You're here-Hawks

By -unacomunelettrice-

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> > Il ragazzo che l'aveva colpita si voltò, fu in quel momento che Yuri lo vide bene per la prima volta. Un... More

0.1
1.The beginning
2.The story of my life
3.Her
4.Grandma is mom
5.Divine miracle
6.The end of the beginning
7.The day the music started
8.Fascinating
9.Make a wish
10.Loving is hard
11.A new hero
12.Blue flames
13.Feathered bastard
14.Fucking liar
15.God remembers me
16.Michael
17.Why me?
18.A little sweetness
19.The test
20.Plug
21.Thank you
22.New beginnings?
23.Please, forgive me
24.He paved the way for you
25.Stay here
26.Jealous
27.It hurts, doesn't it?
28.Zing
29.I know she can do it
30.Only a genius
31.A gift
33.You're beautiful
34.Mariposa
35.Doctor Michael
36.Deku and Kacchan
37.Lips
38.Merry Christmas
39.A Rose
40.Happy birthday
41Who are...?
42The Dreams

32.Come here, with me

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By -unacomunelettrice-

Hawks l'aveva riaccompagnata a casa quella sera.
Pensandoci bene, durante il volo, Yuri si rese conto che quella sarebbe stata la prima sera a dormire nel suo letto dopo tanto tempo, d'altronde non aveva alcun motivo per andare da Hawks o da qualsiasi altro.
Il ragazzo non aveva aperto bocca, appena atterrati l'aveva salutata velocemente per poi volare via, Yuri giurò di vedere una puntina di rosso sulle sue guance mentre la lasciava andare.

'Sempre"

Aveva detto.
Una promessa stupida, impossibile da mantenere ma dolce.
Varcando la soglia di casa aveva sentito l'aria pesante finirle addosso.
Avrebbe voluto uscire di nuovo ma doveva prepararsi.
Quella sera avrebbe avuto la sua quarta giornata di lavoro al bar vicino la scuola.
Non era un granché, un piccolo locale in centro abbastanza frequentato, un luogo tranquillo di solito ma che la sera tardi si riempiva di ubriaconi puzzolenti e gente con ormoni a mille.
La pagavano una miseria in effetti, ma aveva bisogno di soldi e nessun altro l'avrebbe mai assunta.
Sua zia aveva preso la decisione di non darle denaro neanche per pagare le bollette e non voleva toccare i soldi che le avevano lasciato i genitori nonostante fossero una bella somma.

Hawks la aveva dato appuntamento per le sette di quella sera e lei avrebbe staccato la ronda alle nove per prepararsi.
Fece tutto in maniera meccanica, pulì la casa, cucinò, fece i compiti e si mise a letto scossa da un forte mal di testa.
Maledì Hawks in tutte le lingue possibili quando, svegliandosi, si rese conto di avere la febbre alta.
Saltare il giorno di lavoro era fuori discussione, l'avrebbero licenziata, la ronda però era rimandabile, così si era detta.
Prese il telefono con dita tremanti.

Y: Hawks, non podso venire stasera, ho la febbrr alta

Scrisse velocemente senza nemmeno rileggere.

H: Lo vedo, come stai?

Y: Di merda

H: Bene

Yuri tossicchiò.

H: Ci vediamo domani o quando ti riprenderai

Yuri non rispose cancellando il messaggio che voleva scrivere.
'Vieni qui?'
La febbre non le avrebbe fatto fare cose così stupide.
Chiuse la chat lasciando il telefono accanto alla testa.
Sentiva il cervello andare in poltiglia solo all'idea di alzarsi e camminare.
Alla fine riuscì a mettersi seduta e a raggiungere un cassetto con le medicine.
Ingoiò qualche antibiotico insieme a delle pillole in una confezione rosa nascosta dietro, sarebbero state utili.
Infilò la tenuta da lavoro e si diresse lentamente verso quella che sembrava essere la sua fine.
Nel treno barcollava e doveva aggrapparsi al metallo con tutte le sue forze per non scivolare a terra.
Non arrivò in ritardo per un pelo causando un leggero malcontento.
Fortunatamente si erano limitati a sgridarla ignorando il suo stato.
Quasi ebbe un conato di vomito sentendo l'odore del caffè e fu costretta a rifugiarsi in bagno.
Guardandosi alla specchio trovò la sua pelle eccessivamente bianca e le sue occhiaie scurite.
Non riusciva a respirare con il naso e aveva decisamente un aspetto malaticcio.
Si sciacquò il viso con acqua gelida per svegliarsi e prese di nuovo qualche pillola che si era portata da casa.
Con grande sorpresa all'ingresso del locale Tamaki era apparso.
Quest'ultimo non la vide e lei non voleva farlo preoccupare.
Tamaki non era solo.
C'era un ragazzo con lui.
Un tipo alto, moro con una faccia leggermente tonda che Yuri non riconobbe.
Tamaki stava avendo un appuntamento e non le aveva detto nulla.
Si calmò pensando al fatto che sicuramente per il ragazzo parlare del suo orientamento sessuale non fosse affatto semplice tuttavia la sensazione di essere stata tagliata fuori le tagliava l'anima.
Perché non le aveva detto nulla, non si fidava abbastanza?
Quando i due ragazzi capirono di non avere nessun tavolo con un minimo di intimità fecero dietrofront e andarono via.
Yuri tirò un sospiro di sollievo.
Tamaki sapeva del suo lavoro ma si sarebbe preoccupato a vederla in quello stato e lei non aveva alcuna intenzione di rovinare il suo appuntamento.
Si riscosse dai suoi pensieri e iniziò a servire i tavoli.

