Io senza Te

By a_dreaming

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Disponibile su Amazon Kindle (gratis fino al 7 dicembre) https://amzn.eu/7laUnqu Se ti innamori della person... More

1* Incontri imprevisti
2* Numeri di telefono
3* Il terzo incomodo
4*Bmi e altri contrattempi
5* Intrugli
6* Sensi di colpa
7* Facciamo il punto
8* Scambi
9*Chiarimenti
10* Filosofia
11* Euforia
12* Disco
13* Un invito inaspettato
14* Diversivo
15* Messaggi
16* Allenatore
17* Fragilità
18* Serata inaspettata
19. Chiarimenti
20* Il piano
21. Amicizia
22. Punti deboli
23* Scelte
24* Grigliata
25* Confessioni
26* Occhi
27* A fine partita
28* Indecisioni
29* Uscita di gruppo
30* Tradimenti
31* Scontro all'alba
32* Cuori spezzati
33* Di male in peggio
34* Rivelazioni
35* Addii
36* Partita
37* Prove
39* Amici illuminati
40* Una canzone dolcissima

38* Ex

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By a_dreaming

Giovedì sera, sul divano di Ludo, guardiamo Grease sul canale nazionale, mentre nonna Pina balla impazzita a ogni canzone. Conosce tutti i testi a memoria, anche quelli dei cantanti maschili, e ancheggia scatenata.

«Ora noto una certa somiglianza», dico a Ludo, mentre guardo la nonna fare una piroetta, «pensavo che fosse una storia di copertura, perché siete diametralmente opposte, ma devo ricredermi.»

Una cuscinata in piena faccia colpisce anche il telecomando, togliendo momentaneamente l'audio alla televisione.

Prima che nonna Pina riesca a mettere le mani sui tasti, affrettandosi agitata perché c'è proprio la sua canzone preferita, sentiamo delle voci provenire dalla strada.

Scambio un'occhiata con Bea, che scuote la coda di cavallo e si rivolge a Ludo, la quale si alza verso la finestra.

«Ma cosa sta facendo?» urla dopo aver scostato la tenda. «Giuro che lo uccido.»

Senza nemmeno infilarsi le scarpe, si precipita fuori, al cancello, con i piedi nudi e una maximaglia che le copre appena il sedere.

Seguendo il suo esempio, sbirciamo la situazione dalla finestra, io scostando la tenda di sinistra, mentre Bea quella di destra.

«Oh, ma quello è»

«Enri»

«che parla con»

«Marco»

«che ha in mano»

«un paio di mutande di Ludo??!!» concludiamo all'unisono.

Ci scambiamo un'occhiata incredula, non siamo particolarmente amanti della biancheria di Ludo, ma conosciamo bene quella che ha acquistato nel suo periodo fluo, perché aveva inserti luminescenti al buio e ora, a meno che non si tratti di una coincidenza, sembra proprio che Marco stia mostrando delle mutande che brillano nella notte.

Senza troppe parole, seguiamo Ludo, giù per la scala, pronte ad assistere alla scena.

Ludo ha appena raggiunto la coppia e ha strappato le "prove" dalle mani di Rodda, che la guarda confuso.

«Sei completamente idiota?» gli sta dicendo, frapponendosi tra lui e il ragazzo confuso alle sue spalle.

«Io?? Non ero io quello che stringeva in pugno un paio delle tue mutande, davanti al cancello senza suonare, parlando da solo. Ho pensato che fosse uno stalker, o peggio!» risponde Marco infastidito.

«Lui è Enri!» lo avvisa Ludo, dandogli una spinta.

«Allora è peggio» dichiara il ragazzo imbronciandosi.

Ludo non lo considera e si gira ad osservare il ragazzo cresciuto che non vede da qualche mese. Sembra più alto, con le spalle più curve, sicuramente più magro di quanto non ricordassi. La mia migliore amica lo guarda, come se fosse un miraggio, irreale e bellissimo allo stesso tempo.

Sono felice che Rodda non riesca a vederla in faccia in questo momento, perché sono sicura che non gli sfuggirebbe la malinconia del suo sguardo.

«Ehi, scricciolo», dice infine Enri, prendendo Ludo tra le braccia, nascondendola a tutti. «Scusa se non ti ho chiamato, volevo farti una sorpresa», sussurra appoggiandole un bacio sui capelli.

Ludo non risponde, resta avvinghiata alla vita del suo ragazzo in erasmus come se non avesse altro a cui aggrapparsi, mentre Marco mi guarda completamente smarrito.

Gli sorrido incoraggiante, incrociando le braccia al petto, mentre Bea si avvicina a lui per prendergli la mano.

«Forse è meglio se entriamo», propongo ai miei amici, per lasciare un po' di privacy a Ludo.

