Take a lie

Od newtown56

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Secondo libro, dopo il successo di Take Care, altri due nuovi protagonisti sono pronti a stupirci. una serie... Více

Scherzo innocente
Confini
Ciambella!
Ananas regge
Cin cin
Lupo cattivo
Prede e predatori
La Tana del lupo
Tacchino e maionese
Cena in famiglia
Affari
Buona Notte!
Cocci
Solitudine
Scuse
Sospiri
Spiragli
Knock knock
Debutto parte uno
Debutto parte due
Cerchi
Piccole verità
Scar-Party
Happy birthday ???
If...
Suits
Sweets
Confusione
Burn 🔥
"Tapis roulan''
Lie
Lie 2
Quello che conta
Briciole
Tempesta
Dynamite
Quiete
New life
Identità
Simon deve morire
Cicatrici
Specchi.
Partita
Alta quota
Addii
Rivincita
Face on
Hot Drink
Hug me
Tempo
Pazzi^2
The lyin' King

L'inizio

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Od newtown56


Primavera 1995

-Allora ti muovi o no, mamma ci tiene è una cena importante.-

Fissai la porta dal mio letto.

Prima Bet poi Matt, non c'era per niente privacy in questa casa.

La porta si aprì.
Fissai dei pantaloni neri venire verso di me.

-Leony, ti sta andando il sangue al cervello. Vuoi smetterla di startene a penzoloni. Muoviti. Dai facciamo questa cena.-

Tirai su la testa del bordo del letto.

-Sai che non mi piacciono queste cene noiose.- brontolai.

Lui si sedette al bordo del letto.

-Dai ogni volta fai così, poi vedrai che ti diverti, soprattutto quando mamma ti fa le facce tra una portata e l'altra per prendere in giro il papà di Jessica.- disse.

Mi tirai sul letto, portando le braccia sui fianchi.

-Matt! Guarda che l'ho capito che ti piace.-

Divenne paonazzo.

-Ma che ti viene in mente. Siamo solo amici, poi è come una sorella- trasalì.

Mi avvicinai alla specchiera e indossai un paio di orecchini.

-Certo come no, nega tutto. Io non sono come Luke, non ci casco-

Sbuffò.

-Sei sempre la solita. Vedi di prepararti altrimenti verrà direttamente papà a prenderti.-

Risi.

-Oh che paura!- lo presi in giro.

-Cocca di papà!- continuò lui.

Gli feci la linguaccia prima di spingerlo fuori e chiudere la mia porta.

Infilai il vestito azzurro che avevo comprato quel pomeriggio con la mamma.

Quello era uno dei motivi per cui odiavo le feste, dovevo indossare sempre degli abiti.

Fissai le ballerine bianche, prima di riporle nell'armadio.

Avrei messo le mie converse.

-Leony, tesoro!-

-Si papà sono pronta!- riposi.

-Bene, vedo che hai messo gli orecchini che ti ho regalato. Ti donano-

Mi voltai e gli sorrisi.
Mi piaceva far innervosire mio padre, mi era sempre piaciuto, ma avevamo anche una strana intesa noi due.

-Si dai sono carini.- alzai le spalle.

Tenne aperta la porta per farmi uscire.

-Cerca di comportarti bene. Queste persone sono importanti- disse calmo.

Mi morsi l'interno della guancia.

Mi prese il braccio.

-Ei dico sul serio, vedi di fare la brava e potrai avere quella macchinetta fotografica che tanto ti piace.-

Nonostante non mi piacessero i ricatti, mi piaceva quell'idea.
Matt aveva avuto la batteria che tanto gli voleva.
La cara e dolce Bet, aveva sempre quello che voleva.

Io ero l'unica perennemente in punizione.

-Eccola, Leony, vieni a salutare i signori Blackmore.-

Mio padre si mise di fianco a mia madre.

Salutai i signori.
La mamma e il papà di Jessica erano i tipici perfettini.

-Lei è Leony, questo è Mr. Reynold e suo figlio Simon.- continuò mia madre.

-Salve!- mormorai.

Un ragazzino della mia età con folti capelli scuri e occhi verdi, mi fissava.

-Ciao- dissi.
Ma quello non si smosse.

Affianco a lui c'era Luke.

-Leony, questo è il mio amico Simon. È venuto ad abitare proprio di fianco a me.-

-Ragazzi ho fatto preparare un tavolo per voi fuori.- disse la mamma.

Solitamente cenavamo tutti insieme.

Io, Matt, Jessica, Luke e il nuovo arrivato ci accomodammo fuori, al tavolo preparato apposta per noi.

-Alex?- chiese Luke a mio fratello.

-È partito con i suoi- rispose lui.

-Menomale un po' di pace- dissi io.

Alex era sempre lì a prendere in giro.

-Di un po' tu Simon, quanti anni hai?- gli chiesi.

Lui mi fissò, senza rispondere.

Poi sorrise e alzò le spalle.

C'era qualcosa di strano nella sua espressione, una parte di me mi intimava di stargli lontana.

Gli diedi un calcio sotto il tavolo.

-Ei!- disse.

-Ti ho fatto una domanda!- dissi.

Lui inaspettatamente sorrise.

-Quando saprò la risposta sarai la prima a saperlo!- disse con aria innocente.


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