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“Non potete dire sul serio.” Rachel aveva gli occhi spalancati per l’incredulità “Kurt non può aver fatto una cosa simile. Non se ne andrebbe così …” Ma la voce le morì in gola, perché lo sapevano tutti che l’avrebbe fatto. Per proteggerli, e soprattutto per proteggere Blaine.
Sebastian, Nick, Santana e Neal abbassarono lo sguardo, mortificati.
“Non l’avevo capito” sussurrò Smythe “Credevo che avrebbe aspettato davvero …” Gli si spezzò la voce e strinse le mani a pugno, maledicendosi: come aveva fatto a non accorgersene?
“Non è colpa tua” sussurrò Nick, poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla.
“Avreste dovuto dircelo” intervenne Puck con durezza, premendosi il ghiaccio sul naso ormai violaceo “Avremmo potuto evitare tutto questo.”
“Non è il momento, okay?” Finn strinse gli occhi mentre Rachel gli avvolgeva la ferita, fortunatamente superficiale, con una benda “Adesso dobbiamo solo pensare a come riportarlo indietro.”
“Giusto” annuì Neal, ansioso di fare qualcosa, qualsiasi cosa, accarezzandosi distrattamente le bende che erano state prontamente avvolte attorno alla ferita sul fianco.
“Forse dovremmo aspettare che tornino Jeff, Quinn e Shuester, non abbiamo nemmeno un piano …” Obiettò Nick con voce incerta.
“Chi se ne importa” gracchiò una voce dal materasso, terribilmente rauca.
Si voltarono tutti di scatto verso il letto: Blaine si stava alzando a fatica facendo leva sui gomiti, ed era pallidissimo; Puck gli si avvicinò prontamente e lo aiutò a mettersi seduto.
“Non guardatemi tutti così” borbottò il riccio, in risposta alle occhiate sorprese e timorose che gli rivolsero i presenti “So cos’è successo. Ho un vuoto di almeno mezz’ora, quindi lo posso immaginare. E mi dispiace per qualsiasi cosa io abbia fatto. Ma vi prego, per favore, dobbiamo andare a prendere Kurt” la voce gli si era venata di disperazione, e gli occhi gli si erano fatti lucidi “Non abbiamo tempo da perdere. Potrebbero fargli del male e …” non riuscì a finire a causa del groppo che gli si era formato in gola.
I ragazzi si scambiarono delle occhiate incerte.
“Blaine” iniziò Rachel lentamente, comprensiva “Se anche noi andassimo … Tu non potresti venire. Non sappiamo cosa scatena le tue crisi e … La situazione potrebbe scatenarne un’altra …”
Sebastian, Santana e Nick si guardarono per un attimo, a disagio, ma al riccio non sfuggì “Cosa?” Chiese immediatamente “Cosa sapete?”
I tre rimasero in silenzio, indecisi su cosa dire.
“Non mentitemi” la voce di Blaine si era fatta improvvisamente cupa “Non tenetemi all’oscuro. L’avete già fatto. Avete lasciato che Kurt andasse via. Ora, qualsiasi cosa sia, se riguarda me, ho il diritto di saperlo.”
Sebastian sospirò: aveva ragione. “Quando siamo stati alla corte di Eridian” parlava con lentezza, come se così avesse potuto alleggerire  il peso della verità; gli occhi di tutti erano puntati su di lui, sorpresi e impazienti “Ci ha detto una cosa, su di te.” Prese un respiro profondo “Ci ha detto che … Che tua madre era un’Elfa e tuo padre un uomo. Probabilmente le tue crisi sono collegate a questo, infatti il tuo aspetto cambia e sembri …” Non terminò la frase, facendo un cenno vago con la mano.
Blaine aveva gli occhi spalancati, il respiro affannato e i pugni così stretti da fare male.
“Mentiva” mormorò “I miei genitori sono …” Ma si interruppe, perché nemmeno lui sapeva cosa avrebbe voluto dire.
I suoi genitori.
I suoi genitori erano sempre stati lontani, non si erano mai realmente curati di lui. Non si erano mai comportati da veri genitori. Non si erano nemmeno preoccupati di non averlo trovato a casa, quando erano tornati e lui si trovava al Castello. Aveva sempre pensato che fosse perché era gay.
Ma non poteva essere vero. Questo avrebbe voluto dire che la maggior parte della sua vita era stata solo una bugia.
Si prese la testa tra le mani, senza curarsi delle occhiate preoccupate che gli stavano lanciando i ragazzi attorno a lui.
Iniziò a respirare lentamente, imponendosi di calmarsi.
Kurt.
Doveva pensare a Kurt. Kurt era in pericolo. Era andato dagli Elfi da solo. Eridian lo voleva per sé, per uno sciocco capriccio.

Ti prego, perdonami. Lo faccio per te. Non cercarmi.
Ti amo. Ti amerò sempre.

Non l’avrebbe mai lasciato andare così.
Doveva salvarlo.
Del resto si sarebbe curato in un altro momento.
Prese un ultimo, profondo, tremante respiro prima di sollevare il capo e incrociare gli sguardi preoccupati e comprensivi attorno a lui.
Rachel aprì la bocca per parlare, ma Blaine non glielo permise “Dobbiamo andare a cercarlo.” Ribadì, con un tono di voce che non ammetteva repliche.
Santana e Sebastian si scambiarono un’occhiata d’intesa. “Sì.” Concordò lui, con uno sguardo deciso “Dobbiamo andare a cercarlo.”

Being A Half - Klaineحيث تعيش القصص. اكتشف الآن