Scelti Dal Destino (#Wattys20...

By Silvie_Marie

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[COMPLETA] Alyssa sta per cambiare vita e se ne rende conto appena conosce il misterioso ed affascinante Garr... More

Cast
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Copertina da cambiare
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Ringraziamenti
Il seguito ~ disponibile
Garrett's POV ~ disponibile
[Merry Christmas] ~ racconto extra
[Happy New Year] ~ racconto extra
🔆QUALCOSA IN TE
🌙STAGE MELODY
Sondaggio ~ Spin-off
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Versione Inglese del libro
Un anno insieme!
Bloody Cake? Una band?
Il sito web dei Bloody Cake
⭐️Nuovo libro in lavorazione⭐️
NUOVO LIBRO : 東京喰種: [TSC]
DOPO SCELTI DAL DESTINO...
VERSIONE ALTERNATIVA

• 11 •

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By Silvie_Marie

Mi svegliai di soprassalto in piena notte da una mano.

Fulminai con lo sguardo il colpevole che ovviamente era Garrett. Chi se no poteva svegliarmi nel bel mezzo della notte?

Ancora con la vista appannata dal sonno, mi tirai sù sul cuscino e mi ricordai di indossare ancora solo il reggiseno.

Mi portai d'istinto le coperte sul petto, fino a coprirmi il collo.

La piccola luce che entrava dalla finestra a lato del letto con le tende tirate che oscillavano un poco, non mi impedirono di vedere il suo ghigno stampato sulle labbra.

«Non c'è bisogno che facciamo le timide considerato che voi donne siete tutte uguali» grugnì come se fosse stato destato dal sonno.

Repressi un ringhio e mi passai la mano sulla fronte con gli occhi chiusi cercando di mantenere la calma. Come faceva ad essere così arrogante anche in piena notte? Del resto era Garrett, no?!

Rimasi con gli occhi chiusi, il lembo della coperta stretto nella mano. «Beh se per questo anche voi uomini avete tutti la stessa mercanzia» commentai assonnata.

Per la prima volta mi sentivo potente. Era una sensazione che andava oltre l'avere il controllo del gioco. Era il dimostrarmi capace di reagire. Qualcosa che fino a quella sera non avevo il coraggio di fare.

Lui si imbronciò, curvando la parte finale delle labbra, risultando ancora più bello.

«Certo, ma c'è una bella differenza...» iniziò avvicinandosi lentamente a me. Alzai gli occhi al cielo ignorando i battiti accelerati che mi scossero dalla stanchezza.

Ma questo ragazzo si sarebbe mai arreso? Se ci provava anche alle tre del mattino era davvero messo male.

«C'è chi sa usare meglio la propria mercanzia come me e altri che non lo sanno usare a dovere». Finì per essere a un passo da me, in ginocchio sul letto.

Alzai un sopracciglio innervosita dalla sua presunzione. Voleva davvero bruciarsi i pochi momenti in cui lo sopportavo con queste stupide battute?

«Ci risiamo con Il Signore del Piacere Sfrenato?» domandai seria mentre fermavo le sue dita che cercavano di togliermi la coperta dal petto.

Nel farlo, però, le sue dita incontrarono le mie e persi il respiro per alcuni secondi che sembrarono un'eternità. Alzai lo sguardo su di lui, sperando di non scorgere i suoi occhi, ma nonostante la semi oscurità, riuscii a intravedere una scintilla.

«Può darsi...» rispose lui continuando a cercare di togliermi la coperta. Strinsi ancora di più il tessuto nella mano finché non sentii le unghie conficcarsi nel palmo.

«Perché sei venuto qui, Garrett?» gli chiesi sbadigliando. Ero davvero stanca e considerato che il giorno dopo dovevo preparare una festa, non avevo voglia di sentire altre parole da Garrett.

«Credimi studentessa. Per quando voglia, sono venuto qui per un altro motivo».

Corrucciai la fronte cercando di capire il doppio senso nelle sue parole.

«Sono venuto qui per assicurarmi che tu stia bene» mi sussurrò nell'orecchio.

Rimasi sorpresa dalle sue parole: da quando gli interessava la mia salute? E perché non dovevo stare bene? Senza di lui stavo meglio, non peggio.

«E perché non dovrei stare bene?» incrociai le braccia e le sue dita ne approfittarono per infilarsi nella coperta e per percorrere lentamente la mia clavicola.

