Scelti Dal Destino (#Wattys20...

By Silvie_Marie

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[COMPLETA] Alyssa sta per cambiare vita e se ne rende conto appena conosce il misterioso ed affascinante Garr... More

Cast
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Copertina da cambiare
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Ringraziamenti
Il seguito ~ disponibile
Garrett's POV ~ disponibile
[Merry Christmas] ~ racconto extra
[Happy New Year] ~ racconto extra
🔆QUALCOSA IN TE
🌙STAGE MELODY
Sondaggio ~ Spin-off
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Versione Inglese del libro
Un anno insieme!
Bloody Cake? Una band?
Il sito web dei Bloody Cake
⭐️Nuovo libro in lavorazione⭐️
NUOVO LIBRO : 東京喰種: [TSC]
DOPO SCELTI DAL DESTINO...
VERSIONE ALTERNATIVA

• 10 •

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By Silvie_Marie

Garrett sorrise mentre chiudeva la porta della camera dietro di sé. Alzai gli occhi al cielo sistemandomi sul bordo del letto. Non riuscivo a capire perché mi avesse portata qui. E, sinceramente, non era che mi interessasse poi così tanto.

Mi guardai intorno, mentre Garrett si sedette accanto a me, sul letto. La stanza era completamente diversa da come la ricordavo.

Ora aveva un sacco di poster di band rock come Fall Out Boys, Royal Blood, AC DC, Panic! At The Disco e 30 Seconds To Mars su una parete. Nelle altre tre, invece, erano appese varie foto di Garrett con i suoi amici, una ragazza e con altre persone.

Dopo aver fatto un lungo sospiro lo guardai negli occhi. Non potevo perdere tempo col suo maledetto gioco. Dovevo riavere il mio cellulare, l'unica cosa che mi importava davvero.

«Ti piace?» mi chiese di punto in bianco, interrompendo il flusso dei miei pensieri. Mi strinsi nelle spalle, cercando di non sembrare troppo sorpresa dal cambiamento radicale.

«Sì, non è male» risposi con un filo di voce.
«Ma ora vorrei avere ciò per cui sono venuta.» Ero impaziente di averlo indietro. Era una cosa molto personale e non sarei riuscita a superare il fatto che avesse invaso la mia privacy per la quarta volta.

Garrett mi si avvicinò con una smorfia che mi fece tutt'a un tratto perdere un battito. Così mi allontanai di scatto, senza pensarci. «Non ti devi preoccupare studentessa.» Si avvicinò ancora, questa volta, però rimasi pietrificata.

Continuò a dimezzare la distanza finché non ebbi il suo respiro caldo sul collo. Trattenni il fiato, aspettando la sua prossima mossa. «Per quello abbiamo tutta la notte.»

Eh? Ma no... Non intendevo quello! Accidenti ai ragazzi ed ai loro doppi sensi.

Schiusi la bocca, sorpresa ma anche preoccupata. Quale sarebbe stata la sua prossima mossa?

«Cosa?» riuscii a sibilare.

Lo sentii sorridere sul collo. «Guarda che non sono completamente stupido» disse. «So che stai cercando di evitarmi perché ti piaccio.»

Lo disse con troppa convinzione. Questo mi scaldò il sangue e divenni nervosa. Come diavolo si permetteva di insinuare queste assurdità?

"E dai Alyssa" intervenne la mia vocina, annoiata. "Sappiamo entrambe che quello che dice è vero... Quindi perché smentirlo ogni volta che ti accorgi che ti piace ancora di più?"

Uffa! Perché dovevo ammetterlo? A che cosa serviva? Era tempo perso come stare qui a parlare con uno che non mi voleva ridare il cellulare.

«Non è vero, Garrett. Solo che...» mi fermai, indecisa su cosa dirgli. Ad essere sincera forse un fondo di verità c'era e non sapevo cosa fare. Voglio dire, mi piaceva parecchio stare vicino a lui, ma avevo paura che se lo avessi fatto spesso mi sarei innamorata e non doveva accadere.

