L'ancora

By __Trix__

13K 1.4K 2.3K

🏆Vincitrice dei Wattys 2022🏆 ✨Vincitrice degli Italian Academy Awards 2021✨ L'oceano è una tentazione irres... More

PROLOGO - Azzurro
1. Domande di routine
2. Sono solo parole
3. Seconda vita
4. Un nuovo marinaio
5. Libera
6. Primo ballo
7. La ragazza del tram
8. Instabile
9. Anime in subbuglio
10. Acqua e lacrime
11. Il mare non aspetta
12. Incenso, Yoga e rivelazioni poco mistiche
13. Ricordi di vecchi amori
14. Lotterò per lei
15. Chiaroscuro
16. Ma chérie
17. L'uomo con la cicatrice
18. Congetture
19. Un pensiero bellissimo
20. Il colore dell'alba
21. Incontri inaspettati
22. Festa di compleanno
23. Voglio che l'abbia tu
24. Tutta colpa di un disegno
25. Lividi
26. Dolceamaro
27. Uova e cannella
28. Una tempesta in corso e una in arrivo
29. Lo faccio per lui, non per te
30. Di dediche e frontespizi
31. Fantasmi
32. Qualcosa di più
33. Il giorno dei giorni
34. Nessuno può salvarsi da solo
35. Patrigno
36. Un weekend anormale
37. Caffè e limonata
38. Quasi Natale
39. Costa Azzurra
Titoli di coda & Extra

EPILOGO - Non ci resta che tornare a Lisbona

386 30 107
By __Trix__

Le scarpe di Felipe producono uno strano scricchiolio sul pavimento del corridoio dell'aeroporto, che riesce a sovrastare finanche il brusio della folla in sottofondo. Accanto a lui si alternano bar, in cui l'invitante odore di caffè si armonizza alla perfezione a quello di burro e vaniglia, e negozi di souvenir che spandono un sentore di lavanda così intenso da mettere alla prova il suo stomaco sensibile, già contratto dall'attesa e dall'ansia per la lunga giornata che lo attende. Felipe volta la testa verso le vetrate trasparenti sulla sinistra, e i suoi occhi abbracciano la spettacolare vista della laguna accanto alla pista d'atterraggio. È solcata da ampie onde, la cui schiuma bianca si staglia nitida contro il blu intenso dell'acqua. Quella vista risveglia il bisogno di navigare sopito nell'animo di Felipe da mesi, e la forte nostalgia che lo assale lo induce a distogliere lo sguardo, a macinare gli ultimi metri che lo separano dall'uscita, dove ad attenderlo c'è qualcuno che gli è mancato ancora più del mare.

Fuori dall'edificio, l'aria tiepida solletica le guance del ragazzo, e la luce del sole lo induce a strizzare gli occhi per scrutare il piazzale alla ricerca del suo passaggio verso la città.

«Pardon, monsieur*, sta cercando qualcuno?»

Âmbar è ferma a pochi metri di distanza da lui, appoggiata alla barriera pedonale con le braccia conserte. I capelli legati in una coda e un paio di sofisticati occhiali da sole la fanno sembrare diversa, più adulta. Con un movimento del braccio, sfila le lenti dal viso e lo inchioda con uno sguardo così intenso da non aver bisogno di parole. Felipe sente il cuore correre frenetico nel petto; freme d'impazienza ed è incapace di muoversi o di ragionare con lucidità. Una sola domanda gli ronza nella testa da ore e gli esce fuori dalle labbra appena udibile. «L'hai fatto?»

«Sim*», risponde Âmbar, seria.

«E?»

La ragazza annuisce, e Felipe trova riflesso nei suoi occhi lo stesso terrore, la stessa incertezza, la medesima gioia selvaggia che sta provando lui stesso. Copre la distanza che li separa e posa le labbra su quelle di Âmbar prima di stringerla a sé in un abbraccio delicato, che li tiene uniti per un tempo che sembra dilatarsi all'infinito.

«Louis lo sa?»

Âmbar si allontana quanto basta per guardarlo e scuote la testa. «L'ho fatto dopo averlo accompagnato in Tribunale.»

La dura realtà che implicano quelle parole spazza via tutta la magia del momento. «A che ora è prevista la sentenza?»

Lei alza il polsino della camicia e scruta il quadrante dell'orologio che ha allacciato al polso. «Dovrebbe iniziare tra un'ora. Meglio andare, preferirei arrivare un po' in anticipo.»

