Profondi come il mare

By darknessbright_

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Nathan Walker è tutto quello che ogni ragazza desidera: impertinente, carismatico e senza dubbio bellissimo... More

PERSONAGGI
CAPITOLO 1 - ELIZABETH
CAPITOLO 2 - ELIZABETH
CAPITOLO 3 - NATHAN
CAPITOLO 4 - ELIZABETH
CAPITOLO 5 - NATHAN
CAPITOLO 6 - ELIZABETH
CAPITOLO 7 - ELIZABETH
CAPITOLO 8 - ELIZABETH
CAPITOLO 9 - NATHAN
CAPITOLO 10 - ELIZABETH
CAPITOLO 11 - NATHAN
CAPITOLO 12 - ELIZABETH
CAPITOLO 13 - ELIZABETH
CAPITOLO 14 - ELIZABETH
CAPITOLO 15 - NATHAN
CAPITOLO 16 - ELIZABETH
CAPITOLO 17 - NATHAN
CAPITOLO 18 - ELIZABETH
CAPITOLO 19 - NATHAN
CAPITOLO 20 - ELIZABETH
CAPITOLO 21 - NATHAN
CAPITOLO 22 - ELIZABETH
CAPITOLO 23 - NATHAN
CAPITOLO 24 - ELIZABETH
CAPITOLO 25 - ELIZABETH
CAPITOLO 26 - NATHAN
CAPITOLO 27 - NATHAN
CAPITOLO 28 - ELIZABETH
CAPITOLO 29 - NATHAN
CAPITOLO 30 - ELIZABETH
CAPITOLO 31 - ELIZABETH
CAPITOLO 32 - NATHAN
CAPITOLO 33 - NATHAN
CAPITOLO 34 - ELIZABETH
CAPITOLO 35 - ELIZABETH
CAPITOLO 36 - NATHAN
CAPITOLO 37 - NATHAN
CAPITOLO 38 - ELIZABETH
NUOVA COPERTINA
CAPITOLO 40 - NATHAN
CAPITOLO 41 - NATHAN

CAPITOLO 39 - ELIZABETH

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By darknessbright_

Nathan si sporge appena verso Ber, afferra una ciocca dei suoi capelli castani e lunghi, la attorciglia con delicatezza ed eccessiva lentezza alle sue dita affusolate. Le rivolge un sorriso traverso che basta a stregarla. Mi sembra di essere tornata al punto di partenza.

«Allora, mia cara Amber,» dice accarezzando ogni lettera del suo nome, lei gli fissa le labbra ipnotizzata, sono sicura abbia già dimenticato la sua stessa domanda «la storia tra me ed Elizabeth inizia e finisce con un vaffanculo» continua tendendo istintivamente le spalle, fa ticchettare ritmicamente l'indice della mano libera sulla parete lucida del bicchierino di vetro vuoto, non mi guarda. Lapidario ma coerente.

Nella mia testa, mentre fisso la sua schiena ancora rigida, rivedo tutto, un flashback dopo l'altro.

La prima volta che ho pronunciato quel vaffanculo seguito dalla sua risata sincera, la vicinanza eccessiva e pericolosa nel corridoio di scuola con le gambe che mi tradivano a ogni parola, il pomeriggio a casa mia in cui ho capito che non era poi così irritante, il suo corpo contro il mio, la Camaro azzurra, i suoi occhi profondi come il mare nella notte in cui mi ha detto ti amo.

Ho risentito tutto: l'irritazione, la negazione, le farfalle, la resa, l'amore, la sua delusione.

Ho portato le dita istintivamente al suo gomito, l'ho sfiorato quasi impercettibilmente con quel gesto distratto e familiare con cui mi ha toccato centinaia di volte. Si è voltato di scatto, gli occhi incandescenti come ferro appena fuso, ha ritratto il braccio quasi subito.

«Non farlo mai più» ha soffiato dalle labbra con un tono basso e graffiante, la mandibola stretta e il cuore lontano anni luce da me. È difficile trattenere le lacrime, ancor di più sopportare il ghiaccio incastonato nei suoi occhi mentre mi guarda.

