Maze Runner- La Chiave

By Ombre_dInchiostro

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COMPLETA Ada si ritrova in una gabbia con accanto un'altra ragazza che sembra morta. Arrivata alla fine del s... More

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Epilogo

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By Ombre_dInchiostro

Newt riuscì a convincere la ragazza a venire con lui, tutti avrebbero dovuto assistere alla cacciata di Ben dalla Radura, era una cosa brutta ma necessaria, ognuno doveva vedere cosa spettava a chi non rispettava le regole.
Ada si avvicinò a Thomas che, non essendo un Intendente, era in piedi in mezzo alla folla di Radurai
«Ciao Fagiolina»
la salutò a bassa voce, nei suoi occhi si leggeva chiaramente il suo malore
«Ciao Tommy»
rispose lei sarcastica
«Che hai? Ingoiato un rospo?»
continuò
«No, è solo che è la prima volta che assisto ad una cosa del genere»
sputò lui in tutta fretta, Ada rimase bloccata per un secondo
«Almeno non sono da sola»
scherzò lei cercando di alleggerire l'atmosfera.
Alby, Newt e tutti gli Intendenti erano in mezzo al semicerchio di Radurai che si era formato, assieme a loro c'era Ben che si agitava mentre quattro ragazzi gli facevano indossare con la forza uno strano collare. Il ragazzo venne fatto alzare e il collare venne attaccato ad un lungo bastone di legno che tutti gli Intendenti presero in mano, prima Alby, poi Newt e gli altri a seguire. Cominciarono tutti a spingere e Ben fu costretto ad indietreggiare. Quest'ultimo iniziò a piangere chiedendo pietà ma tutti gli Intendenti non mostrarono alcuna emozione. Tutti i loro volti non cambiarono di una virgola.
L'orribile rumore delle porte che iniziavano a chiudersi coprì le parole di Ben che continuava però a supplicare i propri compagni. La scena fece rabbrividire Ada che trovò familiare anche questo spettacolo straziante. Il ragazzo venne spinto fuori dal confine e poi le porte si chiusero annullando qualsiasi suono proveniente dall'esterno, Alby sganciò il bastone e lo consegnò a Newt per poi far disperdere la folla.
Fu tutto così veloce e privo di sentimenti che la nuova lo trovò strano.

Newt le si avvicinò
«Tutto bene?»
le chiese vedendo la sua espressione, solo in quel momento ella si accorse che fissava ancora le porte, non riusciva a staccare gli occhi, si voltò e fece spallucce in modo disinvolto
«Sì, solo che non aveva mai assistito a qualcosa del genere»
iniziò a dirigersi verso la zona della mensa mentre Newt e Thomas, accanto a lei, parlavano di qualsiasi cosa.

La ragazza prese la cena per i tre ragazzi nell'Edificio dei Medicali
«Ti aiuto a portarli»
disse Newt cercando di prenderle di mano un piatto
«No, voglio Thomas»
rispose lei tirando indietro il braccio, il giovane nominato la guardò e si alzò un po' confuso. Newt lo guardò male e se ne andò da Minho che era seduto al tavolo da solo. Gli altri due si misero invece a camminare l'uno accanto all'altra mentre si avvicinavano sempre di più all'edificio.
«Thomas, ti ricordi di me?»
il ragazzo sgranò gli occhi
«Tu ti ricordi di me?»
«Praticamente pochissimo»
Thomas si rilassò
«Anch'io qualche ricordo lo ho, ma non ti vedo la faccia, riconosco la tua voce anche se ti chiamo in modo diverso»
Ada annuì.
«Dimmi una cosa, ti è mai venuta in mente una frase in particolare? O ti è venuta "naturale" un'azione?»
gli domandò dopo qualche secondo di riflessione
«L'unica cosa che ricordo è una frase che mi è venuta in mente prima di entrare nel Labirinto. Dovevo salvare Minho, proteggerlo a costo della vita e poi il mio corpo si è mosso senza che potessi dire di no»
Ada collegò ma rimase un paio di minuti a rimuginare.

Ero legata a Minho? Come facevo ad esserlo se ora lo odio, avrebbe più senso se fosse Newt, magari ero legata ad entrambi visto cosa ho fatto quando Ben ha cercato di mordere Newt

I due non si dissero altro.
La ragazza si occupò di Clint e Jeff mentre Thomas di Teresa. La Fagiolina lo aveva fatto di proposito nel tentativo che qualcosa nel cervello del Velocista si sbloccasse magicamente. Appena Ada ebbe finito, entrò nella stanza della ragazza svenuta e vide Thomas seduto affianco al lettino che teneva le teneva una mano
«La conoscevi?»
chiese Ada appoggiandosi allo stipite della porta, lui si voltò ed annuì.
«L'ho sentita dire il mio nome, nella mia testa»
Ada corrugò la fronte ma le venne in mente che aveva parlato con lui di telepatia

Me lo ricordo, nel sogno, avevo detto "Tu ed Aris, sarete mandati per cambiare tutto, io no perché non ho 'sta cosa della telepatia" forse anche lui e Teresa lo avevano...

