Scelti Dal Destino (#Wattys20...

By Silvie_Marie

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[COMPLETA] Alyssa sta per cambiare vita e se ne rende conto appena conosce il misterioso ed affascinante Garr... More

Cast
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Copertina da cambiare
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Ringraziamenti
Il seguito ~ disponibile
Garrett's POV ~ disponibile
[Merry Christmas] ~ racconto extra
[Happy New Year] ~ racconto extra
🔆QUALCOSA IN TE
🌙STAGE MELODY
Sondaggio ~ Spin-off
Gruppo WhatsApp
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Versione Inglese del libro
Un anno insieme!
Bloody Cake? Una band?
Il sito web dei Bloody Cake
⭐️Nuovo libro in lavorazione⭐️
NUOVO LIBRO : 東京喰種: [TSC]
DOPO SCELTI DAL DESTINO...
VERSIONE ALTERNATIVA

• 24 •

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By Silvie_Marie

Alle undici circa, la serata si era quasi conclusa. Un pasto delizioso, delle conversazioni interessanti. Insomma in quelle ore avevamo parlato di tutto senza tralasciare il futuro della band.

Durante la serata riconobbi Mr. Smith. Non era solamente il leader dei Bastille, no, era qualcosa di più. Faceva parte della band che Tessa mi aveva fatto conoscere quando ancora vivevamo a Milano.

• • •

«Allora, cosa ne pensi?» Tessa mi stava urlando nell'orecchio per farsi sentire sopra il brusio della gente attorno a noi che stava gridando, parlando e sospirando. Tutti aspettavano che le luci si spegnessero.

La guardai riluttante. Non conoscevo molto bene la band, ma avevo sentito un paio delle loro canzoni su consiglio di mia sorella. Ed alla fine dovetti ammettere che erano bravi.

Dopo due mesi circa averli conosciuti, Tessa scoprì con sua grande sorpresa e felicità che tenevano un concerto proprio a Milano per pubblicizzare il loro album.

A giudicare dalla gente che circondava il palco circolare, dove eravamo anche noi, e le persone che si sedevano sulle scalinate, questa band nonostante fosse "nuova" aveva conquistato molti fan.

«Non lo so...» dissi soprappensiero, guardandomi ancora intorno. Il palazzetto era grande e ai lati delle pareti, in cima, c'erano degli schermi che facevano pubblicità di altri concerti.

«Aspetto di sentirli dal vivo.»

In effetti, nonostante fossi intrigata dalla voce del leader ed affascinata dal modo in cui gli altri componenti della band suonavano, non li avevo mai sentiti dal vivo. E potevano essere più bravi oppure essere l'esatto opposto.

Tessa mi prese la mano. Si fece scappare uno squittio, emozionata. Strinsi la sua mano, sorridendo da un'orecchio all'altro. Mi piaceva vedere Tessa felice. La felicità che riusciva a sprizzare era contagiosa.

Le luci finalmente si spensero e un coro di persone intonarono il loro nome. E dopo qualche attimo iniziò il concerto che fu uno spettacolo.

• • •

La voce di Garrett mi riportò alla realtà, frantumando come uno specchio quel felice ricordo di Tessa.

Oh, Tessa.

«Tutto okay?» Garrett sembrava preoccupato. Mi strinsi nelle spalle e sospirai, abbandonando il ricordo.

«Mm... Sì... Credo» replicai, la voce impastata. Incrociai il suo sguardo e nei suoi occhi verdi intravidi preoccupazione.

«Okay» commentò dopo un po', diffidente. Tesi le labbra in un sorriso di circostanza e lui fece correre il pollice sul mio labbro.

«Sicura?» chiese dolcemente mentre mi stringeva l'altra mano.

Annuii, perdendomi nei suoi occhi.

Lui sospirò di sollievo e inarcò le labbra in un sorriso dolce e sincero. Per un attimo pensai di aver perso la capacità di respirare.

«Devo avere l'album pronto per il prossimo mese» stava comunicando Mr. Smith, attirando la nostra attenzione. Mi ricomposi in un'espressione formale. «E una pubblicità d'effetto con tanto di set fotografico.»

Wow! Questo discografico faceva sul serio! Era impressionante come al primo colloquio, già bizzarro in un ristorante, mettesse in chiaro ogni punto.

