I DUE RE [BL]

By fiamminga95

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[Fantasy; Mitologia; Romance] [Primo e secondo libro conclusi][Terzo libro in fase di scrittura]. La guerra... More

Ubi Tu Gaius, Ibi Ego...
Note dell'autrice: Avvertenze
Scenario E Glossario
La nascita di Sirio
La nascita di Laran
Prologo alla parte I
Parte I: Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
FAQ #1
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Epilogo alla parte I
FAQ#2
Parte II: Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Epilogo alla parte II

Prologo alla Parte II

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By fiamminga95

Nella città d'oro c'era un gran da fare. I servi e gli schiavi del palazzo reale non si erano fermati da giorni: i soldati stavano tornando ad ondate ed ogni legione portava con sé strane e sorprendenti notizie.

Si parlava di tradimenti, si parlava di nemici sconfitti da lungo tempo e tornati indietro a vendicarsi, si parlava di draghi ... il re, per la miseria, era praticamente morto!

Il suo corpo era sfilato nelle strade principali di Olimpia dentro una bara di vetro: il suo corpo ancora vivo, ma senza anima e senza spirito. Senza lancia. Ascalon era stata trasportata dai littori fino al palazzo, nelle profondità della reggia, dove avrebbe riposato finché qualcun altro non fosse arrivato ad impugnarla. La regina Teia aveva chiuso le porte della sala dei trofei, la maga Isid aveva sigillato le stanze con la magia.

Eppure non era di questo che si parlava.

"Io ho sentito che ha i denti aguzzi, dritti come quelli dei carnivori!"

"Ma no ... io l'ho visto un titano una volta. Non hanno affatto denti in quel modo"

"Ma è un nysa, non un titano! Ci sarà qualche differenza!"

Questo era il tono delle serve di palazzo che mentre si affaccendavano parlavano ad ogni buona occasione di una strana creatura, un essere che prima della morte di Herian sarebbe stato impossibile nominare.

Il serpente bianco lo chiamavano i soldati.

Dicevano che aveva salvato l'intero esercito, dicevano che un enorme serpente magico era apparso nei cieli e aveva fatto nascere una foresta d'argento dal permafrost sterile. E si diceva – ed era davvero sconvolgente – che il principe Laran lo avesse preso schiavo, che lo usasse come un'arma persino contro i titani.

Il vero nome del nysa cambiava di bocca in bocca, così come l'idea che tutti avevano del suo aspetto fisico.

Per qualcuno era basso ed esile come un piccolo elfo, per altri era imponente quasi come un titano vero, per altri non aveva le corna, qualcuno diceva invece che le avesse e che fossero terribili.

L'unica cosa su cui tutti, indistintamente, concordavano, era la sua bellezza impareggiabile, mai vista prima sulla terra o ad Olimpia. Si sospettava che il principe Laran lo tenesse anche nel suo letto, ovviamente. I soldati di ritorno raccontavano di un principe geloso e possessivo e di un nysa talmente bello da essere il sogno di chiunque, qualunque sesso o razza avesse.

Dall'alto delle terrazze e nei giardini, una giovane ninfa, bellissima e brillante, osservava quel grande via vai e quel chiacchiericcio che non si fermava da molti giorni.

Suo figlio, il principe, sarebbe arrivato presto e tutta la città lo attendeva ... o attendeva il nysa. Come poteva, si stava chiedendo, una creatura così lontana e così strana far dimenticare al suo popolo la morte di un re, l'elezione del suo successore e una guerra lasciata in sospeso dopo un tradimento in seno al palazzo?

La regina Teia non aveva idea di come fosse o come si chiamasse questo nysa, ma già lo detestava. In piedi davanti alla balaustra, stava stritolando nervosamente il lembo de suo mantello. All'avvicinarsi di un'altra donna si voltò verso di lei e la sua corona, più grande e luminosa di quella indossata quando suo marito il re era ancora vivo, brillò come il sole. "Tu!"