Appena trovai il coraggio e le parole giuste, continuai la frase, senza guardarlo negli occhi verdi. «Vedi, ho un ragazzo e... Non possiamo, Garrett.»

Lo guardai allontanarsi da me e guardarsi le mani, la bocca stretta in una linea dura. Non sapevo se fosse triste o arrabbiato ma non potei evitare di guardare il suo profilo.

Sospirai sentendo il rimorso delle mie parole salirmi fino alla gola. Quando finalmente il silenzio fu rotto, trovai il coraggio di guardarlo negli occhi, ma lui aveva ancora lo sguardo fisso sulle mani. «Mi spiace che tu abbia dovuto assistere a quella scena in salotto, prima.»

«Non ti preoccupare, del resto la tua vita privata non ha nulla a che fare con me.»

Lui finalmente incontrò i miei occhi e mi sentii subito meglio. «Invece io vorrei che fosse così.»

Ed ecco che ci risiamo. Perché questa farsa non poteva finire? Ormai era la stessa cosa detta mille volte...

Alzai gli occhi al cielo. «Perché non mi ridai subito il cellulare?» cambiai discorso nel tentativo di evitare questa conversazione.

Con che coraggio si permetteva di dire quelle cose quando dieci minuti prima aveva baciato Amanda? Bah, oltre ad essere arrogante era anche presuntuoso.

Garrett aggrottò la fronte come se non capisse il perché della mia domanda. Certo che se il suo scopo era quello di farmi irritare, come sempre ci riusciva.

«Perché prima ho bisogno di risolvere alcune cose...» commentò, sfiorandomi col pollice la guancia. Il suo tocco, questa volta, era più dolce e nei suoi occhi scorsi sincerità.

Respirai profondamente prima di annuire. Una volta fatto, sul suo viso si dipinse una smorfia. «Tu mi piaci tanto, Alyssa. Ho bisogno di sapere che anche tu ci stai e potremmo cominciare piano. Non dobbiamo subito arrivare lì se non vuoi.»

I suoi occhi verdi mi scrutavano minuziosamente il viso, nel tentativo di scorgere qualche segnale della mia probabile risposta. La mia testa era una confusione totale: continuava a cercare una risposta adeguata e non troppo offensiva per quella offerta allettante.

Alla fine decisi di intraprendere la strada più semplice: quella delle bugie.

«Garrett mi sembra di avertelo già detto che ho ragazzo e non ho intenzione di tradirlo con uno come te» ero stanca di sentire la stessa solfa.

«Alyssa, per favore. Cosa ti costa?» i suoi occhi si posarono sulle mie labbra semi aperte.

Alzai gli occhi al cielo. Possibile che non lo aveva ancora capito? «Mi costa tutto, Garrett. Non voglio innamorarmi di te, perché so già che fine faccio: su un divano con un cavolo di gelato alla stracciatella a vedere film romantici e a piangere in silenzio. Non posso permettermi di soffrire ancora».

Le parole mi uscirono così cariche di irritazione che a mala pena mi accorsi che gli avevo puntato un dito sul petto massiccio.

Poteva fare tutto quello che voleva, aveva carta libera, a patto che mi lasciasse in pace.

Garrett mi fissò per un po' stupito della mia reazione, poi sospirò come se si fosse arreso alla crudele verità: io e lui non potevamo stare insieme.

«Perché non riesci a lasciarmi in pace?» gli chiesi d'un tratto, senza pensarci.

Mi morsi il labbro appena mi accorsi di che cosa avevo fatto. Garrett mi prese il polso e le sue dita percorsero lentamente il tragitto fino al mio palmo, dove le nostre mani si unirono.

Il contatto con la sua pelle, questa volta, fu elettrico e pieno di aspettative. Era qualcosa di strano e meraviglioso.

«Perché sono attratto da te, Alyssa. È una cosa che non posso evitare» rispose lasciandomi senza parole.

Non avevo mai sentito una cosa così prima d'ora da un ragazzo che frequentavo. Quelle parole mi fecero un effetto strano. Per la prima volta provai un desiderio remoto. Quello di avvicinarmi a lui.

