SE MI LASCI NON VALE

By AlmaKarma

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Fino a che punto siete disposti ad arrivare per raggiungere i vostri obbiettivi? Federica sogna di sbarcare i... More

TRAMA
CAST
LA VITA È UN'ESTATE
DIAMANTI E PERLE
NON È QUESTIONE DI PREZZO MA DI FIRMA!
NON PUÒ CONSIDERARSI FURTO SE NON È STATO ANCORA PAGATO
UN BRINDISI AL BAGNO DELLE SIGNORE
A CINDERELLA STORY
LA NOTTE LEONI E LA MATTINA...
PUZZA DI ANSIA ED ASCELLE NON LAVATE
TI SEMBRA UNA FACCIA DA STALKER?
PENNETTE LISCE
IL SACRO BORSELLO DELLE NECESSITÀ
RISCHI DI TRASFORMARTI IN UNA STATUA DI PIETRA
DOVE POSSO RUBARE UNA GIRATEMPO?
HAI VISTO LA MIA TO DO LIST?
CHIAMATEMI Q...EVA Q
VIA COL VENTO
MEDAGLIE DI GUERRA
LE RICORDAVO DEVERSE LE HAWAII

LA DISCESA DEL GRANCHIO

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By AlmaKarma

-Non capisco!

Urlo davanti lo specchio

-Scusa ma non lo avevi provato in camerino?

Tessa armeggia con la cerniera cercando di turarla su.

-A dire il vero è stata una corsa contro il tempo.

Sussurro stretta nella morsa del tessuto che mi fascia il corpo.

-Prova a non respirare.

Suggerisce lei.

-Non so se ti è chiaro, ma sto già non respirando.

Ma trattengo ugualmente il fiato cercando di ritirare la pancia in dietro il più possibile.

Finalmente sento la cerniera corrermi lungo la schiena.

-Fatto!

Esulta Tessa.

-Ma ti conviene non sederti.

Aggiunge allontanandosi per osservare il vestito super aderente. Io annuisco.

-Già, non penso che reggerebbe.

Aggiungo io. Avvicinandomi alla specchio.

-Almeno sembro super magra?

-Tesoro, sembri un insaccato.

Mi risponde lei.

-Ma ti pare?

Mi guardo alla specchio, l'abito mi va davvero tanto stretto, ma non sembro un insaccato.

Con il suo aiuto raccolgo i capelli in una crocchia disordinata. E abbondo con il make-up. L'ombretto nero fa risaltare l'azzurro dei miei occhi.

-Dovrei truccarmi più spesso così.

Dichiaro ammirando il capolavoro che ho creato sul mio viso.

-Si, se hai deciso di lavorare come Drag queen.

Seduta sul mio letto, Tessa sfoglia il numero di Vogue di questo mese. Mi critica tanto per quella mia spesa che lei considera inutile eppure eccola lì che puntuale ne approfitta per leggerlo.

-Ma oggi sei in vena?

Mi giro verso di lei per poi riconcentrare la mia attenzione sulla borsetta che sto riempiendo con lo stretto necessario. Cellulare, ovviamente!, portamonete, assorbente, non ho il ciclo ma non si sa mai, specchietto e rossetto.

Lei sospira e posa la rivista sul copriletto rosa.

-Scusa. Ma penso di aver passato davvero troppo tempo con te. Forse Francesco ha ragione, hai una brutta influenza su di me.

-Francesco ha detto cosa?

Mi giro verso di lei fulminandola con lo sguardo. Lei scuote il capo e sorride.

-Dai ovviamente si scherza.

-Vedi te! Io lo lascio dormire sul mio divano ed ha il coraggio di pugnalarmi le spalle.

-È anche il mio divano.

Sottolinea lei.

-Sono pronta!

Ignoro la sua risposta e mi infilo le décolleté rosa cipria.

-Non è che mi daresti un passaggio?

Lei annuisce e si alza dal letto.

-Come farai a sederti in auto?

Mi osserva preoccupata.

-Troverò una soluzione.

Dico afferrando la pochette nera ormai pienissima. Per fortuna questo acquisto di Prima Donna si è rivelato utile.

Scendere le scale si rivela un'impresa. Non posso divaricare le gambe.