Felipe la prende per mano e si incammina verso il parcheggio. Gli basta un'occhiata tra le auto che occupano il piazzale per individuare la datata Renault 4 azzurra, che è appartenuta alla madre di Louis. Felipe non ha mai preso la patente, così come il vecchio, ed è toccato ad Âmbar portare entrambi in giro per Marsiglia con quell'auto.

Sono partiti tutti e tre più di due mesi e mezzo fa, quando la data del processo è stata fissata. Âmbar è potuta rimanere con il vecchio a tempo pieno, continuando a lavorare per lo studio a distanza, ma lui non ha potuto fare altrettanto. Il lavoro come professore lo ha costretto a fare la spola tra le due città ogni week-end, fino a che esami e scrutini gli hanno reso impossibile viaggiare, trattenendolo per quasi un mese intero in Portogallo. Non è mai successo da quando l'ha conosciuta di stare separato da lei per un tempo così lungo, e Felipe, stringendo la mano calda di Âmbar, spera che non succeda mai più. Vorrebbe dirle che nei giorni scorsi è stato consumato dal senso di colpa per averla lasciata sola, vorrebbe farle capire quanto sia orgoglioso di lei per aver affrontato Blanc a testa alta, gridarle quanto è felice per il futuro che li aspetta. Ma ne parleranno a tempo debito.

«Come hai trovato il mio francese?» domanda lei.

«Hai bisogno di qualche ripetizione.»

La ragazza ride e districa le dita dalle sue per aprire lo sportello della macchina. Lui raggiunge la portiera dal lato del passeggero e considera: «Non sarebbe meglio chiuderla?»

«Sembri Louis», sbuffa lei, prendendo posto sul sedile. «Nessuno metterebbe le mani su questo catorcio». Come a voler confermare l'opinione dell'autista, la vecchia Renault strepita sotto i suoi tentativi di accenderla. Alla fine il motore si avvia scoppiettando, con uno sbuffo di fumo nero. «Ti spiace scrivere un messaggio a Leta? Le ho detto che l'avrei avvisata quando saresti arrivato.»

Da quando lei e Violeta hanno riallacciato i contatti, Âmbar è serena come lui non l'ha mai vista. Il ragazzo sta pian piano entrando nello strano rapporto a distanza delle due sorelle, pronto a farsi tirare nel mezzo e attento a non sbilanciare il fragile equilibrio che si è creato tra loro.

«Le ho scritto: "Sono Felipe. Tua sorella sta guidando, e vuole farti sapere che sto bene"». Nel messaggio ha aggiunto qualcosa che Âmbar leggerà più tardi. "Le sono mancato quanto lei è mancata a me, ma non ce lo siamo detto". Il ragazzo sorride tra sé, apre il vano portaoggetti per poggiarci dentro il telefono, e al suo interno trova un mazzo di chiavi e un piccolo bigliettino scritto a penna con la grafia di Louis. Sta per chiedere ad Âmbar di che si tratta, ma lei è più veloce.

«Ho scoperto perché Louis non voleva che comprassimo i biglietti aerei per il ritorno», gli comunica in tono vago.

«E quale sarebbe questo perché?»

L'auto asseconda una curva per uscire dal parcheggio e i raggi del sole attraversano il vetro ed entrano nei loro occhi. Âmbar ne approfitta per temporeggiare, posizionando di nuovo gli occhiali da sole sul naso.

«Margot ha fatto rimettere in mare la sua vecchia barca a vela. Quella barca a vela.»

Felipe sgrana gli occhi, incredulo. «Cosa?»

«Già. Me l'ha detto ieri. Stamattina, quando l'ho accompagnato in Tribunale mi ha detto che se mai tornerà in Portogallo lo farà per mare, e noi con lui. Poi mi ha salutato come se già sapesse che non ci saremmo rivisti mai più. Mi ha dato persino un bacio, capisci?! E mi ha consegnato quello», dice, puntando con il mento in direzione del bigliettino.

L'idea di passare due intere settimane per mare fa crepitare il cuore di Felipe d'impazienza, ma la sua mente lo riporta alla realtà, ricordandogli che non è affatto un buon momento per assecondare quel particolare capriccio del vecchio. Âmbar intuisce cosa sta pensando e scuote la testa. «Io lo farò. Con o senza la tua approvazione.»

Felipe sospira e osserva assorto il profilo della ragazza. Dal suo cipiglio determinato capisce che sarebbe inutile mettersi a discutere per farle cambiare idea, così desiste, almeno per il momento. «Che c'è scritto?»

«Un indirizzo. Mi ha fatto promettere che, se le cose dovessero mettersi male per lui oggi, io e te andremo lì al suo posto.»

«E dove dovremmo andare di preciso?»

