7.The day the music started

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Aveva fatto una cazzata.

Era andata a scuola stringendo l'ombrello tra le dita e aveva cercato per tutta la giornata di incrociare il biondo che però sembrava essere spartito.
Aveva visto nelle altre aule e aveva addirittura avuto il coraggio di chiedere ad una ragazza se sapesse in che classe andava ma fu inutile.
Mirio sembrava sparito.
Così si arrese e decise che il giorno dopo l'avrebbe cercato ancora finché non sarebbe riuscita a trovarlo, non poteva mica tenersi il suo ombrello.
Dopo due estenuanti ore di matematica finalmente la campanella suonò segnando la fine di quell'inferno.
Non che non le piacesse la materia, anzi, la adorava ma la il professor Aizawa quando spiegava sembrava essere sul punto di addormentarsi e non svegliarsi più, passava più tempo a sbadigliare che a parlare e questo comportamento la faceva annoiare tantissimo.
Perché il professore è insegnante se non sopporta insegnare e detesta i ragazzi?
Yuri ipotizzò che l'avessero semplicemente costretto a stare lì senza nessuna possibilità di scelta.

Era volata via, veloce come una piuma dalla classe e si era catapultata in strada.
Poteva definirsi una giornata tranquilla tutto sommato, Leila e i suoi amici non le avevano fatto nessuno scherzo, forse per mancanza di tempo ed era anche riuscita a controllare bene il suo Quirk durante un'esercitazione.
Doveva controllare la mente di un insegnante e vedere per quanto tempo riusciva a resistere, all'inizio aveva paura di esagerare e finire per uccidere qualcuno ma fortunatamente era andato tutto bene.
Era riuscita a tenere completamente il controllo per circa tre ore e dopo avevano iniziato a manifestarsi i primi sintomi di stanchezza, come dolore ai muscoli e mal di testa.
Le avevano dato degli integratori per riprendersi e l'avevano congedata, subito dopo di lei entrò Leila.
Il suo Quirk era quello di controllare il vento, poteva creare addirittura dei piccoli tornadi che potevano provocare molti danni e sembrava che la sua abilità fosse perfetta per un'eroina.

Mentre camminava verso casa sua con lo sguardo basso emise un piccolo urlo -decisamente imbarazzante- quando qualcuno le toccò una spalla.
Si era talmente persa nei suoi pensieri da non sentire nulla, neppure il ragazzo dietro di lei.

<<Chi si rivede!>>
La voce squillante del ragazzo le entrò persino nel cervello, era talmente allegra e carica di sentimento che non si poteva ignorare o almeno così pensava lei.
Si girò e poté notare subito un paio di grandi occhi celesti fissarla intensamente.
Erano gli occhi che stava cercando da tutta la mattina.

<<Mirio>>
Aveva involontariamente detto il nome del ragazzo.

<<Ti sei ricordata il mio nome!>>lo disse con davvero tanto entusiasmo <<allora vuol dire che non ti sto proprio antipatico, vero?>>

<<Cosa?>>

Yuri rimase spiazzata da quella domanda, Mirio pensava di starle antipatico?
Perché mai avrebbe dovuto detestarlo?
Era stato così gentile con lei nonostante non la conoscesse.
Forse era stato il suo comportamento troppo freddo a dare questa impressione e si promise di essere più aperta con lui.

<<Pensavo di starti antipatico, sai oggi sono venuti a cercarti per parlare un po' ma non ti ho trovata, pensavo stessi scappando da me>>
Fece una piccola risatina con un tocco di tristezza nella voce e Yuri non fece che pensare che quel genere di emozione non si addiceva per niente alla persona che era Mirio.
Nonostante lo conoscesse poco sembrava una persona positiva, continuamente allegra e piena di voglia di vivere, non riusciva a vederlo in nessun altro modo.

<<In verità anche io ti ho cercato oggi ma non ti ho trovato>>
La situazione era imbarazzante.
Si erano cercati a vicenda per tutta la scuola senza trovarsi perché stavano girando in tondo rimanendo sempre alla stessa distanza.

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