«E la vostra web designer» continuò Mr. Smith dandomi una rapida occhiata. «ha un compito decisivo.»

Sentii gli occhi di tutti puntati su di me. Guardai le mani intrecciate nascoste sotto il tavolo, reprimendo la sensazione di imbarazzo.

Il silenzio era calato sul piccolo tavolo, mentre dagli altri tavoli riecheggiavano risata e grida.

Garrett mi mise una mano sulla spalla. Alzai lo sguardo percossa dai brividi.

«Sono sicuro che farà il suo lavoro in modo egregio» disse il mio coinquilino con una tale sicurezza da farmi mancare il respiro.

Lo guardai negli occhi per scorgere una presa in giro ed in essi vidi solamente sincerità. Qualcosa che mi fece rassicurare e in un attimo la timidezza si trasformò in sfrontatezza.

Guardai con un sorriso obliquo Mr. Smith che mi stava studiando, la fronte aggrottata.

«Sarà meglio per lei» disse riluttante.

Mr. Smith ci aveva spiegato, durante la serata, il sistema del mondo musicale e che ognuno, sopratutto in una band, svolgeva un ruolo decisivo per il futuro della stessa. Dal cantante allo stesso discografico.

In sintesi, dopo le sue parole, la preoccupazione che avevo perso dopo la notizia che la band era stata assunta, mi aveva travolto come una folata di vento improvvisa, inaspettata.

Il pensiero di nuocere al futuro dei Bloody Cake...

«Ho bisogno di dirti una cosa in privato.» Garrett mi aveva circondato il collo col braccio, le sue labbra sfioravano il mio orecchio.

Rabbrividii colta dalla sorpresa.

Gli annuii mentre lui incominciava ad alzarsi e io buttavo giù l'ultimo sorso di vino.

Era stato anche merito del vino che mi ero sciolta. Se fosse stato per me, a quest'ora ero ancora impalata sulla sedia senza aver professato parola durante la serata.

Lo sguardo di Amanda si posò sulle dita di Garrett intrecciate alle mie. La guardai di soppiatto e mi accorsi che la sua espressione era gelida, impassibile. Feci finta di niente, trattenendo a stento un sorriso.

In un attimo stavo attraversando la sala gremita di tavoli, mano nella mano di Garrett. Il contatto mi fece aumentare i battiti.

Finimmo nel corridoio prima dei due bagni.

Garrett mi spinse contro la parete con una delicatezza che mi fece tremare le ginocchia.

Mi raggiunse in un battito di ciglia. Ora era davanti a me, gli occhi verdi che saettavano nei miei.

«Garrett perché mi hai portata qui?» chiesi in un sussurro spezzato.

Lui mi sorrise maliziosamente.

«Sai benissimo il perché.»

Le sue dita stavano ispezionando il mio corpo, rendendomi impotente e... Desiderosa.
Scossi la testa, mordendomi il labbro. I miei occhi ancora nei suoi.

«Garrett...» protestai impotente.

Garrett mi scoccò un'occhiata sensuale.

Il suo pollice si fermò sulle mie labbra schiuse, zittendomi all'istante.

Lo guardai sbattendo le palpebre deliziosamente scossa.

«Lo so benissimo» stava sussurrando nel mio orecchio. Percepivo il suo respiro stuzzicarmelo. «Ma non posso aspettare.»

Feci passare la lingua sulle labbra schiuse e Garrett mi osservò lascivo.

Mi afferrò la vita e mi attirò a sé in un movimento rapido e delicato.

Ansimai, non riuscendo più a controllarmi.

"Per l'amore del cielo, Alyssa" mi riprese la mia vocina sottendo divertimento nella voce ferma. "Datti un contegno."

Deglutii nervosamente, mordendomi il labbro.

«Lo so che mi vuoi come io ti voglio.» Aveva il fiato corto e quella consapevolezza mi fece mozzare il respiro.

Una sensazione che non riuscii a controllare scoppiò nel mio petto, lasciandomi esterrefatta.

Lo volevo. Adesso, qui, ora.

Non era il luogo appropriato e lo sapevo benissimo. Però, per la prima volta nella mia vita, non mi importava. Mi bastava averlo, sentire le sue dita su di me.

