22. ♡Teodoro & Cristiana♡

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Teodoro

Non riuscivo a trovare un modo per sentirmi meglio.

Ero schiacciato, oppresso con un enorme macigno all'altezza del cuore, mi sentivo uno straccio, un perdente, una persona che non valeva niente, e che non era stata in grado di proteggere la sua famiglia, quando s'era prefissato di saperlo fare più degli altri.

Avevo avuto quella così stupida e sciocca presunzione e arroganza!

In mente avevo ancora bene impresso quel momento in cui mio padre abbandonava per sempre questo mondo e lasciava andare via con un ultimo respiro la sua anima, mentre i suoi occhi perdevano sempre più luce fino a spegnersi e diventare vitrei...era ancora così chiaro quell'attimo, nitido ai miei ricordi...e quelle sue parole, sentite, commosse...

lui ci credeva davvero in me, ma aveva riposto la sua fiducia in una persona totalmente sbagliata, nel figlio sbagliato.

L'avevo deluso!

Ed io avevo scelto di annegare tutti i miei dispiaceri nel vino, gettato sul divano di casa mia come un sacco della spazzatura abbandonato sul ciglio della strada.

Non era da me bere così tanto e lasciarmi andare fino a questo schifo, ma non sapevo cos'altro fare al momento!

L'avevo perso per sempre, l'uomo che mi aveva messo al mondo e che mi aveva donato tanto non c'era più! Ed io mi sentivo smarrito, avevo perso il mio punto di riferimento!

Avevo freddo nell'anima e nel corpo, avevo una paura matta del futuro. Cosa mi avrebbe riservato? Una sicura sconfitta oppure una meritata giustizia?

Di sicuro, Mauro Layer non l'avrebbe saputo.

La morte e il funerale di mio padre mi avevano turbato nel profondo, e nonostante il mio spirito fosse ancora vivo dentro di me, pronto a scuotermi dal profondo baratro nel quale ero caduto, non sapevo per quanto ancora avessi retto questa totale mancanza di speranza.

Non ne potevo più di facce, visi contriti, costernati, e stavo troppo male! Non c'era via d'uscita! Era come se avessi imboccato una strada a senso unico!

Mi sorprese una lacrima, intenta a solcarmi il viso...ero un guscio vuoto e spogliato da ogni certezza!

La mia intera città era in lutto così come la mia famiglia! Ed io mi sentivo colpevole!

In molti, nonostante la complicata e delicata situazione, nutrivano ancora un grande e forte affetto e rispetto per i Layer, e non se l'erano proprio sentiti in quel momento di lasciarci soli nel nostro straziante dolore, ma altri s'erano arrogati subito il diritto di giudicare e puntare il dito iniziando a osservarci con sospetto, a fare commenti fuori luogo sulle nostre vite...

e mi chiedevo se il parere della gente era davvero così mutabile!

Era stato in ogni caso proclamato lutto cittadino per Mauro Layer. Per mio padre!

E quello che fecero i nostri dipendenti mi lasciò scioccato ancora di più!

Dopo il funerale, una mattina vennero da me, mi guardarono dritto negli occhi e mi promisero i servizi e la fedeltà delle loro famiglie, come avevano sempre fatto con mio padre a suo tempo e con suo padre prima di lui, accettandomi quindi come nuova guida a capo della nostra azienda e senza pretendere un centesimo di guadagno in più del mese corrente. Riconoscevano il bene che la mia famiglia aveva riservato loro nel corso degli anni, e non sarebbe bastato un complotto contro di noi a distruggere la loro lealtà.

Desideravo tanto non deluderli, ma fino a quando non mi fossi totalmente ripreso dalla morte di mio padre e non avessi messo in gabbia i responsabili di tutto questo macello, non me la sentivo di prendere lo scettro del comando, così nominai per loro mio fratello Giorgio e mia madre, sarebbero stati loro due a prendere momentaneamente il mio posto a capo della nostra azienda.

Come petali di una rosaWhere stories live. Discover now