ You're my world
10 ~ Yeah, fuck, I see you!
11 ~ Love me like you do
13 ~ Please, Mom, look at me
14 ~ It's not your fault
15 ~ Memories
16 ~ Life goes on
17 ~ Protect me by yourself
18 ~ Pleasant meeting
19 ~ Empty
20 ~ We're both humans
21 ~ Bring me out!
22 ~ Brothers conflict
23 ~ Pain
24 ~ Missed you
25 ~ Love me again
26 ~ Justice done
27 ~ Is this a goodbye?
28 ~ The red string of fate
Epilogo ~ 7 years later
Ringraziamenti
Sequel o no?
Sequel!
Sequel pubblicato!

12 ~ Let the dwarf hospital worker talk with Reina

875 81 272
giobook03 tarafından

Erano passati quattro giorni dall'operazione.

Eren camminava per il corridoio con gli auricolari nelle orecchie e, trovatosela davanti, bussò alla porta del fidanzato.

Armin, che se ne stava appoggiato al davanzale della finestra, voltò lo sguardo verso la porta.

«Eren? Sei tu?»

«E chi dovrebbe essere?»

Il biondo si allontanò dal davanzale, alzando gli occhi al cielo, e aprì la porta.

«'Giorno.»

«Buongiorno amore.»

Il castano lasciò un bacio sulla fronte del più basso, riprendendo a camminare.

«Sveglio da tanto?» gli domandò Armin, seguendolo.

«Qualche ora. E tu che stavi facendo?»

«Guardavo fuori dalla finestra. Ho sempre desiderato farlo.»

«Sono felicissimo per te» disse il castano, sollevandolo di qualche centimetro dal pavimento mentre lo stringeva forte tra le sue braccia.

Quando Eren poggiò la fronte nell'incavo del collo di Armin, quest'ultimo ridacchiò al contatto dei capelli con la pelle, ricambiando la stretta.

«Che ascolti?»

«Una canzone. Vuoi ascoltare?» domandò il più alto, porgendogli un auricolare.

«Una canzone, ma davvero?», Armin ridacchiò, afferrando la cuffietta. «Okay, grazie.»

«E che dovrei ascoltare? La voce di...»

«JAEGER!»

«No Armin, mi spiace ma non esiste alcuna canzone che si chiami Jaeger

«Non sono stato io parlare, Eren.»

«Ma che dici? Siamo gli unici qui. E conosco solo te, perciò...»

«Eren. Voltati.»

Perplesso, il castano si girò, incontrando un paio di freddi e burberi occhi grigio-azzurri che lo fissavano, con le sopracciglia leggermente aggrottate e uno sguardo non molto felice.

«Incontrarti è l'ultima cosa che avrei voluto quando ho ricevuto quel fottuto contratto per questo lavoro.»

«Ehm... salve inserviente...!» si intromise Armin, accennando un sorriso tirato, ricevendo, da parte dell'uomo un disinteressato cenno del capo.

«Ha intenzione di darmi la scopa sul culo, come qualche mese fa?» domandò Eren, grattandosi la nuca.

«Sarebbe mia intenzione. E lo farò, se scopro che nella tua camera c'è anche un solo vestito fuori dall'armadio.»

«Tutto in regola. O almeno credo...» intervenì il biondo, ricevendo una gomitata dal più alto.

«Beh, ora ci vedi, Arlert?»

«Già...»

«Cosa c'è? Non ti piace avere la vista? Preferivi restare una talpa a vita?»

«Cosa..? N-No! Assolutamente no...! È solo che... mi ci devo ancora abituare.»

«È normale i primi giorni, vedrai che col tempo sarà tutto più facile.»

«E lei come sa tutte queste cose?» chiese Eren, sghignazzando, finendo solo per ricevere la scopa dell'inserviente sulla testa.

«Prima di fare questo mestiere, bisogna pur sempre studiare, moccioso.»

«Sempre un piacere parlare con lei» disse il castano, massaggiandosi la testa.

L'uomo roteò gli occhi, lanciando uno sguardo di fuoco a Eren e uno più tenero ad Armin.

«Divertitevi voi due. Ma vedete di non fare casino.»

«E vedete di non fare casino» lo scimmiottò il castano una volta che Levi si fosse allontanato abbastanza.

«Non lo provocare!» lo rimproverò Armin, dandogli un lieve schiaffo sulla nuca.

«Ma è divertente vederlo arrabbiarsi!»

Improvvisamente, i due vennero colti di sorpresa da un cespuglio di capelli rossi, libero dal copricapo lavorativo che la ragazza teneva stretto in una mano.

«HO VISTO CHE STAV-ate parlando con Levi!» esclamò Reina, abbassando il tono di voce dopo essersi resa conto di aver urlato.

Eren e Armin sussultarono e il primo imprecò, poggiandosi una mano sul petto.

«Certo che tu sei ovunque» disse il biondo, divertito.

«Avete parlato di me?!» chiese l'infermiera speranzosa.

«Ovvio... che no.» rispose il castano alzando le spalle.

«Mi spiace, ma Eren era troppo impegnato a farsi dare la scopa in testa.»