Quella sensazione di beatitudine, felicità e impotenza, mi stava già annebbiando la mente, mettendo ogni altra sensazione a tacere nel profondo.

Mi sentivo benissimo ogni volta che lui mi
toccava. Perché negarmi questo piacere?

«Garrett, per favore» ansimai.

Avevo il petto in fiamme e desideravo con tutta me stessa che mi toccasse. Volevo sentire le sue dita sulla mia pelle. Volevo sentire le sue labbra sfiorarmi il ventre...

«Sì?» replicò lui, incurvando la bocca in un sorriso lascivo.

La sua mano scese sulle mie natiche e mi spinse ancora di più contro i suoi jeans ruvidi.

Gemetti per la sorpresa, vogliosa di lui più che mai.

Lui sogghignò, la soddisfazione che sprizzavano i suoi occhi verdi era come una droga.

«Cosa hai intenzione di fare?» domandai di punto in bianco, il cervello in pappa e la voce bassa, il respiro era un soffio tra i denti.

Il suo pollice percorse il mio labbro inferiore e io, presa delle emozioni confuse che ardevano nel mio petto, glielo sfiorai con i denti mordicchiandoglielo lentamente.

Gli occhi di Garrett stavano scintillando, maliziosi, sensuali e lascivi.

Wow!

«Whoa... La studentessa è aggressiva. Non sapevo di questo tuo lato... Selvaggio.»

Con una mano sul mio sedere, mi sollevò bruscamente, facendomi nuovamente gemere e strinse ancora di più la presa su di esso.

Mi morsi il labbro, non potevo aspettare.

Non potevo aspettare. Lo volevo ora.

Per un momento sperai che gli altri non si accorgessero della nostra assenza prolungata. Il solo pensiero di dover aspettare mi fece rabbrividire.

«Alyssa, ti voglio con tutto me stesso, dal primo giorno in cui ti ho vista» sussurrò lui e i miei battiti accelerarono.

Mi baciò il lobo e poi scese sul collo con le labbra, per poi salire sul mento. Me lo sfiorò con  i denti e chiusi gli occhi, godendo a pieno quella sensazione.

Afferrò i miei capelli in un pugno e li tirò indietro, scoprendo la gola che riempì di baci delicati.

Ansimai silenziosamente, consumata sino alle ossa dalla piacevole sensazione delle sue carezze. In quel momento mi accorsi che lui mi importava più di quanto volessi ammettere .

«Voglio possedere ogni tuo gemito, ogni tuo respiro, ogni tuo sorriso. Voglio essere tuo, Alyssa e vorrei che tu fossi mia.»

La sua voce era bassa e cupa, come se non avesse mai pronunciato quelle parole nella sua vita. E sapevo benissimo perché: lui era il predatore e in genere le ragazze gli cadevano ai piedi. Come Amanda.

Le sue labbra si appoggiarono alle mie.

Trattenni il fiato, sperando che quel tocco andasse più a fondo, ma non fu così.

In un attimo sentii le sue labbra scostarsi dalle mie. Aprii di scatto gli occhi, un'espressione amareggiata mi colorava il viso.

Garrett arricciò le labbra e fece passare il pollice sul mio zigomo. Mi protesi verso il suo tocco.

Si avvicinò al mio orecchio, il suo respiro me lo sfiorava, una carezza così dolce da farmi gemere sommessamente.

«La serata non è finita» disse Garrett, la voce bassa che mi entrava chiara nell'orecchio. Dei brividi mi percorsero la schiena. «Ma potremmo assentarci con una scusa.»

Mm... L'idea era deliziosamente invitante. Così irresistibile che non potei evitare di leccarmi le labbra.

«Vedo che anche tu non aspetti altro.» Mi mordicchiò forte il lobo, facendomi ansimare.

Mi aggrappai alle sue braccia e strinsi forte mentre la sua lingua si stava muovendo sulla zona arrossata.

«Dimmelo» disse d'un tratto Garrett, stringendomi i capelli e strattonandomeli.

«Cosa?» ansimai troppo distratta dal piacere per ragionare.

«Dimmi che mi vuoi.» Nella sua voce percepii supplica e desiderio.

«Garrett...» mugolai, mentre le sue labbra stavano nuovamente baciando il mio collo.

