The Return Of Nightmare

By lucy387

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(LA STORIA È STATA SCRITTA ALLA VENERANDA ETÀ DI 13 ANNI (2015/16) E NON È REVISIONATA) Un morto. Un assassin... More

prologo
Capitolo 1
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Epilogo
Ringraziamenti
Sequel

Capitolo 2

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By lucy387

Vita.

Una parola che racchiude in sé mille emozioni.

La vita, però, non è sempre rose e fiori. No, ci sono anche i cosiddetti 'momenti bui'.

I 'momenti bui', sono quei tempi, dove tutto va storto, quando si è infelice, triste, giù di morale, e tutto intorno è grigio.

Flashback

Uno, due, tre squilli richiamarono l'attenzione della persona che era ancora intenta a dormire.

Il telefono continuò a squillare, così decise di rispondere. Afferrò il telefono e con voce ancora assonnata rispose.

"Pronto?"

"Pronto, Lei è la signorina Wright Serena?"

", sono io, con chi parlo scusi?"

"Io sono il commissario Wilson Aaron."

"In cosa posso esserle utile commissario?"

"Ecco, volevo chiederle se conosceva Davis Jack?"

"Si, è il mio fidanzato..."

Dall'altro capo del telefono, il commissario emise un sospiro.

"Il suo fidanzato è stato trovato morto nel parco abbandonato a tre isolati da casa sua." fermò. Aveva sempre odiato dare la notizia di una perdita alle persone più care della vittima.

"Come ben saprà il suo ragazzo non era in contatto con nessun famigliare. Che Lei sappia ha qualche parente nei dintorni?"

La reazione di quest'ultima era prevedibile: lasciò cadere il cellulare, mentre alcune lacrime le percorrevano il viso. Dopo aver assimilato tutto ciò che le era stato detto, riprese in mano il cellulare.

"Che io sappia non ha mai conosciuto nessun suo famigliare. Ma-ma cosa è successo? Mormorò piangendo.

Il commissario Wilson, dall'altra parte del telefono, sospirò.

"Non credo sia una questione di cui si possa parlare per telefono, la prego di raggiungermi in commissariato per alcuni accertamenti. La aspetto tra qualche ora qui... ah, non prenda impegni signorina, perché essendo l'unica persona rintracciabile della 'famiglia' di Davis Jack vorrei farle alcune domande. Arrivederci."

"Arrivederci commissario."

Le lacrime erano fiumi in piena, non volevano fermarsi, tutto il mondo le era crollato addosso in solo momento.

Fine Flashback

Il sole era alto in cielo, Serena si guardò intorno cercando di imprimere il tutto ancora una volta in testa.
Diede un ultimo sguardo complessivo alla sua dimora di Los Angeles.

"Ser! Sbrigati o perderemo il volo!"

Serena si risvegliò dal suo stato di trance e si sbrigò a uscire - per sempre - dalla sua casa. Entrò nel taxi dove la aspettava l'amica.

Il viaggio fu silenzioso, troppo silenzioso. Si sentiva solo il rumore del veicolo.

Arrivarono all'aeroporto fecero il check e si misero comodi sull'aereo. Serena tremava. Non era pronta e forse mai lo sarebbe stata.
***

L'aereo era decollato già da un pezzo e le due ragazze erano intente a sentire musica. Questo fin quando la nera non aprì un discorso.

"Allooora." Rosaline allungò di molto la 'o' il che voleva dire solo una cosa per Serena: GUAI!

"Cosa hai fatto Rosaline?" Chiese lei con estrema e finta calma.

"Ho chiamato i tuoi genitori e verranno a prenderti all'aeroporto" disse velocemente.

"CHE HAI FATTO?" Urlò Ser incurante delle persona che la guardavano storto.

"Mi dispiace Ser, me l'hanno chiesto loro. Vogliono dirti una cosa, e così anche per i miei genitori e ho accettato, ma mi sono dimenticata di dirtelo. Poi quando finiremo, andremo nella nostra nuova casa londinese. Perdonami Ser, pensavo di fare una cosa giusta."
Serena chiuse gli occhi un attimo e si pizzicò il ponte del naso stressata.
"Non fa niente Ros, oggi vedranno ciò che anche loro hanno creato e poi voglio rivedere Francesco." Rosaline sorrise e poi si misero a parlare del più e del meno.