«Non se ne parla!» risponde Marco, agitato come non lo avevo mai visto.

«Non puoi fare scenate, lascia che si chiariscano», lo rimprovera Bea.

«Ma lei è roba mia, adesso. Non posso permettergli di trattarmi così», inveisce, mentre lo trasciniamo in casa.

«Ti faccio notare, che tu per primo esci con lei, ma loro non si sono ancora lasciati ufficialmente», sussurro cercando di non farmi sentire.

«Una pausa è una rottura, lo sanno tutti, Sol», brontola. «Non entro in casa, resto qui, buono, sulle scale, ma non li lascio da soli. Quello ha le sue mutande, perdio», prosegue sedendosi sul gradino più alto, gesticolando in direzione della coppia, che ora sta parlando sottovoce.

«Non posso dargli torto», lo asseconda Bea, sedendosi accanto a lui. «Poi non possiamo perderci lo spettacolo», prosegue allegra.

«Nemmeno se vi propongo un po' di gelato?» tento.

«Oh, sì. Se vuoi portarlo fuori, ne mangio volentieri. Prendi tre cucchiaini», mi risponde Bea, senza togliere gli occhi dalla scena.

Quando torno fuori, con la vaschetta e i cucchiaini, noto che il motorino di Logan è in giardino. Deve essere arrivato in questi tre minuti, perché prima non c'era. Mi lascio cadere sulla sedia in plastica e fisso le piante come se potesse apparire da un momento all'altro, poi prendo il cellulare per controllare se ci sono messaggi, anche se ormai non ci spero più.

Non ha mai risposto al mio messaggio, non mi parla più da sabato sera e non mi guarda nemmeno in faccia. In cortile mi evita, se ci sono gli altri mi ignora e preferisce uscire con i suoi compagni di squadra piuttosto che stare con noi.

Bea, che ha parecchie conoscenze e il doppio degli occhi sparsi in giro, dice che nessuno l'ha più visto con una ragazza, ma la cosa non mi consola affatto.

«Quando è arrivato?» domando infine, ai due spioni davanti a me.

«Cinque minuti fa. Ha salutato ed è entrato. Era con Marika», risponde Bea, prendendo un cucchiaino di gelato.

«Dovevi andare da lui?» chiedo rivolta a Marco.

«Negativo. Stavo venendo da Ludo, volevamo approfittare del tempo mite per stare in terrazza...» sorride sornione.

«Te l'ho già detto. Ci sono cose che non mi interessano», lo ammonisco.

Rodda si gira a sorridermi, poi mi accarezza un polpaccio, visto che si trova più in basso rispetto a me.

«Sembrate due bambini. Non puoi andare a suonare il campanello e dirgli che lo ami?» mi rimprovera, terminando la carezza con un pizzicotto.

«Oh, certo. Suono, esce e gli dico ti amo», ripeto incredula, sfregando il punto dolente, «poi ci baciamo e viviamo felici e contenti.»

«Non funzionerà», mi appoggia Bea, continuando a mangiare il gelato.

«Per fortuna qualcuno ragiona, da queste parti», la ringrazio, dando un calcetto a Rodda.

«Però, Marco ha ragione. Vi aggirate come se vi fosse morto il gatto, vi spiate a vicenda, evitate di parlarvi, ma non fate altro che preoccuparvi di essere sempre nello stesso posto», dice rimettendo il cucchiaino nel contenitore.

«Io gli ho scritto, lui mi ha ignorata», ribadisco il punto.

«Tu non gli hai chiesto di vedervi, gli hai mandato un messaggio inutile. E ti sei giocata quel modo di comunicazione», prosegue Marco, scostandosi per vedere Ludo. «Se si baciano, muoio», si strugge.

«Smettila, siete così melensi che fate venire il diabete, è così presa da te che non si ricordava nemmeno che tornasse il suo ragazzo dall'Erasmus», gli fa notare Bea.

«Perché ha le sue mutande?» domando riportando l'attenzione sul punto centrale della questione.

«Non sono riuscito a farmelo dire, lei è arrivata troppo presto», sbuffa, appoggiandosi sui gomiti.

Scruto Ludo ed Enri, ora distanti e presi in una conversazione pacifica. Lo sguardo della mia amica è cambiato adesso, ogni malinconia è scomparsa, lasciando solo tanto affetto e tranquillità. Marco non ha niente di cui temere, Ludo è felice con lui, l'hanno capito tutti.

Al parco divertimenti li hanno sorpresi mezzi nudi sulla ruota panoramica e stavano addirittura per espellerli, se non fosse stato per Bea e la sua parlantina che ha distratto il controllore e ha permesso a Desdemona e Otello di scappare impuniti.