«Dimmelo» sussurrò contro il mio collo e riprese a baciarlo, fino all'attaccatura dei capelli.

«Ti voglio» dissi stremata dall'attesa cercando con le dita i suoi capelli. Appena li trovai, li strinsi forte.

Percepii un sorriso ilare mentre inspirava a fondo, come se desiderasse quelle parole da una vita.

Riaprii gli occhi e me lo ritrovai vicino. Gli occhi verdi divertiti che tradivano un sentimento più radicato, più dolce.

Mi afferrò la gamba con lo spacco, se la mise alla vita e con minuziosa calma percorse ogni centimetro della mia pelle con le dita, senza distogliere lo sguardo dal mio.

Mi ritrovai a mordicchiarmi più volte il labbro, il petto in fiamme e i polmoni che avevano bisogno d'aria.

La mia coscia stava ardendo sotto il suo tocco. Le sue dita si addentrarono ancora di più, sfiorandomi il tessuto nero.

«Non mi importa se per te sono il classico ragazzo che le vuole tutte ai propri piedi» stava sussurrando Garrett, accarezzandomi l'interno della coscia. «Non faccio che pensarti e per una notte vorrei sentire il profumo della tua pelle perlata dal sudore.»

Oh.

Non dissi nulla poiché dopo quelle parole, così dolci, sensuali e provocanti avevo completamente perso le parole.

«Garrett» chiamai dopo un lungo silenzio. «Per favore.» Lo stavo pregando. Non mi era mai successo nella vita di desiderare così tanto qualcuno.

Lui appoggiò le labbra sulla mia guancia, scoccandomi un leggero e casto bacio.

«Studentessa» mormorò lentamente, rendendo il mio nomignolo ancora più sexy.

Mi morsi il labbro, lasciva. I suoi occhi verdi saettarono sul mio labbro che stavo trattenendo tra i denti troppo a lungo.

«Non faresti un torto al tuo ragazzo?»

Eh?

Lo guardai sbattendo le palpebre, scossa. L'unica volta che lo desideravo, metteva in ballo la bugia che avevo inscenato per evitare tutto ciò.

Sospirai, abbassando lo sguardo.

«Non lo so» riuscii a dire, pentendomi di averlo desiderato. Era sbagliato. Tremendamente sbagliato.

Le sue dita raggiunsero il mio mento e me lo alzarono. Incontrai il suo sguardo sincero e dolce.

«E tu non faresti un torto ad Amanda?» domandai prima che lui potesse dire qualcosa.

Le pupille di Garrett si dilatarono per la sorpresa. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la sua mascella si strinse quasi subito e il suo viso si indurì.

Accidenti! Che cosa avevo fatto?

La mia vocina interiore stava scuotendo la testa in un ammonimento silenzioso. Mi morsi il labbro, dispiaciuta di aver rovinato questo momento.

Ero una completa idiota!

«Io ed Amanda» incalzò lui, le pupille ancora dilatate. «Non è come credi» disse infine, conciliatorio.

Ah.

«Allora perché ti fai baciare?» domandai a fior di labbra senza nemmeno rendermi conto di aver pronunciato la frase ad altra voce.

Lui si strinse nelle spalle. «Non lo so» Sospirò, frustato. «Credo che ormai sia un'abitudine. Come un saluto.»

Eh?

Rimasi a bocca aperta, esterrefatta. Un bacio così profondo e lungo significava qualcosa di più di un semplice saluto. Mi rifiutai di credere alle sue parole, nonostante la nota di sincerità che esse emanavano.

Le sue dita corsero lungo il mio mento, chiudendomi la bocca. Stava trattenendo una risata. Ah, quanto mi dava sui i nervi.

Lo fulminai con lo sguardo e lui mi scoccò un'occhiata sensuale, un sorriso lascivo gli arricciava le labbra.

«Sei irresistibile quando mi guardi male» commentò Garrett, abbandonandosi a una risata controllata.

Incrociai le braccia al petto, ancora infastidita dal suo commento per quanto riguardava la situazione tra lui ed Amanda.

Lo osservai, una linea dura mi solcava le labbra.

«Eddai, Alyssa» mi riprese benevolente Garrett stringendomi la parte più interna della coscia. Gemetti per la sorpresa. «Lo sai che io ed Amanda non stiamo davvero insieme.»

