44. Delusione

1.4K 115 80
                                    

-I'm sorry, don't leave me. I want you here with me.-

Ma le cose era destinate ad andare male. Taehyung era arrivato in meno di cinque minuti dopo l'ultimo messaggio di Jimin e il cuore di Mi-Yeun aveva iniziato a battere forte, l'ansia aveva iniziato a rigirarle lo stomaco. Nel profondo non vedeva l'ora di guardarlo negli occhi, non vedeva l'ora di scoprire che era stato tutto in malinteso, e sperava seriamente fosse così perché una vita senza di lui non riusciva proprio ad immaginarsela.
Così scese le scale, il cuore palpitante e la voglia di sapere tutto, di scoprire che si era sbagliata perché adesso, dopo le parole di Jimin, sperava di aver sbagliato come non lo aveva mai sperato prima. E la risposta arrivò subito, non appena entrò in macchina e lo guardò negli occhi. Erano di una tristezza che non gli aveva mai visto addosso. Due enormi occhiaie rovinavano il suo viso tanto bello e inoltre era chiaro che avesse pianto. Forse aveva versato più lacrime di quante lei stessa ne aveva versate. «Ehi.» disse e l'iniziale rabbia nei suoi confronti era svanita. Come aveva fatto a dubitare di lui? Lui non l'avrebbe mai tradita e di questo doveva esserne più che certa.
«Mi-Yeun ti prego, ascoltami.» sussurrò con un filo di voce e gli occhi scuri incollati al viso suo.
Mi-Yeun avvertì la spiacevole sensazione che il ragazzo non avesse dormito quella sera e si sentì in colpa. Forse avrebbe dovuto rispondere alle sue chiamate, forse avrebbe dovuto ascoltare ciò che aveva da dire. «Dimmi tutto, Taehyung.» rispose con la voce dolce e lentamente portò una mano sulla guancia di lui che alzò lo sguardo sentendosi improvvisamente un po' meglio. Una lacrima gli rigò il volto e Mi-Yeun la raccolse senza spostare lo sguardo da lui. Nel suo cuore aveva già deciso che lui fosse innocente. Jimin aveva ragione, non era stata per niente matura e se non lo avesse ascoltato si sarebbe pentita sicuramente di non aver voluto parlare con lui. Era grata che il suo migliore amico l'avesse fatta ragionare perché se non lo avesse fatto l'avrebbe rimpianto per sempre. Taehyung, con il cuore più leggero, le raccontò tutto quello che realmente era accaduto quella sera. Mi-Yeun l'aveva ascoltato attentamente mentre la voce sua tremava per le lacrime intanto che spiegava che lui non aveva fatto niente e che semplicemente era uscito fuori per inviare un messaggio a lei dato che non gli prendeva il telefono all'interno del locale. E gli occhi, come aveva imparato, non mentivano mai e quelli di Taehyung stavano solo dicendo la verità. Come si sentiva Mi-Yeun? Sicuramente in colpa per avergli fatto del male ignorando le sue chiamate e i suoi messaggi... sapere che non era riuscito ad andare a casa, che quella notte era rimasto da Jimin e che aveva pianto per tutto il tempo la rendeva triste. E l'unica cosa che avrebbe voluto fare era abbracciarlo, chiedergli scusa per tutto.
«Sto male perché sapere che quella foto ti ha reso triste mi ha ferito.» concluse e si passò una mano sugli occhi per poi tirar su con il naso.
Mi-Yeun lo fissò mentre si teneva in grembo le mani bianche come il latte. «Mi dispiace aver dato di matto. Ero arrabbiata per via di quella foto... perdonami.» rispose e abbassò la testa,
Taehyung rimase fermo a fissare la strada davanti a sé e chiuse gli occhi cercando di trattenere le lacrime.
«Sai cosa mi ha fatto più male?» le domandò con gli occhi lucidi.
«Il fatto che tu non ti sia fidata di me. Il fatto che ho dovuto implorare per poterti parlare.» spiegò e il cuore di Mi-Yeun sembrò distruggersi a quelle parole. Si sentiva male, sapeva di averlo deluso.
«Ma alla fine sono grato tu abbia voluto sentir ragione... però ora dimmi chi ti ha inviato quella foto.»
Mi-Yeun sentì il cuore accelerare di battiti mentre lui non batteva neanche le palpebre e la fissava duro, come se volesse sapere chi aveva creato tutto quel casino a parte Subin, come se volesse andare a spaccare la faccia a chi si era permesso di fraintendere tutto, e l'ultima cosa che lei voleva era che Taehyung litigasse con Chan, che di nuovo si prendessero a pugni.
«I-io» rispose ma non sapeva che dire. Cosa doveva fare? Era certa che gli avesse detto di Chan si sarebbe arrabbiato.
«Dai, dimmelo. Voglio sapere chi ha creato tutto questo casino.»