Per una buona parte del tempo era riuscita a gestire i tremori e il mal di testa e sembrava andare tutto nel verso giusto.
Fin quando non intravide un paio di ali rosse.

Hawks aveva ricevuto il messaggio di Yuri e aveva immediatamente chiamato Mirko per andare a bere una birra in centro.
Aveva fatto la ronda in solitudine e poi si era incontrato con l'eroina.
Tutto si aspettava da quella serata tranne che vedete Yuri in piedi, con almeno tre vassoi vuoti in mano, avvicinarsi per prendere le loro ordinazioni.
La ragazza sembrava timida e insicura e Hawks notò la sua mano tremare.

<<Pensavo avessi la febbre>>
Affermò meno ironicamente di quanto volesse.
<<La ho>>
Mirko lo fermò dall'afferrarle il braccio mentre si voltava per andare via.
<<Le farai perdere il lavoro>>
Disse con tono duro.
Hawks si alzò con la scusa di andare in bagno.
Yuri era davanti a lui con i capelli legati in un tuppo basso, l'andamento non era sicuro e stringeva occasionalmente gli occhi.
Avrebbe voluto parlarle ma entrambi gli eroi ricevettero un messaggio in cui si chiedeva loro di perlustrare una zona poco lontana della città.
Yuri si rese conto del nervosismo dei due ragazzi e li fissò andare via dopo aver pagato.
La serata proseguì tranquillamente e le vennero dati i soldi che le spettavano.
Il proprietario era un tipo anziano, quasi decrepito, che lasciava tutto nelle mani del figlio maggiore.
Non era la sola a lavorare lì ma era quello con meno esperienza e meno pagata, ma le sarebbe andato bene lo stesso.
Per tornare a casa sua doveva percorrere un pezzo di strada a piedi, prendere un primo treno, arrivare ad una fermata ed aspettare un autobus.
Nella sua mente la strada era già stata percorsa ma il suo corpo si era bloccato subito dopo essere scesa dal treno.
Si era appoggiata al muro con la vista offuscata, aveva sentito chiaramente qualche passo dietro di lei ma non aveva le forze per muoversi.
Qualsiasi pillola avesse preso aveva avuto l'effetto opposto.
La testa girava e si ritrovò seduta a terra, con la testa poggiata al muro alle sue spalle espirando ed inspirando lentamente cercando di calmare le palpitazioni che l'avevano colta.
Tutto questo doveva essere causato dalla febbre troppo alta.
La luce dei lampioni le faceva male agli occhi e non aveva le forze neanche di provare ad alzarsi.
Nonostante fosse in condizioni orribili il suo sesto senso continuava ad intimarle di andarsene, era ormai tarda sera e non era sicuro avventurarsi così da sola.
Chi avrebbe potuto chiamare?
Mirio e Nejire abitavano dall'altra parte della città, anche se li avesse chiamati ci avrebbero messo almeno mezz'ora per raggiungerla, Tamaki?
Lui era in zona, sì.
Ma non era solo, voleva davvero rovinare l'appuntamento del suo migliore amico perché lei non era stata in grado di prendere la medicina giusta?
Si sarebbe sentita così in colpa.

Ma allora chi poteva chiamare?
La realizzazione di essere sola la colpì in pieno.
Nel freddo di quella sera quello che sentì scenderle sulle guance erano lacrime.
In effetti non aveva la minima idea del tempo che era trascorso da quando aveva pianto l'ultima volta.
Non sapeva cosa fare, il corpo era scosso dai tremori e della sua bocca uscirono dei singhiozzi.
Le mani vagarono sul petto cercando di aprire la giacca per respirare meglio ed incapparono con la collana che Hawks le aveva dato.
Con la sua piuma.
Yuri la strinse nella mano più forte che poteva, se la portò vicino alle labbra come se stesse dicendo un segreto, ma uscirono soltanto sussurri.