«Non osare distrarmi con le tue mosse da Signore Del Piacere Sfrenato» sibilai a denti stretti.

Chiuse immediatamente la bocca e la poca ilarità che scorsi nella sua espressione, scomparì. Ora era serio, la mascella stretta.

«Alyssa e io cosa dovrei dire che non sei mia?» esclamò Garrett, la voce frustata.

Sbattei le palpebre. Schiusi la bocca per ribattere ma il suo dito che si appoggiò sulle mie labbra, mi impedì di dirgli la verità.

«Sai, ho cercato in tutti i modi di farmene una ragione» Sospirò, mettendosi una mano tra i capelli. «Ma non ci sono riuscito.»

«Ho sempre pensato di poter combattere il dolore con il sesso, ma quando ti ho conosciuta... Beh» Si strinse nelle spalle, gli occhi verdi erano colmi di rabbia e risentimento. Il dolore mi riempì il petto. «credo di aver capito che solo avendoti vicino, il dolore diventa qualcosa di insignificante.»

Si stava confidando. Il dolore al petto si tramutò in piccole scintille di desiderio che scoppiavano. Non avrei mai pensato di fargli questo effetto.

«Io... Non so cosa fare, Alyssa» sussurrò contro il suo dito ancora sulle mie labbra. «Ho un disperato bisogno di te.»

Appoggiò la fronte alla mia ed inspirò profondamente mentre mi lasciava il tempo di meditare sulle sue parole così profonde e cariche di promesse.

Mi resi conto che nonostante tutto quello che potevo pensare, lo avevo sempre voluto. Ne ero attratta anche io sin dal primo giorno. Me non sapevo se sarebbe stata la scelta giusta. Forse lo era.

Il ricordo della notte con Charlie, il dolore provato dopo che se ne era andato e la sensazione di essere sporca mi fecero rabbrividire.

Garrett mi strinse a sé in un abbraccio, lasciando lentamente la mia gamba per immergere le dita nei miei capelli ed accarezzarmi lentamente.

Chiusi gli occhi, godendomi quel momento: i nostri respiri affannosi che si univano ai battiti irregolari del cuore. Il suo profumo che mi inebriava le narici e le sue mani che mi tenevano dolcemente la nuca.

Qualcosa a cui non potevo resistere e nemmeno privarmene.

«Dimmi cosa ti tormenta» sussurrò lui contro il mio orecchio, dolcemente. Troppo dolcemente. «Voglio sapere quello che ti tormenta e voglio liberartene.»

Sorrisi, inspirando a fondo il suo profumo.

«Garrett» Mi scostai dall'abbraccio. Le sue mani si posarono sulle mie braccia, mentre i suoi occhi cercavano i miei.

«Sí?»

Deglutii nervosamente, riluttante. Non ero ancora pronta a ripercorrere il ricordo di Charlie. «Io... Non riesco» confessai tutto d'un fiato, immergendo la fronte nell'incavo del suo collo.

Delle lacrime minacciavano di uscire ma le trattenni mordicchiandomi il labbro.

Garrett mi avvolse nelle sue braccia e mi sentii al sicuro. Il peso nel petto diminuì e le lacrime che mi pungevano gli occhi si ritirarono.

«Grazie» dissi debolmente dopo essermi scostata. I suoi occhi incontrarono i miei e la sorpresa di vederli velati di tristezza mi fece sussultare.

«Alyssa, voglio davvero aiutarti.» Mi fece un debole sorriso e mi sfiorò la guancia col pollice. «Quando ti sentirai pronta, sono sicuro che ti confiderai con me.»

«E fino a quel momento?»

Lui sogghignò, ammiccando.

«Fino a prova contraria, continuerò a desiderarti.»

«Interessante come risollevi il morale» commentai sfoggiando un sorriso lascivo. I suoi occhi verdi erano torbidi.

«Oh, non ne hai neanche idea, studentessa» disse con enfasi, prendendomi per mano e sorridendomi, ritornammo al tavolo.

S/M

Ciao! Come state? Grazie, grazie e grazie mille a tutti quelli che leggono "Scelti Dal Destino". Ora siamo in 11.700. Siete sempre il Top! Che cosa succederà nel prossimo capitolo? xx

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