You're here-Hawks

De -unacomunelettrice-

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> > Il ragazzo che l'aveva colpita si voltò, fu in quel momento che Yuri lo vide bene per la prima volta. Un... Mai multe

0.1
1.The beginning
2.The story of my life
3.Her
4.Grandma is mom
5.Divine miracle
6.The end of the beginning
8.Fascinating
9.Make a wish
10.Loving is hard
11.A new hero
12.Blue flames
13.Feathered bastard
14.Fucking liar
15.God remembers me
16.Michael
17.Why me?
18.A little sweetness
19.The test
20.Plug
21.Thank you
22.New beginnings?
23.Please, forgive me
24.He paved the way for you
25.Stay here
26.Jealous
27.It hurts, doesn't it?
28.Zing
29.I know she can do it
30.Only a genius
31.A gift
32.Come here, with me
33.You're beautiful
34.Mariposa
35.Doctor Michael
36.Deku and Kacchan
37.Lips
38.Merry Christmas
39.A Rose
40.Happy birthday
41Who are...?
42The Dreams

7.The day the music started

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De -unacomunelettrice-

Aveva fatto una cazzata.

Era andata a scuola stringendo l'ombrello tra le dita e aveva cercato per tutta la giornata di incrociare il biondo che però sembrava essere spartito.
Aveva visto nelle altre aule e aveva addirittura avuto il coraggio di chiedere ad una ragazza se sapesse in che classe andava ma fu inutile.
Mirio sembrava sparito.
Così si arrese e decise che il giorno dopo l'avrebbe cercato ancora finché non sarebbe riuscita a trovarlo, non poteva mica tenersi il suo ombrello.
Dopo due estenuanti ore di matematica finalmente la campanella suonò segnando la fine di quell'inferno.
Non che non le piacesse la materia, anzi, la adorava ma la il professor Aizawa quando spiegava sembrava essere sul punto di addormentarsi e non svegliarsi più, passava più tempo a sbadigliare che a parlare e questo comportamento la faceva annoiare tantissimo.
Perché il professore è insegnante se non sopporta insegnare e detesta i ragazzi?
Yuri ipotizzò che l'avessero semplicemente costretto a stare lì senza nessuna possibilità di scelta.

Era volata via, veloce come una piuma dalla classe e si era catapultata in strada.
Poteva definirsi una giornata tranquilla tutto sommato, Leila e i suoi amici non le avevano fatto nessuno scherzo, forse per mancanza di tempo ed era anche riuscita a controllare bene il suo Quirk durante un'esercitazione.
Doveva controllare la mente di un insegnante e vedere per quanto tempo riusciva a resistere, all'inizio aveva paura di esagerare e finire per uccidere qualcuno ma fortunatamente era andato tutto bene.
Era riuscita a tenere completamente il controllo per circa tre ore e dopo avevano iniziato a manifestarsi i primi sintomi di stanchezza, come dolore ai muscoli e mal di testa.
Le avevano dato degli integratori per riprendersi e l'avevano congedata, subito dopo di lei entrò Leila.
Il suo Quirk era quello di controllare il vento, poteva creare addirittura dei piccoli tornadi che potevano provocare molti danni e sembrava che la sua abilità fosse perfetta per un'eroina.

Mentre camminava verso casa sua con lo sguardo basso emise un piccolo urlo -decisamente imbarazzante- quando qualcuno le toccò una spalla.
Si era talmente persa nei suoi pensieri da non sentire nulla, neppure il ragazzo dietro di lei.

<<Chi si rivede!>>
La voce squillante del ragazzo le entrò persino nel cervello, era talmente allegra e carica di sentimento che non si poteva ignorare o almeno così pensava lei.
Si girò e poté notare subito un paio di grandi occhi celesti fissarla intensamente.
Erano gli occhi che stava cercando da tutta la mattina.

<<Mirio>>
Aveva involontariamente detto il nome del ragazzo.

<<Ti sei ricordata il mio nome!>>lo disse con davvero tanto entusiasmo <<allora vuol dire che non ti sto proprio antipatico, vero?>>

<<Cosa?>>

Yuri rimase spiazzata da quella domanda, Mirio pensava di starle antipatico?
Perché mai avrebbe dovuto detestarlo?
Era stato così gentile con lei nonostante non la conoscesse.
Forse era stato il suo comportamento troppo freddo a dare questa impressione e si promise di essere più aperta con lui.

