USG - United States of Galaxy

By Floryana_flo

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Kasumi ha un obiettivo: tenersi lontana dai guai! Ma, essendo il capo di una flotta di pirati, è difficile... More

Premessa e Commiato
Prologo
1. Amore e odio
2. Dalla memoria di ADHA-s
3. L'amore sparisce e ciò che lascia è solo odio
4. Quando un gelataio decide di vita e di morte?
5. Pausa
6. Le ricchezze del Lux (prima parte)
7. Le ricchezze del Lux (seconda parte)
8. Epilogo
9. Uno strano messaggio
10. Un fiore che sboccia non fa rumore
11. Un fiore che sboccia fa rumore
12. Epitaffio ai vivi
13. Epitaffio ai morti
14. Epitaffio a lei
15. Desideri Pericolosi: Primo desiderio
17. La fine del mondo
18. Deimos (prima parte)
19. Deimos (seconda parte)
20. Deimos (terza parte)
21. L'anemone e l'orchidea
Pubblicità (prima parte) - Le pubblicità delle macchine sembrano trailer
EXTRA: Bollini, interviste e altro!
Pubblicità (seconda parte) - Di sale, acqua e Donato
22. Correre è il mio destino
23. Una pizzeria ai confini della Galassia (prima parte)

16. Desideri Pericolosi: secondo e terzo desiderio

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By Floryana_flo


«Aaah ah aaah ah
A far l'amore comincia tu
Aaah ah aaah ah
A f- a f- a far l'amore comincia tu»

L'equipaggio della Sole Nero era riunito sul ponte esterno a ballare e cantare accompagnati da un festoso brano del millennio precedente.
La possente Nave da battaglia, per l'occasione rinominata "Nuova Grande Madre", navigava per i meravigliosi e splendidi mari caraibici di un Pianeta dell'Impero.

Sul ponte esterno svettava, grande quasi quanto l'albero maestro, un cartellone con su scritto "MARTINI" a caratteri cubitali.
Miki era in piedi, al centro di quella calca indistinta di persone. Sul volto svettava un ghigno soddisfatto spezzato solo da un grosso sigaro stretto fra i denti in una morsa di piacere.

Ballava e rideva. Poi all'improvviso si voltò dando le spalle a tutti gli altri, quasi noncurante della loro presenza. Sempre ridendo con quel sorriso sghembo sulle labbra, sempre muovendosi a ritmo di musica.

"Io sono Michael . Quando giunsi per la prima volta sulla Sole Nero non volevo semplicemente partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire".


E mentre le risate di gioia accompagnavano i fuochi d'artificio che s'infrangevano al cielo colorando quella notte altrimenti tetra, Michael abbandonò la festa, ignorando la goliardia generale al suo apice dopo l'uscita da una torta gigante di una soubrette dimenticata; la frenesia del momento, i canti e i balli non lo scuotevano più, ormai ridotti a un flebile eco che rimbombava per i freddi corridoi della Nave.

Si diresse nel suo ufficio, la Sala Comando una volta appartenuta a lei, e si buttò sulla poltrona al centro di essa: la poltrona del Capitano.
Come scoprì solo dopo aver preso il controllo della Flotta, era quello il vero centro di comando dell'astronave, da cui bastava premere un pulsante per condannare a morte l'intero equipaggio.

Ma lui non l'aveva mai usata, preferendo stare là da solo a piangersi addosso.

Si prese la testa fra le mani, massaggiandosi con forza le palpebre. In quel momento non gli andava di far nulla, si sentiva vuoto, esausto.

Da quando Kasumi era morta, non era più lo stesso.

Certo, i primi tempi era stato anche divertente: subito dopo la sua tragica dipartita aveva espresso il desiderio di venir riconosciuto da tutti come il capo della Flotta, ma le cose non vanno mai come sperato... dichiarazioni di guerra, condanne a morte, combattimenti e una Flotta decimata era tutto ciò che gli rimaneva.

Non avrebbe mai pensato che essere Kasumi sarebbe stato così difficile: impegni, obblighi, lavori, assassinii si avvicendavano freneticamente in un vortice di follia che lo aveva completamente inglobato.

Certo, c'erano anche i soldi: tanti tanti soldi, sembravano quasi piovere dal cielo!

Ma i soldi, senza la libertà, non sono che un fugace, effimero senso di soddisfazione destinato ad affogare in una logorante e lenta agonia.

Col volto ancora coperto dalle mani, aprì leggermente le dita, consentendo agli occhi di saziarsi dei colori del mondo. Per l'esattezza della bandiera di una nazione lontana, la sua nazione, che sventolava meccanicamente sullo schermo gigante di fronte a sé animata con gli effetti scadenti di Power point.