«Beth mi aveva detto che tra di voi non scorre buon sangue ma non immaginavo fino a questo punto» la voce di Amber arriva chiara e lenta alle sue spalle, non capisco se la nota fuori posto che percepisco sia inconsapevole divertimento o apprensione.

Io vorrei solo piangere, o urlare, fino a cancellare il distacco che vedo e sento. Odio questa nuova realtà in cui mi tratta alla stregua degli altri, in cui sono un'estranea, praticamente nessuno.

Nathan continua a fissarmi senza aggiungere altro e vi assicuro che sono proprio i silenzi come questo che tagliano, scavano e grattano molto più crudelmente di quanto già non facciano le sue parole.

«Rilassiamo gli animi, okay? Vado a prendere qualcosa da bere per tutti» continua alzandosi in piedi, Nate tende il collo verso di lei e abbozza un sorriso.

«Questa si che mi sembra un'ottima idea.» dice portando la mano sul suo fianco, c'affonda le dita con un'espressione da stronzo che mi manda fuori di testa. Capisco che l'ho ferito ma questo di certo non mi impedisce di ammazzarlo.

«Le mie idee sono sempre splendide, tesoro,» la voce di Amber assume sfumature calde e provocatorie, stringe appena le labbra mentre gli occhi, d'un verde intenso e scuro, scintillano come pietre preziose mentre lo guarda. Giuro che gliele taglio quelle maledette dita.

«Tutte.» conclude languida con un occhiolino, mi rivolge un'occhiata distratta e sorridente prima di ancheggiare lenta verso il bancone del bar. Nathan segue con gli occhi ogni movimento mentre la gelosia si fonde con ogni parte di me.

«Hai finito?» dico a denti stretti tirando l'orlo della sua camicia scura, all'altezza del braccio, proprio mentre Amber sparisce dietro una porta riservata ai dipendenti.

Ha i capelli neri e lucidi che gli coprono in parte la fronte, il taglio della mascella netto e teso, il naso dritto e l'aria furiosa, a tratti pericolosa. Il fatto che sia uno stronzo patentato non lo rende meno bello.

«Di fare cosa?» dice avvicinando il viso al mio, il suo sguardo passa dai miei occhi alle labbra, traccia con la punta dell'indice sinistro il perimetro della mia mascella, si ferma esattamente al centro del mento, lo tira leggermente all'in su con un sorriso sghembo. Di farmi impazzire, quando la smetterai di farmi impazzire?

«Se intendi rovinarti la vita, sappi che ho appena iniziato» la sua voce diventa un sussurro, è volutamente dolce. C'è qualcosa nel modo in cui mi guarda che mi brucia la pelle e allo stesso tempo mi fa venir voglia di colpirlo fino a farlo tornare in sé. Elizabeth, non permettergli di distruggere tutto, la sua è solo una messinscena.

«Smettila di comportarti come se non ti importasse» dico ancora più vicina alle sue labbra, il suo respiro si fa più pesante ma non si sposta di un millimetro, sospira.

A questo punto non m'importa più del pensiero di Amber, della nostra amicizia, delle bugie, delle sue parole, non m'importa di niente.

Sento solo il calore dell'aria che esce lenta dalle sue narici, vedo solo le sue labbra carnose e piene a un soffio dalle mie, l'azzurro cristallino dei suoi occhi, il petto che sale e scende, il cuore che martella con forza e non so dirvi se si tratta del suo o del mio.

Sento il suo profumo che riempie l'aria, che toglie il fiato, che inebria, infiamma e confonde tutto.

«Smettila di distruggere tutto, Nathan.» continuo a voce bassa, porto la mano destra sulla sua guancia ma si ritrae, il suo sorriso si fa più largo mentre i suoi occhi si spengono.

«Non c'è proprio niente da distruggere, Elizabeth.» dice a tono cadenzato, ripristina le distanze e il distacco «A quello c'hai già pensato tu.» conclude con un'alzata di spalle, gli angoli della sua bocca si curvano appena verso il basso mentre il mio cuore si spezza. Touché.

