Life Goes On

By hajarstories_

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⚠️TW⚠️ Volevo avvertirvi perché mi sembra la cosa giusta da fare. Nella storia sono presenti argomenti come:... More

Dedica
Prologo
1. I am the queen
2. Traitor
3. Anything for my people
4. "I need a friend"
5. "In the face of death we are all the same"
6. Death
7. Life must come to an end pt.1
8. Life must come to an end pt.2
9. Deal
10. Southern Kingdom
11. Beehive
12. Flowers of silence
13. River of silence
14. The soul of a flower
15. She was strong
16. I defeated the queen bee
17. The four kingdoms
18. The death of my heart
19. Engagement
20. Happiness
21. Black magic
22. Violin
Extra Iria
23. "She still loves you"
24. Hayat
25. Civil War pt.1
26. Civil War pt. 2
Extra Nathan
27. War, blood and Love
28. Memories
29. It's my fault
30. "I'm tired"
31. Life
Extra Chris
33. Love trap
34. Wedding
35. War
36. "May the queen have a long life!"
Epilogo
Ringraziamenti

32. The truth

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By hajarstories_



Iria

Erano ormai giorni che non mi sentivo bene.

La testa mi doleva terribilmente e spesso mi comparivano delle immagini davanti agli occhi. Quando succedeva, però, percepivo come se mi stessero strappando le viscere dall'interno.

I flash che vedevo, che avevo supposto fossero ricordi, erano effimeri e indefiniti. Vedevo una corona, degli occhi verdi che conoscevo fin troppo bene e i sorrisi delle persone a me care. Quei ricordi sembravano non appartenere a me, o meglio, non rammentavo che fosse successo niente di ciò che vedevo.

Cercavo di sforzarmi e di ragionare, ma appena ci provavo il mal di testa aumentava e a volte perdevo addirittura i sensi. Volevo provare a spiegare a Edith ciò che mi stava succedendo, ma era come se la mia bocca fosse troppo stanca e pesante per muoversi.

Tutti erano molto preoccupati per la mia salute: Edith passava notti intere con me e Nathan veniva a controllarmi a ogni ora per assicurarsi che stessi meglio; Chris e Mike, seppur fossero impegnati con il loro lavoro da cupi mietitori, venivano a trovarmi ogni sera.

Il primo mi confortava con dolci parole e carezze che alleviavano il dolore. Non sapevo cosa provassi con esattezza nei suoi confronti, ma mi piaceva. Mi piacevano i nostri silenzi e le parole sussurrate al vento. Mi piaceva come mi guardava e come mi faceva sentire accettata. Non mi ero mai sentita così.

Annie e mio padre non mi avevano mai fatto sentire in quel modo, non dopo la morte di mia mamma. Avevo passato anni a sentirmi inadeguata e sbagliata. Poi era arrivato lui, che mi aveva sostenuta e che continuava a farlo.

All'elenco si aggiungeva anche Mike. Con lui avevo stretto un rapporto meraviglioso. Il suo carattere solare e ingenuo mi piaceva. Mi faceva ridere fino quasi a piangere e mi faceva svagare un po'. Mi raccontava anche delle cose più futili, ma lo lasciavo parlare perché vedevo quanto amasse farlo.

Ogni volta rimanevo meravigliata dal rapporto tra i due cupi mietitori. Due anime così opposte tra di loro: il verde freddo degli occhi di uno che contrastavano con il blu vivace degli occhi dell'altro, il silenzio che contrastava con la voce e la rigidità che contrastava con il sorriso.

Due anime così opposte, ma che si completavano.

Entrambi erano diventati essenziali nella mia vita in modi differenti: Mike come un caro amico e forse Chris come qualcosa di più.

In quel momento, mentre non c'era nessuno in quella stanza a parte me, desideravo solo guarire. Volevo aiutare e sostenere la mia regina e la mia amica prima del suo matrimonio. Ero la sua dama da compagnia, il suo braccio destro all'interno della corte, eppure, mentre gli altri organizzavano i preparativi per le nozze, io ero stesa inerme su un letto.