-Sono proprio curioso di sapere come farai.

Francesco mi rivolge un sorriso di scherno.

-Ma tu stare a casa tua mai?

-E perdermi questa scena?

Si infila le mani in tasca e continua ad osservarmi divertito.

Poggio entrambe le mani e il fondoschiena contro il corrimano e cerco di scendere le scale di lato. Piccoli passetti per raggiungere il bordo del gradino, poi piego il ginocchio sinistro e poggio il piede destro sul gradino successivo.

-Cosa sei, un granchio?

Sbuffo guardandolo male.

-Certo! Non lo sai? È una nuova moda, la discesa del granchio.

-Si, come no. Quando sarai scesa a piano terra la festa sarà già finita.

Continua a stuzzicarmi Francesco.

-Puoi anche aiutarmi tu a ascendere.

Suggerisco io mentre un'idea mi balena per la mente.

-Come?

-Prendimi in braccio e portami giù.

Suggerisco mentre continuo la mia lenta discesa.

-Si certo. Passo, ci tengo alla mia schiena.

Sbuffa lui mentre scende le scale con la mia stessa velocità.

-Dov'è finita la galanteria?

-Epoca sbagliata.

Mi risponde lui incrociando le braccia.

-Ma sei sicura che riuscirai a camminare?

Domanda Tessa con un po' di apprensione.

-Voglio dire, non riesci neanche a scendere le scale.

-Se non faccio larghe falcate si.

-Già ti ci vedo a camminare a passo di formica. Sarebbe da filmare.

Francesco si massaggia il mento prendendo in considerazione l'idea.

-Anzi, già questa sarebbe una scena da filmare.

Dice sorridendo estraendo il cellulare dalla tasca.

-Non ti permettere!

Lo ammonisco io, ma non sembro spaventarlo.

-Sorridi!

Dice accecandomi con il flash.

Io getto la testa indietro esasperata.

-Quando finirà questa agonia?

La mia è più un'esclamazione che una domanda.

-Hai percorso solo la prima rampa. Quindi ci vorrà ancora un po'.

Mi risponde lui palesemente divertito.

-Torturarmi con la tua presenza è un specie di vendetta?

-Una specie.

Inclina la testa di lato e ripone il cellulare in tasca.

-Dai smettila.

Gli sussurra Tessa dandogli una leggera gomitata sul fianco. Incredibilmente lui smette di prendermi in giro.

Dura poco. Non appena raggiungo l'ingresso del palazzo torna all'attacco.

-Come farai a sederti in auto?

-Per il momento mi preoccupo di raggiungere l'uscita.

Ed effettivamente si rivela un'impresa ardua. La mia camminata nel complessivo non risulta diversa dal solito, ma i miei passi sono lunghi la metà del solito. Ci impiego il doppio del tempo a raggiungere il grande portone.

-Bene, pensi di riuscire a sederti?

Domanda Tessa una volta raggiunta l'auto. Francesco mi apre lo sportello dal lato del passeggero.

-Ora ci provo.

Chino leggermente le ginocchia mentre inclino il busto verso l'interno dell'auto. Un sinistro rumore proveniente dal vestito mi dissuade dal continuare.

-No, decisamente no.

-Vuoi che ti issiamo sul portabagagli?

-Francesco!

Lo rimprovera Tessa.

-Che c'è? Almeno così sarà distesa.

Si giustifica lui.

-Sai che non è una cattiva idea?

Gli sorrido mentre la soluzione al mio problema mi appare lampante.

-Stai scherzando?

-Io non ero serio!

Iniziano loro. Io mi sposto ed apro lo sportello posteriore. Cerco di chinarmi ma mi rendo conto che il movimento è troppo pericoloso per il mio vestito.

-Renditi utile.

Dico a Francesco mentre mi sposto davanti il bagagliaio.

-Che devo fare?

Domanda lui.

-Devi abbassare i sedili posteriori.

Gli spiego mentre apro lo sportello del bagagliaio.

-Perché?

Domanda mentre abbassa i sedili.

-Sai, a volte sei un genio e non te ne rendi conto.

