Oggi non lavoravo. Eravamo tutte e due al letto. Poi mi venne in mente una cosa, una domanda, che per giorni e giorni mi aveva fatto impazzire.
«Harry chi era quella donna? Quando eravamo in macchina?» chiesi
«Mia madre.» sospirò
Ecco perché aveva reagito in quel modo. Ora capivo.
Lo baciai.
«Ti va di conoscere tuo nipote?» chiesi
«Si.» rispose convinto.
«E allora non perdiamo tempo, si parte per Los Angeles.»
«Sei sicura di volerlo fare?» chiese
«È importante per te. Quindi si.»
«Ti amo.»
Sorrisi e mi alzai dal letto. Fra qualche ora saremmo partiti e io dovevo ancora preparare tutto.
Scesi in cucina. Dietro di me sentivo dei passi doveva essere sicuramente Harry.
Mi senti prendere dai fianchi ma c'era qualcosa di diverso:le mani su i miei fianchi non erano quelle che io amavo tanto, erano diverse piene di calli.
«Non parlare o ti uccido.»
La voce era di un uomo. Avevo paura. Tanta paura.
«È tutta colpa tua. Puttana.»urlò.
Sentivo il suo coltello su di me.
«Papà leva quel fottuto coltello da lei e vattene.»
Senti una voce. Una voce che avrei riconosciuto tra mille. Era lui, il mio Harry.
«È tutta colpa sua. Se non fosse per lei, ora non staremo in questa situazione. La dovevo uccidere quando è nata ma sua madre mi pregò di non farlo» sbuffò «e così facemmo un'accordo appena avrebbe compiuto sette anni lei sarebbe tornata da me.»
«Mia madre è morta, stronzo.» urlai
Non mi importava se mi avrebbe ucciso, ma non poteva parlare così di lei, non poteva parlare così di mia madre, lei era morta e non se lo meritava.
«Ti ho detto di stare zitta, puttana.» sbraitò con rabbia.
«Cazzo papà lasciala stare, uccidi me.» disse tutto a d'un fiato, Harry.
«Lei deve morire. Tua madre è viva. Non te l'ho ha detto Harry?»
«Non è vero» dissi piangendo
«L'hai voluto tu» disse incazzato
Sentì il coltello dentro di me, Harry che piangeva, poi nero, il buio.
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Ricordo le altre mie due storie:
- L'amore è qua
- Nothing like us con Harry