Maze Runner- La Chiave

By Ombre_dInchiostro

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COMPLETA Ada si ritrova in una gabbia con accanto un'altra ragazza che sembra morta. Arrivata alla fine del s... More

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Epilogo

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By Ombre_dInchiostro

Ada riprese coscienza lentamente. Qualcosa la teneva per una caviglia.

Non sono morta?

Si chiese fin da subito. Il dolore le disse che non era di certo morta. Provò a chiudere la mano sinistra ma a malapena riuscì a muovere le dita, il suo volto si contrasse in un'espressione dolorante e rilassò i muscoli. Le tempie le dolevano.

Non ricordavo facesse così male

Avvertì che aveva ancora la fasciatura al suo posto. Si rilassò cercando di respirare lentamente senza muovere troppo il torace. Tenne gli occhi chiusi e si mise in ascolto in modo da capire cosa stesse succedendo.
Sentì dei rumori di metallo, erano due, forse tre Dolenti. Non sapeva dirlo con certezza, erano però sicuramente più di uno.

Che sta succedendo? Perché mi stanno trascinando?

Lasciò che le braccia continuassero a strusciare contro il cemento mentre nel suo cervello si formavano un sacco di domande e pensieri.

Mi staranno portando in qualche strano covo per uccidermi? O forse dai loro piccoli per farmi divorare... non ho idea se esistono veramente dei "cuccioli di Dolente", non me lo ricordo...

Si sentiva terribilmente stanca e non sapeva cosa fare.

Dovrei rimanere ferma ed aspettare oppure alzarmi e scappare via?

Cominciava a sudare freddo, il fatto che non fosse ancora morta non la tranquillizzava per nulla, la pelle le si accapponò al pensiero che la sua scomparsa dal mondo poteva essere ancora più lenta e dolorosa di così.

Se mi alzassi ora e scappassi riuscirei veramente a fuggire? O mi riprenderanno subito e mi ammazzeranno all'istante?

Aprì un occhio lentamente, il tanto che le bastò per vedere qualcosa nel buio. La luna era alta e luminosa nel cielo nero. Dopo che la vista si abituò all'oscurità, riuscì ad intravedere la figura di un Dolente di fronte a sé che la trascinava tenendo in una delle sue pinze quella che doveva essere una liana che le era stata legata alla caviglia.

Ma come ci son riusciti?

Rimase a riflettere. Degli esseri del genere non potevano avere un cervello proprio o pensare come farebbe un umano, dovevano essere controllati. In fondo avevano avuto fin da subito degli obiettivi ben precisi, all'inizio avevano agito come un qualsiasi animale che difende il proprio territorio. Ma quel nodo... questa cosa del non ucciderla subito... qualcosa nella testa di Ada non quadrava.

Quel Dolente voleva me, non gli era importato nulla di Minho fin dall'inizio ed ora questi mi portano chissà dove.

Si morse l'interno della guancia, poi una frase le balenò in testa

"Sei la chiave"

Fece di tutto per non muoversi

La C.A.T.T.I.V.O. mi vuole, viva o morta non lo so, ma mi vuole. Sono importante per qualcosa, hanno bisogno di me per qualche motivo. Quale?

Lo stomaco della giovane brontolò, aveva fame, non mangiava da un bel po'. Forse un giorno. Una sensazione di fame le cominciò a divorare lo stomaco.

Andiamo bene, e ora come faccio?

Avvertì che il Dolente svoltava e sospirò. Era ormai scesa la notte, non aveva una torcia e degli orrendi mostri volevano banchettare con la sua carne.

Fantastica situazione

Pensò la giovane.

Non so dove caspio andare o come fare... forse dovrei lasciare che mi portino dove vogliono.

Riaprì entrambi gli occhi e si guardò intorno cercando di non fare troppo rumore. Un Dolente la trascinava, un altro le passava accanto e l'ultimo le stava dietro.

No, non posso decisamente fuggire

Chiuse gli occhi in fretta rimettendosi subito in posizione, non poteva rischiare che quei cosi si accorgessero che in realtà era sveglia.

