white wine

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Butto le penne nell'acqua bollente, mescolando contemporaneamente il pomodoro per evitare che si bruci, mentre Gus mi guarda quasi estasiato, come se fossi una grande chef all'opera.
"Sei brava a cucinare. Io so prepararmi giusto una tazza di latte coi cereali oppure, quando mi sento particolarmente ispirato, mi faccio addirittura un sandwich".

Sorrido e mi volto verso di lui, mi sento ancora un po' in imbarazzo per la piccola incomprensione di prima e vedo che anche lui non è molto a suo agio.
"Bicchiere di vino?", chiedo quindi, per stemperare la tensione.
"Bianco", specifica, ringraziandomi subito dopo.

Estraggo dal frigorifero una bottiglia di vetro e due calici, li sistemo sul tavolo e li riempio per più di metà, quasi fino all'orlo.
"Non aspettarti uno champagne, eh, l'ho preso al supermercato qui sotto. Era in offerta a tipo un dollaro", lo avverto. 
"Ho bevuto di peggio", mi rassicura, avvicinando il bicchiere alle labbra e buttando giù un sorso.

Facciamo ancora due chiacchiere e finiamo i bicchieri prima che la pasta sia cotta, così ci facciamo un secondo giro. Non reggo molto bene l'alcol e berlo a stomaco vuoto sicuramente non mi sta aiutando perché inizio a sentire la testa leggera e una parlantina più fluida; mente Gus mi sembra ancora super sobrio. Forse è solo bravo a nasconderlo. 

"Se inizio a straparlare, sappi che è colpa del vino", lo avverto, mentre spengo il fuoco e scolo la pasta. Condisco con il pomodoro e metto i due piatti in tavola, sotto allo sguardo curioso di Gus. 

Durante la cena continuano a chiacchierare più sciolti, complici gli svariati bicchieri di vino. Una volta finito di mangiare, Gus si complimenta con me per le mie doti culinarie e ci spostiamo sul divano, senza nemmeno sparecchiare.
Ci accomodiamo sul sofà, uno di fianco all'altra, seppure tra di noi ci sia comunque una certa distanza.

"Ti sei divertita oggi, Bianca?"
"Sí, sono stata bene", ammetto sorridendogli: "Tu invece come ti sei trovato ad uscire con una ragazza noiosa come me?"
Lui scoppia a ridere: "Sei meno noiosa di quel che credi".
Io alzo le spalle con una smorfia e gli faccio notare che però non ha risposto alla domanda più importante.
"Certo che mi sono trovato bene. Te l'ho detto fin da subito, mi piace come sei".

Guardo Gus cercando di trattenere un sorriso e mi lascio cadere di lato, complice un giramento di testa causato dal vino, fino ad appoggiare il capo sulle sue ginocchia. Lui inizia a giocare con una ciocca dei miei capelli, annodandosela al dito ripetutamente. 

"Un giorno mi racconterai dei tuoi tatuaggi?", gli domando guardando quelli che spuntano dalle maniche della felpa e tracciando i contorni di un teschio con una corona.
"Beh non è detto che ci sia qualcosa da raccontare... molti li ho fatti sotto l'effetto di droghe, quindi non mi ricordo nemmeno dove è perché li ho scelti". 
Aggrotto le sopracciglia senza neanche accorgermene, ha già nominato diverse volte le droghe nelle poche ore che siamo stati insieme e non so bene cosa pensare a riguardo. 

"Gus, ho una domanda che probabilmente non dovrei farti e certamente da sobria non farei mai, quindi se non vorrai rispondermi puoi mandarmi tranquillamente a fanculo, ok?"
Fatta questa premessa, lui annuisce, dandomi il via libera.
"Insomma... non so bene...", la verità è che non so come porre la domanda in maniera delicata. Essendo un argomento importante mi tiro su, composta, e mi riappoggio allo schienale del divano, ruotando leggermente il busto verso Gus.
"Dimmi, non farti problemi", mi rassicura.

"Tu fai uso di droghe?".
Mi pento all'istante del modo in cui ho posto la domanda, sembro una vecchia zia autoritaria che fa il discorsetto ad un tredicenne, mi mancava solo dire la parola 'giovanotto' per rendere il tutto ancora più imbarazzante. Mi porto una mano sul viso, un po' per il disagio e un po' per il giramento di testa. Gus però non sembra turbato o infastidito dalla mia domanda, ma è chiaro che stia percependo la mia goffaggine.
"Sissignora", mi risponde scherzando: anche lui si è dipinto la mia stessa immagine in testa, evidentemente. Poi però torna serio, quasi improvvisamente: "Sí, però è tutto sotto controllo, cioè, conosco i rischi e ci sto attento. Non mischio cose che non dovrebbero essere mischiate e non eccedo mai troppo, conosco i miei limiti."

The last thing I wanna do // LIL PEEPWhere stories live. Discover now