36.Deku and Kacchan

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<<Farai tardi a scuola>>
Gridò Hawks dal bagno.
Yuri si alzò in fretta e furia inciampando e quasi cadendo per colpa delle coperte troppo lunghe del letto.
<<Yuri, ci sono i tuoi cazzo di calzini e...Oh, Dio, anche le tue mutande!Devi smetterla di spogliarti e lasciare le cose in giro!>>
La corvina lo ignorò buttandolo fuori dal bagno con i suoi vestiti.
<<Scusa, giuro che non lo faccio più!>>

<<Non ti scordare lo zaino e chiuditi bene la camicia!>>
Yuri sbuffò sistemandosi i bottoni e afferrando velocemente la cartella con i libri.
<<Oggi ho un rientro, arriverò stasera tardi>>
Hawks annuì e parve sul punto di dire qualcosa, aprì e chiuse la bocca diverse volte ma non proferì parola.
<<Buona giornata>>
Pronunciò e basta.

Yuri tremava chiusa nella giacca invernale che Hawks le aveva comprato.
Senza che nessuno se ne rendesse conto dicembre era arrivato come una furia portando il gelo con sé, mancavano meno di due settimane a Natale.
A Yuri non dispiaceva così tanto, amava l'inverno ma solo se chiusa dentro casa e al caldo.
Preferiva le mezze stagioni.
Aumentò il passo rendendosi conto di essere in ritardo.
Riuscì per miracolo ad arrivare davanti alla porta della classe in orario.
Prima di riuscire a pronunciare qualsiasi cosa Nejire le saltò al collo.
<<Ora mi devi spiegare un bel po' di cose!>>
A quanto pare qualche giornalista aveva scritto un articolo sull'incidente all'ospedale e in qualche modo il suo nome era finito in mezzo.
Una recluta in mezzo a degli eroi professionisti, qualcosa di insolito.
<<Alcune persone credono che tu abbia una relazione segreta con Hawks>>
Yuri si strozzò con l'acqua che stava bevendo.
<<Cosa?!>>
Alcuni compagni di classe si voltarono nella loro direzione.
<<Vivi a casa sua, Yuri!>>
Sussurrò poi l'amica.
<<Ma questo i giornalisti non lo sanno e non devono saperlo!>>
Nejire sospirò sconsolata e digitando qualcosa al telefono.
<<Credo che sia per colpa di questa>>
La corvina si ritrasse leggermente arrossendo.
Era una foto, scattata da qualcuno nel momento in cui Hawks l'aveva afferrata per non farla cadere.
Si poteva vedere il braccio del ragazzo intorno alla sua vita, la testa di Yuri poggiata dolcemente sulla sua spalla e il volto del pennuto girato nella sua direzione.
In effetti, era assolutamente una foto fraintendibile.
<<Stavo cadendo>>
Fece poi.
Nejire sospirò per l'ennesima volta prima che Aizawa facesse la sua apparizione, nel solito sacco a pelo giallo.
La lezione passò lenta e noiosa, più delle altre volte, il sesto senso di Yuri le diceva che sarebbe successo qualcosa e il suo corpo fremeva senza un effettivo motivo.
Così, quando il professore uscì dalla classe per la pausa pranzo sgattaiolò via anche lei cercando un posto isolato.
Nejire e gli altri stavano andando via, ognuno alla propria casa, solo lei aveva scelto di restare per il pomeriggio.
La verità è che si sentiva a disagio a casa di Hawks, dalla sera precedente.
Da come l'aveva guardata, da come l'aveva sfiorata.
<<Senpai Ashimo!>>
Gridò qualcuno alle sue spalle.
Izuku Midorya, in tutta la sua gioia e con i super riconoscibili capelli verdi arrivò davanti a lei in un lampo.
<<Ciao, Izuku>>
In quel momento di rese conto delle due figure dietro di lui.
<<Ciao anche a voi, Todoroki e Bakuogo>
Il primo la salutò educatamente con un piccolo inchino mentre il secondo le riservò un verso stizzito.
Ma ormai Yuri non lo vedeva più come un troglodita pompato, da quando l'aveva difesa da James il ragazzo aveva iniziato ad avere qualche nota positiva.
<<Ditemi>>
Izuku la guardò arrossendo leggermente.
<<Lei doveva rimanere a scuola per l'allenamento con il professor Aizawa?>>
Yuri annuì.
<<Ti prego, dammi del tu, abbiamo solo due anni di differenza!>>
Dichiarò lei a disagio per i modi formali dell'altro.
<<Vale anche per voi, non abbiamo poi età così diverse>>
Il verdino annuì energicamente.
<<Volevamo avvisarti che il professore non ci sarà a causa di alcuni impegni, tuttavia ci ha dato il permesso di allenarci anche senza la sua supervisione, a patto di non farci male>>
Questa volta fu Todoroki a parlare con voce fredda come il ghiaccio.
<<Capisco, cosa volevate chiedermi?>>

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