«A cosa hai già pensato, Beth?» la voce di Amber cattura l'attenzione di entrambi, Nathan si affretta a toglierle i cicchetti dalle mani alzandosi in piedi, indossa dei pantaloni neri armocromaticamente perfetti per la camicia e il suo umore.

Si ferma proprio davanti a lei che, come sempre, fa scorrere gli occhi su di lui con particolare attenzione. E io lo so, so che questo è il momento in cui le dirà tutto al posto mio. Me lo aspetto, è quello che farebbe Nathan Walker per rovinare le cose, per ferirmi dopo averlo ferito, per tirarmi giù.

«A rovinare la serata, mi ha chiesto di lasciarvi da sole,» dice con un sorriso finto come la sua calma apparente, beve in sequenza due dei tre cicchetti che Ber ha appena portato al tavolo, lei piega la testa di lato confusa, i suoi occhi si spostano da lui a me in cerca di delucidazioni ma la mia testa sta ancora cercando di processare le informazioni.

Dopo averli riposti, vuoti, sul tavolo, punta gli occhi su di me per una frazione di secondo che non basta a decifrarli, poi torna a guardare Ber «sarà per la prossima volta, Amber» continua in un tono fastidiosamente gentile e caldo, le scocca un bacio al centro della guancia che mi attorciglia immediatamente lo stomaco.

Amber sorride come una stupida, Nathan si allontana da noi a passo lento e controllato e io riesco a pensare ad un'unica cosa: non mi ha morso.

Sebbene io l'abbia ferito e ne abbia appena avuto la possibilità, Nathan Walker non mi ha morso. Vorrà pur dire qualcosa, no?

♡♡♡

Quando sono riuscita a riacquisire una briciola, seppur del tutto irrisoria, di lucidità, ho chiesto ad Amber di tornare a casa. Il bisogno di parlarle mi pizzicava la lingua con la stessa urgenza con cui le lacrime, che da tutto il giorno cerco di nascondere e trattenere, cercano di abbattere la barriera che io stessa ho imposto.

«Che succede Elly?» dice accarezzandomi con la voce, con gli occhi, con la punta delle dita che fa scivolare ritmicamente sul mio braccio mentre si posiziona davanti a me sul divano, un attimo dopo esserci infilate il pigiama.

Per prendere tempo e scegliere le parole giuste, tiro l'orlo dei calzini antiscivolo che ho appena indossato «Sai che a me puoi dire tutto» continua passandomi la mano tra i capelli con una gentilezza, e una dolcezza, che non merito. Perdonami Amber, perdonami almeno tu.

«Ber, i-io...» dico con un filo di voce, le lacrime mi riempiono gli occhi fino a scorrere sulle guance prima ancora che inizi a parlare.

Io non so come dirtelo, okay? Mi sono innamorata di quell'odioso psicopatico che mi perseguita da tutta la vita. Io, proprio io che da sempre ti dico di odiarlo. Mi sono innamorata del bipolare, incasinato e ironico individuo che, come un'ombra, mi segue in tutti i corsi da anni. Di quel presuntuoso che poi in fin dei conti tanto presuntuoso non è, di quell'anima sensibile e cristallina che vedo riflessa nei suoi occhi ogni volta che mi guarda. Di quel ragazzo scontroso ma infinitamente dolce che mi guarda e mi tocca come se non avesse mai visto niente di più prezioso e raro in tutta la sua vita. Di quel bellissimo quanto maledettissimo Nathan Walker di cui parlate tutte, di cui bramate attenzione e interesse, ma di cui non conoscete niente. Di lui, sempre e solo lui, l'unico e solo.

Amber si fa più vicina, l'espressione preoccupata e concentrata in viso e gli occhi velati di una tristezza condivisa, tipica di chi vive in simbiosi come noi che abbiamo sempre condiviso tutto, gioia e dolori, tranne stavolta.

«Amber, mi sono innamorata di Nathan Walker.» dico con l'unico soffio di fiato a cui mi riesco ad aggrappare. Le lacrime che mi appannano gli occhi sono un mix di preoccupazione e disperazione, per quello che ho già perso e per quello che con questa confessione rischio di perdere. Tutto.

