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Blaine si svegliò all’improvviso con un peso che gli opprimeva il petto, e spalancò gli occhi nell’oscurità col respiro affannato. C’era qualcosa di tremendamente sbagliato, una tensione nell’aria che gli faceva correre dei brividi lungo la spina dorsale.
Solo la presenza calda e solida di Kurt al suo fianco riuscì a tranquillizzarlo, ma non abbastanza.
Cercò di respirare con calma, inspirando profondamente, ma quella sensazione di inquietudine non lo abbandonò.
Scese dal materasso con calma, cercando accuratamente di non svegliare il castano, che si agitò leggermente nel sonno; il riccio gli lasciò un bacio dolce sulla fronte prima di uscire dalla stanza a piedi scalzi, per ritrovarsi nel corridoio silenzioso e completamente immerso nell’oscurità.
Il lupo si mosse per lui, impedendogli di inciampare, e si ritrovò quasi inconsciamente affacciato ad una delle finestre che davano sul parco: scrutò la notte con aria pensierosa, quel peso insopprimibile ancora sul petto; i suoi occhi vagarono distrattamente in lontananza, e furono attirati da una sottile linea scura all’orizzonte che gli impediva di vedere la strada.
Strinse gli occhi, cercando di capire che cosa fosse; gli corse un brivido lungo la schiena che lo scosse fin nel profondo, quando si rese conto che quella linea scura si muoveva. Si avvicinava al Castello, lentamente ma inesorabilmente.
Non aspettò un secondo di più, perché nel profondo sapeva esattamente cosa fossero. Chi fossero.
Si voltò immediatamente, e corse lungo il corridoio “ARRIVANO!” urlò con tutta la voce che aveva in corpo “ARRIVANO!”
Nel giro di qualche secondo, tutti i ragazzi si ritrovarono nel corridoio, le espressioni stravolte dal sonno e dallo shock; Kurt si affacciò subito alla porta della loro camera, con gli occhi spalancati e il respiro affannato per la paura “Sei sicuro?” soffiò, cercando quasi disperatamente il suo sguardo.
Blaine annuì un’unica volta, e Sebastian imprecò a voce alta, il viso segnato dalla stanchezza “Non dovevano arrivare prima di dopodomani!” sibilò, mentre Santana, accanto a lui, si precipitava nella propria camera per vestirsi.
“Forse ho sottovalutato la forza di Eridian …” mormorò Will, desolato.
“Non importa” disse velocemente Nick, muovendo qualche passo nel corridoio “Ora non abbiamo tempo di pensarci. Ognuno prenda le proprie armi, ci vediamo nell’ingresso fra due minuti.”
I ragazzi cercarono disperatamente di ricomporsi, e alla fine riuscirono ad annuire, pallidi e risoluti.

                                                                          ***

Kurt lanciò di sfuggita un’occhiata alle mani di Blaine che vagavano freneticamente nell’armadio alla ricerca febbrile di un paio di jeans, e vide che tremavano.
“Amore” lo chiamò con gentilezza e dolcezza, ignorando la fretta che lo spronava a prepararsi più velocemente; il riccio si voltò verso di lui con uno scatto nervoso che tradì tutta la sua agitazione, e Kurt si limitò a coprirgli una mano con la propria, delicatamente, accarezzandogli il dorso con il pollice.
“Resta con me” gli disse semplicemente, baciandogli la fronte; Blaine esitò un attimo prima di annuire e prendere un respiro profondo, le mani finalmente libere dai tremori.
“Sempre.”

                                                                           ***

“Mi piacevi anche tu” sbottò Santana, affacciandosi alla porta aperta quasi col respiro affannato.
“Che cosa?” Sebastian si voltò di scatto, stringendo tra le mani una felpa nera.
“Mi piacevi anche tu” ripeté lei con più sicurezza, guardandolo negli occhi e avvicinandoglisi con passo deciso “Mi piaci da quando ti ho visto scambiare un mazzo di peonie che Finn aveva comprato a Rachel con uno di orchidee perché sapevi che lei era allergica e non volevi che lui facesse brutta figura. E l’hai fatto di nascosto, perché volevi far credere a tutti di essere uno stronzo di prima categoria. E io ti odiavo all’inizio” continuò, avvolgendogli il viso con le mani mentre gli occhi di lui si facevano grandi e lucidi “Perché eri sempre così freddo, e distaccato, e stronzo. Ma poi …” Prese un respiro profondo, deglutendo “Poi ho visto te. E in realtà sei così dolce, e gentile, e premuroso. E ci sono cascata” scosse la testa con un lieve sorriso sulle labbra “Mi sono innamorata di te. Da allora. E quando mi hai detto che ti piacevo mi sono sentita come una ragazzina alla sua prima cotta” si lasciò sfuggire una risatina acquosa.
Sebastian era senza parole; continuò a guardarla senza sapere cosa dire, accarezzandole le mani che aveva poggiato sul suo viso.
“Perché me lo dici adesso?” sussurrò alla fine.
Lei si limitò a sorridere amaramente, perché entrambi conoscevano la risposta: “Avremmo potuto avere più tempo”.
Ma nessuno dei due lo disse ad alta voce.
Si avvicinarono con un sospiro, prima di baciarsi, lentamente ma con dolcezza.

Being A Half - KlaineWhere stories live. Discover now