Divisa a metà

By whitea94

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Prefissarsi degli obiettivi, per qualcuno di noi, è indispensabile per affrontare le giornate e mantenere i n... More

Presentazioni
🌻
1. Un piatto di lasagne
2. Posso farcela
3. Delusione
4. Fratelli
5. Divertirsi
6. Il destino
7. Tre domande
8. Caramello fuso
9. Roba da matti
10. Le mosse sono sempre quelle
11. Sorprese
12. Un fulmine a ciel sereno
13. Dolore
14. Richiesta
15. Gattini
16. Regalo
17. Ridere insieme
18. Conoscersi
19. Verità
20. Hakuna Matata
21. Cattivo o Supereroe?
22. Giusto o sbagliato?
23. Sessione di studio
24. Rivincita
25. Vivere
26. Salto nel vuoto
27. Fragilità
28. Incontri inaspettati
29. Un principe azzurro
30. Confidenze
31. Mattia
33. Buon compleanno
34. Un turbine d'emozioni
35. Fortuna
36. Segreti
37. Bevi che ti passa
38. Paura
39. Ospedale
40. Claudia
41. Sempre
42. Seconda scelta
43. Come prima
44. Dimmi la verità
45. Non prenderti gioco di me
46. Qualcosa di più
47. Colazione
48. A fior di labbra
49. Verde speranza
50. Confessione
51. Resistere
52. Il passato non si dimentica
53. Libertà
54. Partenza
Ringraziamenti 🌻
Extra - Elia
Extra - Enea
Avviso!

32. Musica

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By whitea94

Sto per addentare il mio muffin ai mirtilli quando sento aprirsi la porta della cucina.

Osservo Mattia andare verso il frigo per estrarre una confezione di latte. «Ne vuoi un po'?»

Scuoto la testa e rimango nel mio silenzio, mentre lui sospira e si siede di fronte a me. Prende un tortino caldo e lo divora in pochi secondi, lanciandomi delle occhiate che io evito come la peste.

Si morde il labbro inferiore e inizia a battere le dita sopra l'isola per scaricare la tensione. Conoscendolo, sta per esplodere. «Dai, Carla, sono giorni che non mi rivolgi la parola. Oggi è persino il tuo compleanno!»

«Avresti dovuto pensarci prima. Eppure potevi benissimo rimediare se ti importasse davvero.»

Si alza dalla sedia e si piazza davanti a me. Nei suoi occhi chiari si alternano diversi stati d'animo, ma prevale la sofferenza. «Come vuoi. Io esco e mamma ieri mi ha detto che papà non ci sarà stasera. È rimasto in Germania per un progetto.» Si volta per andarsene ma ci ripensa. «Buon compleanno.» Mi mostra un sorriso tirato prima di sparire dalla mia vista.

Vorrei alzarmi per rincorrerlo, mentre alcune lacrime premono per uscire, ma rimango seduta. Devo aspettare che sia lui a venire da me.

Bevo un bicchiere di succo d'arancia e vado in soggiorno per vedere un film, avvolta nel plaid rosso che la nonna mi ha regalo per Natale. Controllo se ho ricevuto qualche messaggio, però sullo schermo non c'è nessuna notifica.

Non so di chi mi aspettassi di ricevere gli auguri, tuttavia anche per una solitaria come me è un po' triste ricevere solo due messaggi di auguri da parte dei tuoi colleghi.

Melissa mi ha promesso che sarebbe passata per farmi gli auguri nel pomeriggio, mentre Noa mi ha proposto di uscire insieme domani. Ovviamente ha declinato l'invito di stasera, ma, anche se in fondo ci sono rimasta male, non posso costringerlo a frequentare mio fratello dopo quello che gli ha detto.

Quando suona il campanello d'ingresso, il mio animo diventa subito più leggero. Stare da soli il giorno del proprio compleanno è pietoso anche per una come me.

Spalanco la porta e il mio sorriso a trentadue denti viene accolto da un'espressione perplessa.

«Sei di buono umore oggi?»

