Il corpo senza sostegno di Lydia venne scagliato contro la parete vuota,rimbalzò e si accasciò a terra. Sbattè la testa,ma chiunque l'aveva lanciata,completamente incurante dell'accaduto,si limitò a sbattere la pesante porta dietro di sè,lasciando la ragazza da sola.
Riprese i sensi diverse ore dopo. Si sistemò a sedere nell'angolo più nascosto possibile,piegò le ginocchia al petto e le avvolse con le braccia. Squadrò l'ambiente,tentando di rimanere lucida. Era intrappolata in un cubo dalle pareti troppo bianche e le luci troppo fredde.
Il vestito della sera prima non la copriva sufficientemente,il suo corpo tremava dalla paura e dalla temperatura bassa,le iridi verdi vagavano per la stanza alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi- alla ricerca di Stiles.
Chiuse gli occhi e tentò di immaginarlo. Sentì il suo tocco gentile risalire tutta la guancia fino ad arrivare ai capelli,immaginò le sue dita lunghe e ruvide sistemargli le ciocche rosse dietro le orecchie. La sua voce tenue e delicata le avrebbe detto che sembrava così piccola quando soffriva,e lei gli avrebbe amaramente sorriso e poi avrebbe cercato le sue labbra e le avrebbe trovate,come sempre,ad attenderla con la loro dolcezza.
Ma quando riaprì gli occhi,Stiles non era lì e il suo timido sorriso era rivolto al vuoto davanti a lei. Strinse più forte le braccia attorno alle gambe,tirò ancora di più le ginocchia verso il petto,e premette la schiena contro il muro con quanta più forza poteva,come se in quel modo potesse oltrepassarlo ed andarsene.
Aveva paura,stava morendo di paura. Perchè era lì? Chi ce l'aveva portata? Cosa volevano da lei? Ma soprattutto,la domanda che più di tutte le rimbombava nella testa era: Stiles sta bene?
Perchè quei due erano così,troppo strani per essere capiti e troppo normali per essere notati. E,in silenzio,nella loro particolarità,lui si era preso una parte di lei e lei una parte di lui. E non poteva essere diversamente,essere l'uno il primo pensiero dell'altro.
Prese respiri profondi,ricordando il modo in cui era stata in grado di amplificare i suoi sensi a comando negli ultimi tempi.
Ciò che Lydia,come banshee,era in grado di fare,non era del tutto chiaro nè a lei nè a tutti gli altri. E forse quello che la rendeva più pericolosa,era proprio il fatto che non si conoscessero i limiti dei suoi poteri.
Perchè nessuno,ancora,sapeva fin dove una banshee può arrivare.
Il silenzio attorno a lei divenne più silenzioso,come se tutti i suoni del mondo si fossero estinti,se Dio avesse messo il suo film personale in modalità muto.
Proprio quando le sembrava di essere vicina,di essere quasi oltre quelle iterminabile pareti vuote e luminose,sentì un rumore. Spalancò gli occhi,e decise rapidamente se fingere di dormire o rimanere in guardia per osservare la scena.
La pesante porta si aprì,e il tremore della ragazza divenne incontrollabile.
Si rilassò alla vista di Parrish,ma il suo sorriso bianco non gli fece lo stesso effetto di tutte le altre volte. Il suo volto non sembrava più quello di un angelo,anzi. Quell'espressione così pulita,si era trasforamata in un pesante ghigno,che non aiutava certo il tremore di Lydia.
Quando lo vide avvicinarsi,il primo istinto fu quello di alzarsi in piedi in modo da non sembrare troppo più piccola rispetto a lui. Nei brevi secondi che seguirono,Jordan accelerò il passo e la schiena di Lydia finì di nuovo contro il muro spinta da lui. Le bloccava i polsi,e si avvicinava paurosamente al suo viso. Era forte,le sue braccia erano troppo possenti rispetto a quelle di Lydia e la ragazza continuava a tremare alla vista di quelle iridi così simili alle sue,se non fosse stato per il fatto che al posto della paura contenevano malizia. Malizia,che Lydia riusciva a respirare concretamente con il respiro caldo di lui sul suo collo.
«È un peccato che tu sia così bella.» le disse lentamente nell'orecchio,con voce fine.
Lydia chiuse con forza gli occhi,desiderando con ogni fibra di se stessa di non essere lì. Parrish contemplò per qualche secondo l'immagine di quella ragazza,talmente bella da fargli pensare che c'era qualcosa di troppo in lei.