<<Pensavo di starti antipatico, sai oggi sono venuti a cercarti per parlare un po' ma non ti ho trovata, pensavo stessi scappando da me>>
Fece una piccola risatina con un tocco di tristezza nella voce e Yuri non fece che pensare che quel genere di emozione non si addiceva per niente alla persona che era Mirio.
Nonostante lo conoscesse poco sembrava una persona positiva, continuamente allegra e piena di voglia di vivere, non riusciva a vederlo in nessun altro modo.

<<In verità anche io ti ho cercato oggi ma non ti ho trovato>>
La situazione era imbarazzante.
Si erano cercati a vicenda per tutta la scuola senza trovarsi perché stavano girando in tondo rimanendo sempre alla stessa distanza.

<<Penso che alla fine siamo scappati l'uno dall'altro>>
La tristezza non c'era più e Yuri era felice di questo.

<<Perché mi stavi cercando?>>
Improvvisamente si rese conto di essersi completamente dimenticata del vero motivo per cui era andata a cercarlo, quel ragazzo era capace di farle dimenticare ogni cosa solo parlando.
Mise una mano nel suo zaino e ne tirò fuori il piccolo ombrello nero che aveva usato la sera prima.

<<Sono venuta a cercarti per restituirti questo>>
Glielo porse e il ragazzo sembrò illuminarsi alla vista dell'oggetto.

<<Oh, ecco dov'era!Ho passato tutto il pomeriggio a cercarlo, grazie mille.>>

Non sapeva più che dire, il ragazzo stava mettendo a posto l'ombrello nel suo zaino e Yuri era terrorizzata perché non sapeva come continuare la conversazione eppure voleva che Mirio restasse.
Quest'ultimo uscì il telefono dalla tasca e glielo porse.

<<Ti va di scambiarci i numeri? Così non dovrò più venirti a cercare per tutta la scuola per trovarti e viceversa>>
Il solito grande sorriso regnava sul suo volto e Yuri si sentì incredibilmente leggera, senza imbarazzo.
Prese il telefono tra le mani e digitò lentamente il suo numero di telefono con il cuore in gola.
Nessuno era mai stato così gentile con lei ed era una sensazione strana, le piaceva il fatto che proprio Mirio l'avesse notata e si ritrovò a ringraziare mentalmente Leila per averle rubato l'ombrello quel giorno.
Salvato il contatto ridiede a Mirio il suo cellulare e i due si fermarono a parlare per un po'.
Senza rendersene conto si ritrovarono a camminare tranquillamente in una direzione a caso.
Stavano parlando un po' di tutto, dei professori, della scuola e Yuri scoprì che Mirio aveva la sua stessa età e andava nel corso accanto al suo, non lo aveva mai notato prima.
Yuri si ritrovò ad essere felice dopo tanto tempo, le piaceva parlare con il ragazzo, era gentile, affabile e divertente e sembrava avere una delle anime più pure che avesse mai visto.
Mirio le confidò di voler diventare un grande eroe e di voler superare persino All Night un giorno e Yuri si era trovata ad ascoltare attentamente tutto ciò che diceva.
Parlava con la passione negli occhi di ciò che faceva e Yuri si ritrovò a sentirsi incredibilmente fuori posto.

Mirio era in quella scuola perché voleva diventare un bravo eroe e salvare le persone, lei era lì solo perché voleva dimostrare al mondo che nonostante tutte le critiche sarebbe stata lei a decidere il suo futuro e nessun'altro.

<<Tu perché vuoi diventare un'eroina?>>
Si bloccò un attimo incerta sul rispondere.

<<Ho una sorella più piccola>>
Mirio si era girato verso le ragazza con sguardo interrogativo.
<<Lei è una delle persone più buone che possano esistere e ha sofferto tanto, ho sperimentato sulla mia pelle quanto questo mondo possa fare male>>
Il biondo ancora non capiva dove volesse andare a parare e le guance della ragazza si tinsero di un leggero color rosa.
<<Voglio diventare un'eroina per poter creare o per lo meno aiutare a creare un mondo migliore dove mia sorella potrà essere felice.>>
Era stata sincera, non aveva propriamente mentito, era veramente quello che voleva solo che quello era un pensiero che aveva formulato molto tempo prima.
Ora sapeva che sogni del genere non sono realizzabili e che sarebbero per sempre rimasti un obbiettivo da realizzare ma, in fondo al cuore, ci sperava.