«lo so che mi potrai credere pazzo e lo capisco, ma non ci riesco più a tenere tutto per me, è inquietante e capisco se non mi credi-»
«Ma io ti credo»
lo fermò la ragazza e facendo girare l'altro di scatto.
«Senti, per me potremmo anche sviluppare superpoteri, per quanto ne so. Non ho idea di cosa siano esattamente i Creatori e magari a te e a Teresa hanno impiantato uno strano aggeggio per la telepatia»
spiegò lei incrociando le braccia.
«Ricordi se avevi un rapporto speciale con lei?»
Thomas scosse la testa
«Ho un ricordo, che è quasi andato via del tutto ma io e lei ci stavamo allenando per questa cosa della telepatia»
il ragazzo si girò verso Teresa
«Ogni volta che la vedo so che la conoscevo, ho questa sensazione di familiarità ma nulla di più»
Ada gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
«Anch'io in realtà, ma so solo che la chiamavo "Nes", strano soprannome in fondo, visto che non ho idea di cosa centri con "Teresa"»
confessò lei. Convinse il ragazzo che poteva andare e lo guardò, per quanto poté nella poca luce che c'era, andare via.

La Fagiolina si sdraiò nel secondo lettino presente nella stanza di Clint e rimase a fissare il ragazzo con le palpebre che faticavano a rimanere aperte, la stanchezza si faceva sentire sempre di più in lei e il dolore al braccio sinistro mandava scariche per tutto l'arto provocandole contrazioni ai muscoli che le facevano sempre più male.

Potevano darcelo un antidolorifico o qualcosa del genere? Caspio

All'improvviso il sonno la prese e lei non riuscì a far nulla contro di esso.

Cammino lungo un corridoio, fisso il pavimento. Sento dei passi ed alzo il viso, e vedo lei camminare tranquillamente seguita da una guardia
«Tu»
dico guardandola schifata
«Ada, ascolta»
fa segno a chi la scorta di fermarsi e lo stesso fa a chi sta dietro di me
«No, Nes sei solo un'egoista»
«Sei solo una stupida ragazzina con problemi di rabbia»
sputa lei tutto d'un fiato
«Come hai osato chiamarmi schifosa traditrice?»
le salto addosso mettendole le mani al collo, comincio a stringere ma vengo trascinata via, vedo una scritta sulla divisa verde "Proprietà della C.A.T.T.I.V.O."

La ragazza si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, iniziò a respirare forte ma si calmò subito

C.A.T.T.I.V.O. non è buono

Cominciò a ripetersi in testa, ora aveva capito perché. Si girò intorno e vide che Clint stava dormendo, si alzò e andò a controllare gli altri due trovandoli nella stessa situazione. Un po' tranquillizzata da quella notizia. si rimise nel proprio letto e ricadde tra le braccia di Morfeo.

̴

Il mattino dopo si svegliò ancora presto, il sole stava cominciando a sorgere in quel momento. Controllò per un attimo i pazienti e poi uscì dall'edificio facendosi una corsetta, sentiva le gambe intorpidite e anche se le facevano male decise che avrebbe girato un pochino e poi sarebbe ritornata nel giro di una decina/ventina di minuti massimo.
Correre la aiutò, le sembrò che la mente si liberasse di tutto ciò che la affollava da giorni. Il fiatone c'era sempre e la stanchezza le appesantiva le gambe, ma correre le faceva dimenticare tutto, le piaceva, amava quella sensazione di libertà. Sorrise, le venne naturale. Per quei venti minuti le sembrò tutto più facile, meno opprimente e più sopportabile. Durante quel piccolo lasso di tempo si sentì bene, felice come non lo era mai stata da quando ne aveva memoria.