Amber sgrana gli occhi, apre la bocca, la richiude, prende fiato e quando sembra che stia per dire qualcosa, s'interrompe. Resta a guardarmi persa in pensieri muti e indecifrabili. Non so se sia arrabbiata, delusa, divertita, sorpresa o nessuna di queste cose.

«E non è tutto, il problema è che lo amo da sempre, anche se mi sono sempre ostinata a sostenere il contrario e ti ho sempre detto di stargli lontana perché non era quello giusto per te. E sai cosa? Più ho provato a tenerlo lontano da te, per non permettergli di farti del male, più gli ho concesso di avvicinarsi a me.» le parole scivolano fuori dalle mie labbra come se uscissero direttamente dal mio cuore, non riesco a fermarmi e non voglio, ho aspettato questo momento per settimane.

«Più lui si avvicinava, più lo conoscevo meglio, più sentivo il suono della sua risata, più lo frequentavo, più il mio cuore non riusciva a lasciarlo andare, a fare la cosa giusta, a dire la verità. Ho mentito a me stessa, a te, a mio fratello, ho mentito persino a lui.» continuo concedendomi come uniche pause lacrime e singhiozzi.

«E adesso ho perso tutto, vi ho persi tutti.» concludo puntando, per la prima volta, i miei occhi bagnati nei suoi, ora lucidi e attenti. Adesso, è troppo tardi.

Amber piega appena la testa di lato, mi fissa severa per qualche istante, sospira, poi mi stringe con entrambe le braccia mentre mi lascio andare contro di lei.

«Ci vuole molto più di Nathan Walker per distruggere la nostra amicizia, Elly.» dice a voce bassa mentre la stringo con tutta la forza che mi resta «Se l'avessi saputo almeno avrei evitato di provare ad andarci a letto un giorno si e l'altro pure» continua in una risata, scuote la testa senza lasciarmi andare.

«E ti prego, dimmi almeno che scopa bene» conclude continuando a ridere mentre allenta la presa su di me per puntare gli occhi nei miei. Oh, questo te lo posso garantire.

Sorrido e lascio che la lite con mio fratello, l'incontro con Nathan, la Walker Enterprises e le bugie mascherate da benevole omissioni che ho fatto alla mia migliore amica, si sciolgano con quest'abbraccio.

Punta l'indice su di me, mi rivolge lo stesso sorriso furbo che mi regalava da piccola «Che sia chiaro, queste bugie ti costeranno almeno un semestre di lavaggio esclusivo dei piatti» dichiara risoluta. Mi sembra giusto.

«Ora asciugati quelle lacrime e raccontami tutto con calma, voglio sapere ogni cosa» dice sistemandosi meglio sul divano, lega i capelli in una coda di cavallo disordinata fatta con l'elastico nero che porta, da sempre, al polso destro.

«È iniziato tutto a casa mia, avevo circa dodici anni, mi sono scontrata con un paio d'occhi blu, profondi come il mare, e un sorriso luminoso che da subito mi ha tolto il fiato.» dico dopo aver preso la prima vera boccata d'aria in questa giornata di merda.

Sono pronta a portarla con me in questo lungo e tortuoso viaggio nei miei stessi ricordi, di cui non ho mai fatto parola a nessuno, forse nemmeno a me stessa.

♡♡♡

I tre giorni successivi alla mia rottura con Nathan sono stati una vera e propria tortura. In realtà non so nemmeno se eravamo effettivamente una coppia, non ce lo siamo mai detti.

Ho continuato ad incontrarlo in aula e a guardarlo sfilare, costantemente sotto gli occhi di tutti, in corridoio. Ho provato a parlargli, a fermarlo, ma è stato inutile.

Ho battuto la testa più e più volte contro un muro in cemento armato. Tra me e te è tutto finito, è così che continua a dire. Più per convincere se stesso che me.

Ho continuato ad andare alla Walker Enterprises ogni pomeriggio, senza però incontrare David. Da quello che so, per gentile concessione di Victoria, è barricato nel suo studio e iper impegnato. Non che mi dispiaccia, parlare con lui, di suo figlio, è l'ultima cosa che vorrei in questo momento.

