tachipnea
/ta·chi·pnè·a/
Respirazione accelerata.
𝙰𝚒𝚕𝚒𝚜 𝙼𝚌𝙳𝚊𝚟𝚒𝚜
Il respiro stava accelerando nonostante le mie futili intenzioni di regolarlo, la sua inaspettata presenza e la mia ricerca di Rais avevano messo a repentaglio il corso regolare dei miei battiti cardiaci.
«Oh no tranquillo so dove andare, stavo giusto per tornare di sotto, hai visto per caso Raissa? L'ultima volta stava parlando con Travis.» Gli chiesi fingendo una calma che non possedevo.
Riflettendoci peró, era meglio chiudere il prima possibile la conversazione visto che per stasera sarebbe bastata la figura indecente dell'essere stata beccata nel guardare le sue amiche baciarsi. La mia intenzione era quindi quella di non ripetere in alcun modo simili situazioni di disagio.
«Io, l'ultima volta che ho visto te, era quindici minuti fa. Ed eri alquanto interessata alla scena di Victoria e Chloe o sbaglio?»
Non aveva risposto alla mia domanda, aveva volto il discorso verso l'esatto argomento che non volevo tirasse fuori.
«Raissa.» sostenni il suo sguardo ignorando le sue precedenti frasi, «L'hai vista?»
«Rispondi alla mia domanda prima.» continuó risoluto.
«Ti ho fatto una domanda per prima. È maleducazione rispondere ad una domanda con un'altra.»
«Risponderò quando ammetterai che ti eri persa in questo piano, allora.» Sorrise a quel punto lui, incrociando le braccia al petto.
Impossibile conversare senza volgere tutto in una sfida. Stava cambiando l'argomento principale della conversazione, di nuovo, sempre intenzionato ad aggirare le mie domande.
Avrei potuto ammettere che mi ero persa e che avevo un senso dell'orientamento sottosviluppato? Sì. L'avrei fatto? No.
Il nostro rapporto era così. Colmo di parole non dette. Frasi sconnesse e discorsi che sfociavano sempre in un litigio basato sul niente. Damien voleva avere ragione, sempre e comunque. Non rispondeva alle mie domande solo perché riteneva più importanti le sue.
Bambino.
Mi irritava il sistema nervoso. Sia quello centrale che quello periferico.
«Non confermo supposizioni false.» Risposi.
«Quindi girovagavi per questo piano da dieci minuti per il semplice gusto di farlo?»
«Mi piace camminare.»
«Non si direbbe da come ansimi dopo aver camminato per qualche minuto.»
Possibile che avesse sempre una replica efficiente per controbattere ogni mia proposizione?
Serrai le labbra come se potessi bloccare il mio respiro e non fargli più sentire il modo affaticato in cui respiravo.
«O vuoi forse farmi intendere che è la mia presenza a farti ansimare, Ailis?»
Mi imposi di non spalancare la bocca e tentai di rimanere il più composta possibile.
La sua sfacciataggine era nota, ma non credevo che potesse rivolgerla a me con così tanta naturalezza.
«Coglione.» scossi la testa.
«Andiamo, so che puoi fare di meglio. Non limitarti ad un'offesa così basica.»
Lo guardai dritto negli occhi assottigliando lo sguardo, «Ominide sottosviluppato, hai visto Raissa o no?»
Sorrise.
«No, non l'ho vista.» si appoggiò allo stipite della porta stando fermo.
«Non avevi detto di dover scendere di sotto? Ti sto facendo passare.» aprii la bocca e poi la richiusi, possibile che mi mettesse sempre in soggezione in questo modo?
Lo superai, se non sapeva dove si trovava Rais continuare la conversazione si rivelava inutile alla mia causa.
«Non è a destra.» La sua voce divertita mi fece bloccare il passo che stavo per compiere verso quella direzione.
Mi passó accanto, il suo profumo annientó quello di fumo che circolava. L'osservai svoltare verso il corridoio sulla sinistra, «E menomale che non ti eri persa.» guardandosi indietro, mi rivolse un occhiolino proseguendo a passi sicuri nel corridoio.
Brividi di rabbia si impossessarono di me quando presi consapevolezza di avergli appena dato la piena conferma di non avere la più pallida idea di dove dover andare.
Sicuramente però non ero una stupida. Lo seguii subito furtivamente mantenendo la giusta distanza di sicurezza, conscia di avere davanti una guida perfetta da poter seguire per raggiungere il piano inferiore.
Lunghi corridoi e stanze semivuote si alternavano ripetutamente nella creazione di un pattern confusionario. Realizzai come quella casa fosse definitivamente l'edificio più simile ad un labirinto che avessi mai visto.
Mentre camminavo, sentii una lieve vibrazione provenire dal mio telefono, la notifica sonora era stata attutita dalla potenza acustica delle casse della festa. Era un messaggio da parte di Raissa.
Non ero affatto stupita dal suo messaggio, l'ottanta per cento delle serate che trascorrevamo insieme fuori terminavano con la mia uscita di scena molte ore prima rispetto alla sua. Dopo aver accuratamente deciso il fortunato, mi avrebbe raggiunta a casa e si sarebbe addormentata nella JRoom. Tutto nella normalità, se non fosse che, lasciarla sola dopo tutte quelle ore...e con Travis poi, non mi piaceva per niente. Non ero riuscita a trovare nessuno dei due quindi presumevo fossero ancora insieme.
Le scrissi mordendomi le labbra.
Masticai la frustrazione per avermi portata ad una festa e poi avermi abbandonata dopo i primi trenta secondi.
Una volta arrivata a casa con un taxi, respirai a pieni polmoni l'odore familiare di casa. Il viaggio era stato breve ed il tassista si era limitato ad un: "Buonasera" quando ero salita nel veicolo ed un: "Buonanotte" quando ero scesa. Ovviamente mi feci lasciare a circa trecento metri da casa mia, meglio non rivelare mai il luogo preciso in cui abitiamo agli uber.
Aprii la porta della camera da letto tirando un debole sospiro di sollievo. Un sospiro di sollievo? Perché stavo tirando un sospiro di sollievo?
La presenza di un paio di occhi scuri che mi scrutavano divertiti mi avevano davvero messo così in soggezione da arrivare a tirare un sospiro di sollievo quando finalmente non erano più nelle vicinanze?
Non avevo voglia di dargli credito, così mi buttai in posizione supina sul letto eseguendo un salto sul letto degno del massimo punteggio se solo fossero esistite le competizioni per i salti sui materassi.
Mossi la mano verso il comodino alla mia destra e presi una pastiglia per il crescente mal di testa. Con un bicchiere colmo d'acqua, buttai giù il medicinale non dandogli il tempo di sciogliersi in bocca evitando che mi lasciasse un tremendo sapore sulle labbra. Chiusi gli occhi ed il silenzio circostante si fece spazio fra pareti del mio cervello, oltre che a quelle della mia camera.
—————🤍—————
Il nostro ✨Damiano✨ fa la sua apparizione. Lo amo.
🌸Instagram: [@chenoialeggere ]
Per qualsiasi dubbio o sclerata mi trovate lì <3
Vostra,
Chia