21 - Il cielo spiegato da una mummia

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[59 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Vorrei mettervi una canzone da ascoltare mentre leggete, ma il mio Wattpad è antipatico e non mi lascia e si blocca tutto... :'(

Quindi vi consiglio:
a Sky full of stars - Coldplay
All of the stars - Ed sheeran
Ghost - Jacob Lee
Stars - Skillet

Chuuya si lasciava guidare da Dazai, gira a destra, un sussurro, ora a sinistra, una leggera pressione sulla spalla, vai dritto. Non sempre gli dava indicazione con parole, spesso erano tocchi, respiri, lievi gesti.

Chuuya si fidava di lui e ascoltandolo perse la cognizione del tempo, da quanto stavano viaggiando? Un'ora? Ormai erano parecchio fuori città, procedevano in una campagna incolta attraverso strade quasi distrutte. Il silenzio rotto solo dal rombo della moto sembrava appartenere ad un altro mondo.

Ora a sinistra, Chuuya lo intuì e prese una stretta stradina, che dopo mezzo chilometro di asfalto consumato si fece sterrata. Non c'era nulla attorno a loro, nemmeno una luce, in lontananza si poteva intuire la presenza di un boschetto.

Ora mi devo fermare?

Non ancora vai avanti.

Nessuno aveva aperto bocca, ma si erano capiti.

Ecco ci siamo puoi fermarti, questo glielo disse con una stretta e un cenno del capo. Chuuya si fermò e scese dalla moto subito dopo Dazai, era così buio che si vedeva a stento la punta dei piedi.

Dazai si incamminò in un prato a bordo strada, Chuuya lo seguì e percepì l'erba solleticargli le caviglie.
Quando il ragazzo davanti a lui si fermò, dopo essersi allontanato un bel po' dalla strada lui fece lo stesso.

Dazai si sfilò la giacca e la stese per terra come se fosse una coperta, poi si avvicinò a Chuuya, gli aprì il giubbotto e lo stese allo stesso modo, nell'erba accanto al suo.
Il fresco della sera riempì i polmoni di Chuuya, lì l'aria sembrava un po' più leggera rispetto alla città.
Quando Dazai si sedette sul proprio capotto adagiato nell'erba Chuuya lo imitò.

E solo a quel punto guardò verso l'alto.

Prima era troppo impegnato a cercare di guardare dove metteva i piedi, a guardarsi intorno scoprendo il luogo in cui si trovava.

Là in cielo c'erano solo stelle.

A Chuuya per poco non mancò il respiro. Dazai con dolcezza, lo spinse per una spalla invitandolo a sdraiarsi.

- Ci sono le stelle.

Esclamò con stupore, Dazai dopo una mezza risata rispose:

- Perspicace come al solito, Chuuya-Kun.

Quella era praticamente la prima volta che guardava un cielo stellato sul serio, prima non ne aveva mai avuto l'occasione, aveva sempre vissuto a Yokohama e da solo non aveva mai preso l'iniziativa di cercare posti del genere, in più la quantità di lavoro non aiutava.

Con la testa appoggiata sulla sua giacca, Chuuya guardò il cielo, cercando di riconoscervi costellazioni, stelle e pianeti, ma si arrese subito. Quella meraviglia gli era completamente sconosciuta.

- Non hai mai visto un cielo stellato, vero?

Dopo un attimo di silenzio Chuuya rispose a Dazai:

- Non così, le stelle le puoi intravedere nei luoghi più bui della città, però sono lontane e paiono non brillare... Ma un cielo del genere... Solo una volta, avrò avuto sei anni, mi ha portato mia mamma in un posto simile a questo...

Non c'era un singolo punto del cielo che non fosse bucato di luce. Nonostante la tristezza che Chuuya si portava dentro, una strana gioia lo pervase e i due sentimenti si mischiarono, fino a diventare uno solo... Abbastanza confuso.

We are falling like the stars - SoukokuWhere stories live. Discover now