Non sentendo la risposta dell'altro cercò un modo per giustificarsi.
<<So che non è il massimo dell'eroismo e che probabilmente è un sogno impossibile ma->>

<<È una delle cose più eroiche che ci siano>>
La voce del ragazzo si era fatta improvvisamente più seria ma allo stesso tempo conservava quella sua aria serena.
<<E si, forse è difficile da realizzare ma questo non vuol dire che è impossibile, se ci credi puoi fare quello che vuoi>>

Yuri ammirava il coraggio e la forza d'animo nel ragazzo, avrebbe voluto avere anche lei quella speranza nell'umanità e quella luce negli occhi che aveva Mirio.
Forse, prima o poi sarebbe rimasto ferito ma, nonostante questo, Yuri sperava che qualsiasi cosa succedesse niente avrebbe mai potuto cambiare quello sguardo.

Senza rendersene conto, troppo concentrata sul ragazzo non si rese conto del palo davanti a sé e finì, inevitabilmente, per andare a sbattere come un'idiota.
Si massaggiò il punto al centro della fronte con un'espressione dolorante.
Sentì una risata da accanto a sé, d'un tratto si rese conto che tutto ciò che era successo sotto gli occhi di Mirio e in meno di un secondo attraversò tutte le varie gradazioni di rosso fino a diventare quasi bordeaux.
Però la risata di Mirio non era per schernirla o per insultarla, era una risata genuina e sincera, di quelle che ti fanno vibrare anche l'anima, senza rendersene conto iniziò anche lei a ridere fino ad avere le lacrime agli occhi.

Passato quel momento continuarono a camminare e a chiacchierare.
Yuri si sorprendeva di quanto fosse facile parlare con Mirio e di come si sentisse bene a farlo.
Arrivarono ad un incrocio.

<<Io devo andare di qua>> Indicò la strada alla sua sinistra.

<<Io invece dovrei andare dritto>>
Con tristezza si rese conto che avrebbe dovuto separarsi dal ragazzo.

<<Hai salvato il mio numero giusto?>>
La domanda la spiazzò leggermente.
Che c'entrava adesso il suo numero di telefono?

La ragazza annuì e Mirio le sorrise di nuovo.
Aveva perso il conto di quante volte lo aveva fatto.

<<Allora appena arrivi a casa mandami un messaggio>>
Si girò verso verso sinistra e la salutò con la mano.
Yuri rimase lì per un paio di secondi.

Allora appena arrivi a casa mandami un messaggio.

Le piaceva come suonava, Mirio si stava preoccupando per lei, per lei.
Sorrise instintivamente e iniziò a camminare verso casa sua.

Appena entrò dalla porta si rese conto che non c'era nessuno, Vivio sarebbe uscita alle tre da scuola ed erano solo le due.
Preparò il pranzo per entrambe, forse per un atto di bontà o semplicemente perché le andava, preparò anche un terzo piatto e lo mise nel frigo.
Non si aspettava che suo padre mangiasse ciò che aveva cucinato ma era di buon umore e sperava di continuare a sentirsi così.

Quando era tornata a casa era talmente presa dalla felicità del momento che si era totalmente dimenticata di avvisare il suo nuovo amico.

Già, amico.

D'altronde era questo che erano giusto?Avevano parlato, avevano camminato e riso insieme, non è questo che fanno di solito gli amici?

La cosa strana era che, mentre stavo con lui io non provavo nessun dolore e nessun peso sulle spalle.
Era forse questo ciò a cui servivano davvero gli amici? Eppure forse non era in grado di definirlo ancora amico.
Del resto si, avevano solo parlato, avevano solo camminato e solamente riso insieme, questo non lo fanno anche i conoscenti?Bisogna essere per forza amici per fare una cosa del genere?
Yuri non si spiegava come potesse una persona trasmetterle così tanta calma da farle dimenticare tutti i suoi problemi.

Si ricordò solo la sera che doveva mandare quel famoso messaggio ma pensò che ormai era tardi e che probabilmente Mirio se ne era dimenticato totalmente, così andò a dormire senza pensieri.

La mattina dopo però si ritrovò il telefono strapieno di messaggi di ogni tipo: stiker, emoji, lettere buttate semplicemente a caso e tanto altro.
Potevano essere benissimo duecento messaggi.