Hawks, Hawks, Hawks, Hawks, Hawks

Alcune lacrime caddero delicatamente sulla piuma bagnandola leggermente.
Si sentiva così stupida per aver fatto una cosa del genere.

'Sempre'

Sapeva quanto fosse una promessa impossibile ma le piaceva che lui glielo avesse detto.
Non ci credeva ma voleva che Hawks lo dicesse di nuovo, voleva che le promettesse di esserci sempre, che glielo ripetesse talmente tante volte da convincerla che fosse la verità.
Perché faceva così male?

Quando strinse gli occhi il mondo prese a girare lentamente, le gambe non riuscivano a smettere di tremare e toccandosi le labbra le trovò fredde e screpolate.
Con quale freddo la situazione non sarebbe migliorata.
Un capogiro la costrinse e poggiare totalmente la schiena al muro, impotente.
Rimase con gli occhi chiusi un paio di secondi e quando gli riaprì neanche credeva a quello che aveva davanti.

Quello non poteva essere Hawks, non era veramente lì, quelle non erano le sue ali, non erano i suoi capelli, il suo viso, le spalle; quelle che la stavano toccando non erano le sue mani, non era veramente lì, era solo un brutto scherzo della febbre.
Ma era così reale, il suo tocco su di lei, sulle sue braccia, le sue dita che scorrevano sul suo collo in maniera veloce.
Era tutto troppo vero.
<<Sto morendo?>>
E sentì una breve risata.
<<Non tra le mie braccia>>
Il mondo si spende totalmente quando sentì un braccio passarle dietro la schiena e uno sotto le gambe.
Quando il suo corpo non fu più a contatto con il terreno pensò di star per morire.
L'ultima cosa che sentì prima di cadere nel buio fu qualcuno pronunciate il suo nome.

Yuri si trovava in un giardino di una casa sconosciuta, la luce inondava lo sfondo di quella scena, sentiva delle risate in lontananza che si facevano sempre più vicine e più famigliari.
Accanto ai suoi piedi dei fiori stavano germogliando e per qualche strano motivo non riusciva a mettere a fuoco la casa alla sua destra.
Improvvisamente davanti a lei apparve un ragazzo.
Alto, con i capelli neri, i suoi occhi erano celati, aveva un leggero sorriso sulle labbra e stringeva un fiore tra le dita.
Un tulipano, arancione per la precisione.
<<Arancione perché simboleggia il tuo non arrenderti mai, raggiungerai i tuoi obiettivi e io sarò lì a guardarti>>
La voce dolce e gentile.
Poi il mondo aveva preso a fare rumore.

Yuri aveva aperto gli occhi lentamente, per poi richiuderli a causa del mal di testa.
Si trovava sicuramente in un letto, profumava si pulito e aveva un fazzoletto bagnato in testa.
Le ci vollero alcuni minuti per capire di trovarsi a casa di Hawks.
Le tende della finestra erano spalancate rivelando la bellezza delle stelle notturne.
Muoversi le causava dolore e tosse.
Si strinse nelle coperte cercando sollievo.

<<Ti sei svegliata>>
Hawks era all'entrata della camera, indossava abiti comodi e portava una sorta di codino ai capelli.
Yuri lo guardò.
<<Come mi hai trovata?>>
Domandò tossendo.
<<Mi hai chiamato>>
Avrebbe voluto rispondere ma venne preceduta.
Hawks aveva in mano un paio delle pillole che aveva mandato giù qualche ora prima.

<<Queste sono delle bombe come medicine, prendendone parecchie hai sovraccaricato il tuo organismo già debole a causa della mancanza di sonno e dell'alimentazione scarna che ti ostini a seguire, hai avuto un collasso in piena regola>>
Yuri sospirò sconsolata.
Le dispiaceva di aver interrotto Hawks, qualsiasi cosa lui stesse facendo.
<<Ti ho costretto ad abbandonare quello che stavi facendo, era qualcosa di importante?>>
Riuscì a dire nonostante la tosse.
<<Ero in giro con Mirko, avevamo appena finito un giro di perlustrazione>>
La corvina fece qualche respiro profondo cercando di liberare i polmoni.
<<Questa è colpa tua, mi hai contagiata>>
Biascicò.
Hawks prese un piccolo barattolino da un cassetto, lo aprì prendendo una piccola quantità di gel su l'indice e il medio, abbassò leggermente la maglia che Yuri indossava e stess la sostanza sul suo petto.
<<Dovrebbe andare meglio ora, è un farmaco adatto ai problemi respiratori>>
Yuri constatò effettivamente la sua tesi.
<<Da dove l'hai presa?L'ultima volta ho combattuto per trovare un termometro in questa casa e ora vuoi dirmi che hai il gel per i problemi respiratori?>>
Cercò di usare un tono ironico ma fallendo miseramente.
<<Le farmacie sono aperte ventiquattro ore su ventiquattro>>
Yuri annaspò.
<<Oddio...no, Hawks, senza richiesta... sarà costato una cifra assurda...Non sono sicura di riuscire a ridarteli tutti in una volta...>>
Le frasi uscirono scomposte dalla sua bocca.
Hawks sorrise passandole una mano fra i capelli sparsi sul cuscino.
<<Non mi devi niente, mi prendo cura di te>>
Yuri annaspò di nuovo.