Isid, in secoli di vita, non era cambiata affatto. Il suo vestito era nero lutto, diversamente da quello sgargiante e prezioso della regina. I suoi capelli sciolti nascosti sotto un velo nero sembravano quasi argentei ma la regina sapeva che alla luce del sole erano biondi come il grano maturo. Isid la osserva con un'espressione dura e distaccata. "Mia regina".

Teia era sicura che la maga la stesse giudicando. La regina alzò la testa orgogliosamente. Il tempo trascorso chiusa in quelle mura con una corona che non significava nulla aveva distrutto quella giovane regina disperata e ingenua che era stata quando aveva sposato Herian. Era vero: non le dispiaceva affatto che il re fosse morto. Non avevano nulla in comune ed erano andati d'accordo per pochissimo tempo.

Le due ninfe non si parlavano da tempo, da quando il piano di Isid si era ritorto contro di lei decenni prima.

Vivo il re, lei non avrebbe potuto dare sfogo a tutta la rabbia e la frustrazione, persino l'odio, che provava per quella maga imbrogliona, ma ora si poteva concedere una rivincita... Fin tanto che la corona rimaneva sulla sua testa.

"Vesti al lutto? Tu?" disse a denti stretti sibilando.

"Mia regina" disse freddamente la maga "Sono condannata a portare il lutto per coloro che non vengono rimpianti da nessuno".

Teia aveva un sorriso denigratorio in faccia. Sì, Isid era famosa per quelle sue presuntuose messe in scena. "Herian non sarà rimpianto nemmeno dai suoi fratelli, questo e vero. Ma non posso credere che dopo le abominevoli magie che ti ha costretta a fare, tu sia davvero sincera con quel vestito nero addosso".

"Il lutto serve ai vivi, mia signora, non ai morti. Il lutto ci permette di dire addio alle persone che ci lasciano e ai tempi che si sono conclusi, così da poter accogliere i prossimi".

"E chi vuoi accogliere?" chiese la regina, fronteggiandola di petto. "Mio figlio ha meno possibilità di diventare re, dopo il modo in cui tu lo hai allontanato da me! Io, che sono sua madre!"

Isid non si scompose. "Sono sua madre quanto te, mia regina. Lo hai portato in grembo, ma sono stata io a piantare il seme della sua vita".

"Te l'ho permesso solo perché mi avevi assicurato che sarebbe diventato re! Mi hai fatto credere che sarebbe diventato il miglior principe di Olimpia, che sarebbe stato amato dal re e che tramite lui io sarei diventata la regina che dovevo essere. E come è finita?" strinse la mascella. "Mi ha fatto generare un figlio tanto nysa quanto dio, un figlio che Herian ha odiato dal momento in cui ha capito cosa scorreva nelle sue vene e il modo io cui io l'ho ingannato per portarlo in grembo. Dovevo passare un'eternità al fianco del re, ma la sua considerazione non l'ho avuta nemmeno per cinque anni, prima di venire praticamente ripudiata per colpa del figlio che mi hai dato!"

"Laran è stato generato dalla magia. Quello che è diventato è stata la volontà di Rea".

"Rea se ne frega delle nostre piccole vite, Isid. La verità è che Laran è stata la tua vendetta contro Herian e contro Sol".

"Ti avevo avvisata che ciò che sarebbe venuto dal nostro inganno sarebbe sfuggito al nostro controllo. Laran non sarebbe mai potuto essere lo strumento che tu pensavi che fosse. Una volta che Herian ha capito il suo potenziale, sei stata tu ad allontanare Laran. Tu lo hai denigrato per non essere ciò che volevi. Tu lo hai spinto a viaggiare lontano. Tu lo hai messo sulla strada che conduceva a me". Teia era cinta d'oro, ma era Isid a sembrare una vera regina, adesso. "Lo hai messo al mondo. Io l'ho cresciuto. Ed è mio. Non ti permetterò di ferire mio figlio".

Il viso di Teia diventò rosso di rabbia e umiliazione. A mano aperta colpì con uno schiaffo la ninfa che aveva davanti, talmente forte da farla cadere in ginocchio. Il velo nero le cadde dalla testa e la sua ampia gonna si aprì intorno a lei. "Come ti permetti!" le urlò. "Laran non è mai stato tuo! Io lo metterò sulla buona strada per prendere in mano Ascalon".