Lo elogio io guardando il vasto spazio che si è formato dinanzi a me. Non potendomi chinare in avanti, mi affianco il più possibile all'auto e mi chino leggermente di lato in modo da muovere la zona dei fianchi il meno possibile. Con estrema attenzione piego il ginocchio sinistro e poggio il polpaccio nel bagagliaio.

-No, non lo stai facendo per davvero!

Esclama Francesco incredulo. Poggio la mano sinistra e con estrema attenzione mi distendo.

-Povera Elisabetta. Mi dispiace sottoporti a tutto questo.

Mi lamento sistemandomi meglio e piegando le gambe in modo tale poter permettere la chiusura dello sportello.

-Ma tu potevi anche venirmi incontro con una taglia in più!

Così sdraiata rimpiango non essermi portata un cappotto. Ora si sarebbe rivelato un ottimo sostituto per una coperta.

-Ok chiudete.

Dico quando mi sento in una posizione abbastanza comoda. Davanti il bagagliaio ancora aperto Tessa e Francesco mi guardano con la bocca spalancata.

-Sei sicura che la tua amica stia bene?

Domanda Francesco a Tessa.

-Voglio dire... qui.

Continua lui indicandosi la tempia.

-È solo un po' eccentrica.

Lo tranquillizza lei sollevando le spalle.

-Io ho una festa che mi aspetta. Se volete potete parlare di me mentre andiamo.

Loro annuiscono all'unisono e chiudono il portabagagli.

-Sicura di stare comoda?

Mi domanda Tessa mentre infila le chiavi nel quadro dell'auto.

-Sto bene.

La rassicuro cercando di sollevare il busto poggiando tutto il peso sul gomito sinistro.

-Spero che non ci fermino la polizia.

Sospira Francesco infilandosi la cintura di sicurezza.

Stare sdraiata nel portabagagli non è l'esperienza più comoda del mondo. Ad ogni buca che Tessa non riesce ad evitare io sobbalzo per sbattere rovinosamente contro la stoffa dei sedili posteriori e la moquette. È il fianco a vedersela peggio, trovandosi a sbattere ogni volta contro il dislivello tra i sedili e il portabagagli. Domandi avrò sicuramente dei lividi sul lato sinistro del corpo.

-Siamo arrivati.

Mi annuncia allegramente Tessa fermando l'auto.

-Wow sembra un festa molto elegante.

Francesco fischietta mentre si sporge verso il finestrino.

Io mi isso sul braccio con una certa fatica. Ci troviamo esattamente davanti l'ingresso. Fuori due uomini della sicurezza vestiti interamente di nero osservano le persone elegantissime che si affrettano ad entrare. Sicuramente il controllo degli inviti avverrà all'ingresso del grande salone.

-Sei impazzita?!

Strillo ributtandomi giù.

-Perché?

-Riparti! Non dovevi fermarti qui ma davanti l'uscita di emergenza.

Dico prendendo dalla pochette il cellulare.

-Perché non scendi qui?

Domanda Francesco guardandosi attorno mentre Tessa rimette in moto l'auto

-Perché per questo ingresso c'è bisogno di un invito.

-Aspetta! Ti stai imbucando ad una festa?

-Ho un pass.

Dico agitando il cellulare.

-Si, si sta imbucando.

Conferma Tessa.

Davanti l'uscita di emergenza non c'è nessuno a parte Giovanni intento a fumare una sigaretta.

Uscire dall'auto si rivela, se possibile, ancor più complicato.

-Ti prego, fai finta di non aver visto nulla.

Dico a Giovanni che nel frattempo ha terminato la sua sigaretta.

-Va bene, ma una festa vale davvero così tanta fatica?

Mi domanda lui accennando un saluto con la mano a Tessa e Francesco mentre questi si rinfilano in auto.

-Non vi preoccupate, la riaccompagno io a casa!

Gli urla lui.

-Il più tardi possibile per favore!

-Certo! Pensa ai like su Instagram!

Rispondo ignorando la sgradevole risposta di Francesco.

Solo una volta nel corridoio dell'hotel mi rendo conto che stavo congelando fuori e senza qualcosa a coprirmi le spalle.

-Ti conviene attraversare la cucina.

Mi spiega lui aprendo una porta. Lo seguo anche se conosco benissimo la struttura.  

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Copertina a cura di @martywattpadiana su Instagram