25. Primo appuntamento parte II

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-My girl.-

La sala da pranzo era un'enorme stanza circolare illuminata da due grandi lampadari dalla quale scintillavano dei brillanti filamenti simili a gioielli; le pareti erano di un chiaro colore crema sfumato da alcune ampie pennellate del colore dell'oro e alcuni quadri le decoravano dandole un aspetto elegante, quasi come se ci si trovasse nella sala da pranzo di un castello. Vi erano parecchi tavoli occupati da coppie o più persone, che sembravano tutte ricche e allegre. I pavimenti erano di ceramica, lucidi e lisci tanto che quasi sembrava specchiare i due lampadari sul soffitto. Il tavolo di Taehyung e Mi-Yeun era posizionato al centro  della stanza, apparecchiato con una tovaglia bianca candida; un candelabro oro sistemato al centro illuminava lo spazio circostante e i piatti e le posate lucide sembravano brillare quando la luce li colpiva. I due presero posto e Mi-Yeun era decisamente, come sempre, imbarazzata. Taehyung le si sedette di fronte e con un sorriso sul volto e prese il menù in mano.
«Qui il cibo è davvero delizioso, quindi non ti deluderà.» disse.
Era sicuramente più di quanto lei si sarebbe mai aspettata, e di gran lunga. Non avrebbe mai immaginato che Taehyung fosse così dolce e gentile, né che lo sarebbe stato con lei. Credeva che lui la notasse solo perché a scuola erano insieme in classe e che la seconda classificata di tutti gli esami era lei e perciò la conoscesse, ma adesso si stava rendendo conto che si era sempre e solo fatto un sacco di paranoie.  Taehyung ordinò il suo piatto e anche una bottiglia di vino e, dopo varie indecisioni su cosa prendere, anche Mi-Yeun lo fece; la luce fioca della candela rendeva l'atmosfera terribilmente romantica e tutto questo le piaceva in modo realmente assurdo, come non avrebbe mai creduto le sarebbe piaciuto.
«Come è andata la tua giornata?» le chiese appoggiando la testa sulla mano mentre la fissava interessato. Mi-Yeun si sistemò sulla sedia e lo guardò con la familiare sensazione delle farfalle sullo stomaco.
«Bene. Sono contenta che molti dei miei pazienti stiano accettando che la vita non sempre va bene ma che non per questo non si possa ricominciare un'altra volta.»
«Hai risolto un sacco di problemi che la gente credeva irrisolvibile. Persino i miei. Sei fantastica, Jung Mi-Yeun.»
«F-faccio solo il mio lavoro.» rispose tutta rossa in viso cercando di nasconderlo da lui, ma che non permise di fare; infatti posò un dito sotto il suo mento e alzò il viso di lei verso  il suo, guardandola così profondamente negli occhi che per un attimo Mi-Yeun si sentì spaesata, come se si fosse immersa nelle profondità di quegli occhi colore nocciola e a mandorla scordandosi dove si trovava. Era quello l'effetto che le facevano gli occhi di Kim Taehyung, il ragazzo che per molto tempo non aveva visto ma che il destino le aveva fatto incontrare una mattina gelida di dicembre. Da allora si erano spesso visti, anche se voleva a tutti i costi evitarlo.
«Non penso. Fai questo lavoro perché ti piace aiutare la gente. È questo il punto; non lo fai perché è il tuo dovere, lo fai perché ti piace. È una delle cose che ti rende diversa dagli altri e dalle altre. Comunque, in realtà stasera volevo dirti una cosa...»  Mi-Yeun sentì la pelle iniziare ad ardere sotto il suo sguardo e le mani tremare dall'emozione. Cosa le doveva chiedere? Cosa poteva volere? Mentre si chiedeva tutto questo due persone si avvicinarono al tavolo distraendo entrambi da ciò che stavano facendo; Taehyung alzò lo sguardo e un sorriso forzato gli apparve in viso. Mi-Yeun guardò i nuovi arrivi con un cipiglio, si trattava di un ragazzo e una ragazza che si somigliavano parecchio e che non l'avevano degnata di uno solo sguardo, anzi tutt'e due avevano occhi solo per Taehyung che spostando la sedia li salutò porgendo la mano ad entrambi.