Reina increspò le labbra, restando in silenzio per qualche istante.

«VOI!» esclamò poi, dopo una breve riflessione.

«...Noi...?»

«Ed essi...?»

«NON ESSI, VOI!» ripeté, puntandoli un dito contro. «DOVETE AIUTARMI!»

«A farti parlare con lui, vero?» chiese Eren, mettendo le mani sui fianchi.

«Lo fareste? Ovvio che sì!»

«Per me va bene. Direi che da oggi al giorno in cui verrò dimesso, non ho molti impegni.»

«Eren, sicuro di essere la persona più adatta? Non hai un bel rapporto con l'inserviente.»

«Tranquillo Armin. Non può farmi nulla, sono pur sempre un paziente.»

«Se lo dici tu... Allora ci proveremo.» concluse Armin, sorridendo a Reina.

L'infermiera, entusiasta, fece un saltello, alzando il pugno verso il soffitto, ricordando a Eren il personaggio di Super Mario.

«YU HU!» urlò, beccandosi occhiatacce dalle altre infermiere.

«Qualche idea?» domandò Eren ridacchiando.

«Dipende dal modo in cui lei vuole approcciarsi a lui.»

«TUTTI. I MODI. POSSIBILI.»

«Quindi il piano Far parlare l'inserviente nano con Reina consiste nel...?»

«Spingerlo in una conversazione con me.»

«Ma... in che modo?» continuò Eren.

Armin aveva un'espressione corrucciata, stava evidentemente pensando a qualcosa che potesse aiutare la sua infermiera preferita.

«Magari quando tu sei nei paraggi, io ed Eren potremmo parlare con Levi di qualcosa a cui tu possa agganciarti facilmente per intraprendere una conversazione.» propose poi il biondo.

«Non credo che tu incontri l'inserviente e ti metti a parlargli di cose a caso.»

«In realtà...» si intromise Reina ridacchiando, «...dato che non so mai di cosa parlare, sparo argomenti random che, però, a lui, sembrano non interessare.»

«Allora... potremmo usare la protesi di Eren.» propose ancora Armin.

«Che vuoi dire?» domandò il castano, perplesso.

«Non appena vediamo l'inserviente passare per il corridoio, tu ti appoggi al muro e...»

«...e lei inciampa sulla mia protesi, cade fra le sue braccia e parlano. Direi che è geniale!» continuò Eren, finendo la frase di Armin.

«E se mi lasciasse cadere?»

«È un uomo! Nessuno sarebbe così bastardo da farlo.»

«Se lo dici tu... Beh ragazzi, grazie mille!»

Reina lasciò un bacio sulla fronte di entrambi, per poi andare via, tornando al suo lavoro.

Eren la seguì con lo sguardo, accennando un sorriso.

«È dolce.»

«Già. Però è un peccato che vada dietro a una persona che non la considera di striscio.»

«Levi è un tipo molto riservato. L'hanno sempre detto. Forse lo fa per non illuderla.»

«Può darsi. In fondo sa essere gentile, quando vuole. Più o meno.»

Verso le 18:30 di quel giorno...

Eren affiancò Reina, cercando con lo sguardo Levi, mentre l'infermiera, nervosa, spostava il peso da una gamba all'altra.

«Improvvisamente ho paura che non funzioni.» mormorò la ragazza.

«Se devo dire la verità, anche io.»

«Piuttosto, allontanati con me, appena Eren ti fa un cenno cammina verso di lui e inciampa sulla sua protesi. Se Eren tende la gamba improvvisamente, potrebbe sembrare più reale, non credi?»

Reina annuì, allontanandosi con Armin di qualche metro.

Il biondo lanciò uno sguardo a Levi, mentre il volto dell'infermiera, accanto a lui, diventava di un rosa vistoso.

Il castano guardò il corvino con la coda dell'occhio, appoggiandosi al muro e sistemandosi gli auricolari nelle orecchie.

Levi continuava a camminare, col cellulare in mano, senza accorgersi dei tre, vestito con abiti urbani, avendo finito il suo turno.

Quando Eren fece a Reina un segno con il dito, la ragazza cominciò a camminare verso di lui, fingendo di parlare e ridere con Armin, che la seguiva, imitandola.

"Certo che è brava a recitare." pensarono entrambi i ragazzi.

"Sapevo che il corso di teatro mi sarebbe servito a qualcosa!" pensò invece lei, prima di inciampare sulla protesi, sparando una bestemmia che poco si addiceva a una donna.

Avendo alzato lo sguardo verso di lei, poco prima che inciampasse, il corvino ripose rapidamente il cellulare in tasca, prendendola al volo.

«JAEGER SEI UN CAZZO DI DEFICIENTE!» esclamò l'uomo lanciando un'occhiata malevola al più alto che, dal canto suo, alzò semplicemente le spalle, consapevole che quel commento corrispondeva al vero.

Levi roteò gli occhi, rivolgendo lo sguardo alla ragazza che teneva ancora fra le braccia.

«Tutto bene?» le chiese con una quasi impercettibile nota di dolcezza nella voce.

Reina, aggrappatasi a Levi, guardava un punto imprecisato, rossa in volto.