Io non l'ho visto, ero in terapia con Valla, il quale, dopo avermi sequestrato il telefono perché mi rendeva malinconica, ha deciso di portarmi su tutte le giostre più adrenaliniche, sostenendo che le endorfine mi avrebbero aiutato a dimenticare la tristezza. Non ho dimenticato, ma è stato divertente e l'ho persino battuto nella gara di motociclette.

«Ci siamo», dice Bea riportandomi alla realtà.

Fissiamo senza alcun pudore la coppia, mentre Ludo saluta con un bacio casto Enri e lui sale in macchina mesto e infelice. Lei, immobile, lo guarda allontanarsi dritta e fiera in mezzo alla strada.

«Ti porto una birra?»

La voce di Logan arriva, chiara e nitida. Mi volto di scatto e lo vedo, appoggiato al suo cancello, con le spalle rivolte nella sua direzione.

Stringo le mani e comincio a fissarlo intensamente perché si volti, ma riesco solamente a dare un calcio alla scatola di gelato.

«No, non bevo sulle storie finite», risponde Ludo, tornando verso le scale.

«Io credo che aiuti parecchio», lo sento rispondere con un tono un po' troppo alto, tenendo conto della distanza a cui si trova dalla mia amica.

«Posso farcela», risponde lei, freddandolo con lo sguardo.

«Sì, a volte lasciarsi tutto alle spalle è la decisione migliore per tutti.»

Non aspetta risposte e, senza nemmeno girarsi verso di noi, torna in casa percorrendo i gradini un paio alla volta.

«Che classe», dice Bea, rubandomi le parole di bocca.

«Allora, non ho sentito un messaggio in codice solo io», mi dispero, portando la testa tra le mani.

«L'hanno sentito tutti, capo. Che coglione», conferma Rodda, mentre Ludo ci raggiunge e si siede sulle sue ginocchia.

«Mi sei mancata», sfiorandole le labbra.

«Non fare mai più l'idiota. Mai. Non lo sopporto», risponde lei, picchiandogli il petto prima di baciarlo appassionatamente.

Io e Bea scambiamo un'occhiata e tratteniamo un ghigno.

«Mi dispiace, Sol. Non è stato proprio delicato», dice Ludo, guardandomi con compassione.

«Non importa, ci racconti?» chiedo per cambiare discorso.

«Erano le tue mutande con i pianeti?» mi fa eco Bea.

«Perché aveva le tue mutande?» si infastidisce Marco.

Ludo sorride triste, guardando il punto dove è scomparsa la macchina di Enri.

«Gliele avevo date io. Erano le sue preferite e pensavo che l'avrebbero aiutato a ricordarsi di me. Voleva restituirmele, ma io ho pensato che fosse meglio che le tenesse lui», spiega.

«No, no. Adesso vado a riprenderle. Tutta la tua biancheria è mia, adesso. Anche quelle calze orribili con i piedi», dice Marco, cercando di scrollarsi Ludo di dosso.

«Ci siamo lasciati, da amici. Lui resterà a vivere in Spagna. Ci ha invitato per le vacanze, se vogliamo andare a trovarlo», continua lasciando perdere le lamentele di Rodda.

«Non vai da nessuna parte, non a casa di quel tipo!» brontola ancora, ma sempre meno convinto perché Ludo gli sta accarezzando la nuca.

«Ha invitato anche te, testone!» lo informa, scuotendo la testa.

«Sarebbe bellissimo!» esclama Bea, che già si immagina là.

Sorrido distratta, fingendo di seguire i loro discorsi, ma con la frase di Logan in loop nella mente. "Lasciarsi tutto alle spalle", è questo che sta facendo? Non voglio credere che quello che ha detto di provare, possa svanire in pochi giorni, come un banale raffreddore. Altrimenti ha mentito, come ho sempre creduto.

«Sol, non farlo!» mi sgrida Bea. «Non ripensare alla storia di Logan a quello che dice la sua bocca sconcia e a tutti i suoi giochetti mentali!»

Abbasso la testa, colpevole. Vorrei essere capace di andare avanti e non preoccuparmi troppo, abile nel vedere oltre le difficoltà, sicura che per quanto brutto possa essere il momento, prima o poi passerà. Ma sono un'anima romantica e vedere tutto nero è uno dei miei passatempi preferiti.

«Ragazze, venite, non potete perdervi il gran finale!» ci chiama nonna Pina dalla porta.

«No, proprio non possiamo.»

Ci scambiamo uno sguardo complice ed entriamo, trascinandoci dietro anche Rodda, particolarmente intimidito.

Il volume è degno di un cinema multisala e nonna Pina, in pole position, ripete le battute dei dialoghi come se fosse la sceneggiatrice.

Ci stringiamo sul divano, tutti attaccati e ci godiamo il gran finale.

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