smoke ➳ camren

By yonderlysolivagant

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Cosa succede quando la tipica ragazza da "una notte sola" si innamora? E cosa succede quando la ragazza di cu... More

uno
tre
quattro
cinque
sei
sette
otto
nove
dieci
:)
terremoto
undici
dodici
tredici
quattordici
NUOVA STORIA
quindici
sedici
diciassette
diciotto
AVVISO IMPORTANTE
diciannove
Scusate per l'attesa

due

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By yonderlysolivagant

Aprii la porta per andare nella classe di Mrs. Smith, mi misi apposto mettendo lo zaino sul pavimento. Lei continuava a guardarmi dalla sua cattedra mentre io continuavo a sorridere. Sapevo che mi stavo comportando da stupida. Ma se lei voleva giocare un gioco duro allora io ero pronta.
Mrs. Smith si alzò e si appoggiò vicino alla cattedra.

"Buongiorno," salutò la classe. "Sapete che quest'anno a fine anno avrete gli esami perciò dovrete studiare molto. Oggi vedremo-"

Si fermò appena la porta si aprì e ne comparì la Ragazza Misteriosa. I suoi occhi osservarono tutta la classe ma non si fermarono un attimo su di me. Anche se avessi voluto che l'avrebbero fatto. Avrei voluto che lei mi guardasse.

"Perdonatemi, ho fatto tardi," disse la ragazza. "Non riuscivo a trovare la classe."

"Non si preoccupi," Mrs. Smith fece spallucce. "Dovresti essere Camila, giusto?"

Camila. Quello era il suo nome. Le rispecchiava veramente bene.

"Puoi prendere posto alla terza fila," la indirizzò.

Camila si avviò verso il banco a testa bassa e io la osservai mentre camminava, finché non passò vicino il mio banco e prese il suo posto. Precisamente due banchi dietro il mio e tre verso destra. I nostri occhi si incontrarono appena lei alzò lo sguardo per seguire la lezione.

"Comunque, come stavo dicendo," Mrs. Smith. "Correggeremo gli appunti che avete preso la scorsa lezione. Mettetevi vicino il partner che vi ho assegna-"

"Um, c'è un problema," dissi, alzando la mano. "Non ho un partner."

"Credo perché hai tenuto compagnia a Mr. Lloyd la maggior parte del tempo."

"Credo abbia ragione." Dissi sorridendo.

Mrs. Smith fece segno al resto della classe di mettersi vicino al proprio partner. Guardò la classe accorgendosi che le uniche rimaste sole eravamo io e Camila.

"Mi dispiace farti questo Camila, ma sarai in coppia con Lauren," disse.

Mi girai verso di Camila e le lanciai un sorrisetto, lei sbuffò e incominciò a raccogliere le sue cose per venirsi a mettere a sedere vicino a me. Alzai il mio banco da terra e lo attaccai al suo.
Mrs. Smith si avvicinò e mi guardò.

"Lauren, possiamo cercare di fare amicizia e comportarci bene oggi?" Chiese.

"No."

"Vorresti andare a passare un'altra giornata dal preside?"

"Veramente no," dissi. "Incomincio a pensare di aver passato così tanto tempo con lui che sta incominciando a gradire la mia compagnia più di quanto dovrebbe."

Roteò gli occhi mentre appoggio una fila di fogli sul mio banco.

"Ti prego, non disturbare Camila," mi supplicò. "È già dura così."

Tornò a sedersi dietro la cattedra, Camila incominciò a mettere in ordine i fogli che la professoressa aveva lasciato sul mio banco e io incominciai ad osservare ogni suo movimento. Era così precisa e così perfetta che avevo paura che se avessi respirato nel modo sbagliato lei sarebbe potuta esplodere. Non sono mai stata così vicino a lei. Aveva un profumo così dolce.

"Quindi il tuo nome è Camila," osservai.

Lei annuì solamente. "Vuoi studiare separatamente o insieme?"

"Mi dispiace di aver scoperto il tuo nome in questo modo," dissi ignorando la sua domanda.

"Non importa qual è il mio nome."