"Chi me l'ha fatto fare..."

«Tutto okay. Grazie mille per l'aiuto, Levi.»

Questa volta si decise e fece incontrare i loro sguardi, rivolgendogli un sorriso lieve, ma che significava tanto, non solo per lei, ma anche per lui.

Sentirle dire il suo nome, scosse leggermente l'uomo. Insomma, gliel'aveva già sentito dire molte volte, e parecchie di queste, aveva trovato la sua voce sempre al dir poco fastidiosa.

Eppure, quella sua allegria, mescolata alla sensibilità, all'ironia e alla suscettibilità, gli avevano sempre tenuto compagnia, in un certo senso. Ma non aveva mai saputo attribuir loro questo merito.

Mai, però, aveva visto quel sorriso così vicino a lui. E quello sguardo, ora intrecciato al suo, che prima cercava sempre di evitare.

Improvvisamente, quella vicinanza, lo mise terribilmente in imbarazzo.

«Uhm... Di nulla.» si limitò a rispondere, rialzandola e sistemandole le maniche dell'uniforme, che, scendendo leggermente, le avevano scoperto di poco le spalle.

Doveva trovare qualcos'altro da dire. Sembrava quasi che gli occhi della ragazza lo stessero implorando di dirle qualcosa. Qualsiasi cosa. Tutto pur di sentire la sua voce.

E questa volta, stranamente, Levi volle accontentarla.

«Ti va un caffè?»

Reina sgranò leggermente gli occhi, piacevolmente sorpresa.

«Certo! Dammi solo cinque minuti! Vado a cambiarmi, tanto il mio turno è finito da un pezzo. Aspettami vicino all'ascensore, se non ti è di disturbo ovviamente.»

«Certo, ti aspetto lì.»

Levi non le voleva chiedere il motivo per il quale fosse rimasta in ospedale oltre l'orario che segnava la fine del suo turno, poiché, in fondo, lo sapeva già.

E nel pensare ciò, non poté fare altro che accennare un lievissimo sorriso, che non scomparve nemmeno quando volse lo sguardo verso Eren per rimproverarlo nuovamente, mentre cominciava ad allontanarsi.

«Jaeger. Ringrazia che siamo in ospedale.»

«Le voglio bene anch'io!» rispose il più alto ridacchiando.

Una volta che Levi svoltò l'angolo, Reina si avvicinò ai due ragazzi, raggiante, e li abbracciò.

«Grazie grazie grazie grazie grazie! Sono in debito con voi.»

«Quanto ci scommetti che tra una settimana si fidanzano?» disse Eren scuotendo la testa, divertito.

Cinque minuti esatti dopo, lei era già di ritorno, con addosso un jeans nero strappato sulle ginocchia, una felpa grigia con una scritta stampata in bianco, delle Converse bianche, una borsa a tracolla e i riccioli ramati sciolti e disordinati.

«REINA, NON SI CORRE IN CORRIDOIO! SIAMO IN OSPEDALE, NON AL PARCO!» esclamò Petra Ral, guardando male Reina.

«Certo che quella non si fa mai i cazzi suoi.» borbottò Eren sottovoce, guardando la vice capo-reparto.

«PETRA, NON SI SCOPA CON I PAZIENTI. SIAMO IN UN OSPEDALE, NON IN UN BORDELLO!» rispose la ragazza, scompigliando i capelli dell'altra infermiera, appena le passò davanti.

Quest'ultima roteò gli occhi, sbuffando.

Eren e Armin se la ridevano sotto i baffi.

«Eren non si scopa!» sussurrò il biondo al più alto.

«Vale anche per te!»

E i due tornarono nella loro stanza, continuando a ridere, mentre Reina raggiunse Levi, con un sorriso smagliante sul volto.

"Ho una possibilità, non la sprecherò. Sarai mio, Levi. Io sono già tua."


n/a:
Questo capitolo forse è un po' più lungo degli altri, ma boh, Reina è un personaggio a cui tengo molto poiché, non solo per ora è l'unico inventato da me, ma soprattutto perché è quello a cui sto dando molto di me, diciamo così.

E nulla. Essendo un EREMIN voglio ovviamente soffermarmi su di loro (*^*), però penso che sarebbe carino un approfondimento dedicato ad altri personaggi, come Reina, Levi, Mikasa...

Coooomunque... CASINI IN ARRIVO ^-^

Okumaya devam et

Bunları da Beğeneceksin

1.4K 737 93
Immagini nella mia galleria di Xavier Schiller/Hiroto Kira!
11.3K 856 20
Dopo il primo combattimento con IT che fine avranno fatto i nostri perdenti? cercherò di raccontare il lasso temporale dei 27 anni dalla prima battag...
46.3K 2.4K 39
Where... Grace Martinez ha passato la sua intera vita sui campi da tennis. All'inizio non apprezzava molto questo sport, ma essendo una persona eccen...
195K 7.3K 69
«"Dimmi che non è un addio", così lontana ma anche così vicina» ⇨♥ «Lo sapevo che non te sarebbe andata bene, non sei il tipo de persona che da secon...