Ma non potevo, non potevo permettere che una semplice frase, mi facesse cadere nelle sue grinfie. Dovevo resistere!

Scossi la testa, diventando seria. «Allora trova qualche altro hobby e non darmi più fastidio» replicai con acidità. In un lampo il ghigno sparì dal viso di Garrett, rimpiazzato da una bocca stretta in una linea chiusa.

Non osai guardarlo negli occhi. Non potevo, avevo nuovamente combinato un disastro e nonostante non volessi ammetterlo, ero anche io attratta da lui.

«Davvero vuoi questo?» mormorò nel mio orecchio. Un brivido mi scosse come una foglia e qualcosa, nascosto nella parte più remota del mio essere, si svegliò, facendomi rabbrividire.

In un battito di cuore mi ritrovai sdraiata sul letto con Garrett sopra. Il suo fiato mi sfiorava le labbra e il suo petto era contro il mio. Aveva le mani ai lati delle mie spalle con i palmi puntati sul materasso che si era infossato a casa del nostro peso.

Schiusi la bocca pronta a rispondergli quando lui mi smorzò il respiro posando le sue calde labbra sulla mia guancia.

Che diavolo stava cercando di fare?

«Per favore, Garrett» dissi risultando patetica anche alle mie orecchie.

«Sì?» domandò lui con una scintilla negli occhi verdi. Le sue dita mi sfiorarono la parte più interna della coscia e non potei evitare di chiudere gli occhi.

Trovai a fatica la forza di ribellarmi. Feci appello a tutta la mia volontà per farlo.

«Lasciami andare» gli sussurrai, ancora con gli occhi chiusi. Sentii la sua bocca spostarsi sul mio collo.

«Proprio sul più bello, dove tu dici di provare qualcosa per me?» la sua voce mi penetrò nitida e bassa nell'orecchio.

«Sei davvero sicuro? Magari sono solo io che so recitare bene» cercai di essere il più convincente possibile ma sapevo che non potevo fare niente contro il mio corpo.

Deglutii a vuoto appena i suoi occhi incontrarono i miei. «Ma davvero? Non frequenti un corso di recitazione e poi non sei così brava a dire una bugia».

«E allora su che cosa ti basi? Sulla tua fantasia?» lo provocai con un grande sorriso stampato sulle labbra.

«Vedo che per la studentessa tutto ciò é un territorio ancora inesplorato» il suo sorriso sghembo si allargò ancora di più.

Eh? Ma com'era possibile che credesse ancora che glielo avrei permesso? Roba da pazzi!

Le sue dita si addentrarono ancora di più verso i collant mentre i suoi occhi erano ancora immersi nei miei. Nonostante volessi, non riuscii a distogliere lo sguardo da quegli occhi pieni di qualcosa che riconoscevo. Qualcosa a me famigliare.

Sulle mie labbra si dipinse un sorriso furbo. Non l'avrebbe passata così liscia. Le sue dita andarono ancora più in basso, finché non sfiorarono le mutandine. Senza accorgermene, tutto il corpo si protese verso la sua mano.

«Allora, sei ancora convinta che non ti piaccia?» mormorò con un mezzo sorriso. Il suo fiato si spostò sulla mia clavicola.

Piegai la testa indietro, mordendomi un labbro, trattenendo un gemito.

«Sì, sono ancora convinta. Ora, se non ti dispiace, me ne vado» cercai di alzarmi, ma lui me lo impedì, infossandomi ancora di più nel materasso.

E dai, non era possibile! Ma che razza di sfortuna avevo? Tra tutti i ragazzi che il destino poteva scegliere, perché proprio Garrett?

«Non ci credo, Alyssa. Smetti di mentire a te stessa e concediti una notte di piacere sfrenato».

Risi nervosamente, colta alla sprovvista dalle sue parole. «Ti dispiacerà sapere Signore Del Piacere Sfrenato che io non ho intenzione di stare qui un secondo di più, quindi se non vuoi rischiare che ti rovini quel tuo bel faccino. Lasciami passare».