Un giorno, o due, mi è parso addirittura di sentire la voce di Nathan provenire dalla porta scura dello studio di suo padre, come se fosse una cosa plausibile. È più probabile che si tratti di un segno evidente della mia ossessione post rottura.

«Deduco, dallo stato pietoso in cui sei ridotta, che anche oggi non sei riuscita a parlargli» la voce di Amber riempie il salone facendosi strada nella desolazione patetica dei miei stessi pensieri.

Me ne sto con le gambe incrociate al centro del divano da quando sono rientrata a casa, almeno tre ore fa. Ho fatto una doccia, messo il pigiama e lasciato che il tempo mi scorresse addosso nella speranza che, almeno lui, riuscisse ad alleviare questa sensazione di solitudine e vuoto cosmico che mi porto da giorni appiccicato addosso. Nemmeno la pila di libri, che siede sul cuscino accanto a me, è riuscita a distrarmi.

Mi limito a guardarla e annuire, fisso i volumi sovrapposti di quei libri, in cui mi sono persa mille volte, con sconforto. Maledetti, è tutta colpa vostra.

Tutte quelle vicende, colme di donne incredibili, fanno sembrare l'amore facile e naturale, sempre a lieto fine. Ti fanno credere che tutto sia recuperabile e realizzabile, ma nella vita reale, fuori da quelle pagine, non sempre è così. 

«Perché non vai a casa sua? Al posto tuo mi pianterei lì fino a quando la sua testa bacata non riprende a funzionare nel modo corretto, deve almeno ascoltarti, almeno una volta» continua infilando la tracolla del borsone da lavoro sulla spalla destra, è pronta per uscire.

Certo, come se bastasse questo e non c'avessi già provato ogni volta che l'ho visto. In ogni caso sono tutte stronzate, se non mi concede nemmeno il sacrosanto diritto di spiegare allora forse non mi ama abbastanza, o non mi ama affatto, è questa la verità che non riesco ad accettare.

Afferro un libro dalla pila che ride di me, Amber sospira avanzando verso la porta, il mio sguardo vaga sulle pagine consumate di Orgoglio e Pregiudizio sperando che la storia di Elizabeth e Darcy riesca a distrarmi, compiendo la sua magia, ancora una volta.

«Oh, parli del diavolo...» la voce di Ber sfuma quando si scontra con la figura imponente di Nathan. Se ne sta in piedi, proprio davanti alla porta del nostro appartamento, la mascella stretta e gli occhi torbidi e persi. Accenna un sorriso che nasce e muore nello stesso istante.

Quando porto gli occhi su di lui stento a crederci, la paura che sia qui per motivi molto più gravi, e molto più seri di noi due, mi stringe lo stomaco.

«Ascoltami bene,» la voce di Amber è appena un sussurro, i suoi occhi diventano fessure «se quando torno la trovo in un mare di lacrime vengo a prenderti a calci in culo, intesi?» ringhia un attimo prima di sorpassarlo.

«Incredibile come le cose cambino in fretta, non trovi?» dice con scherno controllando ogni parola, fa un passo dentro casa mentre Amber si volta e fissa le sue spalle con determinazione.

«Fino a qualche giorno fa mi sembrava avessi altri programmi per me, altre idee» la sua voce è bassa e calma, mi sorride. Adesso capite? Con lui c'è solo da impazzire.

«Il fatto che ti trovi attraente non mi impedirà di ammazzarti, che non si dica che non ti avevo avvisato» conclude con decisione, mi manda un bacio volante prima di sparire alle sue spalle. Mi sembra stia nascendo un'ottima amicizia.

Nathan si chiude la porta alle spalle con un espressione criptica in viso, indossa una maglietta blu scuro e dei semplicissimi jeans che mettono in evidenza ogni muscolo delle sue gambe scolpite. Jade e David si sono messi d'impegno per esagerare e farlo così bello.

Mi alzo in piedi mentre il suo sguardo esamina ogni centimetro del mio pigiama rosa confetto. Si avvicina a me a passo lento, quasi pesante. Non dice una parola, mi sembra di non sentirlo nemmeno respirare.

