smoke ➳ camren

By yonderlysolivagant

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Cosa succede quando la tipica ragazza da "una notte sola" si innamora? E cosa succede quando la ragazza di cu... More

due
tre
quattro
cinque
sei
sette
otto
nove
dieci
:)
terremoto
undici
dodici
tredici
quattordici
NUOVA STORIA
quindici
sedici
diciassette
diciotto
AVVISO IMPORTANTE
diciannove
Scusate per l'attesa

uno

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By yonderlysolivagant

Ogni essere umano, prima o poi, durante il proprio percorso nella propria vita commette errori. Alcuni errori potrebbero essere banali mentre altri potrebbero costarti molto, punti di vista.
Vi racconterò brevemente la mia storia: mi chiamo Lauren Jauregui, ho 18 anni ma la mia vita è realmente iniziata quando le mie labbra hanno toccato la cosa più bella, più perfetta che abbia mai avuto. Ma non soffermiamoci su questo per il momento.
Frequento l'ultimo anno di liceo e sono l'incubo di ogni genitore, professore o familiare. Perché? Chi lo sa. Forse perché durante gli anni scolastici ho frequentato il gruppo sbagliato, perché i miei genitori non mi stavano mai accanto o solamente perché non ho mai avuto una vera ragione per cui ne valesse la pena smettere di fumare o di presentarmi ad una festa diversa ogni sera. Oramai i miei genitori non osano chiamarmi con il mio vero nome da qualche anno, ora sono "sei un disastro", "ci deludi sempre", "non fai mai nulla di buono" o "ti prego finiscila di ubriacarti e portare a casa ogni sera una ragazza diversa". Esattamente, una ragazza.
Ma proseguiamo.

Questa è la mia storia.

-

Primo giorno di scuola.
L'unica cosa positiva a cui riuscivo a pensare era che quello fosse il mio ultimo anno e poi sarei dovuta passare al collage, molto probabilmente.
Accesi la macchina e subito dopo lo stereo, uscendo dal piccolo parcheggio di casa mia, i miei genitori quella mattina erano usciti presto per lavoro, come al solito.
Dopo qualche minuto ero già arrivata a scuola, scesi dalla macchina e mi accesi una sigaretta.
"Jauregui, credevo che dopo cinque anni che vi ripeto di non fumare a scuola avreste capito," sentii la voce di Mr. Jones risuonare alle mie spalle.
"E io credevo che dopo cinque anni vi foste stancati a ripetermelo," gli dissi sorridendo. "È un piacere rivedervi Mr. Jones."
"Alcuni professori non la pensano come te, Jauregui," disse sistemandosi la giacca che indossava per poi prendere la borsa che aveva appoggiato a terra. "Sei in 10 minuti di ritardo e mi dispiace per te ma la prima ora sarai in classe con Mrs. Smith."

Appena sentii quel nome i miei occhi si spalancarono.

"Merda, devo muovermi!"
Presi il mio zaino velocemente da terra chiudendo la macchina. Cominciai a correre, arrivai senza fiato davanti la classe, bussai leggermente entrando velocemente.

"Signorina Jauregui, mi mancavano i tuoi ritardi," sentii la voce stridula di Mrs. Smith risuonare nella classe, mentre alcuni alunni ridacchiavano. "Potresti dirmi il motivo di questo ritardo?"

"Sapete Mrs. Smith, io ho questa strana teoria," dissi sistemandomi al mio banco in fondo all'aula.
"E la mia teoria afferma che il liceo fa veramente schifo. Questi dovrebbero essere gli anni più belli della nostra vita? Non la penso così. Quindi ho avuto un'idea. Mi sono svegliata questa mattina e ho pensato:'Dio, non voglio andare a scuola. Forse dovrei entrare in ritardo'. Chi non lo ha mai pensato? Il liceo è duro. Abbiamo da fare ore e ore di compiti che interferiscono con le nostre vite sociali, dobbiamo aver a che fare con professori presuntuosi," mi fermai qualche secondo per sorridere a Mrs. Smith. "E vi aspettate che noi alunni stiamo seduti per 8 ore consecutive in un banco stretto mantenendo la nostra attenzione sulla lezione".

"Okay, Lauren è abbastanza," Mrs. Smith mi avvisò.

"No, la prego. Lasciatemi finire."

Mi guardò ma non osò protestare.

"Quindi stamattina, sfortunatamente è capitato che la mia sveglia è suonata cinque minuti dopo del previsto. E so che non ci crederai ma la mia macchina non riusciva a partire. È stato come se l'intero universo fosse dalla mia parte stamattina. Ma appena arrivata qui ho pensato di accendermi una sigaretta nel parcheggio della scuola perché sono stanca di venire qui ed essere trattata come una bambina ma allo stesso tempo vi aspettate che ragioni come un adulto. Poi, sono dovuta arrivare al mio armadietto a prendere i miei libri ed eccomi qui, in classe, 15 minuti dopo che la campanella è suonata."