"Io mi chiamo Lauren," sorrisi, allungando la mano i modi che lei potesse stringerla.

La guardò solamente e io la abbassai.

"Quindi... dimmi qualcosa di te," dissi.

"Perché mi stai parlando?" Chiese freddamente.

"Perché siamo partner e sto cercando di fare amicizia," dissi ripetendo le parole di Mrs. Smith. "Ti senti sempre su un piedistallo o sei sempre così scontrosa?"

"Non so, sei così determinata a fare la peggior prima impressione della storia o sei sempre così spavalda?" Rispose.

Ripose l'attenzione sui fogli nuovamente. Era così difficile non guardarla. Era così dolorosamente attraente. Ma era il tipo di dolore piacevole che avrebbe fatto male se non ne avessi preso cura.

"Perché sei sempre nei casini?" Chiese dopo un po'.

"Uh... Droghe, alcohol, fumo, brutte parole-"

"Okay," mi interruppe. "Ma perché fai queste cose?"

"Perché me lo chiedi?"

"Sono solo curiosa," fece spallucce.

Mi appoggiai alla sedia e allungai le gambe sul mio banco. Lei mi guardò curiosamente mentre io le sorrisi, mettendo le mie mani dietro la testa.

"Perché?" Chiesi. "Tu sei una brava ragazza?" Sorrisi. "Non puoi dirmi che non hai mai fatto uno sbaglio."

"Li ho fatti," disse. "Ma non li ho ripetuti."

Era bellissima, nessun dubbio, ma non aveva nessun motivo di chiamarmi spavalda e agire come se fosse migliore di me allo stesso tempo.

"Penso solamente che tu ti sia trovata nei casini dato che ti ho trovata a fumare erba davanti le scale della scuola. In più, da quello che vedo, hai anche dei tatuaggi," spiegò.

"Solo due possono vedersi," dissi. "L'altro è sotto la maglietta se volessi dare un'occhiata. Non sono ritornata nel magazzino della scuola da quando mi hanno beccata a fumare lì dentro, ma se vuoi potremmo ritornarci."

Roteò gli occhi, cacciando il cellulare dalla sua tasca posteriore.

"Quindi non hai nessun problema ad ammettere che sei lesbica," notò.

"Guarda un po', per una volta hai ragione," scherzai. "Per la cronaca, meriti di sapere che tutto quello che faccio, infatti, è portare a letto ragazze, fumare erba, e bere ogni sera, ma non ho mai visto come sia fatta una cella in carcere. E non ne ho voglia. Non devi aver paura di me, non sono un criminale."

I suoi occhi mi osservarono e le sue guance si colorarono di un rosso chiaro. Cercai di nascondere il mio sorriso ma non ci riuscii.

"Non ho paura di te," disse.

"Si, okay," risposi ridacchiando.

Mrs. Smith si alzò dalla sua postazione e aspettò che il silenzio e l'attenzione erano puntati verso di essa prima di parare.

"Per l'esame di fine anno potete preparare un argomento a piacere insieme al vostro partner. I quali rimarranno così fino alla fine dell'anno," Lauren sorrise al pensiero di dover lavorare con Camila tutto l'anno. "Lauren, ti prego, fa in modo che l'argomento sia appropriato per l'ambiente scolastico e di portarlo in tempo per gli esami."

"Non voglio lavorare con lei," la voce di Camila riempì la classe.

"Nemmeno gli altri," dissi ridendo.

"Mi dispiace Camila, ma i gruppi sono già stati scelti,"

"Ma-"

"Provate a lavorare insieme e se c'è qualche problema lasciamelo sapere," la interruppe Mrs. Smith.

La classe ritornò a lavorare mentre Camila abbassò lo sguardo sul pavimento. Avvicinai la mia sedia alla sua, osservandola.

"Che succede principessa?" Sorrisi. "Non dirmi che hai paura di rimanere sola con me."

-

Infilai la chiave nella serratura del mio portone aprendolo.

"Mamma?" Chiamai sbattendo la porta.

"Papà?"

Niente.

"I tuoi genitori non sono a casa?"

"Apparentemente no," sbuffai. "Tranquilla, non vado a letto al primo appuntamento."

