Scelti Dal Destino (#Wattys20...

بواسطة Silvie_Marie

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[COMPLETA] Alyssa sta per cambiare vita e se ne rende conto appena conosce il misterioso ed affascinante Garr... المزيد

Cast
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Ringraziamenti
Il seguito ~ disponibile
Garrett's POV ~ disponibile
[Merry Christmas] ~ racconto extra
[Happy New Year] ~ racconto extra
🔆QUALCOSA IN TE
🌙STAGE MELODY
Sondaggio ~ Spin-off
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Versione Inglese del libro
Un anno insieme!
Bloody Cake? Una band?
Il sito web dei Bloody Cake
⭐️Nuovo libro in lavorazione⭐️
NUOVO LIBRO : 東京喰種: [TSC]
DOPO SCELTI DAL DESTINO...
VERSIONE ALTERNATIVA

• 17 •

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بواسطة Silvie_Marie

Questo capitolo contiene una canzone inedita dell'autrice che è soggetta a copyright canzoni © by @Silvie_Marie. È vietata, quindi, la riproduzione di questi testi.

• • •

Aprii la porta e, senza neanche lasciare il tempo di schiudere la mia bocca, due braccia mi circondarono in un abbraccio.

Sospirai, cercando di nascondere l'irritazione che provavo nella continua invasione del mio spazio. Questa volta, però non era stato Garrett, bensì, con mia sorpresa, Kelly.

Mi staccai, dopo poco, dal suo braccio e lei mise il broncio, i suoi occhi marroni e grandi mi stavano guardando. Si intonavano  perfettamente alla grossa, aggrovigliata matassa di capelli castani che aveva lasciato liberi.

Le sorrisi timidamente mentre le sue mani tenevano strette le mie braccia nude.

«Sono così contenta di rivederti.» La sua voce era stridula e piena di gioia al col tempo. Sospirò come se si stesse riprendendo da dei ricordi e proseguì con un sorriso dolce sulle labbra. «Non vedo l'ora che inizi questa festa.»

Al pensiero che non le andasse bene, cosa che spesso accadeva se commettevi il terribile errore di invitare Kelly a qualsiasi evento, persi due battiti del cuore. Le mie pupille si dilatarono impercettibilmente e per mascherare il disagio, piegai le labbra in un sorriso di circostanza.

«Già, sarà uno sballo» commentai senza smettere di sorridere, mentre Finn mi sfoggiava uno dei suoi sorrisi più sinceri e felici. Amanda che mi aveva raggiunta da poco, spostò prima gli occhi su di me e poi su Kelly, sbuffando. Dire che era annoiata era un eufemismo ed estraendo il suo cellulare dalla borsa, incominciò a messaggiare, ritornando nel salotto.

Appoggiai un braccio alla porta aspettando che tutti e tre entrassero poi, chiudendola dietro di me, raggiunsi Finn e incominciai a presentare la band ai miei amici.

«Avremmo anche una sorpresa da mostrarvi» intervenne Garrett sorridendomi dopo aver stretto la mano a tutti.

Mentre stringeva quella di Finn, le sue labbra si erano piegate in uno dei suoi ghigni presuntuosi e io scossi il capo.

In un battito di ciglia Garrett mi si affiancò. Mi mise un braccio sul collo, attirandomi verso di lui.

«Non è vero, Alyssa?» I suoi occhi ardevano nei miei. Feci un leggero cenno con la testa e, deglutendo, mi feci forza.

«Sì, beh, pensavamo che la band poteva suonarci qualcosa...» farfugliai mentre sentivo lo sguardo di tutti in quella stanza su di me. Sopratutto quello di Garrett. Il che mi rendeva più nervosa. Sentivo i suoi occhi verdi ispezionarmi e le sue dita che si stavano posando sulla parte finale dalla mia schiena.

Fregai le labbra l'una contro l'altra. La sensazione di essere stato un disastro si fece più forte quando, nella stanza, non sentivo altro che il mio cuore battere forte.