Inghiotto la saliva e cerco di ricompormi. «Lo sai che non è normale presentarsi due volte a casa di una ragazza senza invito? Potrebbe fare delle congetture sbagliate» affermo spavalda, appoggiandomi allo stipite della porta per squadrarlo. In realtà sono stupita; non pensavo si presentasse di nuovo qui senza preavviso, specie per come ci siamo salutati l'ultima volta.

«Fortunatamente abbiamo già messo le cose in chiaro» ribadisce con un sogghigno. «Inoltre, sospetto che neanche lei pretenda qualcosa in più.»

Sposto lo sguardo verso il vialetto e stringo i pugni, non sapendo come ribattere. «Cosa vuoi, Enea?»

«Vivere una nuova avventura» dice, entrando in casa senza il mio permesso.

Quando se ne esce con queste frasi mi ricorda un po' Peter Pan, chissà se ha mai visto il cartone animato.

«Niente avventura oggi, ho un piede dolorante» borbotto alzandolo così che possa vedere la fasciatura.

Si acciglia e capisco che sta mettendo in funzione il cervello per elaborare una soluzione o un piano di riserva. Si passa una mano tra i ricci e capisco che, qualsiasi cosa lui stia pensando, lo turba. «Ok, niente cose spericolate oggi. Ti porto in un posto in cui potrai stare seduta.»

«Perché sei così convinto che verrò con te?» gli domando, incrociando le braccia al petto.

Lui si avvicina e mi sorride. Un sorriso vero. «Perché non dovresti farlo?»

Fisso i suoi occhi nocciola mentre mi mordo la lingua; avrei tanti motivi in realtà. «Ok, ma tra tre ore devo essere di nuovo qua» accetto alla fine perché, come al solito, la curiosità e la voglia di passare del tempo con lui prevalgono sul resto. Guardo i jeans neri e la felpa grigia che indosso. «Devo cambiarmi?»

«No, tranquilla, andiamo.»

Afferra il telecomando sul divano per spegnere la televisione e io prendo il giubbotto prima di seguirlo lungo il vialetto. Sono sicura che non sa che oggi è il mio compleanno, ma sono comunque contenta di trascorrere qualche ora con lui in questo giorno un po' speciale.

Cammina davanti a me senza voltarsi neanche una volta indietro per vedere se sono in difficoltà: è un vero gentleman. Sale sulla moto e mi porge il casco.

«Ti ringrazio per l'aiuto» borbotto acida.

Lui di certo non concorre per essere il principe azzurro dell'anno come Elia o Lorenzo.

«Sei una ragazza indipendente, non hai bisogno del mio aiuto» ribatte, guardandomi con le sue iridi impenetrabili.

Lo fisso per un momento destabilizzata.
Cosa era... una specie di complimento?

Metto il casco e mi preparo ad affrontare il viaggio, pregando che possa uscirne incolume.

Il tragitto si rivela spericolato come di consuetudine, però riusciamo ad accostare davanti un vecchio palazzo in stile barocco senza nessuna ferita. Non ne sono sicura, ma credo che ci troviamo vicino al monastero dei Benedettini.

Scendo dalla moto e seguo Enea verso un ingresso del piano inferiore in cui usualmente erano collocate le botteghe. Apre la porta ed entriamo in un atrio poco illuminato, ma fortunatamente lui mi afferra il polso e mi trascina con sé in quella penombra, muovendosi con disinvoltura. Giungiamo in una stanza con le pareti insonorizzate rosso fuoco e una parete vetrata che permette la vista all'interno della sala di registrazione.

I componenti della band di Enea sono intenti ad accordare gli strumenti mentre il cantante, accortosi della nostra presenza, ci viene incontro.

È proprio la versione giovane di Lucius Malfoy.

«Enea, non ti aspettavamo oggi» dichiara, fissando prima lui e poi me.

«Cambio di programma» sentenzia il chitarrista mentre toglie la giacca nera di pelle.

«Resta qui ad ascoltare, ti piacerà» mi dice prima di entrare all'interno della sala e salutare gli altri.

Rimango sola con il biondo un po' strano e il suo silenzio mi fa sentire a disagio.

«Comunque, io sono Carla, piacere» mi presento, tendendogli la mano.