Ero davvero irritata dalla sua sicurezza! Era troppo per me!

Ogni volta che le sue dita mi sfioravano la pelle, una piccola scarica mi invadeva il corpo rendendo ogni istante indimenticabile ed unico.

L'altra mano, invece, mi sfiorò la clavicola e si addentrò nella maglietta, percorrendo tutta la linea della schiena.

"Inventati qualcosa, Alyssa. Prima di rischiare di andarci a letto" la mia vocina mi stava urlando nella testa. Era nel panico quanto me.

Cosa avrei potuto inventarmi? Non bastava la bugia di avere un ragazzo?

«Dov'è la sicurezza che avevi prima, studentessa?» mi provocò con tono basso.

Sfilò la mano dalla schiena e spostò la mezza manica della maglietta. Prese la spallina del reggiseno e percorse tutto il braccio, finché non me la sfilò.

La mia pelle era calda e mi sentivo tutta fremere. Il respiro accelerato e il battito frenetico.

«Una spallina è andata. Ne manca solo l'altra».

Appena la trovò, lo fermai con un sospiro soffocato. Non avevo il coraggio di oppormi. Forse anche perché non lo volevo fare. Ma non importava nulla, comunque. Dovevo fermarlo.

«Garrett, fermati» mormorai scossa da brividi di piacere nel momento in cui sentii le sue dita afferrare i collant e togliermeli dalle mie gambe. Andarono a finire da qualche parte sul pavimento.

Mi prese, subito dopo, le gambe e le attorcigliò sulla sua vita, avvicinandomi così di più a lui.

«Dovresti imparare ad essere più rilassata» commentò senza minimamente avere l'intenzione di fermarsi.

Alzò la maglietta fino a sfilarmela e il principale problema era che glielo permisi. E non potevo continuare cosi, non potevo!

Non era da me farsi abbindolare dal primo ragazzo che passava per strada. Ma sapevo dal primo giorno in cui comparve nella vita che Garrett non era uno qualunque. Lui era di più, qualcosa da cui volevo stare lontana ma allo stesso tempo da cui non riuscivo a staccarmi.

Gli sfiorai gli addominale mentre il mio corpo era pervaso da una sensazione a cui non riuscivo a evitare di pensare.

I suoi occhi incontrarono di nuovo i miei e mi si smorzò il fiato quando le sua dita si spostarono sulla mia nuca e mi attrassero così tanto da potergli sfiorare col respiro le labbra.

«Vuoi ancora che mi fermi?» i suoi occhi mi scrutarono a lungo, pazienti e bramosi di una risposta mentre sentivo il suo petto esplodere insieme al mio.

«Non lo voglio ma dobbiamo farlo» sussurrai così lieve che a malapena riuscii a sentirmi.

Ero patetica: cercavo di evitarlo perché avevo paura che mi potesse piacere. Era tutto così folle. Inebriante.

Lui si piegò su di me, sotterrando la testa nell'incavo del collo incominciando a baciarlo. Gemetti silenziosamente, mordendomi più volte il labbro.

Mi aggrappai alla sua schiena con le unghie mentre lui scivolava sempre più in basso finché le mie dita non si infilarono nei suoi capelli.

La sua bocca si fermò sulla mia pancia facendomi rabbrividire. Sollevò lo sguardo su di me e le sue labbra si piegarono in un mezzo sorriso.

«Chi lo dice? Il fatto di avere un ragazzo? Sono già stato con altre ragazze occupate» Garrett spostò lo sguardo sulle mie gambe nude e sfiorò con delicatezza la parte più vicina al tessuto, unica parte che ci separava.

Deglutii nervosamente mentre quella sensazione di piacere mi invadeva i sensi. Ma non potevo cedere! Non dovevo!

Alzò di nuovo i suoi occhi verdi e incontro i miei pieni di dubbio e piacere.