"Perché così potrai finalmente essere la regina che non sei mai stata? Non puoi più obbligarlo. È un uomo adulto, adesso".

"Adulto o no, Laran ha un'unica debolezza". Teia si mosse, le sue scarpe ticchettarono mentre si avvicinò a Isid. "L'approvazione dei suoi genitori".

Isid strinse la mascella.

Teia si riassettò il vestito come se nulla fosse. "Non potrà più avere l'approvazione del padre, ma può avere la mia, così come ha sempre voluto. E l'unica cosa che deve fare è diventare re di Olimpia".

"Se lo farà, non sarà per te".

"Lo sarà, perché io lo metterò sulla strada giusta. Lo sai cosa è successo per colpa tua? Sta portando un nysa ad Olimpia. Se tu non gli avessi riempito la testa di sciocchezze, avrebbe già Ascalon in mano. E ora si fa scaldare il letto da un titano, andando sulla stessa strada di Sol. Finirà nello stesso modo, se non lo fermo".

Isid si alzò in piedi. "Quel nysa è il motivo per cui Laran è ancora vivo".

"Sciocchezze" rispose la regina. "Ti proibisco di vedere Laran".

"Non puoi".

"Posso eccome" dice Teia. "Senza il re, io possiedo tutti i suoi poteri finché Ascalon non eleggerà il suo successore. Non c'è nessuno al di sopra di me ad Olimpia in questo momento e accetterò solo Laran come mio erede. Quindi, regina Isid, nemmeno tutte le tue magie e tutte le ricchezze dei ninfali possono aiutarti. Ho già emanato una legge. Sei bandita dal palazzo e ti è vietato parlare, anche per interposta persona o con messaggi, con mio figlio".

"Ha bisogno di me", disse la donna. "Non sai che gli altri ..."

"Lo so benissimo. Per questo sei bandita. E ora sparisci. Non ho intenzione di rivederti finché non metterò una corona sulla testa di Laran".

Si allontanò, abbandonando il terrazzo e tornando verso i suoi appartamenti. A Teia non importava nulla delle credenze di Isid e della sua fiducia in Rea e la magia. Aveva avuto un trono e non se l'era mai goduto: adesso avrebbe sfruttato tutto il suo potere per tenerselo.

Solo poche ore dopo la città cominciò ad agitasi per l'arrivo del principe.

Le strade erano stracolme: tutti gli dei, le ninfe, gli schiavi e i nani volevano sbirciare la carovana di Laran per vedere almeno il profilo del famoso nysa. Teia aveva aspettato il figlio sui grandi scaloni del palazzo, vedendo arrivare la delegazione. Ma una volta arrivati i carri e i cavalli, c'erano solo due schiavi umani a darle la notizia che suo figlio sarebbe arrivato per una strada secondaria, usando un altro passaggio, ed evitando la città.

Teia avrebbe dovuto aspettarselo. Suo figlio era completamente impazzito, del resto. Perché sprecare la possibilità di venire ad Olimpia come un principe vittorioso, esibendo il suo bottino e dimostrando di essere degno del trono?

La regina aveva alzato la gonna e si era affrettata a raggiungere l'ingresso delle stalle. Alcune sue dame erano con lei, insieme a pochi soldati la cui armatura tintinnava pesantemente. Stavano scendendo in fretta dal piano nobile quando una delle sue dame da compagnia si fermò ad una finestra delle scalinate.

"Eccolo! Eccolo!"

"Il principe?" si avvicinano le altre.

"Il nysa!"

E così tutti si affrettarono alla finestra, già dimentichi della regina, persino i soldati e i servi di passaggio nei corridoi. "Non lo vedo bene!" dicevano. "Mi sembra coperto ... il principe gli fa scudo".

"Io lo vedo! Da questa finestra si vede meglio!"

Tutti si spostarono parlottando.

La regina rimase allibita e disgustata da quella scena, ma non di meno si avvicinò ad una delle grandi vetrate, rimanendo seminascosta da una delle colonne ai lati. Sbirciò di sotto e vide un cavallo bianco fermarsi alle stalle. Uno schiavo avanzò per prenderne le redini, ma Mimir nitrì e scalciò.