-Ti piace? - Una voce familiare lo scosse dai suoi pensieri, facendolo quasi saltare dalla sedia. Si voltò immediatamente nella sua direzione e quasi non credette a ciò che i suoi occhi gli stavano mostrando: lì, di spalle che armeggiava con la macchinetta del caffè sulla scrivania in noce, vi era Kasumi. Inconfondibile nel suo cheongsam nero a bordi dorati che le arrivava alle ginocchia, i pantaloni neri indossati di sotto, gli alti stivali, la lunga katana legata al fianco e il suo tipico chignon tenuto sulla nuca da un kanzashi ornato da una farfalla.

La squadrò più volte da capo a piedi, si stropicciò con veemenza gli occhi, poi la guardò di nuovo, e poi di nuovo a stropicciarsi gli occhi.

-T... tu? - chiese con un filo di voce.

L'altra si girò con in un mano due tazzine di caffè, poi fece qualche passo nella sua direzione e gliene porse una.

Miki intanto si era rannicchiato sulla poltrona rendendosi piccolo piccolo, con entrambe le mani a tenere stretto il bracciolo.

-Sì, proprio io. Allora, la prendi? - gli rispose la donna facendo un cenno della testa verso il recipiente.

-Ma... ma io ti avevo ucciso... - mormorò Miki con un filo di voce.

La donna non disse nulla, limitandosi ad alzare ed abbassare le spalle.

L'Ammiraglio continuò a fissarla stranita ancora qualche istante, non sapendo bene cosa fare.
Dopo un po' decise finalmente di afferrare la tazzina, ma mise in quel semplice gesto così tanta foga che gli cadde qualche goccia bollente sulle dita.

-Piano, - lo ammonì l'altra - altrimenti ti fai male.

-Non ho bisogno di ricevere consigli da una morta. - Le rispose in modo secco, quasi infastidito da quella ingombrante presenza.

Si portò quindi il bordo del recipiente alle labbra, soffiando sommessamente sulla superficie ma al contempo evitando di distogliere lo sguardo da lei.

L'altra fece di nuovo spallucce e indietreggiò di qualche passo, ma restando ben visibile al centro della sua visuale.
Quindi si mise anche lei a sorseggiare la bevanda, non distogliendo a sua volta gli occhi da quest'ultimo.

-Vuoi continuare a stare qua ancora per molto? - le chiese il diretto interessato.

-E qual è il problema? Dopotutto è la mia Nave... - gli rispose con leggerezza la donna.

-No, è la mia. La mia Nave! - E calcò la parola "mia" per dare più enfasi al suo discorso. - La mia Nave, i miei uomini. E stiamo benissimo anche senza di te!

-Però sono morti quasi tutti... Xemi si è anche sacrificato per te, Zhera è finita disintegrata, Walt si è impiccato quando Aster è morta, la maggior parte dei membri è deceduta... insomma, non mi pare che i tuoi uomini stiano così tanto bene.

-Non ho bisogno dei tuoi giudizi. E ora sparisci! Vattene da qua e lasciami solo.

-Non vai a ballare? - gli chiese invece la donna alzando lo sguardo verso il soffitto, come ad indicare la festa che si svolgeva qualche piano più sopra, noncurante della sfuriata di Miki.

-Voglio stare un po' da solo, è possibile?! - Urlò quasi esasperato, non sopportando più la sua presenza - O sei venuta qua per ricordarmi i miei fallimenti?

-Diciamo che ci sei vicino...

-Quindi sei... una sorta di me?

-Io preferisco chiamarmi coscienza. Ma fai un po' tu... - e fece di nuovo il gesto di alzare e abbassare le spalle.

Si allontanò poi dall'altro dirigendosi alla sua sinistra, verso la scrivania in noce che come un pugno in un occhio rovinava la linea moderna della Sala Comando, e vi si appoggiò col bacino.

-Coscienza?! - Esclamò l'Ammiraglio dopo qualche istante passato a guardarla stranito, in preda al nervoso - Parli proprio tu, che non ce l'avevi?

-Intanto con me non moriva mai nessuno...

-E i treni arrivavano in orario.

-Mamma mia quanta cattiveria... - mormorò l'altra in modo teatrale portandosi una mano al petto - Miki, non ti credevo così!

-Oh, ma lasciami stare, ti prego. Sparisci, vattene, non ti voglio più vedere!