Mrs. Smith assunse una postura rigida puntando con il suo braccio destro la porta della classe. "Fuori." Disse con tono rigido.

"Aww, già? Ho fatto di tutto per presentarmi qui in ritardo e lei mi sbatte fuori?" Risposi con tono triste ma allo stesso tempo sarcastico.

"Ho detto fuori!" Urlò.

Raccolsi la mia roba, avviandomi verso l'uscita della classe facendo un ultimo cenno alla professoressa.

Arrivai davanti l'ufficio del preside sedendomi in una delle sedie davanti ad esso. Misi le cuffie nelle mie orecchie chiudendo gli occhi. Era tutta una routine questa per me. Ho ricevuto punizioni per qualsiasi cosa. Per non aver indossato i vestiti adatti, per aver portato liquore nel mio zaino in una bottiglietta per l'acqua. Non sono mai stata espulsa o sospesa, sono solo stata messa in punizione e ancora si chiedono perché continuo a fare determinate cose. Sentii una boccata di vento entrare appena una ragazza aprì la porta per andare in segreteria. Camminò fino ad arrivare al bancone dove la segretaria sedeva. Non riuscii a sentire la sua voce a causa della musica che suonava nelle mie orecchie. Ma i miei occhi incominciarono a viaggiare lungo tutto il suo corpo. I suoi lunghi e castani capelli cadevano lungo tutta la sua schiena dove degli skinny jeans a vita alta pronunciavano le sue curve e il suo sedere. Avrei desiderato vederla ma era troppo lontano da me, così decisi di togliere le cuffie per ascoltare la conversazione.

"Deve esserci qualcosa che posso fare," la sua voce dolce mentre parlava con la segretaria.

"Mi spiace non abbiamo classi libere per inglese," la segretaria fece spallucce.

"Nemmeno una? È il mio ultimo anno, ho tutti voti alti nelle altre materie, la prego, deve esserci una classe libera di inglese."

"In realtà..." La segretaria sussurrò. "Ce n'è una libera. Devi solo compilare alcune carte per l'iscrizione per poi darle alla tua professoressa, la professoressa Smith."

"Non farlo," interruppi.

Entrambe puntarono la loro attenzione su di me e il mio cuore quasi si fermò quando vidi il suo viso. I suoi occhi marroni scuro e la sua pelle così chiara e liscia. Le sue labbra carnose, mezze aperte mentre i suoi occhi erano puntati su di me.

Perché non l'avevo mai vista fin ora?

"È una puttana," aggiunsi.

"Mi scusi..." La segretaria incominciò. "Questo linguaggio non è ben accetto qui."

Roteai i miei occhi continuando a guardare la ragazza, rifiutandomi di toglierle i miei occhi da dosso finché non si rigirò verso la segretaria.

"Dammi le carte per l'iscrizione e le porterò appena finirò di compilarle," decise la ragazza.

La segretaria prese una fila di fogli da un cassetto, sfogliandoli velocemente finché non trovo due fogli di iscrizione che diede subito alla ragazza. Ma le presi il polso prima che potesse camminare via.

"Come ti chiami?" Chiesi alla ragazza.

Tolse la mia mano via, senza degnarsi di una risposta. Morsi l'interno della mia guancia per nascondere il mio sorriso appena chiuse la porta. Speravo di incontrarla di nuovo per scoprire chi fosse.

"Jauregui," Mr. Lloyd chiamò uscendo dalla presidenza per aspettare che entrassi.

Raccolsi il mio zaino e le mie cuffie e mi diressi verso la presidenza, passando davanti il preside che stava lì a fissarmi a braccia conserte.

"Cos'hai combinato questa volta?" Chiese.

"Dimmelo tu," risposi. "Lei è il preside."

"Hai fumato?"

"Forse."

"Hai bestemmiato?"

"Forse."

"Hai risposto male qualche professore?"

"Forse."

"Qualcos'altro che debba sapere?" Chiese.

"No, tutto qui," feci spallucce.

Si massaggiò le tempie appoggiando la schiena alla sua poltrona.

"Quando finirà tutto questo?" Mormorò.

"Cosa esattamente intendete con "tutto questo"? Perché "tutto questo" potrebbe intendere un sacco di cose. E non so come rispondere."

"Non ho tempo per giocare, Jauregui," rispose. "Sei fuori controllo. I tuoi genitori sanno che ti comporti in questo modo?"

"Porca troia," Risi. "Ovvio che no."

"Guardi il suo linguaggio."

"Perdonatemi."

"Ho provato ad essere paziente con te ma ne ho abbastanza ora," sospirò. "Non ho nessuna scelta se non quella di espellerti. Un altro passo sbagliato e sei fuori da qui. Vuoi seriamente rischiare il tuo ultimo anno?"

"Perché si preoccupa così tanto?" Chiesi. "Non è che porto cocaina dentro la scuola. È solo che non sopporto questi professori di merda, questo è tutto."