Dovette però tornare alla realtà.
Aiutò Clint con la gamba e diede il buongiorno a Jeff che si era svegliato non appena lei aveva messo piede nell'edificio,
«Buongiorno bella addormentata»
disse lei in tono scherzoso facendo sorridere il Medicale
«Come stai?»
continuò mentre il ragazzo si metteva seduto
«Un mal di testa che mi uccide ma tutto okay»
si portò una mano alla tempia ferita accorgendosi della benda
«Mi son ferito quando Ben mi ha colpito, vero?»
Ada annuì e gli si avvicinò per controllargli la testa
«C'era una scheggia di vetro nella ferita, l'ho tolta e ho fasciato ma non hai riportato nessun danno grave. Se riesci a stare in piedi, già domani potresti riprendere a lavorare»
Jeff si alzò dall'altro lato lettino, faticò a rimanere in equilibrio solo per i primi secondi, poi si stabilizzò saldamente sulle proprie gambe ed iniziò a girare per la stanza. Il ragazzo sorrise e chiese dove fosse l'altro Medicale
«Tranquillo, è di là»
la giovane si alzò e lo portò dall'amico che lo salutò contento.
«Come va la gamba?»
chiese subito
«Non fa molto male, credo due o tre giorni al massimo e sarà a posto»
rispose Clint
«Bah, secondo me anche di più»
replicò Ada non molto convinta, Jeff ridacchiò
«Tu la testa?»
riprese il Medicale a letto
«Un po' ammaccata».
Dopo qualche scambio di parole, Jeff decise di tornarsene nella propria stanza.

«Come hai dormito?»
chiese Clint alla ragazza prima che potesse andarsene anche lei
«Ho cercato di rimanere sveglia ma con scarsi risultati»
disse lei sentendosi come colpevole, Clint sorrise tranquillizzandola
«E il braccio?»
«Tutto okay, non fa più neanche così male e anche con stanchezza e tutto va meglio»
proprio in quel momento una scarica di dolore le attraversò l'arto sinistro come se fosse una punizione per la bugia appena detta, lei si sforzò di sorridere ed uscì di fretta dalla porta.

Perché cacchio non passa?

Nessuno arrivò per tutto il giorno, le stanze rimasero vuote e Jeff si mise a girare per l'edificio, pensante. Quella mattina e il pomeriggio scorsero tranquilli, senza niente di particolare.
Con l'esilio di Ben tutto sembrava essersi alleggerito, Clint aveva un alone di tristezza nello sguardo che un po' preoccupava Ada ma tutto fu tranquillo.
Newt si presentò alla porta d'ingresso poco prima dell'inizio della cena
«Ei»
disse non appena vide Ada uscire da una delle stanze sopra alle scale
«Che ci fai qui?»
«Nulla, non c'è stato molto da fare oggi e mi son già fatto una doccia, quindi...»
«Ti annoi?»
«Da morire»
Ada rise leggermente
«Qui abbiamo finito con il lavoro quindi non ho niente da farti fare»
il ragazzo alzò lo sguardo e si appoggiò allo stipite della porta
«Non ero venuto qui proprio per lavorare ecco»
la ragazza corrugò la fronte confusa, Jeff comparse da dietro di lei e le diede una spintarella
«Vuole che tu vada con lui»
sussurrò ridendo, la ragazza si voltò verso di lui e assottigliò lo sguardo.
«Allora?»
il biondo di sotto alzò le braccia per attirare l'attenzione
«Devo farmi una doccia»
rispose Ada entrando nella prima stanza che vide, Jeff la seguì ridendo mentre Newt sospirò
«Ti accompagno io»
urlò poi. La Fagiolina fece un respiro profondo e chiese a Jeff se se la sentisse di rimanere da solo fino alla cena, lui annuì e lei uscì lentamente dalla porta per poi scendere le scale.
«Vuoi anche il tappeto rosso o ti muovi?»
scherzò Newt
«Gne gne gne»
Ada velocizzò il passo e saltò gli ultimi due gradini.