No, non posso decisamente fuggire... quella cosa mi infilzerebbe in un nanosecondo

Fece un altro respiro profondo dicendosi che non poteva fare altro se non lasciare ai Dolenti di portarla esattamente dove volevano.

Forse mi butteranno giù dalla Scarpata

Scherzò, anche se quell'ipotesi era veramente possibile. Questo non la mise sicuramente a suo agio.

Le testa cominciò a farle male a causa dell'attrito contro il pavimento. Essere trascinata per decine di metri non era una bella esperienza.
Il suo battito cardiaco cominciò a correre senza un apparente motivo

Devo andarmene, correre

Ada si morse l'interno della guancia più forte che poté nel tentativo di rimanere lucida.

No, rimani lucida. Zitta e ferma

La mascella strinse troppo forte ed il sapore di sangue le inondò tutta la bocca, avvertì il liquido diverso dalla saliva bagnarle piano piano la lingua mentre cominciava a sudare freddo. Sentiva il cuore in gola e le viscere contorcersi.

Scappare, devo andarmene

La mano destra le si strinse in un pugno mentre l'altra la mosse a malapena.

Calmati, andrà tutto bene

Si disse cercando di rilassare qualunque suo muscolo. Un senso di nausea la prese costringendola deglutire rumorosamente nel tentativo di farla andare via.

Andrà tutto bene, devo solo stare calma

Fece un respiro profondo e strinse le palpebre. Il bisogno di alzarsi voleva farle muovere le gambe ma Ada lottò per rimanere immobile.

Attese cercando di regolarizzare il respiro

Devo soltanto rimanere ferma, non è difficile no?

La paura cominciò a farsi sentire sempre di più all'interno del corpo della giovane.

«Ada, ascoltami»

Oh no... non di nuovo

«Ti giuro che sono dalla vostra parte»
pianti, sento piangere.

Sentì della rabbia

«Ti prego, ti sto dicendo la verità»
«Fottiti Rachel»

Questa sono... io?

La giovane chiuse gli occhi, non capiva cosa le stesse succedendo

«Devi ascoltarmi!»
«Col cacchio, sei solo una traditrice, esattamente come Aris!»
mi volto dalla parte opposta, la ragazza mi prende il polso e mi volta verso di sé. Il viso è chiaro.
«Ti giuro che questa è la verità»
«E perché dovrei crederti? Eh? Per mandare a quel paese tutto quello che abbiamo qui?»
con uno strattone mi libero dalla sua presa
«Ti rendi conto che ci abbiamo già provato? Manderemo tutto a rotoli, un sacco di ragazze moriranno per colpa mia se ti do ragione!»
continuo, gli occhi di Rachel sono pieni di lacrime
«Ti scongiuro»
mi prega lei piangendo
«Devi ascoltarmi»
mi avvicino al suo viso
«Ho detto no».
Rachel si allontana da me
«Ti prego, dobbiamo tentare»
abbasso lo sguardo
«Rachel, le ragazze sono esauste, il sole si è spento, le Creature hanno preso Ximena e siamo senza leader... smettila di sparare bugie!»
«Ti prego»
alzo lo sguardo verso le porte. Rumori metallici.
«Via! Alla Capanna! Ora!»
urlo a squarciagola, afferro Rachel per un polso e comincio a trascinarmela dietro
«Ada, dobbiamo liberare Aris!»
la ragazza affonda le unghie nella mia mano ma non mollo
«No Rachel, non possiamo rischiare di morire per lui»
lei si volta a guardare quella che sa essere l'entrata per la Prigione
«Non- non posso lasciarlo morire»
mi tira con forza un calcio al ginocchio, per il dolore mollo la presa su di lei e cado all'indietro tenendomi la parte colpita.
«Rachel!»
le urlo mentre la vedo correre verso la prigione interrata dov'è rinchiuso l'unico ragazzo che mi ricordo di aver mai conosciuto in tutta la mia vita. Harriet mi corre incontro e mi aiuta ad alzarmi
«Ada, tutto bene?»
stringo i denti
«Sì»
mi volto a guardare Rachel, è già praticamente arrivata dove voleva.
«Muoviamoci, le Creature stanno arrivando, ne prenderanno un'altra».
Metto un braccio attorno alla spalla di Harriet accorgendomi che riesco a camminare anche da sola. Faccio qualche passo che un sacco di mostri del Labirinto appaiono alle porte. Uno comincia a muoversi in direzione di Rachel.