Le condizioni pessime in cui sono ridotta, con i capelli legati alla rinfusa in una crocchia e le occhiaie più scure di quelle di un panda, non fermano la sua avanzata.

«Nathan, è successo qualcosa?» dico ignorando il cuore che mi martella nelle orecchie, in petto, in ogni parte del corpo.

Deglutisco a fatica quando si ferma davanti a me, i miei occhi incontrano i suoi dopo giorni e io non riesco a trattenere le lacrime. Mi sei mancato così tanto.

Nate mi guarda per un istante che dura secoli, provo a masticare parole, a mettere insieme i pezzi della verità che gli ho tenuto nascosta per non perderlo ma si avvicina ancora.

Piomba su di me con un impeto che mi flette le ginocchia, porta le mani al centro della mia schiena per compensare l'impatto. Se non ci fosse lui a reggermi finirei dritta sul pavimento.

La sua pelle aderisce perfettamente alla mia, il mio petto si alza e si abbassa allo stesso folle ritmo del suo, i suoi occhi diventano i miei, il mio respiro si fonde con il suo. Tutto crolla.

Svanisce la casa, il divano, la preoccupazione, la ragione, svanisce tutto. In questo frammento di tempo, piccolo e privo di logica, ci siamo solo noi due. Non c'è spazio per nient'altro.

Porta le labbra sulle mie con un'urgenza che percepisco, e condivido, con ogni parte di me. Mi aggrappo alle sue spalle a fatica, lascio che le nostre lingue si scontrino per riappacificarsi, che si ritrovino dopo giorni di faticoso distacco.

Nathan infila le mani tra miei capelli, le fa scorrere ai lati del mio collo. Morde, lecca e rivendica le mie labbra come se non fossero già di sua esclusiva proprietà.

Quando il fuoco che lo anima s'affievolisce appena, stacca le labbra dalle mie, respira a fatica mentre mi guarda. Mi sembra tutto surreale.

«Perché mi hai baciata se è da giorni che continui a dirmi che è finita?» le parole mi scivolano dalle labbra prima che riesca a fermarle, il pensiero che lui non mi ami con lo stesso ardore con cui lo amo io mi tormenta. Ma ti sembra il momento, Elizabeth? 

«Perché questa giornata è stata una merda e ne avevo bisogno» dice in un soffio portando di nuovo gli occhi sulle mie labbra, mi sembra più tranquillo, meno furioso dell'ultima volta che ho provato a parlargli, eppure niente è cambiato.

«Quindi sei ancora arrabbiato» dico ad alta voce pentendomene all'istante. Sembro una di quelle bambine insicure che ho sempre criticato.

«Certo che sono ancora arrabbiato con te, Elizabeth. Il problema è che per quanto tu mi faccia arrabbiare, mi fa impazzire starti vicino e ancor di più starti lontano.» dice afferrandomi il viso con entrambe le mani costringendomi a guardarlo. Oh, non immagini quanto ti capisco.

Porta le labbra più vicine alle mie ancora incatenato ai miei occhi. Mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio, fa un lunghissimo sospiro «Capisci? Tu, per me, sei un tunnel senza via d'uscita.» conclude a voce bassa, i suoi occhi diventano due pozze profonde e limpide. Dice la verità.

Allora, Nathan, per una maledetta volta, metti da parte l'orgoglio e lasciami spiegare.


PER TUTTI I LETTORI:

Come sempre grazie per essere arrivati fin qui e soprattutto grazie per avermi dedicato parte del vostro tempo, per me vale tantissimo.

Che ve ne pare? Vi è piaciuto il capitolo? Spero di non avervi annoiato.❤️

Perdonatemi per l'attesa infinita ma la mia vita privata, in quest'ultimo periodo, è un vero e proprio casino. Spero di uscirne al più presto e tornare ad aggiornare con più regolarità, in ogni caso grazie per la pazienza.

Vi ricordo che mi potete trovare anche su instagram come darknessbright_ e tra le righe della mia nuova storia che s'intitola "La notte mi parla di te". Se vi va, dategli un'occhiata.❤️

Se vi è piaciuto il capitolo lasciate una ⭐️ o un commento 💬

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