«Perché non stai bene».

Garrett era stranamente serio. La cosa mi preoccupò e valutai l'idea che forse aveva ragione. Per quanto lo volessi negare, la perdita di Tessa mi aveva segnata.

«Hai gridato nel sonno il nome di tua sorella con alcune frasi come: "Non andartene, non mi lasciare" o "Mi perdonerai mai?"».

Le sue dita si fermarono sulla mia guancia. L'altra mano, invece, mi lasciò scoperte le gambe facendomi rabbrividire.

Abbassai gli occhi imbarazzata. Accidenti! Non ci voleva proprio questo incubo. Qualunque cosa abbia sentito non erano affari suoi e non gli avrei mai confidato una parte così profonda di me. Era già tanto che gli avessi accennato di Tessa e del fatto che l'avevo persa.

«Non so perchè ti preoccupi così tanto per me. Infondo non sono solo una delle tue tante conquiste?».

Senza volerlo, glielo gridai. Garrett rimase sorpreso, non sapevo dire se dalle parole o dal tono, ma dopo poco il suo sorriso divertito ritornò facendomi raggelare.

«Se pensi questo non hai capito nulla di me» mi sussurrò passandomi le dita sotto il mento per incontrare i suoi occhi.

«Infatti ora come ora non ho intenzione di capire altro» mi lasciai sfuggire guidata dalla frustrazione e dalla rabbia.

Le labbra di Garrett si piegarono in un sorriso sghembo e io mi lasciai scivolare finché la mia testa non toccò il morbido cuscino.

Le sue dita ripresero la mia guancia e senza che me ne accorgessi, me lo ritrovai sopra di me.

Solo in quel momento mi accorsi che non aveva la maglietta. Sospirai cercando di non scoppiare nuovamente in un attacco isterico e chiusi gli occhi.

Evitai di pensare al fatto che avessi Garrett sopra di me ma la sensazione di calma durò poco perché sentii le sue dita scivolare sul mio corpo. Trattenni un gemito.

«Ti prego, Garrett» sussurrai spezzata dalla poca aria che mi riempiva ancora i polmoni.

Le sue dita si fermarono sulle mie cosce e fece passare le sue labbra sul mio collo e sulla clavicola.

Piegai la testa all'indietro afferrando il materasso. Mi morsi il labbro, soffocando un gemito di piacere.

Garrett alzò lo sguardo e sorrise.

«Lascia che ti allievi il dolore» disse piano.

Continuò il percorso con le labbra fino ad arrivare alla mia pancia.

«Non posso lasciartelo fare... Non posso» ansimai cercando di non far trasparire i segni del piacere che mi provocava.

«Veramente me lo stai già facendo fare» sottolineò.

Chiusi gli occhi cercando di riprendere il controllo non della situazione ma di me stessa. No potevo, nonostante lo volessi tanto, concedergli questo piacere. Non gli avrei mai dato la parte più intima e profonda di me.

«Ora basta, Garrett» mi imposi seria e dura ritrovando il controllo.

Lui mi guardò sorpreso dalla mia reazione e appena mi spostai, lui mi fermò mettendomi una mano sulla vita. Fece passare le dita sotto il tessuto dietro la schiena e io di rimando, mi alzai a sedere lasciandolo a bocca aperta.

«Se non hai altro da chiarire, fuori dalla mia stanza».

Pensavo che pronunciare quelle parole mi avrebbe fatto sentire meglio, ma fu l'opposto. Qualcosa dentro di me si spezzò e mi sentii nuovamente impotente contro me stessa.

Garrett si piegò su di me, sfiorandomi col dito le labbra. Il suo petto era contro il mio. I miei respiri aumentarono unendosi ai suoi.

«Avrei delle cose da chiarire... solo che sei tu a non darmene la possibilità» ripose.

Mi sfiorò la clavicola con le labbra e la mia pelle divenne elettrica. Mi strinsi di più contro le sue labbra e sentii la sua bocca piegarsi in un sorriso.

Sospirai. Arrivato a quel punto tanto valeva ascoltarlo. Così, arrendendomi, annuii debolmente appena lui alzò gli occhi su di me.

«Perché non vuoi parlarmene?» chiese facendo scorrere delicatamente le dita sulla linea della mia pancia.

Perché gli interessavo così tanto?

«Perché non ti conosco, Garrett e non voglio confidarmi con uno sconosciuto. Soprattutto non con uno che cerca di portarmi a letto in qualunque momento» sottolineai seria mentre gli percorrevo con le dita il petto.

