P. 19 UN PO' DI SERENITÀ

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Deku pov
00:34 , locale nel centro della prefettura
"Scherzi ?" dissi ridendo a crepapelle assottigliando gli occhi felice.
Erano più di 3 ore che ridevamo e scherzavamo insieme seduti sul bancone.
Non mi ero mai sentito così felice in tutta la mia vita, lui è incredibile, riusciva ad essere così gentile, premuroso ma allo stesso tempo elegante.
"Giuro" disse guardandomi col suo sguardo serio, ma i suoi occhi sembravano illuminati.
Sorrisi e lui tolse lo sguardo puntandolo sul suo bicchiere di champagne.
Nessuna cameriera si era chiesta quale fosse la sua vera età. Lui le aveva guardate e loro, non so se spaventate o eccitate, gli davano tutto quello che volevano.
Si era anche ammesso a ridere quando avevo ordinato una Coca Cola
"Una coca.. veramente?" Disse ridendo prendendo il cellulare e scattando una foto.
" divertente" risposi ironico trattenendo la risata. Non mi piace nemmeno bere, c'ero passato in una fase un po' di anni fa.
"Allora" disse lui
"Cosa nascondi ?" Disse facendomi girare.
Ma che passa per la sua testa? Non capisco.
"Soliti pensieri"
"Oi.. non sei più solo"
Questo significa che sapeva che sono sempre stato solo, ma lui non mi ha mai visto nella mia vita, ci conosciamo da un mese.
Ma come faceva, chi era quel bellissimo ragazzo?
Peró trattenni un secondo il respiro quando disse "solo".
"Ho sempre odiato la solitudine, sono scappato per così tanto tempo da essa che.. che alla fine mi ha trovato haha" dissi tirando su un sorriso falsissimo, non era possibile che non l'avesse visto.
"Non dobbiamo parlare di questo vero?" Dissi ricordarmi della sua ostinazione e testardaggine.
Volevo stare tranquillo
"No, non dobbiamo affatto" disse con le guance arrossate per i vari bicchieri di alcohol.
Ma sembrava lucido.

"Cameriera, porti quello che vuole basta che sia alcolico al mio ragazzo" disse facendomi spalancare gli occhi, ancora una volta.
Come ero finito qui?
.Ragazzo.
Stiamo insieme.
Vero, stiamo insieme, a volte non ci riesco a credere ancora.
"V-voi state i-insieme?" Disse abbassando lo sguardo dispiaciuta e stringendosi la gonna cortissima
"Problemi?" Disse kacchan guardandola assottigliando lo sguardo.
Ma in verità ghignava, solo che lo vedevo solo io.
"N-no ma-"
"Non ci avrei provato con te nemmeno se mi avessero pagato un milione di yen extra schifosa" disse facendola andare via con le lacrime agli occhi.
"Sei una persona orribile" dissi ridendo
"Grazie" disse come se fosse un complimento facendomi andare di traverso la coca
"Eppure la ami questa persona orribile"
Disse ricordando il mio ti amo facendomi arrossire.
"Ognuno ha i suoi peccati" dissi prendendo la mia Coca-Cola e bevendone un sordo lento.
Lui si morse il labbro e io lo guardai confuso.
"Cosa?" Dissi guardando il suo sguardo strano
"Non riesco a prenderti seriamente con la Coca-Cola" disse facendomi imbronciare.
Pochi secondi dopo si alzò dalla sedia e si avvicinò a me a fare minaccioso
"Andiamo a casa, Deku?" Sussurrò sensualmente facendomi rabbrividire.