<<Ora è il caso che ti riporti a casa, riesci ad alzarti?>>
La corvina sembrò cadere dalle nuvole.
Doveva andare a casa sua?
Da sola?
Un gelido strato di ansia la colpì.
Non voleva andare, voleva rimanere lì.
<<Non credo>>
Sussurrò poi.
<<Sicura?La febbre dovrebbe essersi abbassata>>
La ragazza girò la testa dall'altra parte.
<<Si, ma...volare così non mi sembra il caso, potrebbe risalirmi la febbre...>>
Hawks rise.
<<Andremo con un taxi>>
Yuri dimenò leggermente le gambe entrando in panico.
<<Non sono sicura di riuscire a reggermi in piedi...sai, per come stavo->>
Hawks la bloccò.
<<Perché non vuoi andare a casa tua, Yuri?>>
Quest'ultima larve perdersi un attimo a quella domanda.
<<Non so di cosa tu stia parlando>>
Hawks le sfiorò una mano.
<<Stai trovando scuse per non tornare ma è una cosa che fai spesso, cerchi sempre di stare lontana da lì più tempo possibile>>
La corvina arrossì.
<<Non sono scuse>>
Sussurrò poi.
<<So quando menti Yuri, guardi sempre un basso a sinistra quando lo fai>>
L'espressione di Hawks era tranquilla, dolce, non sembrava arrabbiata o infastidita da lei, anzi.

<<Sento le loro voci>>
Allontanò lo sguardo.
<<Quando cala il silenzio, prima di dormire, è come se sentissi mia sorella che gira per casa, mio padre che fa chiamate di lavoro, mi alzo e non c'è nessuno, la casa è vuota e io sono sola>>
Gli occhi le facevano male, la vista si offuscò e diede la colpa alla febbre.
Hawks le prese la mano.
<<Più resto in quella casa più capisco cosa mi manca rispetto alle altre persone, non ho nessuno che mi saluti quando rientro o mi dia la buonanotte e mi sento così sola>>
Le ultime parole le pronunciò a voce più alta coprendosi gli occhi con i polsi.

<<Perché non sei rimasta a casa? Avevi la febbre>>
Yuri rise.
<<Se non vai a lavoro vieni licenziato>>
Disse seriamente.
<<Per questo esistono i giorni di malattia>>
<<Non esiste malattia per chi non dovrebbe neanche lavorare>>
Hawks le strinse un dito.
<<E perché una studentessa di una scuola per eroi lavora ad orari improponibili, con uno stipendio miserabile e in modo illegale?>>

<<Perché la zia di questa studentessa ha deciso di non dare più neanche un centesimo e in qualche modo dovrà tirare avanti la casa>>
Il pennuto soppesò le sue parole.

<<Se potessi me ne andrei da lì>>
Sussurrò lei.

<<Vieni da me>>
Disse lui velocemente.

<<Pensi che io sia una persona così socievole da avere ospiti ogni giorno?Sei la prima persona che ha dormito qui in anni>>
Yuri quasi si strozzò.
<<Non posso pagarti quando costa questa casa...>>
Sussurrò lei.
<<Mi sentirei in debito a vita>>
<<Mi sembra ovvio che se dovessi accettare non mi dovresti niente, ma se proprio vuoi a me basta avere qualcuno che mi aiuti a sistemare il disordine che lascio dopo il lavoro>>
Yuri ci ragionò sù.
Vivere con Hawks?
Davvero?
<<Lo hai detto anche tu, casa mia è più vicina a qualsiasi posto tu debba andare, lasceresti quel lavoro orribile in quel bar per alcolisti e potresti avere più tempo libero per rilassarti>>
Yuri provò a parlare senza successo.
<<Potrò finalmente controllare che tu dorma abbastanza e prepararti qualche pasto che sia più sostanzioso di una manciata di proteine, ti saluterò quando rientrerai e ti darò la buonanotte, dormirò sul divano o nella stanza degli ospiti, se vuoi il letto tutto per te>>

Aveva il fiato corto e l'espressione pensierosa.
Hawks era bellissimo.
Arrossì al pensiero che aveva appena avuto.

<<Vieni qui, con me>>
E Yuri la sentì come una sorta di chiamata, un qualcosa di importante da non poter ignorare, le labbra si mossero da sole seguendo il desiderio.

<<Va bene>>

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