Laran riuscì a fermarlo, tirando il morso e battendo sul suo collo possente senza però potersi piegare in avanti: sulla sella, davanti a lui, era seduto il nysa.

Laran gli circondava la vita con un braccio, protettivamente, per non farlo cadere. Il nysa aveva le mani sottili strette alla criniera di Mimir. Il nysa era coperto da un mantello rosso, la sua testa nascosta dal cappuccio.

Laran scese con un balzo agile, continuando ad accarezzare la criniera di Mimir ma poi si voltò velocemente verso il nysa, aprendo entrambe le braccia per aiutarlo a scendere, come fosse una lady in difficoltà. Il nysa si sporse, ma approfittò solo a metà delle braccia di Laran, riuscendo a scendere quasi del tutto da solo.

Teia rimase ad osservare come i due si misero vicini, uno davanti all'altro, così vicini da oscurare i loro visi alla sua vista. Forse si parlavano a bassa voce, ma il modo in cui le mani di Laran non avevano lasciato gli avambracci del nysa parlava di un'intimità che Teia non gli aveva mai visto dimostrare con altri.

Il principe fece un passo indietro e poi abbassò il cappuccio dal capo del nysa, rivelando il suo viso a chi di nascosto li stava osservando.

Teia riuscì a sentire i sospiri e i gemiti di sorpresa dei soldati e delle dame.

"Le voci non gli rendono giustizia ..." disse qualcuno.

Teia strinse le labbra. Era vero: il nysa possedeva una bellezza così algida e perfetta da essere inconcepibile persino per un dio. Il taglio dei suoi occhi, la forma delle sue labbra, la curva dei suoi zigomi: c'era qualcosa di alieno ma sublime nei suoi tratti androgini che nessuno in città aveva mai visto. Era la prima volta che anche lei vedeva un nysa e finché non posò gli occhi su di lui, comprese di non aver considerato davvero quanto fosse grave il pericolo.

Chi poteva resistere ad uno sguardo simile?

Laran, dopo tutto, era solo un uomo e come tutti gli uomini era un idiota che ragionava con l'arnese che aveva tra le gambe.

La regina osservò come i due furono raggiunti dagli umani schiavi di Laran. Non trattarono il nysa come un loro pari, ma come se fosse un altro nobile principe. Gli presero il mantello e gli mostrarono la strada.

Il nysa era alto più di quanto si aspettasse.

Era esile e longilineo, ma la definizione dei suoi avambracci, scoperti da una tunica leggera, dimostrava una potenza nascosta sotto bellissimi vestiti eleganti. Teia li riconobbe: erano indumenti di Laran, pregiati come solo quelli di un principe potevano essere. La pelle pallidissima del nysa, quasi perlacea e innaturale, spiccava contro il rosso rubino dei suoi abiti, così come i suoi capelli – non bianchi, non grigi, ma davvero argentei – si muovevano leggeri intorno a lui, intrecciati sul capo intorno a delle piccole ma evidenti corna dalla punta violacea e dalla consistenza quasi traslucida.

Non sembrava un titano.

Non sembrava nemmeno un nysa.

Cosa diavolo è? Si chiese agitata la regina.

Quella creatura era impossibile da categorizzare: né uomo né donna, né titano né dio, né schiavo né libero. Era un ossimoro che camminava tranquillamente sul suolo del suo palazzo, minacciando di mandare in fumo il futuro della sua famiglia.

Quell'essere sarebbe stato impossibile da non notare. Anche in disparte, se avesse fatto davvero il servo, non poteva non essere notato, ammirato e forse anche temuto. La sua posa era orgogliosa e regale, il suo sguardo sicuro anche se era appena arrivato nella dimora di un antico nemico ... e poi, quel collare.

Al minimo movimento, quel collare catturava tutta la luce presente, circondando il nysa di un alone quasi magico. Nemmeno lei, la regina di Olimpia e di tutto il mondo civilizzato, possedeva un oggetto così elegante, raffinato e prezioso.