-No. - disse l'altra, posando la tazzina sul tavolo e avanzando di qualche passo nella sua direzione - Non è questo ciò che vuoi.

-E allora cosa vorrei? Il perdono di tutti, forse?

-No, quello non te lo daranno mai, nemmeno sotto influsso di quel genio. E, ora che ci penso, i sopravvissuti che fanno festa in attesa della fine mi danno da pensare che il suo potere sia incredibile, nessuno può far nulla se tu non lo permetti... hai un grande potere fra le mani, ma non hai combinato lo stesso nulla. Sei e rimarrai sempre un perdente.

-Ah, ti sei tradita! - Esclamò Miki alzandosi in piedi con uno scatto e lasciando cadere a terra il caffè. Avanzò anche lui di qualche passo nella sua direzione, fronteggiandola faccia a faccia. - Hai detto che nemmeno sotto il suo influsso mi avrebbero perdonato, invece hai riconosciuto che lei è potentissima, quindi lo faranno!

-Ma non lo vogliono...

-Dettagli! - E fece un gesto con la mano, allontanandosi da lei.

-No, non lo sono! Lo sai bene anche tu, dopotutto se non ti sentissi in colpa, se fosse davvero tutto così semplice, non mi avresti mai chiamata qua.

-E allora cosa voglio?! Dimmelo tu, ti prego! - Urlò l'altro prendendosi la testa fra le mani.

-Di non essere mai diventato Ammiraglio.

Miki si accasciò a terra, le gambe ormai impossibilitate a tenerlo in piedi. La testa gli faceva male, la stanza vorticava attorno a lui e un conato di vomito si faceva strada nella sua bocca.

-Va bene... va bene... - iniziò a mormorare a bassa voce mentre le lacrime lentamente gli solcavano le guance.

-Non ho sentito. - disse dura la donna avvicinandosi.

-Va bene, ho detto! - Gridò con quanto fiato aveva in corpo, scandendo a fatica le parole fra un singhiozzo e l'altro - Va bene! Hai ragione! Genio, voglio non essere mai diventato Ammiraglio! Mi senti? Ti prego, libera tutti!


Intanto che Miki conversava con la sua coscienza, il nostro piccolo genio era al bar con Jilian a parlare dei loro problemi.

-...e allora quel giorno mi resi conto che non era la donna giusta, quindi la lasciai per la seconda volta all'altare. Ed ecco come mai, nonostante il mio fisico perfetto e la mia prestanza, sono ancora single.

-Minchia fratello... - mormorò il genio fra un sorso e l'altro del suo succo di frutta - certo che sei senza cuore... - ma non riuscì a finire la frase che sentì nelle orecchie le urla lamentose di Miki. - Oh aspetta, devo esaudire un desiderio. - E schioccò le dita.

Bastò quel gesto per bloccare tutta quell'euforia generale: la musica si fermò, le persone smisero di ballare e di divertirsi, la vita stessa sulla Nave sembrò congelarsi per qualche istante.

Le persone si guardavano negli occhi, cercando di comprendere cosa fosse successo in quell'ultimo mese di vita, ricomponendo i ricordi e le immagini che si avvicendavano nelle loro menti come pezzi di puzzle alla rinfusa da mettere a posto.

Ma più i secondi passavano, più la consapevolezza della verità si faceva vivida in loro: la scomparsa di Kasumi, la proclamazione a nuovo Ammiraglio di Miki, le guerre e le numerose morti, le sue decisioni disastrose e la loro lenta distruzione.

Ora finalmente era tutto chiaro.

E così pian piano lo sgomento lasciava posto a un nuovo sentimento in tutti loro: l'odio per Miki.

Intanto che l'equipaggio passava questi istanti travagliati, il genio, essendo il suo compito concluso, si dissolse in una nuvola di polvere lasciando dietro di sé, sul bancone del bar, solo un prezioso carillon d'oro.

Jilian finì di scolare la sua bevanda e lo prese fra le mani, allontanandosi quindi dal ponte esterno prima che la calca di gente arrabbiata potesse iniziare la sua caccia all'uomo.


Intanto, nella Sala Comando, Miki era stretto a Kasumi e piangeva fra le sue braccia.

-Su su, andrà tutto bene. - Diceva dolcemente la donna, accarezzandogli la schiena con una mano - Dai, calmati...

Ma non finì la frase che la porta si aprì all'improvviso, mostrando sull'uscio Jil con in mano il carillon che le faceva un gesto con la testa.

A quella scena, un ghigno si formò sulle labbra di Kasumi: - Beh, forse non andrà davvero tutto bene...