"Mi preoccupo perché vedo il tuo potenziale," sospirò deluso. "Hai tutti voti alti ma il tuo comportamento potrebbe farli abbassare. Sei una ragazza splendente, e l'ultima cosa che vorrei vedere è che tu mandi in frantumi il tuo futuro in questo modo."

"Allora non guardi," feci spallucce.

Mi alzai dalla mia sedia, presi tutte le carte dalla sua scrivania e le lasciai cadere a terra, camminando fuori l'ufficio.

-

"Scusa, sono in ritardo," mi scusai con i miei amici.

Mi misi a sedere vicino ad uno di loro mentre mi salutavano. Il ragazzo vicino al quale mi ero seduta si chiamava Lucas. Siamo amici da praticamente quando siamo nati. È sempre stato come un fratello per me e mi ha sempre supportato quando avevo bisogno di lui, anche se solitamente tutto quello che aveva da offrirmi era marijuana.

Il suo braccio muscoloso e riempito di tatuaggio si avvolse intorno alle mie spalle appena lui si avvicinò per posare un bacio sulla mia fronte.

"Cosa ti ha trattenuta?" Uno degli altri ragazzi, Jeremy, mi chiese.

"Sono stata mandata dal preside di nuovo," mi lamentai. "E quella testa di cazzo ha pensato bene di chiamare i miei genitori per 'aiutarmi'."

"Prendi questa," Lucas mi offrì, passandomi la canna che aveva preparato. "Rilassati."

Misi la canna tra le mie labbra e inspirai velocemente, sentendo subito l'effetto della droga. Mi rilassai un po'.

"Lo, voglio vedere il tuo nuovo tatuaggio," mi disse infine.

"Oh sì! Mi ero quasi dimenticata," dissi, alzandomi dagli scalini su cui eravamo seduti mettendomi davanti a tutti i miei amici.

Alzai la mia t-shirt fino a sopra il reggiseno puntando sulla scritta sopra la mia gabbia toracica. Giusto sotto il mio seno sinistro.

"Questo momento contiene tutti i momenti," Lucas lesse. "Che significa?"

"Non lo so," feci spallucce. "È una citazione di C.S. Lewis. L'ho letta l'altro giorno e mi è rimasta in mente."

"Ma oramai chi legge più? Sei una fottuta nerd, Lauren," Jeremy mi stuzzicò.

"Come hai convinto i tuoi?" Chiese Lucas.

"Non l'ho fatto. Ho usato una carta d'identità falsa."

"Faresti meglio a stare attenta. Ne hai già tre, non puoi continuare a nasconderli e ti hanno quasi uccisa quando hanno visto il primo che hai fatto."

Alzai leggermente la manica della mia maglietta e guardai il mio primo tatuaggio. Un sole e una luna che si baciavano.

"Ancora non capisco il significato di quel tatuaggio," Michael, un altro mio amico, chiese.

"Il sole e la luna rappresentano la teoria dell'anima gemella. Qualcuno è là fuori pronto a completarti: come il sole inizia la giornata e la luna la finisce," spiegai.

"Ooh, sei così romantica," Lucas scherzò. "Peccato che vai solo a letto con le ragazze, saresti una brava fidanzata."

Jeremy e Michael si trovarono d'accordo con Lucas per poi finire per parlare di un nuovo video game uscito da poco. Stavo per mettere di nuovo la canna tra le mie labbra quando un corpo già visto veniva verso di noi. Era la stessa ragazza che vidi in segreteria poche ore fa.

"Scusate," disse calmamente.

"Stiamo intrecciando la tua via?" Lucas scherzò.

Sapevo che questo era il suo modo di flertare. Francamente, capivo perché ci stesse provando con lei.

"Ho solamente bisogno di passare," insistette.

"Non eri in segreteria poco fa?" Chiesi.

Si girò verso di me e annuì timidamente.

"Non hai risposto alla mia domanda," le dissi.

"Si, e c'è un motivo," disse. "Ora puoi dire ai tuoi amici di togliersi e lasciarmi passare?"

Mi morsi il labbro mentre continuavo a guardarla negli occhi. La droga nel mio corpo facevano sembrare i suoi occhi ancora più belli, mi sentii sprofondare in essi.

"Lasciatela passare," dissi ai miei amici.

Si accostarono al lato della scala facendo in modo di far passare la ragazza, quando Lucas si girò verso di me.

"Chi è?" Chiese.

"Porca troia, se lo sapessi," risposi.

"Aw, Lauren, hai una cotta per lei?" Chiese Michael.

"No, penso solamente sia una bella ragazza."

"Non penso che a lei piaci molto," Jeremy confessò.

"Dammi tempo," sorrisi. "Scommettiamo venti dollari che per la fine della settimana sarà nel letto ad urlare il mio nome."

Lucas, prima di accettare controllò nel suo portafogli, accettando, appena si accorse di avere abbastanza soldi.

"Affare fatto."

A/N: nuova storia!

Spero vi piaccia, anche se non so quando aggiornerò, ma spero presto! Lasciatemi sapere se vi va di sapere come va a finire o no :)

twitter: camilaftdisney
tumblr: melliflous-solivagant

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