Laran ... che cosa hai fatto?

Si voltò per affrettarsi a scendere le scale. Ora un vero timore le afferrò il petto davanti alla consapevolezza che suo figlio era molto più fuori controllo di quanto avesse immaginato.

Non si rese conto che le dame e i soldati della sua scorta le andarono subito dietro, sperando di vedere più da vicino il nysa, ma quando arrivarono, davanti all'ingresso del palazzo, nel colonnato, c'era solo il principe.

Sentendo il rumore di tanti piedi, Laran si voltò per fronteggiarli. Aveva un sorriso molto strano sul viso, un'espressione che Teia non gli aveva mai visto fare. Quando la vide, però, tornò serissimo.

"Madre" la salutò, facendo un inchino come si conveniva.

"Bambino mio" si avvicinò e lo prese per le spalle larghe, alzandosi sulle punte per dargli un bacio sulla fronte. Ora che era adulto era molto più alto e grande di sua madre, ma la loro natura divina li faceva sembrare della stessa età. "Finalmente sei tornato" gli sorrise, fingendo una tranquillità e un trasporto che non sentiva. C'era già troppo da chiacchierare a palazzo e la regina non voleva che a questo si aggiungesse anche una diceria che riguardasse il loro rapporto.

"Perdonami se ci ho impiegato così tanto tempo, madre" il tono di Laran, però, rimase freddo e piatto. "C'era molto da organizzare per dispensare l'esercito. Ma ora finalmente sono tornato e possiamo andare avanti".

"Sì ... avanti" concordò lei. La regina si voltò verso il suo seguito e fece cenno di andare via. "Prego, lasciatemi con mio figlio" ordinò.

Ora che non c'era più possibilità di incontrare il nysa, tutte le dame e i cavalieri avevano già perso interesse. Si allontanano tutti in fretta, forse desiderosi di parlare con altri di quello che avevano visto alle stalle.

"Cammina con me, vuoi?" Teia prese il figlio sottobraccio e insieme si diressero verso la grande scalinata che portava ai saloni del piano superiore nobile. Laran era teso e non guardava sua madre, che lo stringeva forte. Quando furono lontani da orecchie indiscrete, finalmente cominciò a parlare sinceramente.

"Sei davvero così felice che mio padre sia morto?"

"Potrei".

"Non c'è bisogno di usare il condizionale" rispose il principe. "Sei vestita a festa".

"Per incontrare mio figlio che non vedo da molto tempo" sottolineò lei.

Laran non le rispose. Guardavano tutti e due avanti, camminando lentamente. I loro passi rimbombavano all'interno dei grandi corridoi di marmo rosa, bianco e oro.

"Che cosa vuoi?" chiese alla fine.

"È così che parli a tua madre?"

"È così che parli a tuo figlio" face notare lui.

Non si scambiavano quasi mai convenevoli e non c'era dolcezza nel loro rapporto, ma Teia voleva solo il meglio per lui, fin da quando era nato. Sospirò per cacciare indietro la pressione e l'agitazione di quel momento. Non rispose subito, ma condusse il figlio verso uno dei salotti: quelli erano ancora i vecchi appartamenti di Herian e per questo non erano più abitati. Non sarebbero stati disturbati.

Laran entrò e Teia chiuse piano la porta dietro di lui.

"Pensi che non sappia cosa stai pensando?" Laran unì le mani dietro la schiena. Da dietro, in quella posa, sembra quasi di vedere Herian.

"Io penso a quello che è bene per te".

Il principe si voltò a guardarla, i suoi occhi avevano la stessa durezza che avevano avuto quelli di Isid. La stessa espressione e la stessa tempra. Teia lo odiava. "Vuoi che diventi re" disse Laran. "Ma non devi preoccuparti. Ho lo stesso obbiettivo".

La regina sospirò. Per un momento aveva temuto che Isid avesse convito suo figlio di qualcosa di sciocco come la democrazia. "Laran ..."

"E so anche cosa vuoi che faccia" il suo sguardo non era cambiato. "Una vita come regina madre, con un re che finalmente fa ciò che vuoi. Non sarò la tua marionetta, madre".