Mi-Yeun lo guardò indecisa, pronta alla rabbia che avrebbe avuto quando quel nome le sarebbe uscito dalla bocca. Ancora per pochi minuti esitò, ma quando Taehyung alzò gli occhi su di lei di nuovo e alzò un sopracciglio si decise a parlare.
«È-è stato Chan.»
Taehyung avrebbe voluto ridere e allo stesso tempo piangere, di sicuro era certo della risposta e anche deluso nel profondo. La sua fidanzata non aveva creduto alle sue parole ma a quelle di lui, di quel ragazzo che non sopportava, sì. E la cosa lo stava facendo arrabbiare da morire.
«Avrei dovuto immaginarlo. Ecco perché Jimin non mi ha voluto dire niente quando gliel'ho chiesto.» sorrise, ma era un sorriso privo di gioia. Aveva l'espressione triste, delusa da tutto quello di cui era venuto a conoscenza.
«Taehyung, io-»
«Ho dovuto implorare un'intera notte per poterti parlare, ma in cinque minuti hai reso lui così importante da rovinare la nostra relazione.»
Mi-Yeun lo guardò ferita e aprì la bocca per parlare, ma lui la interruppe prima ancora che potesse dire una sola parola.
«Hai creduto alle parole sue piuttosto che a me. Hai creduto io potessi tradirti. Come fai stare con me se appena succede una cosa di cui io non c'entro non ti fidi di ciò che dico?» continuò e il suo sguardo era così rancoroso che lei non ebbe il coraggio di ribattere, rimase zitta e lo ascoltò con il cuore rotto.
«E che ti ha detto eh? Sentiamo, cosa ha detto di così convincente da farti credere che io potessi tradirti?»
«E-ecco-» Mi-Yeun sentiva che sarebbe scoppiata presto in lacrime e non riusciva a guardarlo negli occhi nemmeno un secondo, perché quello sguardo deluso le faceva male. Avrebbe preferito urlasse, che la prendesse per scema per averci creduto un solo secondo piuttosto di vederlo con quell'amarezza in volto.
«Fammi leggere quello che ti ha detto.» Protese una mano in attesa che lei gli passasse il suo telefono.
Mi-Yeun avrebbe volentieri evitato di darglielo ma era già abbastanza frustrato e non voleva aggiungere altri motivi per litigare, così lo sfilò dalla giacca e gli passò il cellulare.
Taehyung lo afferrò e se lo portò agli occhi, cercò la chat e iniziò a leggere. Mi-Yeun lo guardava in ansia mentre leggeva i pochi messaggi che si erano scambiati e quando finì le passò il telefono senza guardarla, si sistemò sul sedile e girò la chiave sul cruscotto.
«Che bastardo. E tu povera ingenua che hai creduto alle parole di un ragazzo che ti ama e che avrebbe fatto di tutto per poterti avere. Non ci sei arrivata da sola che poteva aver mentito eh?» e iniziò ad alzare la voce.
Mi-Yeun iniziò ad agitarsi, non voleva perderlo.
«Però...»
«Niente però. L'amore si basa sulla fiducia e io che ne avevo fottutamente bisogno e che non te ne avrei mai privata sono stato ridotto in questo modo! A stare male perché hai creduto che io potessi farti una cosa del genere! Ma alla fine ho sempre saputo che sarei finito da solo. È inevitabile, ogni volta che mi fido della gente vengo deluso. Te l'ho detto una volta e te lo ripeto ancora; le persone intelligenti non potranno mai essere felici, adesso ne sono ancora più sicuro. E io sono troppo intelligente per esserlo. Scendi adesso per favore, questa notte non ho dormito e voglio andare a riposare.» si calmò.
Le lacrime iniziarono a rigarle il viso e il cuore a farle male. Perché stava accadendo tutto questo? Perché doveva andare in quel modo?
«M-ma ti prego Taehyung, i-io ti amo.» sussurrò distrutta mentre lui con lo sguardo altrettanto ferito scuoteva la testa senza guardarla. «Non è vero che mi ami. Se l'avessi fatto saresti andata oltre quella foto e quei messaggi, avresti chiesto spiegazioni a me. Invece hai subito creduto a lui e io non voglio una persona così nella mia vita. Credevo fossi diversa, che fossi più simile a me degli altri, ma non è così. E adesso non rendere più difficili le cose. Vai.» mise in moto la macchina ma lei non si mosse. Non voleva crederci, non poteva essere così.
«Taehyung...»
«Vattene!» gridò in lacrime e strinse le mani sul volante.
Mi-Yeun non se lo fece ripetere più, scese e lo guardò allontanarsi senza sapere che pensare, con il cuore dolorante, i pensieri che gli martellavano nella testa. Era finita, l'aveva perso. Avrebbe voluto gridare, corrergli dietro, ma rimase lì come una foglia caduta da un albero in attesa di essere spazzava via dal vento, dalla disperazione. E, nel silenzio mattutino singhiozzò per il dolore che provava nel petto.

•Mr Kim• Where stories live. Discover now