No no no, tutto ma non lei, ti prego

Comincio a correre, Harriet mi urla dietro ma la ignoro. Non possono lasciare che prendano Rachel, non posso, non posso, non posso. Gli occhi mi si fanno lucidi mentre vedo la Creatura muoversi più veloce di come ho sempre visto fare.

Ti prego, Rachel, scusami

Vedo la ragazza armeggiare con la Prigione, non sa come aprirla. La Creatura arriva da lei ed aumento la velocità del passo.

No no no

Vedo il mostro alzare uno dei suoi bracci per colpire la mia amica, tiro fuori il mio coltello e spicco un salto verso l'alto, poggio un piede su una delle zampe di quella cosa e mi butto in mezzo alla gelatina della Creatura. Mi ficco di testa nella strana sostanza cercando la maniglia per ammazzarla. Tiro con tutte le mie forze e sento l'enorme mostro meccanico cadere a terra. Mi alzo in fretta e mi pulisco la faccia.

Dimmi che è viva. Dimmi che è-

Appena apro gli occhi mi ritrovo Rachel pietrificata davanti a me, salto giù dallo scheletro in metallo e la abbraccio cingendole il collo con il braccio sinistro.
«Ti prego, non farlo mai più»
mormoro sentendo gli occhi riempirsi di lacrime, mi stringo più a lei e la sento ricambiare l'abbraccio mettendomi le braccia attorno alla vita.
«Non farlo mai più, non allontanarti mai più da me così»
piagnucolo, la sento respirare lentamente
«Va bene, Ada»
allontano il volto dalla sua spalla e poggio la fronte sulla sua
«Promettimelo»
le intimo cercando di smettere di lacrimare, lei annuisce lentamente
«Te lo prometto, Ada»
sorrido e la stringo di nuovo a me.
«Ehm, ragazze?»
la voce di Aris mi riporta alla realtà
«Non voglio rovinare l'atmosfera ma dovrei uscire da qui o quei cosi mi uccideranno»
Rachel ridacchia e scioglie l'abbraccio avvicinandosi alla grata in ferro messa per chiudere la Prigione, mi pulisco il viso dalla gelatina e tolgo la sostanza anche dai capelli per quanto mi è possibile.
«Non fare mosse avventate, Stecco»
intimo al ragazzo di sotto. Mi metto vicino al lucchetto e gli tiro un calcio cercando di romperlo.
«Non penso funzioni»
dice Aris dopo che ho fatto un paio di tentativi, sospiro ed annuisco. Mi volto verso la Capanna, le Creature stanno cercando di buttare giù le porte per prendere un'altra ragazza.
«Dobbiamo sbrigarci, quando si accorgeranno di noi ci staranno addosso»
mi volto verso Rachel
«Hai ragione, sbrighiamoci».
Riprendo il mio coltello e con la punta tento di scassinare il lucchetto con scarsi risultati.
«Prova con questa»
Rachel si toglie dalla coda una forcina, altri capelli vanno ad incorniciarle il viso ormai liberi. Afferro il piccolo oggetto e in pochi secondi il lucchetto si apre, lo levo dalla grata e, assieme all'altra ragazza, la apro. Aiutiamo Aris ad uscire finendo sedute a terra.
«Grazie Rachel»
le sorride per poi voltarsi verso di me
«Grazie Ada»
dice più serio, io annuisco e basta. Avverto uno strano presentimento e mi volto, le Creature ci hanno notato ed ora due di loro si stanno avvicinando velocemente a noi.
«Via!»
urlo agli altri due cominciando a correre verso il boschetto. Tempo un paio di secondi che la strada ci viene sbarrata da un altro mostro meccanico. In poco anche gli altri ci accerchiano.