L'altro non fece in tempo a dire alcunchè che sentì le ossa scricchiolare sotto la presa ferrea in cui lo teneva la donna: - Coscienza, ma cosa stai facendo?

-Come dire... io in verità non sono la tua coscienza. - Gli sussurrò all'orecchio prima di svincolarsi da lui e alzarsi in piedi.

-Come non lo sei...? Cosa intendi dire? - le chiese Miki, spaesato per quel repentino cambio di personalità della donna.

Intanto Jilian le si era avvicinato, porgendole il monile: - Sì, insomma - iniziò Kasumi aprendo il carillon - diciamo che io nel ruolo di coscienza non mi ci vedo proprio.

-Ma... allora sei...

-Sì, sono Kasumi. La vera e originale! - Dal suppellettile intanto si era alzata una strana polverina violacea e, una volta diradatasi, lasciò al fianco della donna il piccolo genio di prima.

-Non è possibile! Tu eri morta! Avevo detto al genio di ucciderti! - Esclamò Miki in preda al panico.

-Non credo proprio che lo avessi chiesto, quel giorno mi sono ritrovata all'improvviso in bagno e una volta uscita ho trovato la Nave completamente cambiata. Ada mi ha avvertito di ciò che avevi fatto e ne ho approfittato per chiamare Jilian che era in licenza, così abbiamo organizzato un piano per costringerti ad esprimere il terzo desiderio, liberare il genio e impadronirmene.

-Complimenti - iniziò l'altro rivolgendosi a Miki - ho dovuto interrompere la mia vacanza per venire qua e aiutare a sistemare i tuoi casini.

-E io sono dovuta starmene nascosta quasi un mese nella mia cabina, spero per te che tu sia pronto a pagare.

-A-... aspettate! Parliamone! - Si tirò indietro, scalciando il pavimento coi piedi finendo con le spalle al muro - Vi prego!

-Il tempo delle mele è finito, stronzo. - Disse la donna con un sorrisetto divertito sulle labbra, poi si rivolse al genio: - Ohi coso, fa tornare indietro il tempo fino al giorno in cui sto scemo ti ha trovato. Ah, e fai anche in modo che tutti si ricordino cos'è successo in questo lasso di tempo, credo che così ci divertiremo di più...

E mentre la Nave veniva avvolta da una accecante luce bianca, Miki si mise ad urlare con quanto fiato avesse in gola.


Non dirò cosa gli fece l'equipaggio, sarebbe una storia troppo brutale altrimenti, ma sappiate che finalmente comprese la lezione più importante: mai far arrabbiare Kasumi.

Ah, e Fowley, il tizio tramutato in statua d'oro? Non vi preoccupate, anche lui si imparò la lezione! Alla fine lasciò la Flotta e visse felicemente il resto dei suoi giorni su un tranquillo mondo svolgendo un lavoro onesto.

Jilian era anche lui tornato in vacanza, ma ben presto incontrò la sua ex fidanzata - la tipa lasciata all'altare per intenderci - e quindi finì all'ospedale per il resto della villeggiatura.

Kasumi intanto comprese l'importanza delle tisane regolatrici.

E così vissero tutti felici e contenti!

-Beh, non io! - esclamò Miki piangendo.

-Sta zitto, mi hai rovinato il finale!


(continua...)


************
E così torno, dopo tanto tanto tempo, finalmente su questa storia a dare una "degna" conclusione a Miki e le sue disavventure... ma tranquilli, avremo di che ridere di lui più avanti!

A seguire ci sono due mini capitoli auto conclusivi: uno dedicato a Lost e l'altro alle televendite!

Noi ci rivediamo con la prossima storia che sarà...? Cosa? Tre storie si contendono il capitolo 8, ditemi quale volete per prima ;)

-The Wrong Place: Kasumi, Jilian, Xemi e Zhera si ritrovano in Paradiso, che in verità è l'Inferno! Dovranno fingere di essere chi non sono mentre i dissapori fra loro quattro scoppieranno più violenti che mai...
-Caro Diario... : Klyden, primo Generale dell'Impero, mentre sta uccidendo Jilian incontra Kasumi... e sarà amore a prima vista! Auto proclamatosi suo fidanzato, cercherà di convincerla a sposarlo mentre Jil medita la sua vendetta...
-Daimon: delle strane creature imprigionate sulla Sole Nero vengono liberate a seguito di un misterioso attacco hacker. Toccherà a Jilian, la dottoressa Ross e Walt risolvere il problema! Ma qualcuno cerca di uccidere Kasumi e Ada è completamente disattivata!

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