Scelti Dal Destino (#Wattys20...

By Silvie_Marie

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[COMPLETA] Alyssa sta per cambiare vita e se ne rende conto appena conosce il misterioso ed affascinante Garr... More

Cast
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Copertina da cambiare
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Ringraziamenti
Il seguito ~ disponibile
Garrett's POV ~ disponibile
[Merry Christmas] ~ racconto extra
[Happy New Year] ~ racconto extra
🔆QUALCOSA IN TE
🌙STAGE MELODY
Sondaggio ~ Spin-off
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Versione Inglese del libro
Un anno insieme!
Bloody Cake? Una band?
Il sito web dei Bloody Cake
⭐️Nuovo libro in lavorazione⭐️
NUOVO LIBRO : 東京喰種: [TSC]
DOPO SCELTI DAL DESTINO...
VERSIONE ALTERNATIVA

• 27 •

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By Silvie_Marie

Mi fermai stremata, le mani aperte sulle gambe piegate. Stavo riprendendo fiato. Non avevo fatto altro che correre, correre lontano da casa, da Garrett e da Amanda.

Questa, praticamente, era la prima vera pausa. I muscoli erano tesi e nelle vene mi circolava l'adrenalina.

Inspirai ed espirai chiedendomi perché Garrett avesse fatto una cosa del genere. Perché mi avesse mentito. Poi la risposta mi balenò nella mente, come una luce che si accendeva sopra la mia testa.

Voleva soltanto la parte esteriore di me, quella del mio corpo. Mi voleva soltanto per passare una notte di sesso frenato.

Eppure, quando stavo davvero per farlo, era stato lui a fermarmi. Tutta questa storia non aveva senso.

Scossi la testa e dopo aver riacquistato il normale ritmo del mio respiro, proseguii la mia corsa, allungandola il più possibile per evitare di dover nuovamente affrontare la situazione.

• • •

Corsi ancora per un'ora circa.

La rabbia e la frustrazione erano ormai svanite. Ora ciò che mi tormentava era il rimorso. Come avevo potuto lasciare Garrett in quel modo?

Ed ecco la parte più dolce e sensibile di me. L'Alyssa che aveva paura di sbagliare tutto, quella che si pentiva di ogni mossa. Quella debole.

Strinsi i pugni e continuai a correre, il respiro spezzato. Sapevo esattamente cosa volevo: non volevo essere presa in giro.

Delle lacrime mi sfuggirono dagli occhi e la brezza leggermente fresca di tarda mattina mi investì.

Mi fermai davanti alla zona pedonale del Tower Bridge. Avevo bisogno di pensare. Avevo bisogno di trovare riposte.

Un nome continuava a ronzarmi per la testa: Tessa. Necessitavo dei suoi consigli ora più che mai. Mi avrebbe dato delle dritte su cosa fare. Ora che non c'era più, ero incapace anche di risolvere i problemi. Era più facile scappare e lasciarsi tutto alle spalle che affrontare la mia vita... I miei sentimenti.

Sentivo qualcosa per Garrett. Ma non potevo avere la certezza che anche lui provasse quello che provavo. Poteva essere solo un'infatuazione o solo un modo per portarmi a letto. Non era la prima volta che capitava.

Avevo già commesso troppi errori. Non potevo commetterne altri.

Le lacrime mi scorsero sulle guance, le braccia appoggiate al bordo che separava me e il Tamigi.

Guardai attentamente l'acqua di un azzurro cristallino e inspirai a fondo il profumo. Così intenso, così tranquillizzante.

Scoppiai in un pianto incontrollato. Non mi importava delle persone che passavano. Potevano guardarmi come volevano. Potevano pensare: «Questa è così patetica.» Ormai la sola cosa che mi improntava era ritornare alla vita di tre settimane fa, quando la mia "ancora" c'era ancora.

Una parte di me era morta con lei e non potevo sopportarlo. La rivolevo indietro.

Il petto mi si gonfiò di rimorso e dolore. Mi misi una mano sulla bocca per soffocare i miei lamenti sommessi, ma servì a poco. Nonostante ci fosse un via vai di motori rombanti e voci, le persone che mi passavano accanto potevano chiaramente sentirmi.

Volevo essere diversa. Volevo essere capace di essere estranea alle emozioni. Volevo non dover più sentirmi così... rotta, a pezzi.

Digitai in fretta il numero di Cassie sul mio cellulare. Tirai su col naso mentre lo sentivo squillare.

«Pronto?» chiese Cassie con voce cantilenante.

Sospirai, reprimendo un altro gemito di dolore che mi soffocò la gola.

«Cassie, sei libera?»

«Sì» rispose dopo un lungo silenzio. La sua voce era incerta. «Stai bene?»

«No, ho bisogno di parlarti.» Scoppiai in un altro pianto, senza riuscire a fermare i singhiozzi.