I due fecero tappa al Casolare e poi alle docce, Ada fece più in fretta che poté. Newt la guidò fino a quella strana struttura dove erano rimasti a guardare il tramonto qualche giorno prima
«Ti piace proprio questo posto eh?»
disse Ada salendo le scale
«È il punto più in alto di tutta la Radura e ci si può vedere sia il tramonto che l'alba, a te non piace?»
«L'ultima volta che ci son salita ho rischiato di essere uccisa da un pazzo, vedi tu»
il tono scherzoso della ragazza non piacque molto al biondo che serrò d'istinto la bocca. I due arrivarono in silenzio fino in cima ed Ada si mise proprio al centro dello spazio mentre il ragazzo si sedette a circa un metro da lei. Il cielo iniziava a tingersi di arancione.
«Mi è quasi familiare questo posto»
mormorò la ragazza cominciando a girarsi attorno, fece una giravolta e sorrise. Trovò la sensazione strana, si mise in posizione e ne fece un'altra
«Che stai facendo?»
chiese il ragazzo alzandosi incuriosito mentre Ada cominciava a muoversi secondo una coreografia che non ricordava di aver mai imparato.
«Non lo so, ma ricordo questi passi»
si spostò di lato e fece una piroetta, girò in tondo seguendo un cerchio immaginario, si fermò e si ricordò che mancava qualcosa, si voltò verso Newt che intanto la guardava meravigliato
«Newt, vieni»
disse
«Ma non ho idea di cosa fare»
«E chi se ne frega, vieni qui e basta»
la ragazza si avvicinò a lui e lo portò accanto a lei
«Metti la mano così»
gli prese la mano e gli fece attaccare le dita l'una all'altra, gli appiattì il palmo, la sollevò poco sopra la spalla e ci appoggiò poi la propria sopra. Il biondo sorrise sentendo la pelle di lei a contatto con la sua, un tocco delicato sulla sua pelle indurita dai calli.
«Ora cammina, poi a metà girati e cambia con l'altra»
spiegò lei, il ragazzo annuì e i due cominciarono a camminare lentamente guardandosi negli occhi. A metà del giro entrambi cambiarono mano e si misero a ridere
«Ora indietro e poi di nuovo vicini»
disse la giovane. I due si allontanarono di un passo l'uno dall'altra senza staccare le mani, i loro occhi erano come incollati gli uni agli altri. Poi i loro corpi si riavvicinarono finché i loro avambracci non si toccarono, Newt sorrise ed Ada non poté non fare lo stesso. La giovane rimase un paio di secondi a riflettere su cosa dovesse fare
«Ora sta fermo un attimo»
gli lasciò la mano sostituendola con l'altra e si mise davanti a lui, i loro visi erano vicini, molto vicini, tanto da far scontrare i loro respiri.
«Ora dammi questa mano»
prese il braccio libero del ragazzo e se lo mise alla vita mentre strinse intrecciò le dita della mano destra tra le sue
«Fa un passo avanti»
disse. Newt lo fece mentre lei indietreggiò, iniziarono ad andare un po' avanti e indietro ridendo, il ragazzo fece fare un paio di piroette alla giovane che non smetteva di sorridere.
«È divertente, non ricordo di aver mai ballato prima»
confessò il biondo che era intento a fare di tutto per seguire il passo della sua compagna che, nonostante fosse leggero e lento, era sicuro e preciso.
«Contenta di essere la prima con cui avrai il ricordo allora»
ridacchiò Ada, Newt sorrise ed annuì.
«Non sono così male in fondo vero?»
«Nah, per essere un novellino no dai»
«Ma ei-»
La giovane si mise a ridere e poggiò la fronte nell'incavo della spalla di Newt, ella si sentì tutto d'un tratto al sicuro. Smise di muoversi facendo fare lo stesso al ragazzo che sembrava essere diventato un po' teso
«Posso fare una cosa?»
chiese spostando il viso e guardandolo negli occhi, Newt annuì non capendo. La giovane fece un respiro profondo e allacciò entrambe le mani di Newt alla sua vita mentre mise le sue attorno al collo di lui, egli deglutì facendo ridere Ada.
«Non mi dire che sei in imbarazzo mr. Secondo in comando»
«Io? Nah, hai preso il Pive sbagliato carina, non vedi quanto sono sciolto nei movimenti?»
la Fagiolina rise
«Vedi? Ho sempre il mio senso dell'umorismo»
Ada annuì divertita iniziando a fare piccoli passi
«Certo certo».

La giovane si voltò verso di lato notando il sole metà nascosto dal muro del Labirinto, il cielo era tinto completamente di un bellissimo arancione vivo, c'erano anche delle sfumature di rosso che conferivano al tutto una bellezza incalcolabile. La ragazza si girò verso Newt per commentare lo spettacolo, non appena incontrò i suoi occhi vide un'espressione strana sul suo volto. Non uno strano brutto, anzi, era molto bello visto così ma non sapeva cosa significasse. Era rilassato, e questo la fece ridere dentro. Newt alzò gli occhi e le diede un bacio sulla fronte, o meglio, sui capelli che la coprivano visto che la giovane aveva la frangia. La strinse a sé più che poté e sorrise a trentadue denti mentre le metteva il viso nell'incavo della sua spalla
«Mi ricordo di te»
disse dopo un paio di minuti, Ada sgranò gli occhi
«In alcuni sogni delle poche cose che ricordo ci sei tu, sei più piccola di così e ricordo che avevi due anni in meno di me. Il tuo viso non lo vedo ma la voce è molto simile. Con te sento una sensazione simile a quando sto con Alby, Thomas o Minho»
la giovane annuì
«Con te è di più, è come se fossi... a casa»
il petto di Ada iniziò a scaldarsi e lei cominciò a provare una felicità immensa.

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