"Ros!" "Dimmi Ser."

"Per i messaggi sconosciuti che ho ricevuto non ne parlare con nessuno."

"Va bene Ser." Disse facendogli l'occhiolino.

Appena arrivati a Londra, Rosaline e Serena cercarono i loro genitori.

"SER!" Qualcuno saltò in braccio a quest'ultima. Quando si girò, non rimase sorpresa nel vedere che lo screanzato che gli era saltato adosso era il frarello.
"FRANCESCO!" Sì abbracciano felici di essersi ritrovati.
A interrompere questo momento fu Ros.
"Ser, io vado a salutare i miei genitori."disse.

"Ok, ci sentiamo dopo e non dire qua nessuno il nostro 'segreto'". Disse Ser facendo le virgolette quando disse 'segreto'. In risposta ebbe un sorriso.

"Sery." Odiava essere chiamata così,  gli unici che ancora non lo capivano erano la madre e il padre.

"Mamma, papà da quanto tempo, vorrei dire che mi siete mancati, ma se lo dicessi sarebbe una bugia." Disse fredda, così come i suoi occhi che ora guardavano quelli stupefatti della sua famiglia.
Non poteva biasimarli, loro si erano abituati ad avere una figlia-sorella modello. Adesso, però, tutto era cambiato, Serena era cambiata. E l'unico che sinora sembrava averlo capito era Francesco.

"Amore, cosa è successo? Due anni fa non eri così!" Piagnucolò Cristina, la madre di Ser.

" Mia cara Cristina..." Ser si fermò per vedere la faccia della 'madre'. 'a volte sono proprio perfida pensò'. "la Sery che conoscevate è morta con Jack ormai."
"ANCORA PENSI A QUEL RAGAZZO?!" Esclamò Cristina visibilmente irritata.

"ADESSO BASTA! STATE DANDO SPETTACOLO!" Urlò il padre di Serena che fino a quel momento si era trattenuto.

Ser salutò Ros con un cenno della mano e andò verso la macchina dei genitori.

Claus, il padre, chiuse la portiera e diede l'ordine all'autista di partire.

Serena Wright e Rosaline Black erano figlie di ricchi imprenditori londinesi.

La stampa ne aveva sempre parlato molto bene, perché le due amiche erano state le uniche a non essere le ragazze ricche, viziate e che rispettavano le regole anzi, erano tutte il contrario ma pur sempre educate.

Le ragazze avevano deciso di andare in una scuola pubblica e lì, si erano fatti molti amici 'normali'.

I genitori delle due ragazze avevano fatto di tutto per farle fidanzare con qualcuno di un buon partito, ma le figlie non d'accordo, si findanzarono - entrambe - con ragazzi 'comuni', non per dispetto ma per vero amore, o almeno pensavano.

Quindi si può immaginare che quando Jack morì, i genitori di Serena non ne fecero una tragedia; anzi, la sera stessa che seppero la notizia invitarono delle persone a casa loro con una semplice scusa.

L'unico che fu vicino a Ser, oltre a Ros, fu Francesco.

Serena pianse per la morte di Jack, ma i genitori le avevano proibito di andare al funerale del ragazzo e avevano pagato il commissario affinché non desse più informazioni sul caso alla loro figlia. Quei soldi, compresero anche il silenzio da parte del commissario Wilson: nessuno doveva sapere che il ragazzo era stato il  fidanzato della piccola Wright.

Da quel giorno tutto cambiò, Serena cambiò. Capì che i genitori non avevano sentimenti e decise di scappare, andarsene. A seguirla fu la sua migliora amica Rosaline. Anch'essa aveva capito che i genitori erano l'artefice del tradimento di Marcos, il suo,ormai, ex.

Lasciata quella casa, Ser, insieme a Ros, si trasferì a Los Angeles . Lasciando ai propri parenti solo un bigliettino sul  letto con scritto 'non cercatemi'.

Avere fama, però, fu uno svantaggio per le due ragazze perché ben presto la stampa se ne accorse.

Fu un vero e proprio scandalo quello. I genitori dissero che le proprie figlie erano partite per un viaggio, ma nessuno ci credette. Alcuni addirittura pensarono che a cose brutte e fin da subito se ne rattristarono.

