Profondi come il mare

By darknessbright_

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Nathan Walker è tutto quello che ogni ragazza desidera: impertinente, carismatico e senza dubbio bellissimo... More

PERSONAGGI
CAPITOLO 1 - ELIZABETH
CAPITOLO 2 - ELIZABETH
CAPITOLO 3 - NATHAN
CAPITOLO 4 - ELIZABETH
CAPITOLO 5 - NATHAN
CAPITOLO 6 - ELIZABETH
CAPITOLO 7 - ELIZABETH
CAPITOLO 8 - ELIZABETH
CAPITOLO 9 - NATHAN
CAPITOLO 10 - ELIZABETH
CAPITOLO 11 - NATHAN
CAPITOLO 12 - ELIZABETH
CAPITOLO 13 - ELIZABETH
CAPITOLO 14 - ELIZABETH
CAPITOLO 15 - NATHAN
CAPITOLO 16 - ELIZABETH
CAPITOLO 17 - NATHAN
CAPITOLO 18 - ELIZABETH
CAPITOLO 19 - NATHAN
CAPITOLO 20 - ELIZABETH
CAPITOLO 21 - NATHAN
CAPITOLO 22 - ELIZABETH
CAPITOLO 23 - NATHAN
CAPITOLO 24 - ELIZABETH
CAPITOLO 25 - ELIZABETH
CAPITOLO 26 - NATHAN
CAPITOLO 27 - NATHAN
CAPITOLO 29 - NATHAN
CAPITOLO 30 - ELIZABETH
CAPITOLO 31 - ELIZABETH
CAPITOLO 32 - NATHAN
CAPITOLO 33 - NATHAN
CAPITOLO 34 - ELIZABETH
CAPITOLO 35 - ELIZABETH
CAPITOLO 36 - NATHAN
CAPITOLO 37 - NATHAN
CAPITOLO 38 - ELIZABETH
NUOVA COPERTINA
CAPITOLO 39 - ELIZABETH
CAPITOLO 40 - NATHAN
CAPITOLO 41 - NATHAN

CAPITOLO 28 - ELIZABETH

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By darknessbright_


Quando il sole penetra dalla finestra socchiusa alla mia sinistra carezzandomi la faccia con il suo calore mi sento come in un déjà-vù. Nulla è cambiato se non l'aver preso piena consapevolezza dei miei sentimenti per il particolare esemplare di uomo che dorme tranquillo con la testa poggiata sul mio petto. Siamo esattamente al punto di partenza.

A differenza di una settimana fa le immagini nitide della notte infuocata appena trascorsa che si ricompongono pian piano nella mia mente assonnata non mi fanno venir voglia di scappar via ma solo di stringere le gambe.

Non so dire se sia stata la bottiglia bevuta la sera prima o il fatto di non averlo visto per una settimana a rendere tutto più dolce del solito tra di noi ma il modo in cui ha sussurrato con la voce rotta il mio nome mentre il suo corpo si fondeva perfettamente con il mio continua a riecheggiare in ogni parte del mio corpo increspandomi la pelle nuda.

Per un attimo, forse il tempo di un sospiro, siamo diventati tutt'uno e ho sentito chiaramente il suo bisogno di appartenere a qualcuno. Ho sentito il dolore, la solitudine e l'irrequietezza che lo perseguitano allentare la presa su di lui per lasciarlo andare. Ho sentito qualcosa cambiare.

Mentre varcavo la porta di casa tra le sue braccia ho pensato a quanto dev'essere stato difficile per uno come lui che da sempre utilizza le parole per tenere le distanze con il mondo dire ad alta voce un semplice "resta". 

Lo osservo con attenzione: i capelli neri scompigliati, il taglio scolpito del naso e l'angolo preciso della mascella che si poggia sul mio seno lo fanno sembrare un bambino. È così dolce e angelico che fatico a trattenere una risata. È proprio vero che l'apparenza inganna.

Deve aver avvertito le vibrazioni quasi impercettibili del mio petto perché si muove piano e apre lentamente gli occhi affondando meglio il viso sul mio seno ancora scoperto. Arrossisco violentemente quando realizzo che potrebbe non ricordare niente della notte appena trascorsa o peggio ancora mandarmi via cancellando in un attimo ogni gesto e ogni parola della notte precedente. Trattengo il fiato fingendo una tranquillità che non esiste. Ci risiamo.

«Cos'è che ti fa andare a fuoco Elizabeth?» la voce roca di Nathan mi arriva languida all'orecchio incendiandomi ancor di più le guance. Passa le labbra sulla mia mandibola e inspira a fondo. 

Tu, sei tu che mi fai andare a fuoco.

«Non sto andando a fuoco» dico deglutendo a fatica, afferro l'orlo del lenzuolo per coprirmi mentre uno strano formicolio s'insinua sotto la mia pelle. Arriverà il giorno in cui smetterà di farmi quest'effetto? 

«Posso usare la tua doccia?» sono le uniche parole sensate che riesco pronunciare per tirarmi fuori da questa situazione imbarazzante e non pensare alla sua bocca che si posa di nuovo sulla mia pelle. La paura che ritorni in sé da un momento all'altro e mi mandi via mi attorciglia lo stomaco. Non sono pronta a ripetere tutto da capo.

«Hai scelto fuga?» ride appena poi si allontana per stiracchiarsi un po'. Sì, ho scelto fuga.

«Fa come se fossi a casa tua» aggiunge indicando la porta del bagno poco distante da noi. Deve aver percepito la mia preoccupazione perché si fa serio, segue ogni mio movimento mentre con non poca fatica cerco di alzarmi dal letto completamente avvolta nel lenzuolo, sussurro un "grazie" poi mi volto e mi avvio verso il bagno.