Lei si affrettò ad andargli vicino e poggiargli una mano sul petto. "Non voglio che tu lo sia". Quando Laran alzò un sopracciglio, lei ripeté: "No, non è quello che voglio. L'unico mio desiderio è quello di vederti diventare ciò che sei nato per essere. Il trono e la corona sono tuoi".

"Discutibile" rispose Laran. "Ci deve essere un elezione".

"Per questo devi essere al meglio. Sarà la magia di Ascalon a scegliere e ..."

"Ah" sorprendentemente, Laran sogghignò. Quell'espressione era molto simile a quella di suo padre. Da quando Laran era diventato così simile ad Herian? "Ed ecco che i nodi vengono al pettine, non è così?" Spostò delicatamente la mano della madre da sé, ma il suo gesto non aveva nulla di gentile. "E come dovrei rendermi migliore agli occhi di Ascalon?"

"Il nysa ..."

"Esatto" Laran fece un passo indietro e si voltò verso le enormi finestre. Il palazzo reale si trovava su un'altura e dagli appartamenti del re si riusciva a scorgere tutta la città distesa sotto di loro fino a perdita d'occhio, fin quando l'orizzonte non scompariva tra le nuvole. "E come dovrei farlo?"

"Non sono certo io a doverti spiegare perché non è saggio condividere il letto con un nysa" sottolineò la regina.

"Non lo faccio" tagliò corto e duramente Laran.

"Non adesso". La regina ricordò l'aspetto altero e perfetto del nysa che aveva intravisto. In qualche modo, con il volere del nysa o no, Laran l'avrebbe preso e avrebbe commesso gli stessi errori dei suoi antenati.

L'espressione di Laran si fece disgustata. "Non sono come Sol: tu e tutti gli altri dovreste smettere di dare per scontato che mi abbasserei a qualcosa di così abbietto come fare violenza a Sothis. Non succederà mai".

"Ma lui potrebbe imbrogliarti e portarti a farlo" Come ho fatto io con tuo padre.

Laran scuote la testa. "Non lo conosci".

"Non ho intenzione di conoscerlo" Teia si sedette ad uno dei triclini presenti nel salotto. "Già vederlo dalla finestra mi ha fatto venire il voltastomaco, con quelle corna che ha".

"Non parlare di lui in questo modo".

Madre e figlio si osservarono a lungo, in silenzio. Teia strinse le dita sull'imbottitura del triclinio e contrasse la mascella, ma Laran la fronteggiava senza paura.

"Quel nysa ti porterà alla disfatta" sussurrò.

"Il suo nome è Sothis".

"Non mi interessa come si chiama".

"E a me non interessa cosa pensi di questa faccenda. Userai il suo nome e gli porterai rispetto".

"Ah! Rispetto? Ad uno schiavo e a un nysa? Con chi credi di avere a che fare? Senza tuo padre sono io a capo di Olimpia!"

"Solo fino a quando qualcuno non prende Ascalon e continuerai ad essere regina solo finché non sarai rimpiazzata, madre".

Teia deglutì a fatica. Suo figlio non si era mai rivolto a lei con tale forza e con tanto veleno. Isid e il nysa lo avevano davvero allontanato dalla retta via. Lei era sua madre! Lei era la regina! Come poteva essere trattata in quel modo?

Invece di pregare suo figlio di usare toni più cortesi, il suo cuore si indurì. Il suo sguardo non era quello amorevole di una madre, ma quello deciso di una regina con tanto da perdere. "Se sei amico di quel nysa, Ascalon ti rifiuterà".

Davanti a quella rivelazione, entrambi rimasero zitti. Teia capì subito che Laran era consapevole di quella possibilità. "Non puoi saperlo".

"Ascalon è stata forgiata con l'unico intento di uccidere i titani. Se sei così tanto dalla loro parte, se non ti senti vicino agli intenti di Patram, Ascalon non solo ti rifiuterà, ma ti ucciderà, come alla fine ha ucciso anche Sol".