Quando lesse il mittente rimase a fissare lo schermo a bocca aperta per un po'.
Era Mirio.
Mirio l'aveva riempita di messaggi.
La maggior parte di essi recitava cose come il nome della ragazza ripetuto cento volte oppure degli stiker che ritraevano dei gattini che piangevano o delle emoji arrabbiate.
Oppure c'erano messaggi come: "Ti prego rispondi, mi sto preoccupando" oppure "Dimmi che non ti è successo niente, ti avevo detto di avvisarmi" o ancora "Se non rispondi giuro che vengo sotto casa tua".
Ed erano anche continuati fino a tarda notte.
Yuri rimase al quanto sorpresa, Mirio si stava preoccupando per lei, e da quanto si conoscevano?Due giorni?
Si chiese se fosse davvero una cosa sana riporre così tanta fiducia all'interno di quel ragazzo, forse doveva apparire più sulla difensiva ed evitare di affezionarsi, forse doveva tenere in conto che c'era il rischio di rimanere ferita.
Eppure i messaggi di Mirio sembravano sinceri, erano quelli di una persona veramente preoccupata.
Lentamente digitò una risposta.

Scusami, mi sono completamente dimenticata di avvisarti, sto bene tranquillo.

Non sapeva se andasse bene o no, forse era stata troppo fredda?Doveva mettere un emoji?
Incredibilmente si ritrovò a scrivere.

Comunque è stato bello parlare con te, dovremmo rifarlo, qualche volta.

Le mani le tremavano, era stata eccessiva e aveva sforato, non si era mai esposta così tanto.

Sempre se ti va, naturalmente.

Spense il telefono bruscamente e lo lasciò suo comodino, lo sentì vibrare qualche istante dopo ma non ebbe il coraggio di andare a vedere, semplicemente lo ignorò.

Accompagnò sua sorella a scuola e poi si diresse verso la sua.
Quel giorno faceva particolarmente freddo, l'inverno era alle porte e Yuri sentiva il gelo entrarle fino a dentro alle ossa.

Odio questa cazzo di divisa.

La gonna era eccessivamente corta, almeno per i suoi gusti, e non poteva neanche apportare modifiche o prendere una taglia più grande.
La maglia era semplice e forse anche carina ma comunque era abbastanza leggera nonostante fosse a maniche lunghe e la giacca tendente al grigio era praticamente inutile.
Così, ogni giorno si ritrovava a mettersi le calze più calde che aveva e a stringersi nel cappotto.

Quando entrò a scuola si fiondò in classe per attaccarsi al termosifone e avere un po' di sollievo, sfortunatamente lo trovò già occupato da Leila e i suoi amici.
Vedeva le occhiate che le ragazze le riservavano.
Non rispettava minimamente il dress code della scuola, si vestiva come voleva e non apriva un libro letteralmente mai, Yuri si chiedeva perché mai fosse venuta a studiare lì se non aveva la minima intenzione di impegnarsi in nulla.
L'unica cosa che la salvava erano le sue grandi capacità e il suo potente Quirk.
Così si ritrovò nei corridoi a cercare un qualche luogo dove stare da sola e, specialmente al caldo.
Girovagò un po' in giro, era relativamente presto quindi sarebbe potuta stare un po' tranquilla per i fatti suoi.
Quando finalmente riuscì a trovare un luogo dove mettersi tirò un respiro di sollievo.
Si era posizionata in uno dei corridoi più isolati della scuola, Yuri non capiva come mai la gente non ci venisse ma non le dispiaceva, quel luogo aveva un'aura particolare.
Il muro era ricoperto di vecchi disegni di ormai ex studenti e al centro del corridoio c'era un mini giardino vetrato, era stato costruito per promuovere l'uso di energie rinnovabili ma venne utilizzato dai ragazzi solo come ritrovo per fumare durante la ricreazione e così l'avevano chiuso.
Non che fosse servito a qualcosa, i ragazzi si erano semplicemente spostati dal giardino al bagno, rendendolo quasi completamente inagibile.
Ma la cosa che le piaceva di più di quel posto era un muro in particolare.
Era stato fatto per la giornata di San Valentino qualche anno prima, aveva sentito la storia di come era nata l'idea da alcuni ragazzi più grandi.
Avevano realizzato un muro completamente bianco dove ogni persona poteva scrivere ciò che voleva, l'unica regola era che dovevano essere tutti messaggi d'amore.
Insulti o commenti inopportuni venivano immediatamente cancellati, Yuri la trovava una cosa dannatamente carina e la maggior parte delle frasi scritte erano stramaledettamente dolci.
Così tanto che una parte della sua mente le gridava di correre in bagno a vomitare arcobaleni e miele insieme, l'altra parte invece rimaneva incantata da tutto ciò, c'era davvero qualcuno capace di amare così tanto?
Tutti coloro che scrivevano sembravano maledettamente innamorati, erano sul punto di riempire il muro con le proprie scritte e quello che la ragazza non capiva era come, dopo aver amato così tanto qualcuno, potesse essere così facile dimenticarlo.
La maggior parte delle persone che avevamo dedicato frasi ai propri compagni avevano dimenticato quell'amore, è possibile scordarsi di aver amato?