«Anzi» continuò lui spostando con un sorriso divertito le dita sull'elastico delle mutandine. In quel momento volevo scappare a gamba levate. Ero incapace di muovermi sotto il suo tocco ed era troppo imbarazzante. Come avevo potuto ridurmi così per uno come Garrett?

«È molto più sexy» mi aspettavo che introducesse ancora di più le sue dita dentro il tessuto, ma con mio stupore si slacciò la cintura che con un rumore metallico cadde a terra.

Sussultai e lui lo prese come invito a continuare. Percorse nuovamente la linea del mio petto, molto più lentamente, con le dita facendomi sospirare parecchie volte.

Adoravo quelle sensazioni che mi faceva provare ma erano anche sbagliate. Avevo già commesso un errore a lasciare Tessa quella sera. Non l'avrei fatto una seconda volta.

Chiusi gli occhi pregando che non succedesse quello che volevo.

Sentii le sue labbra appoggiarsi sulla mia fronte e darmi un lungo bacio candido. Qualcosa che mi fece passare la paura.

Forse non sarebbe stato così male...
No! Assolutamente no! Era vero che ne avevo bisogno ma non potevo cedere così facilmente.

Entrambe le sue mani mi afferrarono la pelle nuda della vita e mi attirarono verso di lui. Mugolai cercando di non cedere ma il suo respiro irregolare unito ai miei battiti accelerati davano prova delle mie bugie e della sua verità.

Mi morsi il labbro incontrando i suoi occhi verdi. In essi vidi sete di me. Qualcosa che non avevo mai scorso in nessun altro.

Strinsi la presa delle mie gambe sulla sua vita finché non sentii il tessuto dei pantaloni graffiarmi la pelle.

Gli misi la braccia sul collo. Sulla sua bocca vidi disegnarsi un sorriso sghembo che mi fece vibrare come una foglia in autunno.

«Garrett» sussurrai nel suo orecchio con voce spezzata dal poco fiato che mi rimaneva.

«Sì?» chiese lui facendomi passare la mano sulla nuca.

Improvvisamente qualcosa vibrò nella tasca posteriore dei pantaloni di Garrett. Lui mi sfiorò la fronte con la sua col fiato corto.

«Dovresti rispondere» gli consigliai cercando di rimanere calma, ma la sua vicinanza me lo impediva ogni volta.

«Non ho intenzione di perdermi questo momento» sussurrò lentamente.

Arricciai il naso: doveva assolutamente rispondere così potevo svignarmela con quello che volevo sin dall'inizio.

«Potrebbe essere importante» insistetti con voce bassa. Garrett mi guardò per un po' negli occhi, poi alzò i suoi al cielo e con una smorfia infastidita si staccò da me e afferrò il cellulare.

Rispose con un «Pronto» alquanto acido. Mi guardai attorno, tirandomi sù la spallina del reggiseno.

Guardai Garrett alzarsi dal letto e girare per la stanza mentre la sua bocca era una linea chiusa.

Lo sentii dire frasi come: «Sè... Per quale cazzo di motivo ci ha ripreso?» Ci fu una pausa e in quel momento decisi che dovevo andarmene. "Ora o mai più!" Afferrai i vestiti da terra e cercai affannosamente il mio cellulare.

Appena lo scorsi sulla scrivania, non persi tempo ad afferrarlo e uscii dalla stanza.

Le ultime parole di Garrett furono ovattate dal sonno. Le pronunciò con amarezza come se avesse accettato una verità a lui scomoda.

«Va bene. Domani ne parlerò con gli altri del gruppo» Poi, appena toccai il cuscino, mi addormentai.

S/M

Da questa settimana cercherò come sempre di postare regolarmente. Wow! GRAZIE MILLE per le 1.250 visualizzazioni! Siamo sempre di più. Non vedo l'ora di aggiornare col nuovo capitolo... Ora però lasciamo spazio a un'unica domanda della settimana: Cosa avreste fatto al posto di Alyssa? Vi sareste concesse? O avreste giocato? Sarei curiosa di sapere la vostra continuazione. Al prossimo capitolo. xx

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Instagram della scrittrice @silvia_luoni

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