«Tranquilla,piccola,io non ho intenzione di farti nulla. Non sarei capace di far piangere un viso così bello.» sussurrò,mentre lasciava i polsi di Lydia e con entrambe le mano ora libere le disegnava la linea dolce della mascella.
«Ma qualcuno,ahimè,vuole farti davvero male.» sospirò,lasciando completamente la posizione di predominanza sulla ragazza.
Il corpo di questa si accasciò contro il terreno appena fu interrotto il contatto,come se non fosse più in grado di reggersi autonomamente.
«C-chi?» chiese esitante Lydia,guardando Parrish dal basso attraverso le folte ciglia nere.
«Peter Hale.» disse semplicemente lui,mentre armeggiava con le tasche interne del suo giubotto di pelle.
Lydia spalancò gli occhi,si alzò subito in piedi.
«Dov'è Stiles? Come sta? Devo vederlo!» iniziò ad urlare,mentre la scena di Peter che feriva il corpo di un ragazzo inerme gli balzò alla mente.
«Calma,bambolina.» disse con noncuranza il ragazzo di fronte a lei,premendo sulle sue spalle per riportarla col sedere sul pavimento.
«Ti prego,dimmi solo come sta..» le sue parole erano ora una supplica,i suoi occhi bagnati e le sue labbra appena schiuse.
Parrish si sistemò in ginocchio davanti al corpo di Lydia,sistemato da lui stesso in un angolo in modo che non potesse scappare da lui.
«Stiles non gli interessa. Finchè tu farai la brava,non gli succederà nulla.» sul suo volto comparse un sorriso,mentre la mano destra armeggiava con una siringa.
«C-cosa vuoi farmi?» boccheggiò Lydia,osservando la siringa.
«Io non voglio farti nulla,credimi. A volte si è costretti a fare male ad altri,per non farne a sè stessi.» il suo tono era calmo, pacato,sembrava così innocente da far schifo.
«Cosa è quel liquido?» chiese la ragazza,stavolta la sua voce roca era decisamente più vicina allo spezzarsi nel pianto.
La porta si schiuse,e vide Malia ed Isaac entrare in quel piccolo spazio. Guardò con sorpresa entrambe,ma la voce di Parrish la riportò sulle iridi verdi dell'affascinante ragazzo ancora im ginocchio davanti a lei.
«Amplierà le tue capacità,banshee.» le spiegò,guardandola negli occhi.
Gli altri due si avvicinarono,piombandole addosso mentre si dimenava quanto più poteva. Ma gli artigli le affondavano nella carne,e il suo corpo era ormai completamente immobilizzato. La mano di Parrish si avvicinò alla vena della ragazza,esitante.
«Che aspettì?» alzò gli occhi al cielo Isaac.
«O lei o noi.» gli ricordò Malia.
Distolse gli occhi da quelli della ragazza,lasciò che le sue iridi diventassero arancioni,e che il liquido le entrasse nelle vene.
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Sono ancora viva,sì lo so che mi davate per morta ma invece eccomi qui.
Spero che continuiate a seguire Deeper,anche se non ho più possibilità di aggiornarlo tanto frequentemente come prima.
Punti fondamentali dello spazio autrice:
1) Come al solito,lasciate un commento per farmi sapere cosa ne pensate e cliccate sulla stellina in basso/alto. Mi fa sempre piacere avere i vostri pareri,inoltre il capitolo l'ho ricontrollato molto velocemente e potrebbero esserci errori quindi segnalate se ne trovate.
2) DAL PROSSIMO CAPITOLO SARÀ TUTTO UN CASINO,PREPARATEVI.
3) Che fine ha fatto Stiles secondo voi?
4) Che cosa collega Peter al mio trio di malefici (che adoro sempre di più,aiuto voglio scrivere solo su di loro ahaha)?
5)Il nostro Scott Super McCall,salverà la situazione,secondo voi?
6)PASSATE A LEGGERE SUNRISE SUL MIO PROFILO!
Siete tutti magnifici,con i vostri commenti e il numero letteralmente stratosferico di letture. Non avete nemmeno una vaga idea di quanto mi renda felice avervi come lettrici,perchè siete fantastiche e vorrei venire lì ad abbracciarvi una per una.
Non perdiamoci nei sentimentalismi,li lasciamo per la fine quelli.
Non so quando arriverà il prossimo capitolo,potrebbe essere anche domani ma non voglio promettere nulla. Massimo la settimana prossima,in ogni caso.
Buon weekend!
Baci,Maki.