Guardai l'orologio che portavo al polso spostandomi la bende che kacchan aveva stretto troppo. Erano le 00:50.
Tutto questo a maniche lunghe, come sempre.
Cazzo, cazzo, come potevo fare.
Dovevo nascondergli le cicatrici, non potevo però. Eravamo fidanzati, da poco, ma il nostro rapporto era così intenso che mi sembrava di conoscerlo da sempre.
Un colpo di fulmine è stato.
"La smetti di guardare il vuoto? Ti sei ubriacato di coca?" Disse lui ironico
"Potrei riuscirci" risposi sarcastico.
Kacchan prese dei soldi dal suo portafogli e lo mise sul tavolo.
"Non aspetti il resto?" Chiesi
"Nah, magari quella cessa della cameriera si può rifare il viso.. o tutto direttamente" disse ghignando
"Povero me" dissi alzandomi dal tavolo prendergli la mano mentre sentivo la sua possente stringertela delicatamente con qualche esitazione.
Sbadigliai assonnato.
"Se non ti scopo stasera lo farò domani nerd"disse guardandomi mentre distoglievo lo sguardo, non avevo mai trovato così interessanti le mie scarpe.
Pensava che avessi paura di fare sesso con lui?
Come potrei?
Lui è perfetto, solo al pensiero sorrido.
Ma io in confronto a lui, la faccia è un conto, mi bacia quando vuole e non si vergogna.
A New York era così.
"Che carino quel ragazzo"
"Andiamo a mangiare insieme?"
Ho sempre rifiutato.
Sempre.
Ma ora? Io sono innamorato, non rifiuterei nulla da lui. Anche se mi ero giurato di non fidarmi mai più di nessuno, mi devo ricredere.
Mi fido ciecamente di lui, gli darei la mia vita in mani come se nulla fosse.

Ma sotto il viso
"Non puoi scappare da me per sempre" disse lui facendomi staccare improvvisamente dai miei pensieri
"Stiamo insieme da quanto? 2 giorni" dissi spazientito
"Ci sono cose che non si possono spiegare Deku e direi che ne abbiamo passate tante in poco tempo, da quando sei qui sei sempre stato con me" disse facendomi rabbrividire.
Dio mio, era cosí..
non trovato le parole.
Ma è vero.

Arrivammo a scuola all'una esatta, facemmo vedere i nostri bag alla guarda che ci squadrò strano e tornammo dentro le mura.
Perché non c'è ne andavamo? Perché non scappavamo da Shigaraki?
Nessuno dei due l'avrebbe mai accettato, non avevamo paura.
"Stiamo nel mio appartamento?" Dissi
"Si. È più silenzioso" disse con un tono di malizia.
"Sono stanco morto" dissi, era vero, ma non doveva pensare che non fossi eccitato all'idea, perché lo ero.
"Lo so Deku, lo so" disse mentre mi appoggiai alla sua spalla chiudendo gli occhi.
Lui improvvisamente mi prese in braccio.
Sorrisi e quasi mi appisolai chiudendo leggermente gli occhi.
Ero davvero stanchissimo, lui mi baciò i capelli
"Cos'è che nascondi Izuko Midoriya?" Ma io lo sentii a malapena.
Se lo sapessi Kacchan mi ameresti ancora? Facile dire che non te ne frega un cazzo.
Ma come potrei ma stare con te? Tu sei..
Dio mio sei perfetto.

Kacchan pov
Perché fa così? Cosa nasconde? Perché lo nasconde?.
Non gli ho fatto capire abbastanza che lo amo così tanto che farei qualsiasi cosa per vedere uno dei suoi soliti sorrisi.
Lo strinsi a me, era completamente addormentato, il venticello gli spostava i capelli morbidi, era bellissimo.
Non si accorgeva nemmeno di tutte le persone che lo guardavano, non gli avrei permesso nemmeno di guardarli.
Non avrei mai pensato che potessi innamorarmi, mai.
Ma vedevo nei suoi occhi un peso, che lo teneva al fondo.
E mi faceva incazzare perché non parlava con me, che cazzo ha in testa? Ma ha capito qualcosa?
Me ne parlerà, anche se avesse ucciso delle persone lo amerei lo stesso.
Gli presi le chiavi dalla tasca e aprii la serratura della camera.
Lo appoggiai delicatamente sul letto, gli tolsi la felpa, aveva su la maglia a maniche lunghe.
Faceva troppo caldo per fagliela tenere su anche in camera di notte.
A quel punto gli tolsi velocemente la maglia.
Non ci feci nemmeno caso in quel momento.
Non gli guardai il corpo, avrei avuto tutta la vita per farlo.
Andai a prendere una bottiglia d'acqua di vetro che si trovava in parte al lavandino.
Assottigliai gli occhi come se ci fosse qualcosa che non quadrava.
Tornai in camera accendendo la luce.

Lasciai cadere la bottiglia di vetro che si spaccò in mille pezzi di vetro sotto i miei piedi.
Feci due passi indietro.
Cicatrici.
Ovunque.
Lui si svegliò immediatamente guardandosi prima se stesso e poi me.

"Ma che cazzo"

Life is the art of dying Onde histórias criam vida. Descubra agora