Sol, un re degenerato che è passato alla storia per aver compiuto uno stupro e aver generato un erede bastardo e tiranno. Sol, che dopo aver perso Alundra era impazzito per trovare un altro nysa con cui sostituirlo. Sol che alla fine era stato abbandonato dalla sua stessa lancia, ucciso dal suo potere. Laran si era messo sullo stesso cammino.

"Ascalon ha scelto Herian come re. Herian in prima persona era più titano che dio" fece notare il principe. "Non puoi sapere come potrebbe reagire a me".

"E non lo sai nemmeno tu" rispose lei a tono. "L'unica strada percorribile, quella più sicura, è quella di allontanare il nysa. Ucciderlo, sarebbe persino meglio".

Laran divenne una statua. Poi lasciò andare un lungo e controllato respiro. "Non farai del male a Sothis".

"Devo pensare al tuo bene, Laran".

"Non farai del male a Sothis" il dio fece un passo avanti. "Mi appartiene. È mio. Non sta a te decidere della sorte dei miei servi. L'ultimo che ha provato a fare lo stesso ha perso una mano, poi ha perso tutto e ora è in fuga, sconfitto su ogni fronte".

"Bia era un traditore. Io sono tua madre".

"Spiegami come questo cambia qualcosa"

Teia avrebbe tanto voluto colpirlo: un bello schiaffo, come quando era bambino, per essersi comportato male. Ma ora Laran era così tanto più forte di lei che uno schiaffo di sua madre gli sarebbe sembrato una carezza.

"Sei fiducioso perché pensi sarà semplice" sussurrò, senza smettere di guardarlo negli occhi. "Lo diceva sempre anche tuo padre. Viziato e presuntuoso. Hai sempre avuto la vita facile"

"Facile!" sbottò sarcastico.

"Stai pensando che tu potresti non essere la migliore scelta per Ascalon, ma c'è solo Lìr a competere con te, non è così? Un codardo e un parassita. Non potrebbe mai essere re, Ascalon non lo sceglierebbe mai. Ma non è così" si alzò in piedi, congiungendo elegantemente le mani davanti alla pancia, nella degna posa di una regina.

"Che cosa vuoi dire?"

La regina si avviò verso la porta di uscita del salottino. Si fermò un momento prima di uscire.

"Ricognitori hanno avvistato Gid".

Con silenziosa e mascherata soddisfazione, Teia osservò come quella notizia stesse impattando su suo figlio. Il viso di Laran divenne pallido, i suoi occhi spenti. Panico vero attraversò il suo sguardo. Bene, così capisce cosa c'è davvero in ballo.

"Non è finita qui" continuò. "Hordr è già sulla strada di Olimpia. Ha mandato messaggeri per avvisare che sarà di ritorno tra una settimana".

"Com'è possibile?"

"I tuoi fratelli sono scomparsi da secoli" ammise Teia, "Ma non sono morti. Erano stati cacciati da Herian e ora che il re non c'è più, il loro destino può essere messo in discussione. E non devo ricordarti quanto tuo padre pensava che fosse Gid, e non tu, il suo degno erede".

Laran deglutì sonoramente. "Vattene", le ordinò.

La regina fece un inchino garbato, nascondendo un sorriso.

Quando se ne andò richiudendo la porta e tornando verso i suoi appartamenti, il suo sorriso si congelò. Aveva vinto una discussione, ma non si era ancora risolto nulla.

Herian ha quattro figli che gli sono sopravvissuti: Lìr, Gid, Hordr e Laran. Se Laran non si sbarazza del nysa nel miglior modo possibile e non viene scelto da Ascalon, per noi è finita. Dovrà pur rendersene conto ... Se il nysa rimane in vita sotto la sua protezione, non diventerà mai re. Il nuovo re si sbarazzerebbe in fretta dei suoi oppositori e se non verremo uccisi, saremo allontanati per l'eternità e il nysa finirà nelle mani di chi vorrà il nuovo re. In ogni caso, Laran perderà. Non ci sono alternative.

Quel nysa ... Sothis, deve morire.  

Note dell'autrice: Siamo tutti pronti? Il primo che capisce in quale capitolo ho cominciato a cambiare la trama e riscriverla tutta da capo riceverà una menzione speciale! 

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