Feci un sospiro di sollievo appena tutti, sembravano riaver preso vita ed esplosero in fischi d'acclamazione. Sembravano tutti aver apprezzato la sorpresa. 

Rivolsi gli occhi su Garrett, che mi stava osservando con un ghigno che nascondeva malizia.

«Beh, non devi suonare?» chiesi piegando la testa di lato, cercando di intuire cosa gli passasse per la testa.

Il suo sorriso obliquo me lo fece vagamente intuire.

«Sì, certo» disse ammiccando.

Dopo avermi guardato per un lungo momento, la testa piegata di lato, mi lasciò andare, lasciandomi l'amarezza in bocca.

Poi mi ripresi e mi diressi verso i divani, già occupati dagli altri. Finn incontrò il mio sguardo e i suoi occhi si illuminarono di felicità.

Batté la mano sul divano sul posto ancora libero, senza distogliere lo sguardo da me. Lo raggiunsi, ma a metà strada, una mano mi prese il polso. In una unica mossa, ero di fronte a Garrett.

«Non te ne pentirai.» La sua bocca era vicino al mio orecchio. Sentivo il suo respiro caldo sfiorarmi il lobo. Rabbrividii, sentendomi pervasa da una sensazione di piacere.

«Eh?» riuscii a mormorare col fiato corto e lo stupore percepibile nel mio tono.

Le sue labbra si spostarono sul mio collo, sfiorandolo appena, mentre le sue mani si immergevano nei miei capelli. Trattenni un gemito.

Sentii le sue labbra piegarsi in un sorriso divertito.

«Non ti deluderemo, promesso.»

Finì la promessa baciandomi i capelli.

Restai immobile. Cosa? Perché diavolo avrebbe dovuto dirmi una cosa simile?

Sospirai ancora confusa. Finn mi guardò con un sopracciglio alzato.

«Però, Garrett non sembra superare dei limiti?» domandò lui. Alzai le spalle e arricciai le labbra, confusa quanto il mio amico.

«Se ti crea dei problemi, dimmelo.» Lo disse lentamente ed a bassa voce, mentre mi guardavo intorno per assicurarmi che nessun'orecchia indiscreta ci stesse ascoltando.

Amanda e Cassie, sull'altro divano, stavano discutendo vivacemente. Mi parve di sentirle discutere di qualcosa come vestiti e fashion. E non me ne stupii molto. Non avevo dubbi che loro potevano andare d'accordo.

Kelly, seduta di fianco a me, stava guardando alcune e.mail e presunsi fossero di lavoro, dato che riuscii a leggere nell'oggetto: New York Fashion Boutique.

Quando riposi gli occhi su Finn, lui mi stava ispezionando a fondo, con gli occhi diffidenti.

«Stai tranquillo, Finn» lo rassicurai con un mezzo sorriso. «Non succederà nulla che non voglia.»

Ero convinta che Garrett stesse giocando quindi, senza il mio consenso, non avrebbe superato la linea, venendo a letto con me.

Finn non sembrava molto convinto delle mie parole. Ma, dopo avergli preso la mano e unito le dita con le sue, emise un sospiro rumoroso.

«Lo spero per lui» borbottò con un filo di irritazione nella voce.

Diedi un'occhiata davanti a me. Van aveva già accordato il basso ed era pronto. Alex sembrava ancora avere qualche problema a far funzionare il suo strumento, la testa abbassata e le dita indaffarate sulle corde. Pochi minuti dopo, sospirando, si mise una mano tra i capelli, e alzò la testa, la chitarra stava dondolando sul suo fianco.

Scoccò una breve occhiata al pubblico e mi sorrise. Ricambiai il sorriso e rivolsi lo sguardo a John che, tranquillo e in disparte, teneva in mano il portatile ed aspettava che Garrett avesse finito di lavorarci.

Garrett era girato di spalle e stava digitando pesantemente sui tasti. La stanza, all'improvviso, si riempì di un suono di batteria che venne subito fermato da Garrett.