Non comprendeva come potessero innamorarsi di una persona diversa ogni giorno.
Come fai a provare certe cose verso una persona che nemmeno conosci?
Aveva sempre pensato che per innamorarsi di qualcuno servisse tempo, servisse pazienza e la voglia di conoscere l'altra persona, altrimenti cosa avrebbe distinto l'amore da una semplice cotta passeggera?
Quando era piccola sognava il mondo, il grande amore delle favole e il principe azzurro che veniva a salvarla.
Ma il principe azzurro non esiste e lei non era una principessa da salvare, probabilmente, sarebbe stata etichettata come il mostro da cui salvare la donzella.
Il mondo l'aveva ferita e continuava a cercare conforto nei personaggi dei libri e quando lo finiva, quando finiva di leggere di quella storia d'amore che l'aveva fatta innamorare e rimetteva a posto il libro nella libreria di camera sua, si sentiva di nuovo vuota e sola e pregava dio -nonostante fosse atea- di inviare una persona che potesse amarla nello stesso identico modo.
Avrebbe voluto un ragazzo o una ragazza, non si era mai posta domande sulla sua sessualità.
Si era semplicemente detta che, se mai le fosse piaciuta una ragazza, non ci sarebbero stati problemi.
Tanto ragazzo o ragazza non sarebbe cambiato nulla, non avrebbe mai avuto il coraggio di dichiararsi.
Avrebbe fatto la spaccona come al solito comportandosi male e rispondendo a tono.
Era timida, forse anche un po' ingenua, ma non era una stupida.
Sapeva quando era il tempo di rispondere e quando era tempo di lasciar perdere e fare finta di nulla, sapeva cosa dire a una determinata persona e come dirla, questi erano solo alcuni dei vantaggi di essere un'osservatrice.
Lei era questo, solo questo.
Un'osservatrice.
Guardava gli altri andare avanti con la loro vita, li vedeva divertirsi e continuare a vivere mentre lei rimaneva bloccata.
Era sempre ferma in un angolo ad osservare tutto e coglieva i piccoli particolari che gli altri non riuscivano a vedere, a volte stare fermi a guardare poteva dimostrarsi utile.

Vedeva i comportamenti di Leila oppure le occhiate attente del professor Aizawa quando li guardava: poteva sembrare totalmente privo di interesse verso i propri alunni ma in realtà aveva negli occhi quella nota di affetto che caratterizza un genitore.

Sarebbe un buon padre, pensò Yuri.

Molte volte l'aveva presa da parte per chiederle se andava tutto bene e altrettante se avesse bisogno di aiuto con gli allenamenti.
Yuri rispondeva sempre di no, anche quando non era vero.
Sentiva che il professore glielo chiedesse solo perché notava come i suoi compagni la escludessero e come cercassero di evitarla quando attivava il suo Quirk.
Forse era preoccupato per lei, ma non sembrava importarle.
Non le aveva mai detto apertamente che, molto probabilmente, arrivato il tirocinio nessuno avrebbe voluto qualcuno con un Quirk pericoloso come il suo, nessuno se ne sarebbe mai preso la responsabilità.
Ma era evidente che lo pensasse, Yuri lo leggeva nei suoi occhi ogni volta che indugiavano su di lei.

Sarà difficile per te.

Era questo il messaggio che trasmettevano e la ragazza non poteva cambiare la triste realtà.
Ma non si era mai arresa, aveva continuato a testa alta per la sua strada e non si era mai fermata nonostante le difficoltà.
Prendeva buoni voti nei compiti scritti e negli orali e nonostante la pratica non portasse esattamente dei buoni frutti non poteva dire di andare male.
Tutto sommato era felice della sua vita nella scuola.