Lui la fissa per qualche breve istante, ma alla fine decide di non afferrarla e io ritraggo il braccio confusa.

«Se fossi qualcuno di importante, Enea ci avrebbe presentato» sentenzia con un tono altezzoso che incrementa la mia irritazione. «Cosa gli hai promesso per farti portare qui? Sesso a tre?» mi chiede con un tono di derisione.

«Come scusa? Io non ho promesso niente a nessuno! Neanche mi conosci.»

Come se non mi avesse sentita, continua a parlare: «Deve essere qualcosa del genere. Complimenti, ottima trovata perché non avrebbe mai portato una donna qui.»

Con queste parole raggiunge anche lui gli altri, lasciandomi da sola con i nervi a fior di pelle.

Ancora perplessa e infastidita, raggiungo una delle poltrone nere di fronte alla vetrata. Forse mi dovrei sentire lusingata perché sono la prima ragazza a venire qui con lui, ma in realtà la mia mente sta solo pensando a quanto sia puttaniere. Se così non fosse il suo amico non mi avrebbe parlato in quel modo.

È strano come il cervello umano recepisca solo il lato negativo delle cose.

Sto guardando i numerosi pulsanti e le lucine della console, o almeno credo si chiami così, quando Enea richiama la mia attenzione. Alza le braccia e mi indica con la mano le cuffie nere appoggiate sulla poltrona di fianco alla mia. Le afferro e le indosso, cerando di farle aderire bene alle orecchie.

«Mi senti? Il suono è nitido?»

Mi limito a fare un cenno con la testa.

«Ok, ragazzi, facciamo la scaletta dello spettacolo di domenica sera. Proveremo tutto di seguito e una sola volta, quindi concentrati. Raffaele dai il tempo quando sei pronto» sento dire a Enea agli altri componenti.

Non mi aspettavo fosse il leader della band.

Tutti annuire e il batterista dà il tempo con le bacchette in aria e un secondo dopo il suono delle chitarre invade le mie orecchie. La ragazza con i capelli rosa ed Enea si guardano per un secondo prima di lasciarsi trasportare dalla musica; sono bravissimi.

I suoni si armonizzano e si completano, nonostante lei suoni una chitarra elettrica e lui una chitarra acustica. Non è il genere che solitamente ascolto, ma sono comunque affascinata e ammaliata. La voce del biondo ossigenato si inserisce tra le note accompagnato dal suono della batteria e tutto esplode. Devo ammettere che il tono un po' roco che possiede da una sfaccettatura interessante.

Sento la loro passione, la loro energia e la loro voglia di farsi ascoltare da questo mondo ormai quasi sordo.

Maledico nella mia mente il mio piede sinistro perché vorrei alzarmi e ballare al ritmo della musica assordante che sta riempiendo ogni parte del mio corpo. Ognuno di loro ha qualcosa di intrigante, ma il mio sguardo viene sempre catturato da Enea. La sua espressione sempre imbronciata è svanita, portandosi via la nube che aleggia attorno alla sua figura. È spensierato ed è a suo agio con se stesso. Si sente libero di esprimere quello che è, senza dover portare nessuna corazza.

Dopo aver suonato una decina di brani, Enea suona l'ultimo accordo prima che il silenzio scenda nella stanza. Tutti hanno il fiatone, ma il sorriso sui loro volti esprime la loro soddisfazione.

«Cazzo, abbiamo spaccato» decreta Raffaele mentre ruota la bacchetta della mano destra.

«Niente male» afferma Enea dopo aver appoggiato lo strumento ai piedi dello sgabello.

Mi alzo in piedi e batto le mani per dimostrare il mio apprezzamento. Si voltano verso di me e mi rivolgono dei piccoli sorrisi. Sistemano la strumentazione in maniera meticolosa ed escono dalla sala per raggiungermi. La ragazza dai capelli rosa si avvicina a me e mi squadra con uno sguardo che non riesco a decifrare.

«Ciao! E tu saresti?» mi chiede con una voce squillante. Sembra una fatina dei boschi.

Guardo Enea nella speranza che sia lui a presentarmi, però i suoi occhi seri mi dicono che non lo farà.