Appena concluse, John guardò rapidamente Garrett e, sedendosi sul pavimento, fece cadere l'attenzione sul portatile, la mano sul mouse.

Garrett si mise al centro con un ghigno obliquo. Lo sguardo era rivolto sul piccolo pubblico. Non sembrava affatto essere intimorito o ansioso. Era sicuro di sé e la sua sicurezza tradiva presunzione. Alzai gli occhi al cielo, guardando la mia mano unita a quella di Finn.

Poi alzai lo sguardo su Finn che mi stava guardando.

Gli sorrisi timidamente, mentre il suo pollice mi sfiorava il dorso della mano.

Subito dopo aver ricevuto il segnale dagli altri, la voce di Garrett invase la stanza facendomi battere forte il cuore.

Mi lasciai trasportare dalle sue parole e dalla melodia stranamente dolce per il loro genere.


" Take my soul where your heart beats

And I'll take you to paradise

No way to escape, no way to escape "


Van era serio e concentrato mentre incominciava lentamente a far vibrare le corde del basso e subito dopo si aggregò anche Alex. La presenza della base, che John faceva pigramente andare, dava armonia.


" Every step we took

Every memory we collected

Is what we need to remember

Anything else is important than us, than us "


Van e Alex fecero alcuni passi in avanti, raggiungendo quasi Garrett, che lanciò un'occhiata ad entrambi i lati e trattenendo le risate continuò a cantare. Le corde del basso e della chitarra, adesso, vibravano freneticamente.


" Oh, Oh,

We are the only stuff that matters

Baby, give me the last chance

To prove who I am,

Cause my heart beats fast

Every time I see you

And my soul is yours "


Garrett mi scoccò un'occhiata, divertito. mentre si avvicinava sempre di più ai divani. Kelly mi diede una gomitata, distraendomi dalla performance.

La guardai storto.

Lei mi rivolse un finto broncio e, indicando con un leggero cenno del capo, Garrett, sussurrò: «Oh, Garrett è stra-super-figo e sexy.»

Seguii il suo sguardo e mi accorsi, rabbrividendo di disgusto, che Kelly stava guardando provocante Garrett e quest'ultimo sembrava guardarla con malizia.

Lo stomaco mi si contorse, mentre riportavo l'attenzione su Garrett che era quasi arrivato a filo del divano dove si trovava Kelly.

Socchiusi gli occhi, preparandomi al peggio, quando, sorridendole riportò l'attenzione su di me.

Il suo corpo si avvicinò lentamente. Incontrai i suoi occhi verdi.

Mi sentii improvvisamente in imbarazzo e per togliere quella sensazione di inadeguatezza, mi morsi il labbro distogliendo lo sguardo.

La chitarra e il basso avevano smesso di suonare freneticamente. Ora Alex e Van sembravano sfiorare le corde dei loro strumenti. Mentre la base, di John, restava invariata e sempre potente.


" Show me what we could do

Show me what you feel for me

Show me the paradise in your eyes

Get me to the deepest part of your soul "


Me lo ritrovai a un passo, in ginocchio. Sfoggiò un sorriso sghembo, mentre i suo occhi ardevano nei miei. Mi sentii pervasa da una sensazione nuova. Qualcosa che conoscevo, ma che non era mai stata così forte. La ignorai, deglutendo nervosamente.

Lui allungò le sue dita finché non mi accarezzò la guancia col pollice e successivamente si rialzò, tornando indietro senza voltare le spalle al pubblico e continuando a guardarmi.

Finn mi strinse la dita, facendomi male.

Lo guardai confusa mentre lui sembrava essersi incupito di colpo.

«Non dovrebbe giocare con te così tanto» disse, visibilmente adirato. Lo guardai interrogativa, non capendo perché si preoccupasse tanto del comportamento di Garrett.

Alzai le spalle, indifferente.

I suoi occhi si strinsero in due linee dure.

