11.A new hero

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Passarono mesi in cui Leila e James erano sempre appiccicati.
In realtà non si capiva se effettivamente stessero insieme: si baciavano, toccavano e stuzzicavano ma non sembravano essere una coppia.
In realtà a molti davano l'impressione di usarsi a vicenda, Yuri si chiese se anche con lei James si comportasse così.
Leila le riservava occhiate di fuoco ogni volta che la vedeva e quando li incrociava in corridoio uno accanto all'altra lei si aggrappava al suo braccio o lo intrappolva in un bacio passionale.
A Yuri veniva il disgusto solo a vederli, però non riusciva a non pensare al fatto che Leila sembrasse davvero presa.
Nonostante davanti agli altri si comportassero come due semplici ragazzi che si divertivano usandosi a vicenda, Yuri vedeva la scintilla che si accendeva nei suoi occhi quando vedeva James.
Vedeva come lo guardava e come con lo sguardo cercasse continuamente il suo.
E faceva male vedere come fosse l'esatto contrario per James.
Faceva male perché capiva che prima la situazione era la stessa, solo che al posto di Leila c'era lei.
James non era mai stato il tipo da relazioni serie, non era in grado di mantenerle.
Molti dicono che maturare significa ammettere che in adolescenza non esiste un amore duraturo, non importa l'intensità del sentimento, ma allora ciò che provava era inutile?
L'amore e i sentimenti che aveva provato e donato non sarebbero mai serviti a niente?
Che senso aveva aprire il proprio cuore al mondo se il risultato sarebbe sempre stato lo stesso? Perché avrebbe dovuto rimanere ferita ogni volta?
Possibile che non ci fosse qualcuno, in questa vita o nell'altra, che l'avrebbe presa e amata come nelle storie? Perché non non poteva avere il vero amore e il lieto fine?
E faceva male vedere come Leila cercasse continuamente attenzioni, come cercasse di essere la versione migliore di se stessa per James, come la guardasse storto ogni volta che la incrociava.
Faceva male perché si rivedeva in lei ogni volta che si era sentita sbagliata al fianco di quel ragazzo.
Un amore non dovrebbe farti sentire così, non dovresti mai sentirti sbagliata.
Faceva male perché James non sarebbe mai cambiato.
Faceva male perché Leila guardava James nello stesso identico modo in cui lo guardava Yuri.
La corvina smise di pensarci a poco a poco, la ferita lasciata da James si stava lentamente rimarginando.
Solo il tempo avrebbe detto se l'avrebbe mai superata completamente.
Invece Leila cambiò drasticamente.
Non portava più gli stessi vestiti, da una parte poteva essere considerata una cosa positiva, almeno ora rispettava il dress code.
Ma non è mai una cosa positiva quando cambi per non far arrabbiate qualcuno.
James le faceva scenate di gelosia quando si vestita troppo scoperta o quando parlava con i ragazzi.
La stava annientando come lo aveva fatto con Yuri.
Leila aveva smesso di truccarsi, non parlava più con nessuno e sembrava essere un'altra persona.
Aveva smesso da un pezzo di infastidire Yuri, forse non aveva il coraggio di affrontarla o forse semplicemente si era stancata delle non-risposte della corvina.
Nonostante non fosse un atteggiamento propriamente eroica aveva deciso di non fare assolutamente nulla.
Voleva tenersi fuori da tutta quella questione, non erano minimamente affari suoi e non voleva più ricordare nulla di James: aveva buttato ogni cosa, dalla prima all'ultima.
Aveva deciso di tingersi i capelli di un rosso accesso, una di quelle tinte che vanno via con vari lavaggi.
Tamaki le aveva detto che il rosso le donava, le metteva in risalto gli occhi.