Senza rendersene conto si ritrovò davanti al muro delle scritte e stava accarezzando distrattamente i contorni di alcune parole.
Sospirò e si girò per tornare in classe con la testa bassa.
Prima di poter fare un paio di passi andò a sbattere contro qualcosa che le ricordò il palo che aveva preso in pieno il giorno prima, ma, questa volta, il palo era più morbido e aveva anche una voce.

<<Stai attenta a dove metti i piedi, ragazzina>>
Sicuramente non era un insulto, forse solo una raccomandazione da una persona più grande eppure Yuri la prese più male del previsto, d'altronde, era stato lui a venirle addosso, no?

<<Stai più attento tu a dove cammini, idiota>>

Il ragazzo che l'aveva colpita si voltò, fu in quel momento che Yuri lo vide bene per la prima volta.
Un po' più alto di lei, capelli biondi molto sbarazzini e che ricordavano delle piume, folte sopracciglia e un leggero pizzetto.
I suoi occhi erano ambrati, di una forma vagamente triangolare e sotto di essi c'erano dei segni neri, ma la particolarità che saltava di più all'occhio erano due grandi ali rosse sulla sua schiena.
In quel momento erano chiuse e Yuri si chiese quanto potessero essere grandi da aperte.
Il ragazzo la scrutava con sguardo serio e un sopracciglio leggermente alzato, aveva un'espressione vagamente curiosa e allo stesso tempo infastidita.

Chi diavolo si crede di essere per avere quella faccia?

La ragazza sembrò perdere le staffe, non sopportava come il ragazzo la stava guardando senza dire una parola, cosa diavolo stava aspettando?

<<Mi sarei aspettato delle scuse>>
Se prima Yuri era nervosa ora decisamente arrabbiata.

<<Si può sapere chi ti credi di essere?Sei tu che sei venuto addosso a me, non il contrario!>>
Fece attenzione a non alzare troppo la voce per non avere attenzioni indesiderate.
Prima che il ragazzo potesse risponderle la campanella suonò e tantissimi studenti si avvicinarono alle rispettivi classi.
Fece per riprendere la conversazione ma il ragazzo era già sparito.
Mentre andava verso la sua sezione sentì la vice squillante di qualcuno chiamarla dalla fine del corridoio.
Con sorpresa si rese conto che quella voce era di Mirio.
Le corse incontro e per poco non le finì addosso.
Si fermò esattamente a pochi centimetri da lei e le prese entrambe le mani nelle sue.
Il ragazzo, per via della sua altezza, era stato costretto a piegarsi per potersi avvicinare al volto della ragazza.

<<Yuri, finalmente, hai letto il mio messaggio?>>
La ragazza si ricordò con imbarazzo di come aveva volutamente ignorato Mirio.
<<No, scusami, dimmi tutto>> cercò di essere più naturale possibile per nascondere il colorito delle sue guance.
Il ragazzo era troppo vicino e nonostante non ci fosse nulla di romantico tra i due era una situazione facile da fraintendere.

<<Ho risposto al tuo messaggio, ti va di uscire oggi pomeriggio?Passeggiamo come l'altra volta oppure andiamo in un bar, come preferisci>>
Il solito sorriso aleggiava sul volto del ragazzo e Yuri si sentì improvvisamente felice.
Non c'era nulla di romantico in ciò che le aveva chiesto, lo leggeva dai suoi occhi, Mirio non aveva quel tipo di intenzioni con lei, voleva solo conoscerla come amica.
Yuri fece mente locale di tutti i suoi impegni e constatato che non aveva niente di meglio da fare accettò la sua proposta.
Mirio sprizzava gioia da tutti i pori e cominciò a parlare allegramente come se la lezione non fosse già iniziata da un bel pezzo.
Quando i due ragazzi si accorsero di questa cosa si resero conto che entrare in classe in quel momento era da pazzi, così si ritrovarono a vagare in giro per la scuola nascondendosi dai professori e dai ragazzi che avrebbero fatto le spie.
Yuri era felice, forse come mai prima d'allora, il sorriso era sempre sul suo volto quando c'era Mirio e il ragazzo con le ali rosse fu quasi completamente rimosso dalla sua memoria.

Quasi.

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