«Beh, non dovrebbe e tu lo sai.»

Era arrabbiato con me? Che cosa gli avevo fatto? E, poi, perché gli importava così tanto cosa facevo, cioè nulla, con Garrett?

Sospirai, aggrottando la fronte.

Ignorai la fastidiosa sensazione che mi stava torturando il petto. Quella che mi faceva sentire in colpa. E mi godetti la serata.

• • •

Suonarono altre due canzoni a richiesta di Amanda e Kelly che sembravano apprezzare con acclamazioni e applausi alla fine di ogni canzone. Erano insopportabili e, per grazia divina, repressi l'impulso di andarmene.

Alla fine delle canzoni, Garrett si schiarì la voce.

«Grazie mille a tutti» incalzò guardando gli altri compienti del gruppo che gli annuirono con sorrisi soddisfatti. «Avete appena ascoltato i Bloody Cake

Per poco non scoppiai in una inopportuna risata. Che razza di nome era? Doveva essere da... tipi duri? Era anche questo, uno dei motivi per cui non seguivo il rock; la maggior parte delle band aveva nomi assurdi e poco credibili come questo, nonostante suonasse piacevole.

Garrett mi lanciò un'occhiata e il suo sorriso svanì. Ora era serio e la cosa mi fece muovere sul divano.

Finn mi rivolse un'occhiata diffidente.

«Tutto okay?» chiese dolcemente. Mmm... Sembrava essergli passato il "momento no" di prima ed era un buon segno.

Tesi le labbra in un sorriso. «Sì, sì.»

Lui sospirò, facendo scorrere le dita sulla mia guancia. I miei occhi si dilatarono dalla sorpresa. Prima d'ora non si era mai spinto così oltre.

Deglutii nervosamente, mentre Finn mi guardava dritto negli occhi, facendomi sentire a disagio. La voce di Garrett attirò la mia attenzione.

«Come ti è sembrato, studentessa

Lo guardai, mentre i suoi occhi verdi erano seri e rivolti a Finn, che lo stava guardando in cagnesco. Okay, forse loro non sarebbero subito diventati amici.

Mi alzai, sgranchendomi le gambe e Garrett mi prese per la vita e mi attrasse a sé, facendomi sorridere, divertita e sorpresa.

«Non ti facevo così bravo» lo schernii benevolmente. La sua mano era sulla mia schiena.

«Oh, ma questo è niente, sapessi in che cos'altro sono bravo» sogghignò soddisfatto.

Scossi la testa, trattenendo le risate.

«Allora, ti è piaciuto?»

«Non era convenzionale.»

«Bene, sono felice che non ti abbiamo deluso le aspettative.»

I suoi occhi verdi incontrarono i miei e il mio respiro accelerò.

Distolsi lo sguardo, concentrandomi su Finn che era adirato e guardava sempre più storto il mio coinquilino. Gli lanciai un'occhiata interrogativa e Finn mi sorrise, mentre si alzava e cercava di avvicinarsi.

Garrett, però prendendomi per il polso, mi tirò in disparte, allontanandomi da lui.

Lo guardai confusa, un sopracciglio alzato.

«Volevo chiederti una cosa...» incalzò sogghignando. «ma non so se ti piacerà.»

Ah. A quel punto non ero davvero sicura di volerlo sentire. Ma, dato che avevo una curiosità subdola, non lo fermai.

Garrett piegò di più le labbra. «Non è nulla di cui preoccuparsi.» mi rassicurò, mettendosi un braccio dietro la testa.

Buono a sapersi. Annuii invitandolo a proseguire.

«Vorresti farci da pubblicitaria? Lo so che devi finire ancora l'università e che per te è una cosa nuova, ma ci terrei.»

Rimasi a bocca aperta. Mi aveva appena offerto un lavoro? Era stranamente dolce ed altruista. Cosa stava tramando?