«Ho controllato sul cellulare mentre ti aspettavo. È un cimitero». Âmbar preme il piede sull'acceleratore e ingrana la marcia sul rettilineo dell'autostrada senza aggiungere altro.

Per qualche minuto l'unico suono nell'abitacolo è lo strepitio del motore, che non è nemmeno lontanamente forte da sovrastare il rumore prodotto dai loro pensieri. Stanno attraversando una lunga galleria quando Felipe le dice: «Devo dirti una cosa.»

«Lo so che Ileana ha dormito a casa con te, stanotte». La risposta di Âmbar lo lascia senza parole, e lei approfitta del suo silenzio per continuare: «Non ci vedo nulla di male. Mi ha spiegato che lei e Magda hanno litigato. Di nuovo.»

«Si è presentata al Bairro a mezzanotte inoltrata. Non te l'ho detto perché ci eravamo già salutati». Felipe ripensa alla Ileana che ha bussato alla porta di casa sua la notte precedente, per nulla simile alla ragazza pungente e tenace a cui lui è abituato. Si è ritrovato, suo malgrado, a consolarla e a cederle la camera da letto per farla riposare tranquilla, visto l'alzataccia che ha avuto lui questa mattina per prendere l'aereo. «Era a pezzi. Non potevo lasciarla andare.»

«Che senso ha portare avanti una storia così? Finiranno per distruggersi a vicenda, quelle due», mormora Âmbar, in tono appena udibile.

«Io sono convinto che troveranno il loro equilibrio», replica Felipe. Si sono lasciati la galleria alle spalle e alla loro destra i terrapieni di sassi bianchi hanno ceduto il posto alla vista di una spettacolare fetta di costa. Nell'abitacolo inizia a fare caldo, così il ragazzo gira la manopola del finestrino e l'aria di mare gli dà subito il sollievo che cerca. «E comunque non era questo che volevo dirti.»

«Ah, no?»

«Não*. La cattedra al liceo è mia», Felipe volta la testa verso Âmbar appena in tempo per vedere la bocca della ragazza spalancarsi dallo stupore.

«Felipe, è una notizia magnifica!»

Lui sorride, e ripensa anche all'altra decisione che ha preso nei giorni precedenti. «Lascerò anche la casa al Bairro Alto.»

Âmbar inspira una lunga boccata d'aria prima di rispondere: «Sono d'accordo. Credo sia arrivata l'ora di trasferirci ad Alfama


⚓︎


«Ci siamo», ansima Louis.

I tre si fermano all'ombra di un albero di oleandro che ha sparso buona parte dei suoi fiori rosa davanti al cancello arrugginito del cimitero. Il vecchio ha le guance arrossate, il nodo della cravatta allentato e il fiato corto per la salita. Rovista con cautela nelle tasche del pantalone elegante che indossa, mentre i due ragazzi si asciugano il sudore sulla fronte. Felipe ha pensato che avrebbe tirato fuori un fazzoletto e un verso di disappunto gli sfugge dalle labbra quando lo vede sfilare dalla tasca una sigaretta tutta ammaccata e un accendino.

«'fanculo», mormora Louis per tutta risposta. Fa scattare la fiamma e tira una lunga boccata di fumo nei polmoni, a occhi chiusi.

Lo sguardo di Felipe incontra per un istante quello di Âmbar ed entrambi decidono di tacere. È stata una mattinata difficile per lui e non sarebbe giusto negargli quel palliativo che si è concesso, purché sia l'unico.

Se una giuria ti ha dichiarato innocente non significa che tu lo sia.

Le parole che Claude ha urlato al vecchio fuori dal tribunale neanche un'ora fa risuonano ancora nella testa di Felipe, così come lo sguardo di puro disprezzo che quell'uomo ha lanciato ad Âmbar. Prima che il figliastro potesse aggiungere altro, Felipe ha preso Louis per un braccio e l'ha costretto a voltargli le spalle. Insieme ad Âmbar lo ha condotto alla macchina, e lei ha impostato il navigatore e si è messa alla guida nelle strade trafficate di Marsiglia. Arrivati di fronte a una ripida scalinata di pietra, è stato chiaro che avrebbero dovuto procedere a piedi, e per dieci minuti buoni hanno camminato in silenzio, sotto il cocente sole del pomeriggio, fino a lì.

Felipe ha osservato entrambi durante il tragitto, tenendosi in disparte. Lui troppo sconvolto, lei... La guarda di nuovo. Le gote rosse, le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti e le mani poggiate sui fianchi, con le cicatrici ben visibili sui polsi. Âmbar ricambia il suo sguardo e quegli occhi hanno la capacità di dettare il ritmo del cuore nel suo petto; il ragazzo ne è stregato, ed è il rumore della scarpa di Louis che pesta il mozzicone a riscuoterlo.