Serena e Rosaline alla fine furono trovate a Los Angeles dove vissero per circa due anni fino a quel momento.

(...)

Fu riportata alla realtà, quando la macchina si fermò. Lei scese senza aspettare nessuno e si diresse verso l'entrata.

Quando finalmente entrò nel giardino della casa si accorse che la sua Range Rover era ancora in garage e decise di prendere quella appena sarebbe uscita di casa, per non più tornarci una terza volta.

Entrata in casa, Cristina prese a parlare.

"Tesoro, abbiamo preso una decisione... non ci è piaciuto come ti sei comportata in questi due anni." Il tono era piuttosto rigido, non trasmetteva nessuna emozione.

"Cosa? Volete mettermi in punizione?" La voce di Ser trasmetteva,invece, quanto fosse indignata ad avere dei genitori così. Le sarebbe piaciuto avere genitori più disponibili per lei.

"No Sery, abbiamo deciso che ti sposerai con un ragazzo di una famiglia ricca assieme a te, tuo fratello con Sharon, la sua fidanzata." Concluse con tono di superiorità credendo che la figlia, adesso, avrebbe abbassato la cresta. Ma così non fu, Serena era un muro, non aveva mai eseguito i pensieri e comandi della madre e mai lo avrebbe fatto. Così,  tanto per mettere zizzania tra la famiglia, e anche perché non le sembrava giusto, mostrò una foto al fratello e successivamente ai propri genitori.

Serena scoppiò in una e vera e propria risata appena vide le loro facce.

"Non mi sposerò con uno che neanche conosco, voi non avete nessuna voce in capitolo e tengo a dirvi che mai la avrete. Francesco, come puoi vedere, Sharon ti ha tradito." Infondo le dispiaceva per il fratello ma aveva fatto la cosa giusta, se lo sentiva.

"Ora smettila Serena, ok, tu non ti sposerai ma tuo fratello s-..." Il padre anche se sconcertato da quelle foto prese le difese di Sharon ma fu subito attaccato dal figlio.

"NO, IO NON MI SPOSERÒ CON QUESTA PERSONA, SONO SEMPRE STATO COMANDATO A BACCHETTA DA VOI DUE, MA ADESSO BASTA!" Poi si rivolse a Serena con un tono più calmo "Ser, se vuoi puoi venire con me, perché io adesso farò le valigie e me ne andrò."

"No Francesco, ho preso una casa con  Rosaline al centro, se vuoi vieni a trovarmi... ora devo andare prendo la mia macchina, ciao."

Prese il suo cellulare che era ancora nella mani dei suoi genitori e uscì per sempre dalla quella casa. Lasciandoli di stucco come fece due anni addietro. No, non era per niente cambiata.

Infine prese la macchina e partì per il centro di Londra.

Appena arrivò, il suo cellulare squillò e tutto il coraggio che aveva accumulato grazie alla discussione con i genitori svanì.
Sbloccò il suo cellulare e lesse il primo messaggio.

Da sconosciuto:

'Finalmente sei tornata Ser, non sai da quanto aspettavo questo momento!'

Il secondo, invece, era di Ros.

Da Ros <3:

'Ser, mi è arrivata una chiamata da un certo commissario Wilson...dice che è il commissario che ha seguito e segue tutt'ora le indagini su Jack, vuole parlarci perché dice di aver scoperto cose che dovremmo sapere; non so cosa c'entro io ma voglio scoprirlo.
Ora sto andando in commissariato, ti aspetto lì, penso di esserci fin troppo dentro. -Ros.'

Dopo quel messaggio, Ser rientrò in macchina e si diresse verso il commissariato.

Voleva la verità e sarebbe andata fino in fondo a questa storia. E non sarebbe stata sola. Con lei ci sarebbe stata Rosaline , che in qualche modo, se lo sentiva, c'entrava qualcosa con Jack.

E non aveva tutti i torti.
No, non li aveva.

Spazio Autrice

Ciao a tutte/i, nella media c'è la foto delle nostre due protagoniste :Ser e Ros.
Vi è piaciuto il capitolo? Spero di e se volete che legga delle storie scrivetemelo sulla chat o sui commenti. Su quest'ultimi fatemi sapere se la storia vi piace.
Penso di aver detto tutto, sì penso e spero proprio di sì...

Un biacio alla prossima

-lucy387 ❤

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