Lo guardai per un po', piegando la testa di lato svariate volte per scorgere il tranello nella sua gentilezza. Poi sbuffai. A quanto pare sembrava che non mi stesse prendendo in giro.

«Perché lo chiedi proprio a me, Garrett?» mi ritrovai a domandare acida, senza pensarci.

Lui alzò un sopracciglio, confuso dalla mia reazione.

«Perché sei una web designer e noi abbiamo bisogno di un pubblicitaria e... poi sei anche mia amica.» Lo disse piano e sottolineò la parola "amica" con amarezza.

Spalancai gli occhi, colpita. Davvero mi considerata solo un'amica? Ah, beh, se non ero sua amica, che fine avrei fatto? Deviai il pensiero e mi concentrai sulla realtà.

Cosa potevo fare? Accettare e vederlo ogni singolo giorno, come se non fosse già abbastanza conviverci?

Arricciai le labbra e guardai di soppiatto gli altri del gruppo.

No, non potevo abbandonarli. Erano comunque miei amici.

Ma che sia chiaro: lo avrei fatto solo per loro, non di certo per Garrett.

Sospirai, mordendomi il labbro.

«Okay, va bene.»

I suoi occhi verdi si illuminarono e qualcosa in quell'espressione di felicità mischiata a sorpresa, mi fece sorridere.

Sentii le sue braccia stringermi in un abbraccio e mi lasciai cullare dal suo respiro, chiudendo gli occhi.

Durò un istante la sensazione di beatitudine che provavo ogni volta che mi sfiorava. Era così meravigliosa. Ma non potevo farmi coinvolgere in questa pazzia. Avevo accettato di essere la loro pubblicitaria quindi era escluso anche soltanto l'idea di averlo. In pratica, con questa offerta, lui sarebbe stato off-limits come lo sarei stata io.

Mi staccai dall'abbraccio, con stampato sulle labbra un sorriso tremendamente stupido che la mia vocina mi stava rimproverando.

Mi diressi verso il gruppo. Appena intravidi Finn, questo piegando le labbra in un sorriso dolce si affiancò porgendomi un bicchiere di 7Up.

Lo ringraziai, sorridendogli e dopo aver buttato giù un sorso, mi sentii trasportare in un angolo del corridoi che portava alla mia camera.

Appoggiai la schiena al muro, bevendo quasi tutto il bicchiere, mentre il suo sguardo da rimprovero mi faceva sentire piccola.

Aspettò che avessi finito, prima di fermarsi a un passo da me, facendomi sussultare dalla sorpresa.

«Davvero non ti crea problemi, Garrett?» Le sue dita si muovevano sul mio viso.

Chiusi gli occhi, ricordandomi della grande bugia che avevo detto a Garrett. Accidenti! Glielo dovevo dire, dovevo dirgli che avevo bisogno che doveva farmi da finto ragazzo.

Mi morsi il labbro, trovando il coraggio di parlare. Gli occhi erano ancora serrati.

«Ho bisogno che tu mi faccia un grosso favore» balbettai con la voce tremante.

Lui si avvicinò al mio orecchio. «Qualsiasi cosa, Alyssa, lo sai.»

Sospirai, cercando di ignorare la strana sensazione che stava nascendo nel mio petto.

«Ho bisogno che tu finga di essere il mio ragazzo» dissi, aprendo di scatto gli occhi per misurare la sua reazione. E non era esattamente quella che mi ero aspettata.

S/M

Ciao a tutti. Ecco il capitolo diciassette. Come vi è sembrato? Ha soddisfatto le vostre aspettative o vi sareste aspettate qualcos'altro? Fatemelo sapere nei commenti.
Prima di lasciarvi al capitolo diciotto, vorrei porvi la domanda della settimana.
Che cosa pensate che risponderà Finn? Accetterà o meno di fingersi il finto fidanzato di Alyssa? E... come potrà reagire Garrett?
Al prossimo capitolo. xx

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Instagram del libro @sceltidaldestinosm
Instagram della scrittrice @silvia_luoni

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