Mi sentivo così tanto in colpa. Dopo tutto ciò che Edith aveva fatto per me, aiutarla e sostenerla era il minimo che potessi fare.

Avevo chiesto a Nathan di tenermi aggiornata sulle vicende di corte e lui lo stava facendo. Mi aveva raccontato di come Edith avesse minacciato il consiglio e avesse tenuto un colloquio con la regina Carol. Mi aveva anche rivelato dell'imminente matrimonio e di come fosse stupito dell'assenza di Azrael in quel periodo.

Era ormai mattina e io aspettavo ansiosa l'arrivo del biondo con nuove notizie. Non sapevo perché, ma avevo delle cattive sensazioni. A teletrasportarsi nella mia stanza, però, non fu Nathan, bensì l'Angelo della Morte a cui stavo pensando.

«Azrael...» sussurrai, stupita della sua presenza.

«Iria, come ti senti?» chiese, per poi prendere una sedia e accomodarsi accanto al mio letto.

Io mi alzai e mi appoggiai allo schienale del letto, guardandolo negli occhi. «Bene, credo...» tentennai incerta.

In quel momento, l'emicrania si era affievolita, anche se mi sentivo abbastanza stordita.

«Come mai sei qui?» domandai confusa.

«Stai ricordando, non è così?» domandò, accavallando le gambe e appoggiandosi allo schienale della sedia.

«Come...» Volevo chiedergli come facesse ad avere la certezza che fossero ricordi. Non mi interrogavo su come facesse a sapere delle mie condizioni, perché molto probabilmente ne aveva parlato con Chris e Mike.

«Sai, ognuno di voi ha un'anima che dopo la morte si reincarna. Il volto, il sesso, la voce oppure il nome possono essere diversi, ma l'anima è la stessa. La tua anima, Iria, sta provando a parlarti tramite i ricordi. Sta cercando di narrarti a proposito della tua vita passata» spiegò con tranquillità.

Sapevo che potevamo reincarnarci, ma non avrei mai pensato che la mia anima stesse cercando di comunicare con me.

«Quindi nella mia vita passata c'era Chris?» domandai, ricordandomi di quegli occhi verdi.

«Sì, c'era Chris, e c'erano anche Mike, Edith, Nathan e io» affermò sorridendo, seppur con mestizia.

«Questo cosa vorrebbe dire? Scusa, sto cercando di starti dietro, ma è davvero complicato» tentai, confusa. Più lui parlava, più non capivo e più domande avevo.

«Nella tua vita precedente, Iria, eri una principessa, moglie del principe ereditario Christopher» affermò con decisione, per poi concentrare la sua attenzione sulla mia espressione disorientata.

Ero sposata? Con Chris? Ed ero una principessa?

«C-Cosa s-stai dicendo? No, non è possibile...» balbettai con le lacrime agli occhi. La testa aveva ripreso a farmi molto male e provai a trattenere le urla di dolore.

«Okay, basta così» affermò. In seguito schioccò le dita davanti ai miei occhi.

In quel preciso istante, il dolore sparì e i ricordi della mia vita precedente iniziarono a fiorire nella mia mente.

Vidi Chris e la mia meravigliosa vita con lui a palazzo. Vidi la mia stupenda amicizia con Edith, Nathan e Azrael.

E poi vidi il mio rapporto con Mike, mio fratello. Mike era mio fratello, che non si era reincarnato perché era diventato un cupo mietitore.

Vidi le giornate che trascorrevamo in riva al mare a ridere e scherzare.

Vidi tutto quanto.

Le lacrime salate iniziarono a scorrermi lungo le guance e i singhiozzi mi sconquassarono il petto. Vidi tutto, persino la mia morte e la disperazione di Chris.

«Oh, Iria...» disse Azrael alzandosi e chinandosi verso di me; mi strinse al suo petto e cercò di rassicurarmi.