Perché? Perché?

Mi volto in giro, mi faccio più vicina a Rachel, la devo proteggere, a tutti i costi.

Devo stare tranquilla, se prendono me, non toccheranno Rachel

Faccio un sospiro e mi avvicino ad una delle Creature alzando le braccia.
«Che stai facendo?»
mi domanda la voce di Aris
«Nulla»
mormoro, faccio un respiro profondo.
«Mi arrendo, prendete me»
una sega rotante si avvicina al mio viso e mi pietrifico. L'arma mi fa un taglio sulla guancia, sento il sangue colare dalla ferita aperta ma rimango immobile con gli occhi serrati. Schiudo una palpebra e poi l'altra, tutto sembra congelato, la tensione è palpabile. Una pinza mi afferra per la strana pettorina che indosso e mi alza, lascio il corpo morbido.
«No, Ada, ti prego»
la voce di Rachel è rotta dal pianto.
«Va tutto bene, è okay, in questo modo avrete un giorno in più»
il braccio mi fa affondare nella gelatina dell'animale e mi spinge in essa fino al collo. Respiro lentamente cercando di calmarmi.

Ci riusciranno, hanno un altro giorno

Il mostro metallico comincia a correre e richiama gli altri, chiudo gli occhi e lascio che il viso entri nella strana sostanza in cui sono immersa. Ormai mi sono rassegnata. "Salvare Rachel a costo della vita", era questo che mi ero ripromessa ed è questo che ho fatto, lei riuscirà a cavarsela, ne sono sicura. Tiro fuori il volto e comincio a piangere in silenzio.
«Ada!»
Sento urlare. Apro gli occhi e vedo Beth correre nella mia direzione
«Beth»
mormoro, cerco di avvicinarmi al bordo ma le mie mani affondano nella gelatina. Pianto i piedi sul pavimento e cerco di afferrare il metallo di fronte a me ma la pinza mi spinge completamente nella sostanza. Mi sento affogare. Degli strani rumori si fanno sentire ed improvvisamente la pressione sulla mia schiena si fa nulla. Riemergo dalla gelatina sputando e tossendo, afferro lo scheletro dell'enorme Creatura e mi pulisco il volto in modo da vedere. Spalanco gli occhi e vedo una lancia conficcata a poca distanza da me. Rabbrividisco.

Dieci centimetri e mi avrebbe preso

Penso scrollando le spalle. Mi giro intorno e non vedo nulla. Solo alcune ragazze che corrono verso di me.

No, ti prego no

Salto giù dalla Creatura e mi volto verso le porte in tempo per scorgere Beth che annaspa cercando di uscire dal corpo di un mostro meccanico. Ormai è alla fine del corridoio.
«Beth»
mormoro mentre i miei occhi si riempiono di lacrime
«Beth!»
ripeto sentendo qualcosa dentro di me spezzarsi. Cerco di muovermi ma due ragazze mi afferrano tirandomi indietro, comincio a scalciare ed urlare come una bambina
«No, lasciatemi! Devo aiutarla!»
il mio fiato è corto, sono stanca, ma continuo imperterrita a muovermi.
«Devo salvarla! Non può morire così»
copiose lacrime scorrono sul mio viso.
«Ada, calmati... è andata»
mi dice una voce
«No, non può essere, devo salvarla!»
piango cominciando a smettere di lottare. Non ce la faccio più.
«Beth»
Crollo sulle ginocchia
«Beth»
l'unico rumore che sento sono i miei singhiozzi.
«Sonya, Rachel è stata punta»
mi si gela il sangue, mi volto verso Miyoko. Mi alzo in piedi in fretta e vedo Rachel essere portata in infermeria su una barella.

Ho fallito

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