L'inizio del terzo anno era stato pieno di imprevisti.
Una classe di primini aveva dato numerosi problemi e i villain si facevano vivi sempre più spesso.
Yuri aveva un brutto presentimento.
Durante i tre anni aveva fatto degli stage con alcuni eroi ma non aveva mai imparato nulla di particolare.
In realtà non si era mia contraddistinta per il suo Quirk.
Voleva passare inosservata e poi spiccare il volo una volta finita la scuola, non le serviva per forza l'aiuto di qualcuno.
Scoprì anche che ci sarebbe stato un festival sportivo e che sfortunatamente, avrebbe dovuto fare da tutor proprio a quella classe di primini fastidiosi.

Piccoli arroganti idioti.

Non le piacevano per niente, specialmente quel cane rabbioso che era arrivato primo all'esame di ammissione.
Era troppo esuberante e non aveva affatto la faccia da eroe.
Yuri avrebbe voluto prenderlo a pugni quando lo incrociava nei corridoi, le ricordava troppo quei ragazzini che la prendevano in giro alle medie.
Era solo un dannato ragazzino che si credeva troppo.
Ma Yuri doveva ammettere che quel dannato ragazzino era forte.
Aveva un Quirk distruttivo e potente, avrebbe potuto benissimo distruggere la scuola con un paio di colpi, aveva potenzialità.
Aveva invece iniziato a nutrire interesse, non di tipo romantico, verso un ragazzino con i capelli verdi disordinati.
Aveva scoperto il suo nome: Izuku Midorya.
Yuri lo trovava incredibilmente forte, forse anche più del porcospino.
Era coraggioso, lo aveva visto durante le imprese contro i Villain, e avrebbe fatto di tutto per proteggere le persone a cui teneva.
È il perfetto eroe.
Quella classe giovava anche dell'attenzione dell'eroe numero uno, cosa non da poco.
C'erano altri tipi interessanti ma Yuri non li aveva calcolati di striscio, si era già stancata a pensare troppo a quei due figuriamoci a tutti a quei ragazzini iperattivi.
Dopo il festival sportivo le lettere per le varie agenzie sarebbero arrivate e i primi eroi avrebbero iniziato a formarsi.
Yuri non aveva scelto un nome da eroe particolare come quello di Mirio, aveva tenuto semplicemente il suo.
L'avrebbe cambiato in futuro se fosse stato necessario.
Appena concluso il festival anche loro avrebbero ricevuto le lettere dalle agenzie, togliendo coloro che erano già stati notati da anni e che quindi avevano già la strada pronta.
Coloro che non venivano scelti da nessuno erano smistati in varie agenzie e poi riassegnati di nuovo, non potevi mai stare fermo.
Se non ti eri fatto notare prima dovevi farlo il prima possibile.
In sostanza più lettere avevi più importanza ti veniva assegnata.
Davano così tanta importanza ad un foglio di carta e alla forza del Quirk che finivano tutti per dimenticare il vero motivo per cui un eroe viene considerato tale.
La cosa che la preoccupava di più era il fatto che la maggior parte degli attacchi da parte dei Villain o erano avvenuti a scuola o in zone della città molto vicine a dove abitava.
Se ci fosse stata lei a casa sarebbe stata più tranquilla ma la consapevolezza che ci fossero solo suo padre e sua sorella la rendeva nervosa.
Nessuno dei due era in grado di difendersi in caso di attacco e per quanto la gente cercasse di nasconderlo gli eroi non potevano salvare tutti.
Nonostante questo la popolazione era tranquilla.
Da poco era arrivato un ragazzo al posto di numero due nella classifica degli eroi e tutti lo acclamavano.
L'eroe più veloce a quanto dicevano ed era famoso per essere molto giovane.
Molti lo consideravano un prodigio dato che a soli ventitré anni aveva sfondato nel mondo del lavoro, ora, secondo alcuni, il suo obbiettivo era mantenere la fama acquisita.
Prima o poi non sarebbe più stato sulla cresta dell'onda, doveva dimostrare quanto valeva come eroe.
Yuri non lo aveva mai visto, in realtà non le importava molto.
Aveva solo voglia di finire al più presto la scuola e iniziare a lavorare.
Non è quello che di solito vogliono tutti i ragazzi?

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