Il cigolio del letto seguito dalle sue dita fredde che mi sfiorano la schiena seminuda interrompe la mia marcia della vergogna. È dietro di me, il suo respiro tiepido colpisce il mio orecchio ancor prima che il cervello dia l'impulso che permette alle mie gambe di tenermi in piedi.

«Non c'è niente che io non abbia già visto, toccato o assaporato di te Elizabeth» la sua voce è dolce e tagliente al tempo stesso mentre il suo corpo aderisce al mio in un incastro perfetto «e se ti posso dire, in totale onestà» poggia il mento sulla mia spalla portando entrambe le mani sui miei fianchi, li stringe appena «non ho mai visto niente di più bello» prima di lasciarmi andare posa un bacio umido sul pezzetto di spalla nuda che sfugge all'abbraccio del lenzuolo.

Tutto in me si scioglie lentamente, non riesco a non sorridere con il cuore che batte senza sosta, l'unica cosa che riesco a distinguere nitidamente è il suo respiro affannato in perfetta sincronia con il mio, mi volto verso di lui «Nathan io...» le parole mi muoiono in gola mentre sul suo viso si allarga il sorriso più bello e luminoso che gli abbia visto fare negli ultimi anni.

Nathan io... ti amo, ecco, l'ho detto

Ti amo dalla prima volta che ho incontrato i tuoi occhi, dal primo sorriso gentile che mi hai rivolto. Ti amo da sempre e ti odio dallo stesso tempo. Ti amo quando con i gesti mi supplichi di restare e ti odio perché con le parole finisci sempre per farmi del male. Ti odio perché nonostante mi sia impegnata ad odiarti per tutti questi anni il mio cuore non riesce a smettere di amarti. Ti amo persino quando il dolore ti tira giù, la rabbia ti consuma i denti e non ti importa più di trascinare tutti con te. Ti amo... però ho paura. Ho paura che questo sia solo un altro sogno di cristallo e che si frantumi in mille pezzi da un momento all'altro. 

Arrossisco come se potesse sentire le parole sgorgare rapide dal mio cuore.

«Non dire niente» dice posando il dito al centro delle mie labbra poi mi solleva appena il mento con le dita, mi guarda intensamente «adesso vai, ci sono dei vestiti puliti nell'armadietto accanto al lavello, faccio una doccia anch'io nel bagno degli ospiti, ti aspetto in cucina» conclude allontanandosi appena. Annuisco senza smettere di sorridere e gli poso un bacio sulle labbra con una naturalezza che spiazza entrambi. Come se le mie labbra non avessero fatto altro per tutta la vita, come se prima di quel momento tra di noi ci fossero stati milioni di baci come quello.

Nathan sorride, mi morde appena il labbro e si allontana senza lasciare i miei occhi. Mi avvio leggera verso il bagno, la sua voce mi blocca ancora una volta un attimo prima di entrare.

«Elizabeth» la sua voce è limpida e seria, mi volto ancora a guardarlo. 

Eccola la fregatura Elizabeth. 

Aspetto che la sua voce mi trafigga come una lama esattamente come una settimana fa.

«Si?» dico lentamente, il cuore riprende a martellarmi in petto mentre l'ansia torna a rimescolarmi lo stomaco. 

«Ero serio quando ho detto che ho bisogno di te e anche se non ho idea di come si faccia ad amare qualcuno farò del mio meglio per non ferirti» prende fiato, ha l'espressione di uno che fatica a credere di averlo detto per davvero e a voce alta «però ho bisogno che tu mi prometta una cosa...» la sua voce vacilla un istante.

"Ho bisogno di te, amare qualcuno e promessa" sono queste le parole che bisogna incidere sulla lapide perché sanciscono la mia morte.

«Cosa?» dico cercando di trattenere l'entusiasmo, saltargli al collo lo farebbe scappare via in questo istante. Datti un contegno Elizabeth!

«Promettimi che non mi mentirai mai, anche quando la verità potrebbe farmi male» dice d'un fiato, ha le spalle tese e la mascella contratta. L'aria riprende a riempirmi i polmoni, posso farlo, posso prometterglielo.

«Te lo prometto Nathan» dico alzando il mignolo verso di lui per sancire il nostro patto, ride rilassando immediatamente le spalle, alza il mignolo verso di me poi mi strizza l'occhio ed esce dalla stanza. 

L'ansia si dissolve velocemente lasciando spazio a un ondata di gioia incontrollata mista a pura sorpresa, mi stringo nel lenzuolo ed entro per fare una doccia.

"Promettimi che non mi mentirai mai". 

Le sue parole continuano a fluttuarmi attorno mentre apro il getto d'acqua e lascio che mi bagni i capelli, sorrido.

È una promessa che avrei mantenuto anche se non me l'avessi chiesto Nathan Walker.

Allora ancora non sapevo quanto pesasse una promessa e non potevo immaginare che quel momento esatto avrebbe apposto la firma alla mia stessa condanna. 


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PER TUTTI I LETTORI, SÍ... PROPRIO PER TE

Innanzitutto vi ringrazio per essere arrivati fin qui, spero di non avervi annoiato.

Spero che Elizabeth e Nathan vi siano mancati almeno un po'. Che ve ne pare del capitolo? Vi è piaciuto? 🌸

Perdonate la mia assenza infinita ma c'è stata un piccola lotta tra me e Wattpad per l'accesso al mio account e per fortuna ne sono uscita vittoriosa anche se con non pochi mesi di ritardo❤️

Vi ricordo che mi potete trovare anche su instagram come darknessbright_❤️

Se vi è piaciuto il capitolo lasciate una ⭐️ o un commento 💬

P.S. Ho cambiato la copertina ma sono ancora indecisa tra questa e quella vecchia, che ve ne pare? Quale preferite?

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