«Taehyung oppa!» esclamò la ragazza raggiante prendendogli la mano con un sorriso che mostrava una schiera di denti bianchi e dritti, quasi luminosi. Era parecchio alta, pochi centimetri più bassa rispetto a Taehyung, e aveva dei lunghissimi capelli neri e lisci come la seta, brillanti e che sembravano anche parecchio curati. Il suo viso era piccolo e a forma di cuore, bianco come il latte e luminoso per la quantità generosa di illuminante che aveva messo, aveva allungato i suoi occhi a mandorla con una linea perfetta di eye-liner che le donava uno sguardo profondo ma allo stesso tempo un po' tagliente, quasi di una persona che ha la puzza sotto il naso. Indossava un abito elegante e sicuramente costoso, stretto e colore argento, che le arrivava pochi centimetri sotto le ginocchia e che allungava la sua silhouette aggraziata. Di fianco, il ragazzo che doveva essere suo fratello, indossava un abito altrettanto elegante; un paio di pantaloni neri e sagomati che gli calzavano a pennello e mettevano in risalto le gambe allenate, una camicia bianca e una giacca nera e altrettanto sagomata. Pallido come la sorella, aveva dei capelli lunghi fino alle sopracciglia castani e mossi. Mi-Yeun si chiese chi fossero quando la voce bassa e profonda di Taehyung rispose alla ragazza.
«Hyumi e HonJong, è un piacere vedervi.» 
«Anche per noi, è da tanto tempo che non vieni a casa nostra, Taehyung Oppa. Prima venivi sempre a cena.»  «Sono molto impegnato con il lavoro e tuo padre lo è pure.»
«Io credevo venissi per me.» disse facendo una risatina stridula. A Mi-Yeun iniziò a tremare la vena sulla fronte, la sensazione di fastidio che la fece quasi stare male. Era gelosa, terribilmente gelosa e solo ora che si accorgeva delle attenzioni che riceveva Taehyung si rendeva conto di quanto odiasse tutte quelle che gli si avvicinavano. Strinse la tovaglia forte nella mano, lontano dallo sguardo di tutti e tre, evitando di guardarli. Taehyung si trovava in chiara difficoltà; Mi-Yeun conosceva il suo carattere buono gentile e che per questo gli era quasi impossibile essere sgarbato.
«Ecco-» stava per dire, ma l'arrivo di un uomo interruppe tutto.
Era parecchio alto, sulla cinquantina, che aveva tutta l'aria di essere il padre di quei due; gli porse la mano e Taehyung la strinse educatamente inchinandosi.
«Non la vedo da un sacco di tempo signor Kim.» disse con una voce profonda e un sorriso gentile in volto. «Sì, ultimamente sono stato parecchio impegnato signor Choi.» 
Mi-Yeun si sentiva invisibile, come se non fosse lì in quel momento. Ovviamente non ce l'aveva con Taehyung, era consapevole che ormai lui fosse un uomo di mondo e che aveva molte conoscenze grazie al suo lavoro, solo non sopportava le persone che si comportavano come se lei non esistesse solo perché si trovava in sua compagnia. «Scusatemi, sono molto contento di avervi incontrato però starei-» cercò di dire notando il disagio della ragazza che lo aspettava seduta, ma Hyumi lo interruppe prendendo per un braccio il padre.
«Papà, perché non lo inviti a cena per domani sera? È da tanto che non viene a casa nostra.»
«Ma certo, ma certo, domani sera sei invitato a cena.» disse l'uomo e il ragazzo tentò di mostrarsi felice, ma si notava lontano un miglio che avrebbe volentieri zittito Hyumi per impedirle di fare una proposta del genere. Mentre Mi-Yeun alzava lo sguardo beccò la ragazza in questione guardarla con un sopracciglio alzato, senza nemmeno cercare di nasconderlo. Mi-Yeun si grattò la testa, poi finalmente la famiglia si allontanò e Taehyung si rimise a sedere.
«Mi dispiace tanto davvero.»  «Taehyung, non hai fatto nulla di male, hai semplicemente parlato con delle persone che si sono avvicinate.»  Taehyung la guardò ancora negli occhi e un sorriso gli spuntò in volto. «Comunque, cosa mi volevi dire?» aggiunse. Taehyung sorrise ancora. «Ah sì, ecco volevo dirti che ho pensato molto ed io credo che non abbia senso la frequentazione. Ci conosciamo già alla fine.» disse inclinando la testa. Mi-Yeun lo guardò confusa, gli occhi puntati sui suoi. «Che vuoi dire?» chiese ancora lei con una nota di panico.
Taehyung strinse la mano più forte. «So che avevo detto di non voler correre, ma ti va di essere la mia ragazza?»

•Mr Kim• Where stories live. Discover now