16 - La mia moto si trasforma in un groviera

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[42 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]

Chuuya uscì dalla casa della famiglia Izumi salutando Kyoka in braccio alla madre e si incamminò verso il parcheggio dove aveva lasciato la moto.

Era passata una settimana da quando era guarito da quell'influenza e aveva potuto riprendere tutti i suoi lavoretti quotidiani. Sua nonna invece stava sempre peggio, si dimenticava le cose, mancava spesso di appetito e faticava ad alzarsi dal letto, sua zia era parecchio preoccupata perché faticava a stare dietro al lavoro e alla madre. Chuuya per non pensare si era immerso nel lavoro e nella scuola, dove grazie alle ripassate in mensa con Dazai, il tempo ricavato dagli spostamenti in moto anziché in bici stava avendo dei buoni risultati. Si stava infilando il casco quando sentì il telefono vibrare in tasca. Guardò sorpreso il display sul quale lampeggiava "Dazai😑", poi, dopo un attimo di esitazione rispose:

- Pronto?

- Pronto Chuuya-Kun, hai presente il favore che mi dovevi per le ripetizioni? Non è che sei disponibile ora?

Chuuya stava per ribattere quando dall'altra parte del telefono udì uno sparo e varie grida.

- Dazai, cretino, che cazzo succede?

- Vieni a prendermi il prima possibile nell'incrocio quello vicino alla casa viola e abbandonata in periferia, non mi ricordo la via... Puoi farcela da solo.

Chuuya, capito il luogo, immaginò la strada che doveva fare e calcolò il tempo necessario per arrivare. Nel mentre sentì un altro sparo e Dazai che diceva qualcosa in tono di sfida a qualcuno.

- Okay ho capito, dieci minuti e sono lì, tu intanto...

- Io intanto cerco di sopravvivere, a dopo!

Concluse la chiamata in fretta e furia Dazai, a Chuuya non rimase altra scelta se non salire in moto e premere sull'acceleratore chiedendosi cosa cazzo stava combinando quella macchina spreca bende. Che cavolo gli stava succedendo? E quelli erano spari? Che fosse uno scherzo?

Chuuya arrivò all'incrocio esattamente nove minuti dopo la chiamata. Sotto un semaforo scolorito e mal funzionante c'era un gruppo di uomini raccolti in cerchio attorno a qualcosa. Man mano che si avvicinava Chuuya constatò che quel qualcosa al centro era qualcuno e che che quel qualcuno era Dazai, seduto sul marciapiede che guardava gli uomini con superiorità.
Chuuya non rallentò e sgommando si infilò tra gli uomini rompendo il loro cerchio. Si fermò davanti a Dazai.

- Sali, bastardo.

Disse solo e non aspettò neanche che Dazai si fosse accomodato per bene dietro di lui che ripartì velocissimo, costringendo gli uomini, come al suo arrivo a buttarsi di lato, mentre correva per la strada sentì vari spari dietro di lui. Ad un certo punto la ruota dietro sbandò appena, probabilmente era stata colpita e dai rumori che sentiva non era l'unica parte della sua preziosissima moto ad essere rovinata dai proiettili.
Chuuya strinse i denti:

- Qualsiasi danno avrà la mia moto dopo questo, tu lo pagherai, capito? Fino all'ultimo centesimo.

- Mi pare il minimo e ora gira a destra che non voglio finire spiaccicato contro il palo della luce!

- Non devi neanche dirmelo!

Urlò Chuuya in risposta, girando bruscamente, sentendo la moto fare un rumore cigolante e preoccupante che gli procurò un dolore acuto al cuore. Il ragazzo non potè fare a meno di pensare che non fosse nulla di irreparabile. Man mano che si allontanavano le grida e gli spari si facevano sempre più fiochi fino a scomparire! Chuuya guidò fino a casa sua senza fermarsi e sperando che la moto ce la facesse nonostante tutti i suoni inquietanti che le sentiva fare.

We are falling like the stars - SoukokuWhere stories live. Discover now