Il vecchio spinge il cancello, e quello che si apre con un cigolio. Esita solo un attimo prima di entrare, ma varca la soglia a il passo deciso e si sposta adagio in quel dedalo di lapidi. Felipe e Âmbar lo seguono fino alla sommità di una collinetta, dove Louis crolla in ginocchio di fronte all'imponente statua di un angelo con le ali incrostate di nero. Il ragazzo lo ha visto urlare, imprecare, ridere, disperarsi, ma non ricorda di averlo mai visto piangere in quel modo con le mani sul viso, rannicchiato su se stesso come un bambino.

Âmbar tira su col naso e parla con un filo di voce: «È un posto bellissimo, Louis.»

Il silenzio che regna dà come l'impressione che la vita frenetica di Marsiglia non possa inquinare la tranquillità di questo luogo. Gli occhi di Felipe guardano nella stessa direzione in cui è voltata la statua dell'angelo; gli sembra quasi che siano quelle ali a dispiegare di fronte a lui il profilo della città, posandola sullo sfondo di un mare che luccica come un diamante sotto i raggi del sole. Da lì l'acqua ha una sfumatura di blu sinistramente simile a quella degli occhi di Claude, ed è bella in un modo che non si può descrivere. Il ragazzo osserva meglio la statua, e nota che tra le mani regge una pergamena su cui è scritta un'incisione.

L'anima è come di notte il mare,

anche quando è calmo fa rumore.

In memoria di Lalie Bernard e Claire Roche

Louis si schiarisce la gola e spiega: «Claire non è sepolta qui. Claude le ha fatto costruire uno sfarzoso monumento funebre privato, al quale mi è precluso l'accesso. Quando lei è morta ho pensato di commissionare questa statua per farle riposare insieme, ma non ho mai avuto il coraggio di venire a vederla di persona. E Lalie... Oh, la mia bambina». La voce di Louis si spezza, piegata come il ramo di un albero sotto il vento di un temporale. Quella sofferenza scuote Felipe nel profondo, gli spacca il cuore a metà. «Mi ha detto che io ero la sua ancora in mezzo al mare, ma non è vero. L'ho lasciata andare, l'ho tradita...»

«No. Non è stata colpa tua», interviene Âmbar. «Non hai esitato a salvare una sconosciuta, e per nessuna ragione al mondo avresti esitato a salvare lei.»

«Forse Claude ha ragione, io... Distruggo tutto ciò che tocco. Ora che è tutto finito, dovreste andare via.»

«Noi resteremo con te, Louis». Il ragazzo si inginocchia accanto a lui e gli posa una mano sulla spalla, guardandolo dritto negli occhi. «Sei la nostra famiglia, e io e Âmbar... Noi vorremmo crescere nostro figlio con te accanto.»

Le guance rinsecchite del vecchio sono scosse da un lieve tremito, e il suo sguardo si affila, si sposta da lui a lei e viceversa. «Stai dicendo che...»

Âmbar annuisce, e un sorriso esitante le nasce sul viso all'espressione sbigottita del vecchio. Louis resta a fissarla a bocca aperta, e alla fine si tira su con un grugnito. Con le dita sporche di terra asciuga le lacrime dagli occhi e dà un lungo bacio all'angelo di marmo. Ha una strana luce negli occhi quando si volta a guardare Felipe e dice: «Non ci resta che tornare a Lisbona, allora. Andiamo, ragazzi, il mare non aspetta.»

FINE


⚓︎ ⚓︎ ⚓︎

Dizionario di portoghese (e un po' di francese):

*Sim = Sì

*Não = No

*(francese) Pardon monsieur = Scusi signore

Continue Reading

You'll Also Like

92.4K 3.8K 31
Questa storia parla di una ragazza di nome Mia Blackman, è ammalata di cancro ai polmoni da quando ha compiuto 9 anni, da allora si gode ogni giorno...
4.7K 827 15
Isabel Wilson, 19enne di Chicago, è una ballerina di latino americano, danza che pratica da quando aveva dodici anni. A quell'età Evan Smith era il s...
7.4K 1.1K 43
Samuel Rivera è un ragazzo di appena diciotto anni; avrebbe potuto avere una vita come chiunque altro, se suo padre non fosse fuggito all'improvviso...
827K 32.7K 45
dove una ragazza riceve dei messaggi da un ragazzo misterioso innamorato perdutamente di lei e si ritroveranno a fare un "gioco". cosa succederà? ...