«Un'amica di Enea, sono Carla» le rispondo poco dopo, cercando di essere più gentile possibile.

«Un'amica... interessante. Io sono Lucia, ma tutti mi chiamano Lux. Sì, proprio come il nome della band. Il ragazzo ossigenato un po' scorbutico è Andrea, in arte Andrey, e quello che suona la batteria è Raffaele.»

Quest'ultimo mi fa un cenno con la mano quando viene presentato e io ricambio il suo gesto con un sorriso. Andrea resta fermo dietro il gruppo, ma non ne rimango sorpresa.

«Bene, ora che ci siamo presentati possiamo andare a bere qualcosa insieme» continua Lux, avviandosi verso la porta.

Guardo l'ora sul telefonino e mi accorgo che sono già le sette e un quarto.

Sto per rifiutare l'offerta quando Enea mi anticipa. «Per stavolta noi passiamo.»

Vedo il sopracciglio di lei incurvarsi verso l'alto, ma non commenta. Inizia a essermi più simpatica.

«Ok. A domenica allora, chiudi tu qui. È stato un piacere conoscerti, Carla, spero che ci saranno altre occasioni per scambiare quattro chiacchiere» risponde Lux prima di uscire. I ragazzi ci salutano e la seguono, lasciandoci da soli.

«Grazie per avermi portata qui. È stata un'esperienza davvero esaltante, ma adesso devo tornare a casa» dico, avvicinandomi a Enea.

«Dal tuo sguardo non mi sembri molto contenta» afferma mentre mi scruta il volto.

Abbasso il capo verso il pavimento scuro prima di riportare gli occhi sui suoi. «Perché non mi hai presentata ai tuoi amici?»

«Sai parlare. Infatti ci sei riuscita benissimo da sola.»

«Non è questo il punto» affermo piccata. «Chissà che cosa pensano di me. Anzi, no, lo so, pensano che sia una delle tue amichette di passaggio che ti ha abbindolato con delle proposte trasgressive per portarla qui.»

Solleva l'angolo sinistro delle sue labbra mentre si appoggia al ripiano della console. «Fammi indovinare. Andrea, giusto?»

«Può darsi.» Incrocio le braccia al petto e vado verso l'ingresso. «Comunque, devo tornare a casa adesso. Possiamo andare?»

«Perché tutta questa fretta di rientrare? Non eri tu la ragazza che pochi giorni fa, implicitamente, mi ha chiesto di portarla qui?» mi domanda, aggrottando le sopracciglia.

Sciolgo le braccia ed emetto un profondo respiro. Non lo conosco bene, però ho capito che per lui è un gesto importante avermi portata qui e il mio atteggiamento scostante lo sta innervosendo. «Non fraintendermi. Sono molto contenta di essere qui e in un altro giorno dell'anno sarei io a chiederti di rimanere un altro po', magari chiedendoti come funziona tutta la strumentazione. Ma oggi è il mio compleanno e festeggio stasera a casa con la mia famiglia. La festeggiata non può arrivare in ritardo.»

Vedo i suoi occhi sgranarsi leggermente. «Perché non mi hai detto niente?» chiede con tono quasi infastidito.

«Cosa dovevo dirti: Ciao, oggi compio gli anni?»

Vedo le sue iridi incupirsi mentre riflette, giocando con i suoi ricci in maniera frenetica. Istintivamente, vado verso di lui e gli blocco la mano destra immersa nelle sue ciocche.

«È tutto ok. È solo un compleanno come gli altri ventiquattro precedenti. Niente di speciale.» Non lo so perché continui a parlare, ma vederlo nervoso agita anche me.

Osserva la mia mano sulla sua prima di scrutare i miei occhi, come se fosse in cerca di qualcosa. «Seguimi.»

Intreccia lentamente le sue dita alle mie e io lo seguo con il cuore in tumulto.













🌻 Note

Ciao a tutti! Con questo capitolo ne approfitto per augurarvi un buon Natale 🥳.

Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo la storia e che commentano o lasciano una stellina. Fa sempre piacere ❤.

Preparativi perché da quasto capitolo in poi si prosegue in discesa. 😅🤭

Ancora tanti auguri 🥰

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