«Oh, Alyssa. Certo, vieni» rispose, la voce intrisa di preoccupazione e sorpresa. Di solito ero più controllata e non scoppiavo a piangere come se mi avessero tagliato ogni parte del corpo. Eppure, il dolore che provavo, sempre nei limiti dell'immaginazione, era quello.

Annuii, la salutai tra un singhiozzo e l'altro. Chiusi la comunicazione e, facendomi coraggio, mi pulii le ultime lacrime sul viso.

• • •

«Stai scherzando?» esclamò Cassie dopo che le avevo raccontato tutto. Eravamo sedute sul letto, una sdraiata accanto all'altra.

«No, no. Si è precipitata a casa nostra per vedere se Garrett stesse bene; come scusa é assurda.» Sospirai, nascondendo il viso col braccio.

Cassie mi diede una leggera gomitata. Si mosse e mi costrinse a togliere il braccio.

«Ehi» incalzò dolcemente. Ora era punteggiata sul braccio. «Stando a quello che mi hai detto, Garrett non può averti detto una bugia.»

Invece lo aveva fatto. Ne ero sicura. Lo fanno sempre, i ragazzi pieni di sé come Garrett.

«Se ha rimproverato così Amanda significa che non stanno insieme» si affrettò ad aggiungere la mia migliore amica.

Accennai un sorriso triste con le labbra. Cassie si mise a ridere e le scoccai un'occhiata storta.

«Alyssa» chiamò d'un tratto seria. «Ho una cosa da dirti; io e Van ci stiamo frequentando. Credi davvero che la relazione nostra possa funzionare?»

Girai la testa a tre quarti, fissandola incredula. Qualche residuo di lacrime si era seccato sul mio viso. «Perché non dovrebbe funzionare?»

Lei scrollò le spalle fissando il soffitto color pesca. «Non lo so» commentò pensierosa, la fronte aggrottata. «Forse è troppo complicato. Tu e Garrett. Io e Van.»

Roteai gli occhi. «Io e Garrett non stiamo insieme» bofonchiai in mia difesa, incassandomi nelle spalle. «Almeno non proprio.»

Cassie mi stava fissando con un mezzo sorriso, complice e divertita. «Come no, Alyssa.»

Si alzò a sedere, le gambe incrociate. Feci lo stesso e in baleno mi ritrovai ad abbracciarla.

Quando mi scostai, mi prese le mani.

«Sai, in una relazione è normale avere alti e bassi. Non può sempre andare bene. L'importante è risolvere le divergenze.»

Mi diede del tempo per riflettere sulle sue parole e una volta fatto, ne feci tesoro. Ora sapevo cosa dovevo fare una volta tornata a casa.

«E se vuoi essere una persona diversa» aggiunse, sorridendomi. «il primo passo è ammettere ciò che provi per Garrett. Anche lui sicuramente prova lo stesso per te.»

Sbuffai. Cassie mi stava guardando con finta disapprovazione. Quello sguardo mi fece scoppiare in una risata e lei sorrise, un sorriso squillante e solare.

«E non tormentarti per la morte di Tessa. Non è colpa tua.» La sua voce era tesa.

Annuii seria. Ogni traccia di divertimento era scomparsa sul mio viso.

«Mi manca tanto» confessai, la gola che si stringeva a causa delle lacrime che stavo trattenendo.

«Lo so, manca anche a me» disse, prendendomi in un altro abbraccio. Chiusi gli occhi e riuscii a tranquillizzarmi, nonostante il costante bisogno di piangere e il dolore che mi riempiva il petto.

• • •

Mangiai il pranzo, un panino con Cassie. Restammo a parlare ancora per un po' finché non suonò il campanello.

Guardai Cassie con disappunto e lei scrollò le spalle, alzandosi dal divano. Appoggiai il gelato al cioccolato sul tavolo di fianco e osservai Cassie aprire la porta.

Dalla sua espressione all'improvviso piena di gioia ed entusiasmo presunsi fosse Van, ma appena Cassie fece entrare il misterioso ragazzo che aveva suonato il campanello, mi ci vollero pochi istanti per riconoscerlo.

Emisi un gridolino di entusiasmo e corsi ad abbracciarlo. Per poco non lo feci cadere dalla foga con cui lo abbracciai.

Mi persi nel suo abbraccio.

«Ehi, fai piano, Adams» esclamò sorpreso e divertito Douglas, spolverandosi la camicia nera. Gli sorrisi, felice di rivederlo.

«Scusa, ma era da tanto che non ti vedevo. Mi sei mancato» esclamai, mentre lo abbracciavo di nuovo, questa volta più delicatamente e contenuta.

Mi prese la testa e mi fece scostare. Stavo per protestare quando le sue labbra si posarono sulla mia fronte. «Mi sei mancata anche tu.»

Cassie, intanto, aveva già portato le valigie di suo fratello in casa e si stava godendo lo spettacolo con un sorriso complice, la mani sui fianchi stretti.

Mi staccai e sorridendomi, chiuse la porta dietro le sue spalle. Mi presi qualche attimo per ispezionarlo. Non era cambiato molto.

