46 - Spegnere la luce

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Caro Chuuya-Kun,

La lettera iniziava così, inchiostro bluastro su carta bianca immacolata. La scrittura di Dazai, però non era ordinata e sicura come sempre, agli occhi di Chuuya tutte quelle parole gettate sulla carta in fretta e furia parevano scritte con mano sempre più tremante ed insicura.

Chuuya si buttò di peso sul divano, cercando di prepararsi psicologicamente a qualsiasi cosa ci fosse scritto in quella lettera, facendo del suo meglio per ignorare il piccolo salotto della casa di sua nonna ingombro di tutti i suoi oggetti che aveva accumulato con il tempo a casa di Dazai... Probabilmente qualcuno aveva riportato lì tutta quella roba quella mattina, mentre era a scuola... La chiave era nascosta sotto lo zerbino, chiunque con un po' di testa avrebbe potuto entrare.

Chuuya affondato tra i vecchi cuscini mangiati dal tempo del divano, si passò una mano sul viso e osservò la chitarra adagiata accanto a lui. Tutti quegli oggetti erano la conferma ai suoi sospetti e timori.

Non era più desiderato a casa di Dazai, o meglio di Mori... Questo era chiaro, ma ora per quanto ne avesse paura, desiderava scoprire il perché con tutto sè stesso. Osservò la lettera, probabilmente leggendola avrebbe capito... Prese un profondo respiro e tra oggetti che parlavano di un passato che chiedeva di tornare ad essere presente cominciò a leggere.

Caro Chuuya-Kun,
Ho poco tempo, ma credo basterà.
Me ne vado.
Non è colpa tua, l'unica colpa che ti do è di avermi donato questo folle desiderio di restare. Ma non ho possibilità... Sì, hai letto bene... Non ho possibilità, non ho scelta. Io che non ho scelta, assurdo vero? Ma ci sono cose che nemmeno io posso cambiare. Probabilmente d'ora in poi sparirò per sempre dalla tua vita. Tutti i contatti con te e con il mondo che mi hai fatto conoscere e amare verranno recisi. Non cercarmi tanto non mi troverai.

Chuuya deglutì, voleva davvero continuare a leggere? Cos'era quello stanno e acuto dolore che gli stava tormentando il petto, uccidendolo lentamente? Cos'era quel silenzio assordante che lo avvolgeva?

Chuuya abbassò gli occhi e notò che l'inchiostro delle lettere di alcune parole era leggermente sciolto, come se sopra ci fossero cadute delle gocce d'acqua... Lacrime. Quelle sbavature erano solo impronte, orme, ricordi di lacrime già asciugate.

Si tratta dei i miei genitori, mi porteranno dove potrò crescere come vogliono loro... Dove potrò crescere diventando il mostro che sono destinato ad essere...

Ed ecco di nuovo che ritornava il discorso sui mostri... Chuuya scosse la testa, nessuno è destinato ad essere un mostro, qualsiasi cosa quella parola volesse significare... Dazai non era nient'altro che un ragazzo, un essere umano come lui. Non batteva forse anche il suo cuore esattamente come il suo?

Accanto a te ho vissuto, ho vissuto davvero. Per questo non potrò mai ringraziarti e amarti abbastanza. Avrei voluto fare più cose con te, aver più tempo, più possibilità... Ma soltanto averti conosciuto è stato il dono migliore che la vita mi abbia mai fatto.

Chuuya strinse con forza la lettera tra le mani. Perché lo aveva permesso? Perché aveva lasciato che i suoi genitori lo portassero via? Di sicuro sarebbe riuscito a impedirlo con la mente geniale che si ritrovava, o forse no... Dopotutto lo aveva detto lui stesso, anche Dazai alla fine era un essere umano.

Ma ora parliamo di cose serie.
Voglio che tu sappia che io non dimenticherò mai la mia promessa. Sarai sempre nel mio cuore, nel mio animo o dovunque sia quella parte di me che nessuno può danneggiare, distruggere o portarmi via. Ma non voglio obbligarti a mantenere la tua parte di promessa, perciò se trovi qualcuno che ti ama, ti rende felice e tu ami a tua volta non allontanarlo solo per causa mia. Merito tutta la felicità del mondo e io non ho intenzione di privartene costringendoti a mantenere una folle e sciocca promessa.
Vivi e sii felice anche per me.
Ti amo.
Non smetterò mai di amarti, e fidati che non lo sto dicendo a cuore leggero.
Tuo
Dazai Osamu.

Chuuya fissò la lettera con occhi vacui, ora sulla carta c'erano anche i segni umidi e le sbavature lasciati dalle sue lacrime. Dazai se ne era andato e lo aveva lasciato con quello? Una stupida lettera che prometteva che non sarebbe mai tornato? Che non si sarebbe rivisti mai più? Che sarebbe come morto per lui? La carta si stroppicciò, rovinata dalle dita di Chuuya. L'amore che provava per Dazai cominciò ad assomigliare sempre di più ad un odio confuso, mischiato a nostalgia.

Prima o poi tutti se ne vanno.

Chuuya chiuse gli occhi e dietro le palpebre trovò quell'inesorabile oscurità che non trovava da un po'. Era incredibile con quanta velocità il buio tornava una volta che la luce era stata spenta.

Quindi d'ora in poi tornerò a vedere sempre e solo il solito buio. Dazai se ne è anadato, mi ha abbandonato qui, spegnando la luce prima di andarsene.

[ 0 giorni dalla partenza di Dazai ]

Attorno a me c'è solo silenzio... È questo il suono che fa un cuore quando si spezza?

A. A.

Okay, ehm... Sento i vostri istinti omicidi fino a qui *scappa in Messico*

We are falling like the stars - SoukokuWhere stories live. Discover now