Scorsi un sorriso sghembo sulle sue labbra nella penombra.

«E se ti dicessi che potrei capirti? Cosa faresti?» mi chiese sottovoce.

I battiti del mio cuore aumentarono e mi sentii sopraffatta da una sensazione che mi fece reagire. Non potevo permettergli di usarmi così.

«Di certo non accetterei la tua offerta» risposi allontanandolo con le braccia tese sul suo petto.

I suoi occhi si illuminarono di qualcosa che non riuscii a decifrare. E sinceramente non ne avevo nemmeno l'intenzione.

«Ma lo farai» replicò Garrett con troppa sicurezza.

Alzai gli occhi al cielo e mi morsi il labbro inferiore appena percepii il suo fiato sulle mie labbra.

«Quando saprai cosa affligge la mia anima» finì la frase riducendo la distanza fra noi a un centimetro. Potei percepire la sua sincerità nel corpo rigido.

Forse parlare della perdita di Tessa non sarebbe stato così sbagliato... Del resto era comunque il mio coinquilino.

Increspai le labbra cercando di trattenere il desiderio di raccontargli tutto.

«Non mi interessa, Garrett. In questo momento voglio solo dormire» mentii a me stessa perché quello di cui avevo davvero bisogno era Tessa.

Le sue labbra si spostarono sul mio orecchio, sfiorandomelo. «Come al solito menti a te stessa» mormorò lui.

«Tu vorresti solo baciarmi» sussurrò poco dopo. Spostò le mani sul laccio del reggiseno. Ci infilò un dito e poi con l'altra mano percorse la linea tutta la linea mia schiena.

Mi morsi il labbro cercando di non gemere o ansimare, ma la sensazione era troppo bella. Mi sentivo leggera. Libera dal dolore. Libera da tutto.

«E che cosa succederebbe se ti baciassi?» ansimai aggrappandomi con le mani sulla sua schiena. Avevo deciso di incominciare a giocare. Questa volta lo avrei seguito. Ogni mossa che faceva, l'avrei copiata.

Lui fece un sorriso divertito e nei suoi occhi verdi si accese una scintilla. «Ti bacerei intensamente, profondamente. Poi scenderei sul tuo corpo fino alle tue gambe». Il suo tono era basso e senza fiato.

Mi agitai immaginando la scena. Mi presi qualche minuto per schiarirmi le idee e il tono di voce.

«Purtroppo per te, resteranno solo fantasie nella tua testa» morirai piano.

Garrett corrucciò la fronte e il suo sorriso venne rimpiazzato da un'espressione seria. Si staccò da me e si sdraiò vicino. Mi afferrò i polsi e mi attrasse in un abbraccio, costringendomi a sdraiarmi.

Sbuffai. «Cosa cerchi di dimostrare?» chiesi acida mentre cercavo di sfilarmi dal suo abbraccio.

Garrett strinse di più la presa, rendendomi impossibile la fuga. Mi prese una ciocca di capelli degli occhi e me la spostò, facendo scorrere le dita sulla mia testa.

«Che posso essere un buon amico» mi sussurrò serio.

Questo momento era così pieno di dolcezza che mi convinsi di sognare. Non era possibile che Garrett fosse davvero interessato a me. Quindi dovevo per forza sognare una cosa simile.

La mia vocina mi fece rabbrividire.

"Alyssa, quando sei stupida" disse divertita. "Devi almeno qualcosa di più di una semplice conquista per sprecare del tempo con te."

E allora? Che differenza faceva? Non potevo comunque innamorarmene.

«E come faresti ad essere un buon amico?» domandai, voltando la testa verso i suoi occhi.

«Intanto ti chiedo di parlarmene. Vorrei conoscerti di più, Alyssa» ripose senza spostare lo sguardo dai miei occhi.

Le sue parole mi colpirono così tanto che, in un momento di debolezza, non ascoltai la parte che mi diceva di stare attenta e gli raccontai tutto.

S/M

Ed ecco l'undicesimo capitolo. Ci tenevo particolarmente a sottolineare la mia gratitudine per le 1.430 visualizzazioni. GRAZIE MILLE PER ESSERE SEMPRE FANTASTICI. Vi aspetto la prossima settimana con il dodicesimo capitolo. xx

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Instagram della scrittrice @silvia_luoni

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