"Quando ritorneranno?"

"Non lo so!" Risposi male, cercando di ridere per non far notare il mio duro comportamento. "Tu hai voluto iniziare con questo stupido progetto. Perché non siamo potute andare a casa tua?"

Mi osservò da testa a piedi. I miei jeans strappati. I miei tatuaggi. Alzando entrambe le sopracciglia come se fosse una cosa ovvia.

"Giusto," ridacchiai.

Feci strada fino ad arrivare in cucina dove aprii il frigorifero e cercai qualcosa da bere.

"Vuoi qualcosa?" Chiesi.

"No grazie."

Presi una bottiglia d'acqua e incominciai a bere avviandomi verso la scala che portava al piano superiore. I passi di Camila erano esitanti, come se avesse paura che da un momento all'altro l'avrei sbattuta vicino al muro. Non che non ci avessi pensato ma non mi piaceva provare qualcosa così velocemente. Entrammo nella mia stanza e chiusi la porta.
Lei analizzò le pareti mentre io infilai il cavetto dello stereo nel mio cellulare e So Far dei The 1975 incominciò a suonare.

Camila con uno scatto si girò verso di me e mi osservò.

"Ascolti questo?" Chiese meravigliata.

"Si, cosa ti aspettavi?"

"Non so," fece spallucce. "Heavy Metal o qualcosa così."

"Cazzo no," risposi. "Ascolto molti generi."

"Questa è buona musica," si complimentò.

Camila prese posto alla sedia vicino la mia scrivania mentre io mi avvicinai al mio zaino per prendere le sigarette. Accendendone una.

"Proprio ora devi fumare?" Chiese.

"Si," risposi semplicemente. "È camera mia."

Inspirai il fumo appena misi la sigaretta tra le mie labbra. Per poi buttarlo fuori verso il soffitto.

"Ne vuoi una?" Offrii.

"No grazie," rifiutò. "Sai che ti fa male?"

"Sai che non mi interessa?"

"Lo dico per te," mormorò. "Con gli anni ti farà male."

"Non mi interessa."

Camila sospirò prendendo dalla sua borsa il suo notebook appoggiandolo sulla mia scrivania.

"Quindi, di cosa vorresti parlare nel progetto?" Chiese.

"Neanche quello mi interessa," mormorai.

"Guarda, capisco che devi agire da dura e hai una reputazione da mantenere ma dovresti aiutarmi."

Alzai un dito verso di lei appena sentii il mio cellulare vibrare, sorrisi appena vidi che era un messaggio da parte di Lucas.

'Hey, stasera si festeggia a casa di Michael. Ci stai?' Diceva.

Poggiai il cellulare attentamente sulla scrivania rivolgendo la mia attenzione a Camila.

"Cosa?" Chiese quando si sentì osservata.

"Sei mai andata ad una festa?" Chiesi.

"Mai, non sono mai stata invitata."

"Se ti invitassi ad una stasera, verresti?"

"Stasera?" Sospirò. "Domani abbiamo scuola e dobbiamo finire questo progetto."

"Abbiamo tre settimane per finire questo stupido progetto." Le ricordai. "Solo per qualche ora?"

Chiuse il suo notebook e lo gettò nel suo zaino.

"Tu puoi andare," disse. "Tornerò a casa e incomincerò a scrivere qualcosa-"

"Voglio che tu venga a questa festa," la interruppi.

"Perché?"

Così posso portarti a letto e vincere quella scommessa.

"Perché tocca a me accompagnarti a casa e non ti porterò lì," dissi.

"Qualcuno ti ha mai detto che sei abbastanza manipolativa?" Chiese.

"Solo quando vanno via la mattina," sorrisi.

Appoggiò la schiena al sedile della sedia e vidi il suo sguardo così distante, evidentemente stava pensando. Finalmente la vidi rilassarsi un po' finché non aprì bocca.

"Giusto per un po'," decise. "E non berrò nulla. Non prendo brutte decisione come te."

A/N: ed ecco il capitolo due!

Spero stiate passando una buona giornata :)

twitter: camilaftdisney
tumblr: melliflous-solivagant

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