Ricambiai l'abbraccio e, se possibile, i singhiozzi aumentarono. Strinsi la sua camicia tra le mie dita e piansi come non facevo da tempo. Ero semplicemente sconvolta. Non sapevo cosa pensare, né cosa avrei fatto adesso che conoscevo la verità.

«Chris e Mike? Loro s-sanno?» chiesi staccandomi da lui.

Scosse la testa in un cenno di diniego e tornò sulla sedia.

«Chris sa solo che io c'entro qualcosa e...» ammise chinando il capo.

«E...?»

«E sta cercando di scoprire la verità.»

«Perché mi hai fatto ritornare i ricordi?» domandai confusa.

«Perché ero stanco, Iria. Stanco di vederti soffrire e stanco di essere solo

«Non capisco...»

«Io sono un angelo, sono immortale. All'inizio mi andava bene, non era un problema. Poi, però, vi ho incontrati. Siete diventati i miei amici, la mia famiglia, e abbiamo passato bei momenti insieme. Vedervi morire e poi vedervi senza ricordi mi faceva stare male. Ho provato a mantenere le distanze, ma non ci sono riuscito.»

A quelle parole, sentii il mio cuore spezzarsi. Non osavo immaginare che cosa potesse aver passato per tutti quegli anni. Vedere i propri amici e non poter dire loro la verità che lo stava distruggendo. Ma perché abbandonare Edith proprio in quel momento? Perché non rivelarle la verità come aveva fatto con me?

«Ma Edith...» provai a dire però, appena pronunciai il nome della donna, lui alzò lo sguardo verso di me.

«Lei non deve sapere niente. L'ho rivelato a te perché stavi male e, se non fossi stata abbastanza forte, avresti potuto morire. Lascia che si sposi con Nicholas, lascia che lei sia felice.»

«Ma lei non ama Nicholas, lei ama te» protestai.

«E quell'amore verso di me la ucciderà» sentenziò, abbassando la testa sconfortato.

Il mio corpo si paralizzò. «Cosa vuoi dire?» domandai con gli occhi sgranati dalla paura e dalla sorpresa.

«Nella vostra vita passata lei è morta per proteggermi...»

«Ma tu sei immortale» affermai, non capendo dove volesse arrivare.

«Non so perché l'abbia fatto, onestamente. Forse, vedendomi in pericolo, ha agito senza pensarci.»

«Questo però non significa che morirà di nuovo.»

«Ma non significa neanche il contrario» ribatté, per poi passarsi una mano sopra il viso stremato.

«Fidati di me, non accadrà di nuovo. Vai da lei e confessale ciò che provi. Permettiti finalmente di essere felice.»

Lui annuì poco convinto, quindi si alzò e mi prese la mano. «Vuoi incontrare Chris e tuo fratello?» domandò all'improvviso.

«Non dovevano rimanere all'oscuro di tutto?»

«Prima o poi lo scopriranno, e poi è da tanto che Chris vuole riavere i suoi ricordi. Meritate di essere felici anche voi» asserì, e ci teletrasportò nel suo palazzo.

Solo una volta arrivati in quella tenebrosa dimora capimmo che avremmo dovuto arrivare lì prima.

***

Chris, un'ora prima

Azrael se n'era andato via e quello era il momento perfetto per scoprire il segreto che stava nascondendo. Se conoscevo abbastanza bene l'Angelo della Morte, avrebbe sicuramente nascosto qualcosa, o almeno, lo speravo.

Ciò che stava nascondendo non riguardava solamente Iria, ne ero sicuro, altrimenti non gli avrebbe dato tutto quel peso. E poi, perché non far sapere niente né a me né a Mike? Molto probabilmente non voleva che ci intromettessimo e ciò significava che riguardava anche noi.

«Cosa stai facendo qui?» domandò la voce di Mike alle mie spalle, cogliendomi in flagrante nello studio dell'angelo.

Mi girai lentamente verso di lui e, con sguardo rassegnato, capii che avrei dovuto spiegare a lui tutta la situazione. All'inizio mi rimproverò senza credermi, poi, successivamente, fui in grado di convincerlo.

