i could see you and him

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Alle 12:30 in punto io e Ronny prendiamo posto in una sciattissima tavola calda di Los Angeles, di quelle con le tovagliette in carta e le posate di plastica. 

Dopo qualche chiacchiera di circostanza, il cameriere si avvicina al nostro tavolo e prende il nostro ordine, proprio mentre la porta del ristorante si spalanca ed entrano due ragazzi. Mi cade l'occhio su uno di loro: ha un volto famigliare, ma non riesco proprio a ricordare dove l'abbia già visto. Probabilmente è semplicemente uno dei tanti clienti abituali di Starbucks, a cui porto distrattamente il caffè ogni mattina.

Io e Ronny mangiamo, tra una chiacchiera e l'altra. Non posso dire che mi stia trovando male con lui, ma mi sento come se stessi facendo beneficienza, visto che l'unica ragione per cui mi trovo qui è che mi ha fatto pena. Oggettivamente non so perché ho accettato di vederlo, un pranzo non mi farà certo dimenticare di avere un ragazzo che amo: non so che diavolo si aspetta Ronald, che cada tra le sue braccia? Ho messo le cose in chiaro dall'inizio, quella non è un'opzione.

Restiamo a parlare al tavolo per un po', ricordando i vecchi tempi del liceo: scoppiamo entrambi a ridere al ricordo della professoressa di Biologia e dei suoi imbarazzantissimi outfit anni '70, che si ostinava a sfoggiare come se non fossero passati di moda da più di quarant'anni. Riportiamo alla memoria le lezioni di ginnastica, in cui, per cinque anni di fila, non abbiamo fatto altro che giocare a basket e ci chiediamo che fine abbiano fatto tre quarti dei nostri compagni di classe, che sono praticamente spariti dai radar negli ultimi anni e con cui ho perso ogni contatto. 

Sono da poco passate le 15, quando dico a Ronny che è arrivato per me il momento di tornare a casa.
"Vuoi che ti accompagni?", propone.
"No, non ti preoccupare. Abito qui vicino".
Lui mi sorride imbarazzato, ma credo di essere io quella più a disagio tra i due.
"Sono stato bene", ammette, con le guance lievemente arrossate.
Cazzo, vorrei solo scappare via e piantarlo lì davanti alla tavola calda senza dire una parola in più; ma indosso un sorriso falso e fingo un'espressione comprensiva per mettere ulteriormente le cose in chiaro: "Mi ha fatto piacere rivederti Ronny, ma non cambio idea riguardo a quello che ti ho detto ieri".
Lui non sembra essere particolarmente scosso dalle mie parole, infatti mi dice: "Lo so, ma va bene così. Sono contento di avere avuto comunque una chance con te".

Nel salutarci, Ronny mi abbraccia inaspettatamente e poi me ne torno a casa a piedi. Durante il tragitto controllo su internet l'orario attuale della Polonia: lì sono otto ore avanti e quindi le lancette segnano le 23 passate, Gus dovrebbe avere concluso da poco il suo primo concerto del tour. Lo videochiamo mentre sono ancora per strada, non vedo l'ora di sentirlo e di vederlo per sapere come è andata, so che nonostante sia partito con il morale a terra ora sarà sicuramente super esaltato.

Il cellulare suona a vuoto, così provo a chiamarlo di nuovo ma, questa volta, dopo un paio di squilli, Gus mi butta giù la chiamata. Decido allora di inviargli un messaggio, magari non può  parlare in questo preciso momento:

- Hey rockstar! Com'è andata?
🧑🏻‍🎤🤟🏻

Mentre inserisco le chiavi nella serratura del mio appartamento, mi accorgo che la doppia spunta è diventata blu: Gus ha letto il mio messaggio, ma l'ha deliberatamente ignorato.
La cosa non mi stupisce molto, è solito non rispondere al telefono. Probabilmente starà festeggiando con i suoi amici o sarà impegnato a fare foto con i fan.

Inizio a preoccuparmi quando, dopo quasi tre ore, non ho ancora ricevuto un segno da parte sua: ha ignorato tutti i miei tentativi di mettermi in contatto con lui, sparendo nel nulla. Lo richiamo per la terza volta, ma anche in questo caso riaggancia dopo pochi squilli. 
Che cazzo gli prende? Gli invio un altro messaggio, decisamente nel panico. Mi chiedo se sia successo qualcosa, se il concerto sua andato di merda, se ha esagerato con le droghe e si è sentito male, se sia in compagnia di un'altra... Penso a qualsiasi cosa, ma tutte le opzioni che mi vengono in mente mi fanno andare ancora più in ansia, nessuno scenario mi rassicura, quindi insisto con i messaggi:

- Gus, è tutto okay?

The last thing I wanna do // LIL PEEPWhere stories live. Discover now