Era il solito ragazzo premuroso e intrigante, un sorriso dolce dipinto sulle labbra sottili, dei capelli biondi corti tutti spettinati, occhi blu cristallini, fronte alta e naso sottile.

Oltrepassò Cassie per andare in cucina. Lì prese una limonata dal frigorifero con tutta calma se la versò nel bicchiere. Cassie mi stava affiancando.

Mi diede un buffetto sul braccio e la mia attenzione cadde su di lei.

«Allora... Perché sorridi così?» chiese, ammiccando. Alzai le spalle, cercando di diventare seria ma ero troppo felice per il ritorno di Douglas. Ero molto legata a lui, prima che si trasferisse per lavoro a Leeds.

Cassie mi ispezionò e dopo un attimo, diffidente mi fece un rapido sorriso. «Okay» liquidò il discorso sapendo che non le avrei detto nulla. «Doug che cosa ti porta a Londra senza preavviso?»

Douglas aveva appena finito di bere. Alzò lo sguardo e squadrò sua sorella che alzò le spalle in segno di autorità.

«Affari, sorellina.»

«Che tipo di affari, Doug?»

«Oh, Adams» mi si avvicinò con una scintilla divertita negli occhi. «Non puoi immaginare quali.»

Cassie alzò gli occhi al cielo. Doug e lei non andavano molto d'accordo. Erano come gatto e cane. Forse solo io e Tessa eravamo così legate.

Deviai il pensiero da Tessa e mi costrinsi a rimanere ancorata alla realtà. Il passato era passato. Ora quello che contava era il presente.

«Doug, taglia corto e dimmi che cosa ci fai qui» lo rimproverò freddamente Cassie.

Doug sbuffò, sottendo divertimento.

«Ho saputo di una nuova band ed essendo che ho dei contatti con la VIRGIN EMI RECORDS... Ho pensato di sentirli.»

Sbattei le palpebre. Non si riferiva mica... No! Impossibile!

Mi ricomposi sotto l'espressione indecifrabile di Doug. «Bene. Credo che Alyssa li conosca.» Piegò la testa di lato e mi scoccò un rapido e luminoso sorriso. «Sono i Bloody Cake.»

«Cosa?» sbraitai a fior di labbra, il cuore a mille e l'adrenalina che pompava nel sangue.

Doug mi guardò confuso. «I Bloody Cake. Sì, beh, il loro discografico un certo Mr. Smith mi ha contatto proprio ieri e mi ha chiesto di prenderli in considerazione per il festival del prossimo fine mese.»

Ah!

Ora aveva tutto un senso! Amanda non si era inventata una scusa, davvero aveva delle novità da comunicare a Garrett. Mi sentii una stupida ed arrossii involontariamente.

«E poi quando mi hanno accennato un po' della band e della nuova web designer, beh, non ho perso tempo. Sono così felice per te, Adams.» Mi circondò con le braccia, cogliendomi di sorpresa.

Guardai di soppiatto Cassie che stava scuotendo la testa e disapprovava tutto ciò. In effetti non aveva neanche accennato nulla su Cassie.

Appena mi scostai, Cassie diede un pugno sul braccio al fratello. «Doug!» lo ammonì, la voce furibonda. Doug trattenne un grido, colto di sorpresa e dal male. Si massaggiò il braccio, lanciandole un'occhiata piena di rabbia.

«Perché diavolo non mi hai avviata?» Cassie si mise le mani tra i capelli, frustrata. «La casa è un disastro... E stasera ho promesso di uscire con Van.»

«Aspetta un secondo» la interruppe, il tono sorpreso, Dough. «Chi è Van?» La voce assunse un tono accusatorio.

Cassie alzò gli occhi al cielo, snervata.

«Non sono più affari tuoi caro fratello.»

Doug smise di massaggiarsi il braccio e scoccò a Cassie uno sguardo infuocato.

«Oh, invece sono ancora affari miei. Sono tuo fratello» borbottò lui con enfasi.

«No e comunque è una questione fra me e te» liquidò irritata il discorso. Poi mi rivolse un sorriso di circostanza. «Mi spiace Alyssa. Mi sa che il nostro pomeriggio donne é saltato.» Guardò obliquamente Doug che mi mimò con le labbra un «Scusa.»

Annuii e li salutai entrambi prima di uscire.

Una volta fuori, piegai le labbra in un sorriso nel sentirli discutere sommessamente.

S/M

Ciao! Prima di tutto mi scuso per non essere riuscita ad aggiornare, ma il poco tempo a mia disposizione e la poca connessione (la maggior parte delle volte assente) me lo ha impedito. Spero vivamente che questo capitolo sia di vostro gradimento.
Come sempre vi voglio ringraziare per essere cosi gentili e fantastici da leggere, commentare e votare il mio libro. Per me conta tantissimo, quindi un grazie di cuore a voi che rendete un sogno una vera e propria realtà.
Vi aspetto al prossimo capitolo. xx

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