La mia mente, mentre cercavo in tutto lo studio con l'aiuto di Mike, continuava a dirmi che mi stavo sbagliando e che stavo esagerando e, forse, anche Mike lo pensava.

I ricordi dei momenti che noi tre avevamo passato insieme erano più vividi che mai, e la mia mente urlava che non sarebbe stato possibile che quello stesso uomo ci avesse mentito.

Cercai a fondo. Nei cassetti, nei libri sugli scaffali, dietro i numerosi quadri e addirittura sotto i tappeti, ma non trovai niente. Cercammo per tutto il palazzo ispezionando stanza per stanza e angolo per angolo, ma non trovammo nulla.

«Forse ti stai sbagliando. Insomma, non abbiamo trovato niente...» tentò di dire Mike, mentre si grattava il capo con incertezza.

Forse aveva ragione, forse non c'era davvero niente da trovare. Ma, prima di mollare, ebbi un'illuminazione.

«C'è ancora un posto in cui non abbiamo controllato.»

«Non è vero. Abbiamo controllato ogni singola stanza del castello, persino all'interno del pianoforte!»

«La stanza nascosta dove fece bere la pozione a Edith. Quello è l'ultimo posto» affermai, per poi teletrasportarmi insieme a Mike davanti a quel muro.

«Non possiamo accedervi, ricordi? Solo Azrael sa come entrarvi.»

«E qui ti sbagli, mio caro amico...»

Mi avvicinai al muro e sfiorai alcune mattonelle. All'improvviso, con il mio tocco, il muro si aprì e ci lasciò il passaggio per la stanza.

«Come hai fatto?» domandò stupito il cupo mietitore.

«Azrael viene spesso qui, mi è bastato seguirlo per vedere come accedervi» spiegai, per poi iniziare a guardarmi intorno.

Subito mi diressi verso lo scaffale delle pozioni e iniziai a cercare, ma non trovai niente. Io e Mike setacciammo tutta la stanza, come avevamo fatto precedentemente con gli altri ambienti del castello, ma le nostre ricerche si rivelarono vane.

«Non c'è niente.»

«Aspetta» lo interruppi per poi dirigermi verso un quadro appeso al muro.

Lo alzai e ne controllai il retro. Finalmente trovai qualcosa: un foglio incastrato nella tela del quadro. Lo afferrai e solo dopo constatai che si trattasse di una fotografia. Appena la girai, però, rimasi pietrificato.

Era in bianco e nero e raffigurava tutti noi: Azrael che teneva per il fianco Edith mentre sorridevano, Nathan che parlava con Mike e io che accarezzavo la testa di Iria in modo amorevole.

Non capii, o forse compresi fin troppo bene.

Io non avevo alcun ricordo di quell'immagine, quindi significava che riguardava la mia vita passata. E in quella vita ci conoscevamo tutti quanti. Azrael conosceva tutti noi.

Per quella ragione non voleva che mi mettessi in mezzo. Iria stava iniziando a ricordare e lui doveva impedirglielo.

«Cos'è, Chris?» domandò una voce femminile.

Appena alzai lo sguardo, incontrai degli occhi decisamente particolari: un'iride azzurra e una grigia.

Edith.

Non feci in tempo a nascondere quella fotografia che me la strappò dalle dita. Lei non doveva essere in quella stanza, come non dovevamo esserci neanche io e Mike.

Avevamo scoperto qualcosa che non dovevamo scoprire, ma non mi sentivo in colpa, anzi. Era un mio diritto sapere chi fossi e finalmente, dopo secoli, l'avevo scoperto.

Mi sentivo arrabbiato, ferito, confuso e felice.

Arrabbiato e ferito con Azrael per non avermi rivelato la verità. Confuso perché, nonostante avessi trovato l'immagine, essa non mi rivelava praticamente nulla del mio passato. E infine felice, perché finalmente avevo fatto qualche passo in avanti.

Non brancolavo più nel buio, ma avevo intravisto una luce che avrei sicuramente seguito.

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